A tutti nella vita capita di avere comportamenti, pensieri o sentimenti che possono sembrare simili ai sintomi dei disturbi di personalità. La differenza principale è che questi disturbi si caratterizzano per le modalità estreme e disadattive con cui i tratti vengono espressi. Le caratteristiche di un disturbo di personalità diventano riconoscibili durante l’adolescenza o nella prima età adulta e rappresentano un pattern abituale e relativamente stabile nel tempo. Ma come si può riconoscere una persona con disturbi di personalità?
I disturbi di personalità sono definiti da un pattern pervasivo e stabile di esperienza interiore e comportamento che devia dalle aspettative culturali in almeno due tra: cognizione, affettività, funzionamento interpersonale, controllo degli impulsi. In questo articolo ci concentreremo sul disturbo schizoide di personalità, definito nel DSM-5-TR come “un pattern pervasivo di distacco dalle relazioni sociali e di una gamma ristretta di espressione delle emozioni in contesti interpersonali.”
Come per il disturbo schizotipico di personalità, il significato di schizoide ha radice greca e deriva da schízein, “dividere” ed eîdos “forma”, "aspetto". Come si può riconoscere una persona schizoide? Distacco sociale, indifferenza alle relazioni e una ristretta capacità di espressione emotiva sono tratti tipici della personalità schizoide.
Il disturbo schizoide di personalità secondo il DSM 5 TR
Il disturbo schizoide è indicato nel DSM-5-TR come disturbo con esordio nella prima età adulta ed è presente in più contesti, come indicato da quattro (o più) dei seguenti elementi:
- non desidera né prova piacere nelle relazioni
- sceglie attività solitarie
- poche attività piacevoli
- pochi o nessun amico stretto
- indifferente a lodi/critiche
- freddezza/affettività appiattita
- scarso interesse sessuale.
Il disturbo schizoide della personalità, inoltre, non si manifesta esclusivamente durante il decorso della schizofrenia, di un disturbo bipolare o depressivo con caratteristiche psicotiche, di un altro disturbo psicotico o di un disturbo dello spettro dell’autismo, e non è attribuibile agli effetti fisiologici di un’altra condizione medica o di sostanze.”
Il disturbo di personalità schizoide e altri disturbi
Altri disturbi possono essere confusi con il disturbo schizoide di personalità poiché presentano alcune caratteristiche in comune. Alcuni autori, infatti, suggeriscono che i pazienti definiti 'schizoidi' possano essere suddivisi in due gruppi distinti: uno caratterizzato da affettività ristretta, che si avvicina maggiormente al disturbo schizotipico di personalità, e un altro più isolato socialmente, la cui sintomatologia è più simile a quella del disturbo evitante di personalità (Triebwasser et al., 2012). Per esempio, può essere difficile distinguere il disturbo della personalità schizoide dalle presentazioni dello spettro autistico, che presentano una maggiore compromissione delle interazioni sociali e comportamenti stereotipati.
Nei soggetti con disturbo schizoide di personalità tipicamente non si osservano distorsioni cognitive-percettive, pensiero magico, aspetto/linguaggio bizzarro o sintomi psicotici subclinici; tali caratteristiche non sono usuali e orientano piuttosto il differenziale verso il disturbo schizotipico di personalità. Da sottolineare anche la differenza tra schizofrenia e disturbo di personalità schizoide, che può essere distinto dal primo disturbo per l’assenza di sintomi psicotici persistenti (deliri e allucinazioni).
Per comprendere meglio come riconoscere una persona con schizofrenia e le differenze con l’individuo schizoide, citiamo lo psicoanalista A. Lowen che, nel suo libro Il tradimento del corpo, colloca il disturbo schizoide di personalità come al centro di due estremi, rappresentati da “salute emotiva” definita “normale” e “disturbo emotivo”, di cui la schizofrenia è espressione massima, e afferma:
“Nella schizofrenia la personalità è divisa e ritirata dalla realtà. Tra i due estremi si trova una vasta gamma di condizioni schizoidi in cui il ritiro dalla realtà si presenta con un certo grado di distacco emotivo e la personalità è tenuta unita dalla forza del pensiero razionale.” Lowen, inoltre, per avvalorare le sue tesi riporta più di un caso clinico di disturbo schizoide di personalità e diverse testimonianze di pazienti con disturbo schizoide.

Diagnosi differenziale: come distinguere il disturbo schizoide
Distinguere il disturbo schizoide di personalità da altri disturbi che presentano sintomi simili può essere complesso, ma è fondamentale per una diagnosi accurata e un trattamento efficace.
