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Autismo: tante differenze, quante risorse!

Autismo: tante differenze, quante risorse!
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
2.12.2025
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Ogni 2 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, una condizione di neurodivergenza ormai ben nota, che in Italia riguarda circa 1 bambino su 77. Nonostante le manifestazioni cliniche dell'autismo possano essere riassunte in difficoltà specifiche, si parla ancora poco delle differenze e delle risorse che caratterizzano ogni individuo che riceve questa diagnosi.

Prima di raccontare le storie di Giovanni, Andrea e Sara, riassumiamo quali sono le principali caratteristiche e manifestazioni cliniche del Disturbo dello Spettro Autistico.

Principali manifestazioni cliniche

Le manifestazioni cliniche dell’autismo si possono ricondurre a due macroaree principali:

  1. Deficit nell’interazione sociale e nella comunicazione;
  2. Comportamenti e interessi ristretti e ripetitivi.

Le persone con disturbo autistico possono incontrare difficoltà a interagire secondo le regole basilari della conversazione. Ad esempio, possono non aspettare il proprio turno per parlare, fare domande di circostanza (come “come stai?”) senza attendere o mostrare interesse per la risposta, e spesso non instaurano una conversazione con uno scambio di battute contestuali.

Tendono a rimanere ancorate al linguaggio concreto, trovando difficoltà a comprendere modi di dire o espressioni metaforiche.

Sono spesso attratte da particolari che possono sfuggire ad altri e i loro interessi possono risultare eccentrici o molto specifici. Quando si appassionano a qualcosa, possono conoscerne ogni dettaglio, apparendo agli altri monotematici o molto coinvolti nell’argomento. Alcune persone possono eccellere nelle attività legate ai loro interessi specifici.

Tre storie a confronto

Il quadro clinico che abbraccia questo disturbo è, come si può intuire, molto articolato. Spesso si parla di autismo considerando solo ciò che accade durante l'infanzia, ma una delle testimonianze offre anche uno spaccato sull'autismo in età adulta.

Le tre storie che vogliamo raccontare affrontano l’autismo attraverso le sue peculiarità, accompagnando la crescita di ognuno grazie al riconoscimento delle possibilità, delle risorse e degli interessi personali.

Giovanni

Giovanni è un ragazzo di 14 anni, dolce, molto sensibile e propenso al contatto fisico. Parla bene e interagisce con tutti, ama stare con i suoi amici e non manca mai di esprimere il suo affetto. Ha una passione coinvolgente che lo entusiasma e riempie i suoi pensieri: un cartone animato con creature colorate e appariscenti, il cui obiettivo è la felicità. Questo cartone tiene viva in lui la fantasia di un mondo fatato e felice in cui rifugiarsi. È un po’ spaventato dall’ingresso alle scuole superiori: questa sua passione è poco apprezzata dai compagni, che ormai si sentono grandi e non condividono più interessi considerati infantili.

Giovanni ha due migliori amici, anche loro con Disturbo dello Spettro Autistico, con cui gestisce un programma radio per diffondere conoscenze e curiosità sulla loro condizione. Non sempre è facile andare d’accordo con uno di loro: Silvio è molto schietto, rude e poco incline alle smancerie. Per Giovanni è stata una vera sfida non parlare sempre del suo cartone animato con Silvio, che invece lo disprezza, mentre per Silvio è stato difficile cercare di pesare e contenere il suo punto di vista con l’amico.

Giovanni ama così tanto il suo cartone animato da riprodurre fedelmente decine di disegni, che realizza a mano libera mostrando un’abilità eccezionale. Ha scelto il liceo artistico e, grazie alle sue capacità, ha partecipato e vinto molti concorsi, alcuni dei quali hanno permesso di riprodurre i suoi disegni attraverso addobbi floreali in una famosa manifestazione di provincia.

