Ansia e pressione alta: lo stress può provocare ipertensione?

Ansia e pressione alta: lo stress può provocare ipertensione?
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Antonio Dessì
Redazione
Psicologo ad orientamento Cognitivo-Costruttivista
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
8.5.2025
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La relazione tra ansia e pressione arteriosa è un tema di crescente interesse. L'ansia può causare sbalzi di pressione, influenzando sia chi soffre di pressione alta che chi presenta episodi di ipotensione. Ma lo stress e l'ansia possono effettivamente portare a un'ipertensione cronica? Scopriamolo insieme.

Ansia e pressione alta: esiste un legame? 

L’ansia influisce sulla pressione arteriosa principalmente attraverso l'attivazione del sistema nervoso autonomo, in particolare della sua componente simpatica. Questa attivazione è una risposta evolutiva allo stress, nota come fight-or-flight response (risposta di lotta o fuga), che prepara l'organismo ad affrontare una minaccia aumentando la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e il rilascio di ormoni dello stress come adrenalina e cortisolo (Hamam et al., 2020). Secondo la rassegna della letteratura di Lim e colleghi (2021), quando il sistema nervoso simpatico rimane attivo per troppo tempo, può far aumentare in modo stabile la pressione del sangue. Il corpo si abitua a questo stato di allerta costante, il che col tempo può danneggiare il cuore e i vasi sanguigni. Questo aumenta il rischio di ingrossamento del cuore, peggioramento del funzionamento dei vasi sanguigni e maggiore rigidità delle arterie. Hamam et al. (2020) hanno evidenziato che i pazienti con disturbi d'ansia e depressione hanno spesso maggiori difficoltà a mantenere il controllo della pressione arteriosa, aumentando così il rischio di complicanze cardiovascolari.

L’ipertensione da ansia non è un fenomeno isolato, ma può inserirsi in un quadro più complesso di disfunzioni omeostatiche. Secondo il concetto di milieu intérieur (ambiente interno) di Claude Bernard, il nostro organismo cerca costantemente di mantenere un equilibrio interno stabile, nonostante le variazioni dell’ambiente esterno (Richter, 1978). Tuttavia, quando lo stress diventa cronico, questo equilibrio può essere compromesso, portando a uno stato di attivazione costante che, nel tempo, si traduce in un incremento stabile della pressione arteriosa. 

In aggiunta, la conversione psichica e somatica dello stress gioca un ruolo importante nello sviluppo di disturbi cardiovascolari. Rees (1959) ha descritto come gli eventi stressanti possano innescare tensioni che si manifestano attraverso sintomi psicologici o fisici, tra cui l'ipertensione. Alexander (1939), invece, ha teorizzato l'esistenza della personalità ipertensiva, caratterizzata da una predisposizione all'ansia, alla repressione emotiva e a un eccessivo senso di responsabilità, elementi che favorirebbero una pressione arteriosa cronicamente elevata.

Cortisolo e adrenalina: come aumentano la pressione

Durante gli episodi di ansia, il corpo rilascia cortisolo e adrenalina, due ormoni chiave nella risposta allo stress. Il cortisolo, prodotto dalle ghiandole surrenali, aumenta la pressione arteriosa stimolando la ritenzione di sodio e acqua da parte dei reni, mentre l'adrenalina causa una vasocostrizione periferica e un aumento della frequenza cardiaca (Di Palo & Barone, 2020). Questi effetti combinati determinano un innalzamento acuto della pressione, che in condizioni normali si risolve una volta che lo stato d’ansia si attenua.

Tuttavia, se lo stress diventa cronico, il continuo rilascio di cortisolo può portare a una disregolazione dell’omeostasi pressoria, predisponendo all’ipertensione cronica (Richter, 1978). Inoltre, lo stress cronico è stato collegato a una riduzione della variabilità della frequenza cardiaca, un indicatore di ridotta capacità di adattamento del sistema cardiovascolare agli stimoli esterni (Verma et al., 2021).

L’ansia può causare ipertensione cronica?

Esiste una differenza fondamentale tra un aumento momentaneo della pressione dovuto a uno stato di ansia acuto e lo sviluppo di una vera e propria ipertensione cronica. L’ipertensione episodica, caratterizzata da sbalzi pressori transitori, è comune nei soggetti ansiosi, ma tende a risolversi una volta che il fattore scatenante viene eliminato. Al contrario, un'ipertensione cronica si sviluppa quando il sistema cardiovascolare rimane costantemente iperattivato, portando a danni strutturali alle arterie e al cuore (Alexander, 1939). 