- Disturbo schizotipico di personalità: Sebbene entrambi i disturbi condividano il distacco sociale, il disturbo schizotipico si caratterizza per pensiero magico, convinzioni strane e distorsioni percettive, elementi tipicamente non presenti nel disturbo schizoide.
- Disturbo paranoide di personalità: Le persone con disturbo paranoide tendono a essere sospettose e diffidenti verso gli altri, mentre chi ha un disturbo schizoide appare più indifferente e distaccato, senza una marcata preoccupazione per le intenzioni altrui.
- Disturbi dello spettro autistico: Le presentazioni dello spettro autistico possono essere confuse con il disturbo schizoide, ma nel primo caso sono spesso presenti difficoltà nella comunicazione non verbale, comportamenti ripetitivi e interessi ristretti, che non sono tipici della personalità schizoide.
- Schizofrenia: A differenza della schizofrenia, il disturbo schizoide non presenta sintomi psicotici persistenti come allucinazioni o deliri. Il distacco emotivo e sociale è presente, ma la percezione della realtà rimane intatta.
Un esempio pratico: una persona con disturbo schizoide può preferire attività solitarie e non cercare relazioni strette, ma non manifesta convinzioni bizzarre o comportamenti eccentrici come accade nel disturbo schizotipico. Questi criteri aiutano i professionisti a orientarsi nella valutazione clinica.
Sintomi del disturbo schizoide di personalità
Nel Disturbo Schizoide di Personalità il tratto nucleare è il distacco interpersonale e la gamma ristretta di espressione emotiva. Secondo Akhtar (1987), il profilo schizoide può coinvolgere difficoltà in più aree del funzionamento (sé, relazioni, adattamento sociale, valori/ideali, amore/sessualità, stile cognitivo).
Sono disposte a sacrificare l’intimità per preservare il loro distacco e la loro indipendenza, fino a rimanere ai margini della società e a isolarsi. Questa tendenza all’isolamento non solo le porta a vedersi come persone strane e stravaganti, aliene al contesto sociale e votate a una vita di solitudine, ma può anche rappresentare un fattore di rischio per suicidio completato e tentativi di suicidio gravi, soprattutto in presenza di comorbidità con depressione o uso di sostanze (Attademo et al., 2021). Spesso, queste persone sfuggono ai condizionamenti di natura sociale e preferiscono evitare le relazioni.
Le strategie interpersonali della persona schizoide consistono nel cercare di mantenere le distanze dagli altri, evitare di stringere legami quando sono in compagnia, essere poco ricettivi, prediligere attività solitarie, presentare inibizione affettiva e distacco e affermano di provare raramente emozioni come rabbia e gioia.
La personalità schizoide sembra non desiderare l’intimità, essere indifferente alle opportunità di stabilire relazioni affettive o trarre soddisfazione dall’appartenenza a una famiglia o un gruppo sociale. Alcune persone con disturbo schizoide di personalità possono preferire attività lavorative più solitarie, ma il funzionamento varia in base a contesto, supporto e comorbidità.
Come ama uno schizoide
In amore, la persona con disturbo schizoide di personalità mostra scarso desiderio di intimità e limitata espressione emotiva, con poco interesse per l’attività sessuale e per i legami stretti.
La tendenza al distacco può tradursi in evitamento delle situazioni intime e preferenza per attività solitarie, con disagio nelle interazioni affettive prolungate. In situazioni di pressione verso l’intimità, la persona può provare marcata ansia o ritirarsi ulteriormente.
Cause del disturbo schizoide di personalità
Il disturbo schizoide di personalità mostra un rischio aumentato in presenza di storia familiare di schizofrenia o disturbo schizotipico di personalità, ma le sue cause restano multifattoriali e non completamente chiarite.
Oltre a un contributo genetico/familiare, alcuni profili di accudimento con risposta emotiva inadeguata possono favorire credenze di scarsa soddisfazione relazionale. Schemi maladattivi precoci (es. inibizione, privazione emotiva, isolamento sociale, senso di inadeguatezza) possono contribuire al mantenimento della sintomatologia (Suarez Luna & Bazan Marquez, 2023).
Nell’infanzia possono essersi verificate esperienze di rifiuto o trascuratezza (neglect) prolungata; in tali contesti il ritiro può diventare una risposta difensiva a situazioni percepite come minacciose.