Andrea

Andrea è un bambino di 8 anni che non parla, è iperattivo e ha raggiunto un’autonomia personale quasi completa grazie agli interventi educativi ricevuti. Andrea non riesce sempre a comunicare i suoi bisogni e, durante le attività educative, può entrare in frustrazione e diventare aggressivo se non vuole svolgere un compito. Sta imparando gradualmente a usare qualche parola per esprimere i suoi bisogni, far capire ciò che desidera e indirizzare gli altri verso le attività che preferisce.

Non sa giocare da solo né con gli altri: fatica a uscire dai suoi giochi ripetitivi, come correre avanti e indietro ripetendo sempre le stesse azioni. Tuttavia, con la sorellina qualcosa cambia: ha l’occasione di imparare giochi come il nascondino, il domino e il memory (in cui è infallibile!).

Anche se Andrea non sa leggere, scrivere o svolgere lavori manuali, sa muovere bene il suo corpo ed è molto atletico: gli piace correre, andare in bicicletta, arrampicarsi. C’è una cosa che lo rende particolarmente felice e lo aiuta a scaricare lo stress: andare sull’altalena. Nonostante sia bravo nell’imparare molte cose, non vuole imparare a spingersi da solo. Farsi spingere sull’altalena diventa per lui una coccola, un momento di forte interazione e comunicazione della sua felicità.

Sara

Sara è una ragazza di 19 anni. Non utilizza il linguaggio per comunicare, ma durante l’infanzia, quando ancora non parlava, ha scoperto i cartoni animati Disney e se ne è appassionata così tanto da iniziare a ripeterne alcune frasi, le uniche che pronuncia.

Sara frequenta l’istituto alberghiero, scrive ricette e le cucina. Quando le giornate si fanno pesanti, dedica le sue pause agli amati cartoni Disney, litigando con il suo compagno Matteo, anche lui con autismo, a cui non piacciono particolarmente, ma con cui deve condividere il computer a scuola. Sara e Matteo si stuzzicano spesso e, quando Matteo arriva al limite della sopportazione, Sara gli stringe la mano e insieme si calmano.

Quando non sono vicini e Matteo è impegnato in altre attività, Sara lo cerca con lo sguardo e lo chiama; se non ottiene la sua attenzione, corre a stuzzicarlo come solo lei sa fare, infastidendolo fino al momento di dargli la mano. Attualmente Sara si è diplomata e porta avanti la sua passione per la cucina frequentando laboratori nel centro diurno della zona, dove si è ricongiunta con Matteo.

Tara Winstead - Pexels

Quale consapevolezza sull’autismo?

Queste sono solo piccole didascalie, frammenti di vita reale che aiutano a comprendere meglio gli altri, rendendoli umani.

Quando il disturbo smette di essere una lente con cui osserviamo l’altro, possiamo riconoscere gli aspetti peculiari e significativi della persona, puntando a valorizzare le risorse e le specificità di ognuno.

Criteri diagnostici e livelli di gravità secondo il DSM-5

Il Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) viene definito e diagnosticato secondo i criteri del DSM-5, il manuale di riferimento internazionale per la salute mentale pubblicato dall'American Psychiatric Association. Secondo il DSM-5, l'autismo si caratterizza per la presenza di difficoltà persistenti in due principali aree:

  • Comunicazione sociale e interazione: le persone con ASD possono avere difficoltà a comprendere e utilizzare le regole della comunicazione verbale e non verbale, come il contatto visivo, i gesti o il tono della voce. Queste difficoltà possono manifestarsi in vari contesti, come la scuola, il lavoro o le relazioni personali.
  • Comportamenti, interessi o attività ristretti e ripetitivi: si osservano movimenti ripetitivi, insistenza su routine, interessi molto specifici o intensi e una particolare sensibilità o reattività agli stimoli sensoriali.

