Neurodivergenze
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L’autismo negli adulti

L’autismo negli adulti
L’autismo negli adultilogo-unobravo
Giuseppa Roberta Di Pasquale
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
15.3.2023

Oggi è molto frequente che le persone che ricevono diagnosi di autismo in età adulta, dopo il percorso valutativo e diagnostico, abbiano bisogno di una terapia psicologia specifica non solo per la comprensione dei tratti autistici, ma soprattutto per elaborare ed affrontare la sofferenza emotiva che ne potrebbe conseguire.

Spesso accade, però, di non trovare approcci psicoterapeutici che abbiano protocolli efficaci e pensati nello specifico per l’autismo negli adulti. Attualmente abbiamo a disposizione soltanto trattamenti di terapia cognitivo comportamentale standard che possono essere impiegati per sintomatologie spesso riscontrate nelle persone con autismo, come:

Autismo e diagnosi

Come si fa a capire se una persona è autistica? Riportiamo di seguito i criteri diagnostici relativi ai disturbi dello spettro autistico (ASD) per come sono espressi nel DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali):

  • deficit persistente nella comunicazione e interazione sociale, che si manifesta in molteplici contesti ed è caratterizzato da tutte e tre le seguenti condizioni:
  1. deficit della reciprocità socio-emotiva
  2. deficit nel comportamento comunicativo non verbale utilizzato nell'interazione sociale
  3. deficit dello sviluppo, della gestione e della comprensione delle relazioni.

  • pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi, manifestato da almeno due delle seguenti condizioni:
  1. movimenti, uso degli oggetti o eloquio stereotipati e ripetitivi
  2. insistenza nella sameness, l’aderenza a routine priva di flessibilità o rituali di comportamento verbale o non verbale
  3. interessi molto limitati, fissi che sono anomali per intensità e profondità
  4. iper o ipoattività agli stimoli sensoriali o interessi insoliti verso aspetti sensoriali dell'ambiente.

L’autismo può insorgere in età adulta? L’autismo è, per definizione, un disturbo del neurosviluppo. Non si può “diventare” autistici in età adulta, ma questo disturbo può essere riconosciuto e diagnosticato ufficialmente anche quando ormai la persona è adulta. Ciò avviene, naturalmente, molto più spesso quando si tratta di forme di autismo lieve.

Secondo l’attuale sistema di classificazione, nel fare diagnosi va specificato se si tratta di autismo lieve, moderato o grave nell’adulto. Altre diciture (che venivano usate in precedenti edizioni del DSM) come autismo di Kanner, sindrome di Asperger o autismo ad alto funzionamento, negli adulti come nei bambini sono attualmente state sostituite dalla dicitura “disturbi dello spettro autistico”.

autismo negli adulti
Leeloo the first - Pexels

Autismo: i sintomi negli adulti

L’autismo può manifestarsi in età adulta? Più che di “manifestazione”, parliamo di una possibile diagnosi in età adulta, anche se, di solito, i primi segnali arrivano già intorno ai 2-3 anni di vita.

Ci sono casi in cui però i sintomi del disturbo non sono così evidenti nell’infanzia oppure non vengono ufficialmente riconosciuti e si arriva a scoprire di essere autistici da adulti. Nel fare diagnosi in età adulta bisogna fare poi attenzione a non confondere il funzionamento neurodivergente di una persona con autismo con quello di altri disturbi con sintomi simili, come il disturbo schizoide di personalità.

Spesso accade che l’autismo negli adulti sia associato ad altre condizioni di patologia, come per esempio disturbi dell’apprendimento, disturbi dell’attenzione, dipendenza da sostanze, disturbo ossessivo compulsivo, disposofobia, psicosi, disturbo bipolare e disturbi dell’alimentazione.

Le diagnosi possono quindi sovrapporsi e causare un malfunzionamento della persona in molti contesti di vita. Gli adulti autistici che non hanno altri deficit associati, si accostano alla diagnosi perché in cerca di spiegazioni rispetto ad alcuni comportamenti che non sono convenzionali.