Le cause multifattoriali del disturbo schizoide di personalità
Il disturbo schizoide di personalità può essere il risultato di una complessa interazione tra fattori genetici, ambientali e sociali. Non esiste una causa unica, ma diversi elementi possono contribuire allo sviluppo di questo disturbo.
- Fattori genetici: Studi su famiglie e gemelli suggeriscono che la predisposizione genetica può aumentare il rischio di sviluppare tratti schizoidi, soprattutto se sono presenti disturbi psicotici o altri disturbi di personalità nel nucleo familiare.
- Esperienze precoci: Un ambiente familiare caratterizzato da freddezza emotiva, trascuratezza o rifiuto può influenzare profondamente la percezione delle relazioni e la capacità di fidarsi degli altri. In questi casi, il bambino può imparare a proteggersi dal dolore emotivo attraverso il distacco.
- Fattori sociali e culturali: L'isolamento sociale, la mancanza di opportunità di socializzazione o esperienze di esclusione possono rafforzare la tendenza all'autonomia e al ritiro. In alcune culture, inoltre, l'espressione emotiva limitata può essere più accettata o addirittura valorizzata, influenzando la manifestazione del disturbo.
Questi fattori, combinati tra loro, possono contribuire a formare un pattern stabile di distacco e difficoltà relazionali che caratterizza il disturbo schizoide di personalità.
Strumenti per la diagnosi di disturbo schizoide di personalità
Il ricorso a più fonti di informazione consente di delineare con maggiore accuratezza il profilo psicopatologico. Le interviste cliniche strutturate/semi-strutturate (ad es. SCID-5-PD) vengono utilizzate per valutare i disturbi di personalità in base ai criteri DSM-5-TR (incluso il Disturbo Schizoide di Personalità).
L’approccio più solido integra:
- Colloquio clinico e osservazione in differenti contesti.
- Informazioni collaterali da familiari o figure significative, utili quando il paziente può avere scarso insight o non cogliere l’impatto dei propri comportamenti.
- Strumenti self-report come questionari di screening: ad esempio lo SCID-5-PD Personality Questionnaire (PQ), che non fa diagnosi, ma aiuta a orientare e snellire l’intervista clinica successiva concentrando il focus sui criteri più pertinenti.
Non esistono “test psicologici specifici” che da soli diagnosticano il disturbo schizoide di personalità: questionari e scale supportano la valutazione, ma la diagnosi richiede integrazione clinica dei dati (storia evolutiva, funzionamento, criteri DSM-5-TR, esclusioni).
Quale terapia per il disturbo schizoide di personalità?
Alcune persone con disturbo schizoide di personalità possono riportare esperienze di rifiuto o bullismo da parte dei pari e difficoltà nelle relazioni di coppia. In ambito familiare possono essere percepite come riservate o distaccate, e può essere utile comprendere come relazionarsi in modo rispettoso e funzionale. Tali esperienze possono associarsi allo sviluppo di credenze di estraneità (“sono diverso dagli altri”) e di sfiducia verso gli altri, con una valutazione delle interazioni sociali come faticose o rischiose.
Tra gli approcci psicoterapeutici, la terapia cognitivo comportamentale si è dimostrata efficace nel ridurre i comportamenti associati al disturbo attraverso l’applicazione di tecniche specifiche come dibattiti, immagini per la riparentalizzazione, assegnazione di compiti, uso dell'umorismo e training sulle abilità sociali, con risultati valutati secondo criteri clinici e psicometrici (Suarez Luna & Bazan Marquez, 2023). L’alleanza terapeutica, che si instaura tra professionista e paziente, rappresenta un fattore centrale per l’esito, soprattutto in presenza di distacco e bassa motivazione relazionale.
Come aiutare una persona schizoide?
Potrebbe essere molto utile anche la terapia di gruppo, che permetterebbe alla persona di sviluppare:
- abilità sociali, come la comunicazione efficace
- l’espressione e il riconoscimento delle emozioni
- le capacità di coping per la gestione dell’ansia nelle situazioni sociali
Il tutto nel rispetto dei confini personali e con tempi graduali per favorire la fiducia verso gli altri.
La cura farmacologica del disturbo schizoide di personalità non è specifica per il disturbo: può essere considerata per comorbidità o sintomi bersaglio (es. ansia, depressione, insonnia, irritabilità; eventuali fenomeni psicotici transitori), esclusivamente su indicazione dello psichiatra.