Il DSM-5 introduce anche la classificazione dei livelli di gravità, che aiutano a descrivere quanto supporto sia necessario nella vita quotidiana:

  • Livello 1: Richiede supporto – Le difficoltà sono evidenti ma la persona può comunicare e gestire alcune autonomie con un aiuto minimo.
  • Livello 2: Richiede supporto sostanziale – Le difficoltà nella comunicazione e nei comportamenti sono più marcate e richiedono un supporto più costante.
  • Livello 3: Richiede supporto molto sostanziale – Le difficoltà sono gravi e pervasive, con un impatto significativo sull'autonomia e sulla qualità della vita.

Questa classificazione permette di riconoscere la grande variabilità delle manifestazioni dell'autismo e di adattare gli interventi alle esigenze specifiche di ogni persona.

Epidemiologia: prevalenza e differenze di genere

Il Disturbo dello Spettro Autistico è una condizione che interessa milioni di persone in tutto il mondo. Negli ultimi vent'anni, la prevalenza dell'ASD è in costante aumento, con le stime più recenti che indicano che 1 bambino su 36 riceve una diagnosi di autismo (Sharma et al., 2018). Secondo l'Istituto Superiore di Sanità, in Italia si stima che circa 1 bambino su 77 tra i 7 e i 9 anni riceva una diagnosi di autismo, con una prevalenza maggiore nei maschi rispetto alle femmine (Istituto Superiore di Sanità, 2023). A livello globale, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riporta che circa 1 persona su 100 presenta una condizione dello spettro autistico (OMS, 2023). Le differenze di genere sono significative: i maschi ricevono una diagnosi di autismo circa 4 volte più frequentemente rispetto alle femmine. Tuttavia, negli ultimi anni si è osservato che le ragazze possono manifestare sintomi meno evidenti o diversi, il che può portare a una sottodiagnosi o a una diagnosi tardiva. Questi dati sottolineano l'importanza di una maggiore consapevolezza e di strumenti diagnostici sensibili alle differenze individuali e di genere.

Cause e fattori di rischio del Disturbo dello Spettro Autistico

Le cause del Disturbo dello Spettro Autistico sono complesse e rappresentano ancora oggi un importante campo di ricerca. È ormai condiviso dalla comunità scientifica che non esista un’unica causa, ma piuttosto una combinazione di fattori genetici e ambientali che concorrono allo sviluppo della condizione. Numerosi studi hanno evidenziato che l’autismo possiede una forte componente ereditaria: la presenza di mutazioni o variazioni in specifici geni può aumentare il rischio di sviluppare il disturbo, anche se non è stato identificato un singolo gene responsabile, ma piuttosto una combinazione di varianti genetiche. Accanto a questi aspetti, alcuni fattori ambientali, come complicazioni durante la gravidanza o il parto, l’età avanzata dei genitori o l’esposizione a determinate sostanze, possono anch’essi aumentare il rischio, pur avendo generalmente un impatto minore rispetto ai fattori genetici. È importante sottolineare che circa il 75% dei pazienti con Disturbo dello Spettro Autistico presenta comorbidità psichiatriche o altre condizioni, tra cui ADHD, ansia, disturbo bipolare, depressione e sindrome di Tourette (Sharma et al., 2018). Inoltre, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non esistono prove scientifiche che colleghino la vaccinazione allo sviluppo dell’autismo. La ricerca continua a esplorare le possibili interazioni tra geni e ambiente per comprendere più a fondo le origini di questa complessa condizione.

Tara Winstead - Pexels

Modalità di diagnosi: come si può riconoscere l'autismo

La diagnosi del Disturbo dello Spettro Autistico si basa su una valutazione clinica approfondita, che coinvolge diversi professionisti e strumenti standardizzati. Il processo diagnostico può prevedere:

  • Osservazione clinica: lo specialista osserva il comportamento, la comunicazione e le interazioni sociali della persona in diversi contesti.
  • Colloqui con i genitori e gli insegnanti: il racconto di chi vive quotidianamente con la persona è fondamentale per comprendere la storia dello sviluppo e le difficoltà riscontrate.
  • Test standardizzati: vengono utilizzati strumenti specifici, come l'ADOS-2 (Autism Diagnostic Observation Schedule) e l'ADI-R (Autism Diagnostic Interview-Revised), che aiutano a valutare la presenza e la gravità dei sintomi.