Tra i sintomi dell’autismo in età adulta si riscontrano:

I test per l’autismo negli adulti

Per un’eventuale diagnosi di autismo negli adulti è sempre raccomandabile rivolgersi a un professionista (come uno psicologo o psichiatra specializzato in autismo negli adulti).

Le risorse diagnostiche per l’autismo sono diverse, ma spesso si concentrano sull'indagine dei sintomi in età infantile e nell’adolescenza. Un adulto con autismo infatti è probabile sia stato un bambino che non si girava se chiamato, che rimaneva molto tempo su uno stesso gioco oppure che giocava mettendo in fila gli oggetti piuttosto che usando la fantasia.

Oltre alla raccolta anamnestica e alla storia di vita, esistono anche dei test di valutazione che possono fornire alcuni validi elementi per riconoscere i disturbi dello spettro autistico in età adulta. Uno dei più noti per individuare i tratti autistici negli adulti è il RAAD-S, che valuta gli ambiti del linguaggio, le capacità senso motorie, gli interessi circoscritti e le abilità sociali.

Al RAAD-S si affiancano poi altri test per la diagnosi di autismo lieve nell’adulto:

autismo negli adulti e lavoro
Mikhail Nilov - Pexels

Lo spettro autistico negli adulti: lavoro e relazioni

Come si legge nel DSM-5 “Alcuni individui ricevono la diagnosi di autismo in età adulta, forse stimolati dalla diagnosi di autismo a un bambino della famiglia o da una crisi relazionale a casa o al lavoro”.

Come si comporta un adulto autistico? Se teniamo a mente i criteri diagnostici espressi nel DSM-5, gli atteggiamenti autistici nell'adulto che si riscontrano più di frequente sono relativi alle capacità relazionali, alla regolazione delle emozioni e alle interazioni sociali. Questo potrebbe causare, per esempio:

Un esempio di come si manifesta l’autismo nell’adulto possiamo infatti trovarlo nelle relazioni sociali, dove si sperimenta spesso difficoltà a

  • comprendere il linguaggio non verbale
  • cogliere il significato delle metafore
  • dialogare con reciprocità (spesso la persona con autismo inizia monologhi monotematici)
  • mantenere adeguate distanze interpersonali.

Le persone autistiche adulte si ritrovano spesso a sforzarsi di adattare i propri comportamenti usando “strategie compensatorie e meccanismi di coping per mascherare le loro difficoltà in pubblico ma soffrono per lo stress e per lo sforzo compiuto per mantenere una facciata sociale accettabile” (DSM-5).

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L’autismo negli adulti e il lavoro

L’autismo negli adulti può influire sul lavoro a causa di una scarsa capacità di problem solving e dei problemi di comunicazione che essi riscontrano, che aumentano il rischio di licenziamenti, emarginazione ed esclusione.

A questo, si aggiungono di solito anche la difficoltà a stare in momenti non strutturati (pause, riunioni in cui non è stabilito un ordine del giorno) e la scarsa indipendenza, che può causare frustrazione e senso di colpa per non riuscire a soddisfare le aspettative della società.

Tuttavia, sebbene sia forte la presenza di un certo distacco sociale e di stress, gli adulti con autismo che lavorano “tendono ad avere linguaggio e capacità intellettive superiori e sono in grado di trovare una nicchia ambientale che si incontra adeguatamente con i loro interessi e le loro abilità speciali.” (DSM-5).

Negli ultimi anni sono stati pubblicati diversi studi che evidenziano la necessità di esercitare una riflessione critica sulle opportunità lavorative e attività per adulti autistici, che vadano

“verso una maggiore considerazione della qualità della vita e dello sviluppo dell'individuo, del più ampio ecosistema comunitario che circonda l'individuo e la sua famiglia e della stabilità professionale nel corso della vita, il tutto alle condizioni dell'individuo stesso.”.

Le emozioni nell’autismo in età adulta

Una delle caratteristiche dello spettro autistico negli adulti è la disregolazione emotiva, quella difficoltà nella regolazione delle emozioni (soprattutto l’emozione della rabbia e l’ansia) che può innescare un circolo vizioso da cui è difficile uscire.