I rischi a lungo termine dell’ipertensione cronica comprendono un aumento della probabilità di eventi cardiovascolari come infarto e ictus, insufficienza cardiaca e danni renali (Di Palo & Barone, 2020). Per questo motivo, la gestione dell’ansia è cruciale nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, attraverso tecniche di rilassamento, psicoterapia (ad esempio terapia cognitivo-comportamentale) e cambiamenti nello stile di vita.

Quando la pressione alta da ansia è pericolosa?

Non tutti gli episodi di pressione alta legati all’ansia sono motivo di preoccupazione immediata, ma ci sono alcuni segnali che indicano la necessità di rivolgersi a un medico. Se l’aumento della pressione è persistente, se si accompagna a sintomi come forte dolore toracico, difficoltà respiratorie, svenimenti o visione offuscata, è fondamentale un controllo medico per escludere condizioni più gravi. 

Uno studio di Verma et al. (2021) suggerisce che i pazienti con frequenti episodi di ipertensione da stress dovrebbero monitorare regolarmente la pressione e adottare strategie di gestione dello stress per evitare che la condizione diventi cronica. Inoltre, se la pressione arteriosa rimane elevata anche in assenza di ansia, potrebbe essere necessaria una valutazione medica più approfondita per identificare eventuali altre cause sottostanti.

Ipertensione da ansia: sintomi e segnali 

L'ansia e lo stress non si manifestano solo a livello psicologico, ma possono avere un impatto significativo sul corpo. In particolare, l'ipertensione da ansia può presentarsi con sintomi che spesso vengono confusi con altre condizioni mediche, rendendo più difficile individuarne la causa principale. I soggetti che soffrono di questo tipo di ipertensione spesso riportano episodi in cui avvertono un improvviso aumento della pressione arteriosa accompagnato da una sensazione di disagio fisico e mentale. Questi episodi possono essere scatenati da situazioni stressanti, preoccupazioni persistenti o eventi traumatici.

I segnali più comuni di ipertensione da ansia includono:

  • Sensazione di sbandamento e instabilità, spesso associata a un senso di perdita di controllo
  • Battito cardiaco accelerato o irregolare (palpitazioni), che può creare la sensazione di un imminente attacco di panico,
  • Vertigini e sensazione di testa leggera, che possono aumentare la paura e la tensione
  • Mal di testa, soprattutto nella zona occipitale, legato alla tensione muscolare accumulata.
  • Oppressione toracica e difficoltà respiratorie, che possono essere scambiate per sintomi di problemi cardiaci
  • Aumento della sudorazione e tremori, spesso innescati dalla sovrapproduzione di adrenalina.

Secondo Verma et al. (2021), questi sintomi sono il risultato di un'iperattivazione del sistema nervoso simpatico e di una risposta eccessiva agli stressor ambientali. L’ipertensione da ansia si distingue dall’ipertensione cronica perché i valori pressori tendono a normalizzarsi una volta che lo stato ansioso si attenua. Tuttavia, episodi ripetuti possono avere un impatto sulla salute cardiovascolare a lungo termine. È quindi fondamentale riconoscere e gestire adeguatamente questi segnali per prevenire complicazioni future.

Come capire se la pressione è alta per l’ansia

Distinguere se un aumento della pressione arteriosa sia dovuto all’ansia o a una condizione medica sottostante è fondamentale per intraprendere le giuste strategie di gestione. La pressione alta da ansia è generalmente episodica e tende a verificarsi in momenti di stress o forte preoccupazione. Un aspetto chiave per riconoscerla è la variabilità dei valori pressori: durante un episodio ansioso, la pressione può aumentare rapidamente ma spesso torna alla normalità quando l’individuo si rilassa o quando lo stress si riduce.

Un altro segnale da considerare è la presenza di altri sintomi legati all’ansia, come tensione muscolare, sudorazione, tremori, irrequietezza e sensazione di pericolo imminente. Questi sintomi non sono tipici dell’ipertensione cronica, ma sono invece strettamente correlati alla risposta ansiosa. Inoltre, l’assenza di altri fattori di rischio cardiovascolare, come obesità, diabete o familiarità per ipertensione, può far sospettare che l’aumento pressorio sia legato a una reazione emotiva piuttosto che a una patologia organica.