Strategie terapeutiche e sfide nella relazione
Affrontare il disturbo schizoide di personalità in terapia richiede un approccio delicato, graduale e personalizzato, che tenga conto delle specifiche difficoltà relazionali e della tendenza al distacco emotivo.
- Terapia cognitivo-comportamentale (CBT): Questo approccio può aiutare la persona a riconoscere e riformulare i pensieri disfunzionali che alimentano l'isolamento e la sfiducia verso gli altri. Attraverso esercizi pratici, si lavora sulla graduale esposizione alle situazioni sociali e sulla regolazione delle emozioni.
- Training sulle abilità sociali: L'apprendimento di competenze come la comunicazione assertiva, l'ascolto attivo e la gestione dei conflitti può favorire una maggiore apertura verso gli altri e ridurre il senso di estraneità.
- Ristrutturazione cognitiva: Questo intervento mira a modificare le convinzioni di base che sostengono il ritiro relazionale, promuovendo alternative più funzionali.
- Sfide nella relazione terapeutica: La costruzione di una solida alleanza terapeutica può essere difficile, poiché la persona con tratti schizoidi tende a mantenere le distanze anche con il terapeuta. È importante rispettare i tempi, evitare pressioni, concordare confini chiari e creare un ambiente sicuro e non giudicante.
Queste strategie, applicate con sensibilità e costanza, possono aiutare la persona a sperimentare modalità relazionali e a migliorare la qualità di vita, monitorando progressi e ostacoli lungo il percorso.
Consigli pratici per persone con una diagnosi di disturbo schizoide e per i loro familiari
Affrontare il disturbo schizoide di personalità può essere impegnativo sia per chi ne soffre sia per le persone vicine. Alcuni suggerimenti pratici possono facilitare la gestione quotidiana e favorire l'accesso alle cure.
- Per la persona con disturbo schizoide di personalità: È importante riconoscere che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un passo verso il benessere. Piccoli obiettivi, come partecipare a un'attività di gruppo o condividere un pensiero con una persona di fiducia, possono rappresentare progressi significativi.
- Per i familiari: Mantenere un atteggiamento empatico e non giudicante è fondamentale. Evitare di forzare la persona a socializzare o a esprimere emozioni, ma offrire sostegno e disponibilità quando richiesto.
- Favorire l'accesso alle cure: Informarsi sulle opzioni terapeutiche disponibili e accompagnare la persona nei primi passi verso la terapia può ridurre l'ansia e la resistenza al cambiamento.
- Gestire le difficoltà relazionali: Accettare che il bisogno di autonomia e di spazi personali può far parte del disturbo può aiutare a evitare conflitti e incomprensioni. La comunicazione aperta e rispettosa è la chiave per mantenere una relazione di supporto.
Questi accorgimenti possono contribuire a creare un ambiente più sereno e a promuovere il percorso di crescita personale e relazionale.
Barriere sociali e culturali nella manifestazione e nel trattamento
Le barriere sociali e culturali possono influenzare sia la manifestazione del disturbo schizoide di personalità sia l'accesso alle cure.
- Stigma e incomprensione: In molti contesti, il distacco interpersonale e la preferenza per la solitudine possono essere fraintesi come freddezza o mancanza di interesse, generando isolamento e difficoltà di integrazione.
- Aspettative culturali: In alcune culture, autonomia e riservatezza sono considerate virtù, mentre in altre si valorizzano socialità ed espressività emotiva. Queste differenze possono modulare la percezione del disturbo e la propensione a chiedere aiuto.
- Accesso ai servizi: Scarsa informazione, bassa literacy sulla salute mentale, barriere economiche/geografiche o la difficoltà nel riconoscere i segnali possono ritardare la valutazione clinica e l’avvio del trattamento. È importante promuovere consapevolezza e sensibilizzazione sul disturbo schizoide di personalità.
Superare queste barriere richiede un impegno condiviso tra professionisti, pazienti, famiglie e comunità, per favorire inclusione e benessere.
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Affrontare il disturbo schizoide di personalità può sembrare un viaggio solitario, ma non sei solo: chiedere aiuto può essere il primo passo verso una vita più serena e relazioni più soddisfacenti. Con il supporto di uno psicologo Unobravo, puoi esplorare le tue emozioni, imparare nuove strategie di relazione e riscoprire il valore del contatto umano, sempre rispettando i tuoi tempi e i tuoi bisogni. Se senti che è arrivato il momento di prenderti cura di te o vuoi aiutare una persona cara, inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online: insieme potrete costruire un percorso su misura per te.