La diagnosi precoce è importante perché può permettere di attivare tempestivamente interventi mirati, contribuendo a migliorare la qualità della vita e le possibilità di sviluppo della persona con autismo.

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Sintomi principali: comunicazione, comportamento e aspetti sensoriali

Il Disturbo dello Spettro Autistico può manifestarsi con una grande varietà di sintomi, che variano notevolmente da una persona all'altra. I principali ambiti coinvolti comprendono la comunicazione, il comportamento e gli aspetti sensoriali. Per quanto riguarda la comunicazione, possono emergere difficoltà sia nel linguaggio verbale che non verbale, come la capacità di iniziare o mantenere una conversazione, comprendere le emozioni degli altri o utilizzare gesti e sguardi per esprimersi. Sul piano comportamentale, si osservano frequentemente comportamenti ripetitivi, come muovere le mani, dondolarsi o ripetere le stesse frasi, oltre a una marcata preferenza per la routine e una certa difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti. Gli aspetti sensoriali sono spesso coinvolti: molte persone con autismo mostrano una sensibilità particolare agli stimoli sensoriali, risultando molto sensibili a suoni, luci, odori o consistenze, oppure ricercando stimoli sensoriali in modo intenso. Oltre a questi sintomi, è importante sottolineare che, rispetto alla popolazione senza ASD, le persone con ASD presentano tassi più elevati di depressione (20% contro 7%), ansia (11% contro 5%), disturbi del sonno (13% contro 5%) ed epilessia (21% nei soggetti con disabilità intellettiva associata contro 0,8%) (Hirota & King, 2023). Questi sintomi e condizioni associate possono essere presenti in misura diversa e influenzare vari aspetti della vita quotidiana, dall'apprendimento alle relazioni sociali.

Strategie di supporto per familiari e insegnanti

Affrontare il Disturbo dello Spettro Autistico richiede un approccio personalizzato che tenga conto delle caratteristiche e dei bisogni specifici di ogni persona. Familiari e insegnanti svolgono un ruolo fondamentale nel supportare lo sviluppo e il benessere di chi vive questa condizione. Tra le strategie utili, favorire la comunicazione utilizzando strumenti visivi, come immagini o schede, può facilitare la comprensione e l’espressione dei bisogni. Inoltre, le terapie non farmacologiche, come la musicoterapia, la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia comportamentale sociale, mostrano evidenze promettenti nel migliorare l’interazione sociale e la comunicazione verbale nei pazienti con ASD (Sharma et al., 2018). Creare routine prevedibili, mantenendo orari e attività regolari, aiuta a ridurre l’ansia e a favorire l’autonomia. È importante anche rinforzare i punti di forza, valorizzando gli interessi e le abilità specifiche della persona con autismo per aumentare la motivazione e l’autostima. Collaborare con i professionisti, lavorando in sinergia con psicologi, educatori e terapisti, permette di costruire un percorso di crescita condiviso e coerente. Ogni persona con autismo è unica: ascoltare, osservare e adattare le strategie alle sue esigenze rappresenta il modo migliore per favorire il suo benessere e la sua inclusione.

Scopri le tue risorse e trova il supporto giusto

Ogni storia di autismo è unica, fatta di sfide ma anche di risorse preziose che meritano di essere riconosciute e valorizzate. Se senti il bisogno di comprendere meglio te stesso, un tuo familiare o desideri un supporto per affrontare le difficoltà quotidiane, ricordati che non sei solo. Un percorso psicologico può aiutarti a scoprire nuove strategie, rafforzare le tue capacità e, in alcuni casi, a vivere con maggiore serenità. Con Unobravo puoi trovare uno psicologo online specializzato che ti accompagnerà passo dopo passo, con empatia e competenza. Fai il primo passo verso il benessere: inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online.

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