Come conseguenza di ciò, nell’adulto autistico può scattare il meccanismo dell’evitamento (di cui abbiamo parlato in diversi articoli di psicologia del nostro blog) e del ritiro sociale. Il senso di solitudine che ne deriva, può far emergere sintomi depressivi, a volte difficili da individuare in soggetti adulti che si sforzano di mascherarli per compensare le loro difficoltà nello stringere relazioni.

diagnosi autismo negli adulti
Abbat - Unsplash

Stereotipi e autismo in età adulta

Nell’adulto non è semplice avviare un percorso di indagine diagnostica a causa della grande capacità di masking riportata da moltissime persone. Spesso accade che le persone che vivono la condizione di autismo da adulti siano vittime di preconcetti e stereotipi legati agli interessi ristretti e altri elementi caratterizzanti la condizione autistica, e che per questo siano poco visibili agli altri.

Non è detto però che una persona autistica sia non interessata alla socializzazione, così come non è detto che siano tutti ritirati nel proprio mondo e che non sappiano parlare. Negli ultimi anni, inoltre, alcune ricerche hanno fatto luce sulla sessualità nell’ autismo.

Una ricerca condotta sul rapporto con la sessualità di donne adulte con autismo ha evidenziato che esse “hanno riportato meno interesse sessuale, ma più esperienze rispetto ai maschi autistici.”, mentre in quella dedicata a Sesso e sessualità nei disturbi dello spettro autistico si è sottolineato come:

“sebbene gli individui con ASD possano avere un funzionamento sessuale, la loro sessualità è caratterizzata da tassi di prevalenza più elevati di disforia di genere [...]. Inoltre, la consapevolezza sessuale è ridotta in questa popolazione di pazienti e la prevalenza di altre varianti dell'orientamento sessuale (cioè omosessualità, asessualità, bisessualità, ecc.) è maggiore negli adolescenti con ASD rispetto ai coetanei non autistici.”

Altro aspetto importante riguarda il fatto che l’autismo viene spesso confuso con un disturbo di personalità e questo rende il trattamento poco adatto alla condizione autistica.

Autismo negli adulti e terapia: quale modello è utile?

La terapia cognitivo comportamentale è sicuramente molto efficace sui sintomi di ansia e depressione, ma di recente sono stati sviluppati protocolli attinenti ai modelli della Schema Therapy e della Terapia Metacognitiva Interpersonale per intervenire sulla salute mentale del paziente, in particolare sul disagio psicologico derivante dalla presenza di schemi maladattivi precoci, cicli interpersonali disfunzionali e strategie di coping, non efficaci per gestire la sofferenza.
Le linee guida internazionali per la Valutazione, diagnosi e interventi per disturbi dello spettro autistico (messe a disposizione dall’Istituto Superiore di Sanità) evidenziano quanto, nel trattamento dell’autismo negli adulti, “gli interventi per migliorare l'alfabetizzazione emotiva, la tolleranza al disagio, le capacità di rilassamento o l'adattamento generale potrebbero essere considerati come trattamenti di prima linea.”

Per favorire il miglioramento di questi aspetti, anche la pet therapy può essere un valido aiuto. Uno studio preliminare, pubblicato nel 2020 sulla rivista "The American Journal of Occupational Therapy", ha mostrato come il contatto con gli animali possa favorire la motivazione sociale e migliorare le capacità di imitazione nelle persone con disturbo dello spettro autistico.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale integrata risulta adatta alla popolazione autistica adulta perché:

  • migliora la comprensione della condizione
  • agisce anche nelle difficoltà emotive più profonde causate dalle credenze profonde, schemi maladattivi precoci e cicli interpersonali disfunzionali.

I benefici che una persona autistica adulta può trarre da una terapia specifica potranno essere:

  • acquisire consapevolezza di sé e degli schemi che guidano il comportamento
  • acquisire consapevolezza delle relazioni con gli altri
  • approfondire la conoscenza di sé e dei propri stati mentali
  • migliorare la capacità di decentrarsi
  • sviluppare una migliore teoria della mente
  • imparare a trovare strategie più efficaci per gestire le emozioni e l’attivazione delle sofferenze
  • sviluppare le capacità di problem solving
  • sviluppare le capacità di decision making.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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