Un metodo utile per differenziare l’ipertensione da ansia da una condizione più seria è monitorare la pressione arteriosa in diversi momenti della giornata. Se i valori sono elevati solo in situazioni di stress ma rientrano nei limiti normali a riposo o durante la notte, è probabile che l’ansia sia il principale fattore scatenante. In ogni caso, se gli episodi di ipertensione si ripetono frequentemente o se la pressione rimane costantemente alta, è importante consultare un medico per escludere cause sottostanti e ricevere una valutazione più approfondita ed orientarsi verso un trattamento psicologico o combinato quando vengono escluse le componenti organiche dell’ipertensione arteriosa. 

Come abbassare la pressione alta da ansia

Gestire l’ansia è la chiave per ridurre gli episodi di pressione alta legati allo stress, poiché intervenire esclusivamente sui sintomi pressori senza affrontare la causa principale non risolve il problema a lungo termine. La terapia più efficace prevede un approccio multidisciplinare che combina interventi psicologici, cambiamenti nello stile di vita e tecniche di rilassamento.

Uno degli strumenti più efficaci è la psicoterapia, in particolare la Terapia Cognitivo-Comportamentale, che aiuta a riconoscere e modificare i pensieri negativi e le reazioni automatiche che alimentano l’ansia (Hamam et al., 2020). Un terapeuta può insegnare strategie pratiche per gestire lo stress, riducendo così l’incidenza degli episodi ipertensivi. Anche le tecniche di rilassamento giocano un ruolo cruciale nella regolazione della pressione arteriosa. La respirazione diaframmatica e la meditazione mindfulness hanno dimostrato di ridurre l’attivazione del sistema nervoso simpatico e di abbassare i livelli di cortisolo, migliorando la risposta del corpo allo stress (Di Palo & Barone, 2020). Integrare pratiche come lo yoga o il training autogeno nella routine quotidiana può aiutare a stabilizzare i valori pressori e a ridurre la sensibilità agli stressor esterni.

Dal punto di vista dello stile di vita, l’attività fisica regolare è una delle strategie più efficaci per gestire l’ansia e abbassare la pressione arteriosa. Studi hanno dimostrato che esercizi aerobici come camminare, nuotare o andare in bicicletta migliorano la capacità del sistema cardiovascolare di adattarsi agli stimoli e riducono la produzione di ormoni dello stress (Lim et al., 2021). Inoltre, una dieta equilibrata, povera di caffeina, alcol e zuccheri raffinati, può prevenire picchi di pressione e migliorare la regolazione emotiva. Adottare uno stile di vita più sano e imparare a gestire lo stress in modo efficace è essenziale per ridurre gli episodi di ipertensione da ansia e migliorare il benessere generale. Affrontare le cause dell’ansia, piuttosto che concentrarsi solo sulla pressione arteriosa, è la chiave per ottenere benefici duraturi e prevenire futuri problemi cardiovascolari.

Conclusione 

La gestione dell’ansia è un elemento essenziale per la prevenzione dell’ipertensione e delle patologie cardiovascolari. Lo stress cronico, infatti, non solo altera il sistema nervoso autonomo, ma contribuisce anche a cambiamenti fisiologici che possono danneggiare a lungo termine la salute del cuore e dei vasi sanguigni. Intervenire tempestivamente con strategie mirate di gestione dello stress può ridurre il rischio di sviluppare ipertensione cronica e migliorare il benessere generale.

Come suggerito, adottare tecniche di rilassamento, praticare attività fisica regolare e seguire un’alimentazione equilibrata sono passi fondamentali per mantenere la pressione arteriosa sotto controllo. Inoltre, il supporto della psicoterapia si è dimostrato efficace nella gestione dell’ansia e dei suoi effetti sul sistema cardiovascolare. È quindi importante sensibilizzare la popolazione sull’importanza di riconoscere i sintomi dell’ipertensione da ansia e di adottare strategie di prevenzione adeguate.

Infine, monitorare regolarmente la pressione arteriosa e rivolgersi a un medico in caso di dubbi permette di distinguere tra aumenti pressori transitori legati allo stress e condizioni di ipertensione persistente che necessitano di un trattamento specifico, medico o multidisciplinare integrato. La consapevolezza e la prevenzione rimangono le armi migliori per proteggere la salute cardiovascolare e migliorare la qualità della vita.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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