Psicologia della salute
This is some text inside of a div block.

14 Novembre: Giornata  Mondiale del Diabete

14 Novembre: Giornata  Mondiale del Diabete
14 Novembre: Giornata  Mondiale del Diabetelogo-unobravo
Gabriella De Simone
Gabriella De Simone
Redazione
Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il


Il 14 gennaio di ogni anno, in corrispondenza della data di nascita di Frederick Banting (il co-scopritore dell'insulina con Charles Best), si celebra la Giornata Mondiale del Diabete (GMD). Evento istituito nel 1991 dalla Federazione Internazionale del Diabete (IDF) e dall' Organizzazione Mondiale della Sanità per sviluppare una conoscenza sul tema e per la promozione di azioni di prevenzione.

Quali sono gli obiettivi principali della GMD?

La GMD ha l’obiettivo di prevenire la diffusione, sempre maggiore, del diabete. L’idea è quella di implementare una filosofia in cui superare la logica delle prevenzione come proibizione o sacrificio per sviluppare una serena e gioiosa accettazione di un modo di vita più sano, riscoprendo il piacere dell’esercizio fisico e di una alimentazione sana e naturale ma ancora più gustosa e ricca di sapori.

Nello specifico, la GMD ha diversi scopi:

  • promuovere interventi di screening della glicemia e valutazione del rischio di sviluppare il diabete;
  • fornire informazioni concrete sulla patologia;
  • avviare percorsi di prevenzione del diabete e delle malattie cardiovascolari;
  • fornire delle linee guida sulla sana alimentazione e sull’attività fisica da seguire.

Cos’è il diabete?

Il diabete è una malattia in cui si manifesta con un aumento dei livelli di glucosio nel sangue; non è una malattia ereditaria, tranne che per poche varietà molto rare (es. MODY), né rappresenta una malattia contagiosa. Esistono diverse forme della patologia e nel caso di diabete tipo 2, è possibile notare una predisposizione familiare.

Per tali motivi, una diagnosi precoce e l’adesione alle terapie sono fondamentali per prevenire o ritardare il vero problema del diabete, cioè le possibili complicanze croniche, come ad esempio cecità, amputazioni, malattie cardiache, insufficienza renale e morte precoce.

Le forme del diabete

Il diabete è una malattia molto complessa che si articola in diverse forme:

  • diabete tipo 1 (detto anche insulino-dipendente);
  • diabete tipo 2 (detto anche non-insulino-dipendente);
  • diabete gestazionale;
  • diabete monogenico (es. MODY, maturity-onset diabetes of the young).

Diabete di tipo 1 e tipo 2

I più diffusi sono il tipo 1 e il 2. Nel primo caso parliamo di una malattia autoimmune, che non può essere prevenuta poiché sono ancora poco chiari i fattori di rischio che interagiscono con la predisposizione genetica e che scatenano la reazione autoimmunitaria. È comunque  possibile prevenire, posticipare l’insorgenza o ridurre la gravità delle complicanze, mantenendo quanto più possibile stabili nel tempo i valori glicemici.

Differente è il diabete di tipo 2, legato ad aspetti familiari e ambientali, e per questa ragione è più possibile da prevenire. Si stima che il 44% dei casi di diabete tipo 2 sono attribuibili all’obesità/sovrappeso.

Artem Podrez - Pexels

Diabete, sovrappeso e obesità

Il sovrappeso è l’obesità rappresentano una delle maggiori cause del diabete: queste condizioni si definiscono in funzione della deviazione rispetto ad un “peso ideale” stabilito in base all'età, al sesso e ad altre caratteristiche quali la statura e la costituzione.

Negli ultimi cinquant'anni l’incidenza dell'obesità ha avuto una crescita importante sia tra gli adulti sia  in età evolutiva, al punto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità la considera come uno dei maggiori problemi di salute pubblica a livello mondiale, perché rappresenta un importante fattore di rischio per varie malattie croniche.

L’eccesso ponderale che porta ad una condizione di obesità, sebbene non venga incluso tra le condizioni di interesse psichiatrico nel DSM 5 (come lo sono disturbi del comportamento alimentare- DCA- come l'anoressia e la bulimia nervosa), è ormai unanimemente considerato una patologia multifattoriale, in cui intervengono anche importanti fattori psicologici.

Come possiamo spiegare il sovrappeso e l’obesità?

Quando di parla di sovrappeso e obesità è impossibile non parlare di alimentazione. Il tema dell'alimentazione si inscrive in una rete di scambi relazionali fra gli individui: ogni volta che mangiamo investiamo l'alimento di un significato che risponde a codici di tipo affettivo e sociale. 

Dare e ricevere cibo, mangiare a tavola insieme, non è solo condividere del tempo e soddisfare dei bisogni fisiologici, ma è simbolo di qualcosa di più: significa significa anche creare e riaffermare legami. 

Il ruolo delle abitudini familiari

Per tali ragioni la famiglia rappresenta il primo luogo in cui il cibo assume un significato ben preciso e in cui vengono apprese delle abitudini che a lungo andare possono risultare nocive, come ad esempio:

  • la regola di terminare tutto il cibo presente nel piatto;
  • l'associare il pasto ad altre attività come guardare la televisione o la lettura;
  • l'uso del cibo come festeggiamento, premio o punizione

Ancora, genitori che hanno essi stessi problemi di peso, preoccupati per lo stato di sovrappeso dei figli, possono intervenire con pratiche di controllo non adeguate che promuovono lo sviluppo di stili alimentari problematici e conseguente eccesso ponderale nei figli.

fauxels - Pexels

L'obesità psicogena

Alla base di tale patologia possiamo anche riscontrare fattori puramente psicologici. Parliamo di obesità psicogena o reattiva, riconducendola a due situazioni in particolare:

  • la separazione traumatica dal caregiver primario: scomparsa per morte, malattia prolungata, separazione o altri eventi di vita;
  • una grave e cronica disorganizzazione familiare: conflittualità nei rapporti espresse o latenti, separazioni e ricostruzioni di nuovi nuclei familiari secondo modalità confuse ecc.

In questi casi di obesità reattiva, l'iperfagia, insieme all’obesità, sembrano fungere da difesa contro l'angoscia e una reazione depressiva. L'obesità, inoltre, sembra essere correlata a tratti di personalità e a caratteristiche ben precise:

  • impulsività; 
  • immaturità affettiva;
  • difficoltà di adattamento sociale;
  • bassa autostima; 
  • insoddisfazione per il proprio corpo.

Ultime considerazioni

L’obesità rappresenta quindi una patologia importante e con conseguenze negative sia a livello psicologico che fisico, come il diabete in primis. L’importanza di implementare campagne di prevenzione, nonché offrire informazioni su come curarla, rappresenta una sfida enorme dell’attuale secolo.

La Giornata mondiale del diabete, all’interno di questo ampio panorama,  ha un valore fondamentale per tutta la cittadinanza, nel sostenere le persone che ne soffrono e per attivare sempre nuove campagne di sensibilizzazione.



Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo:

Potrebbero interessarti

La procreazione medicalmente assistita non è riuscita: e adesso?
Psicologia della salute

La procreazione medicalmente assistita non è riuscita: e adesso?

La vulvodinia: dal dolore fisico al dolore emotivo
Psicologia della salute

La vulvodinia: dal dolore fisico al dolore emotivo

Patologie cardiovascolari: aspetti psicologici e relazionali
Psicologia della salute

Patologie cardiovascolari: aspetti psicologici e relazionali

scopri tutti gli articoli