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Salute mentale
5
minuti di lettura

La pet therapy

La pet therapy
Manuela Giametta
Psicoterapeuta ad orientamento Psicodinamico
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
2.12.2025
La pet therapy
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Hai mai sentito parlare di IAA (interventi assistiti con gli animali)? Si tratta della pet therapy. Ma che cos'è la pet therapy? Il Ministero della Salute la definisce come “una variegata gamma di interazioni con gli animali, più o meno complesse, finalizzate alla cura, alla riabilitazione, all’educazione e alla promozione del benessere e della qualità della vita delle persone.”

Il termine pet-therapy è stato incluso nella più ampia definizione di interventi assistiti con gli animali. L’acronimo IAA racchiude infatti, in una breve definizione, le attività di educazione e terapia che vengono svolte attraverso la pet therapy nel loro insieme.

interventi assistiti con animali
Yaroslav Shuraev - Pexels

Breve storia della pet therapy

La pet therapy ha origine negli Stati Uniti grazie agli studi dello psichiatra Boris Levinson. Durante il suo lavoro con un bambino con autismo, osservò che il piccolo paziente riusciva ad avere con il suo cane momenti di gioco e scambio affettivo.

Capì che l’interazione con l’animale gli offriva la possibilità di proiettare i propri vissuti interiori e di sentirsi meglio.

Nel 1961 il dottor Levinson coniò il termine pet therapy. Questo nuovo tipo di terapia si svolse inizialmente con animali di piccola taglia che non richiedevano particolari cure e capaci di adattarsi facilmente all’ambiente ospedaliero, come polli, conigli e anatre.

La pet therapy oggi in Italia

Tra gli obiettivi della pet therapy c’è quello di migliorare la qualità della vita della persona e, come specificato nelle Linee Guida Nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), essere “di supporto alla riabilitazione psichiatrica e ai disturbi del neurosviluppo, grazie alla sollecitazione degli aspetti emozionali e delle abilità motorie”.

In Italia, il riconoscimento della pet therapy da parte del Sistema Sanitario Nazionale e la conseguente regolamentazione con la definizione delle normative regionali, hanno consentito di:

  • riconoscere il valore di questo tipo di terapia
  • superare numerosi vincoli pratici che rendevano difficoltoso l’accesso degli animali in ospedali, istituti o case di riposo.

Campi di applicazione della pet therapy

Sono moltissime le tipologie di persone con cui praticare la pet therapy. Gli IAA sono classificati dall’Istituto Superiore di Sanità sulla base dei diversi ambiti di intervento:

  • Terapia Assistita con gli Animali (TAA)
  • Educazione Assistita con gli Animali (EAA)
  • Attività Assistita con gli Animali (AAA)

Vediamo in modo più approfondito la classificazione dell’ISS.

riabilitazione equestre
Jennifer Murray - Pexels

Terapia Assistita con gli Animali (TAA)

Si tratta di interventi che si affiancano ad altre terapie e che sono utilizzati nel trattamento “di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale rivolto a soggetti affetti da patologie fisiche, psichiche, sensoriali o plurime, di qualunque origine.”

Per essere svolto, ogni intervento richiede la prescrizione medica accompagnata da una relazione redatta dallo psicologo o psicoterapeuta. In questo genere di interventi, la pet therapy è svolta anche con cavalli e viene definita riabilitazione equestre.

Tra i possibili ambiti di intervento troviamo:

Educazione Assistita con gli Animali (EAA)

Questo genere di intervento consente di svolgere attività di educazione e riabilitazione con la pet therapy destinate a persone sane, diversamente abili o con disturbi comportamentali. Come sottolineato dall’ISS:

“l’EAA mira a migliorare il livello di benessere psico-fisico e sociale e la qualità di vita della persona, a rinforzare l’autostima e a ricreare il senso di normalità del soggetto coinvolto.”

Le situazioni in cui l’EAA può essere applicata sono diverse e permettono di svolgere:

  • pet therapy in ospedale e strutture sanitarie
  • pet therapy con gli anziani ospiti in residenze sanitarie assistenziali
  • pet therapy con bambini ospiti di orfanotrofi, carceri e comunità per minori
  • pet therapy per disabili per cui è prevista l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI).

Attività Assistita con gli Animali (AAA)

In questo genere di pet therapy “la relazione con l’animale costituisce fonte di conoscenza, di stimoli sensoriali ed emozionali”.

Essa è di tipo occasionale ed è mirata al miglioramento della qualità di vita. Inoltre è finalizzata “allo sviluppo di competenze attraverso la cura dell’animale, all’accrescimento della disponibilità relazionale e alla stimolazione dell’attività motoria”.

Un esempio può essere il supporto terapeutico nel trattamento di persone con disabilità intellettiva che possono presentare difficoltà nelle relazioni, afefobia e disregolazione emotiva, ma anche di persone ospedalizzate o che risiedono in comunità. In certi casi l’AAA può essere propedeutica all’EAA o alla TAA.

L'applicazione di protocolli standardizzati, come quelli proposti dalla Pet Partners (USA) o dalla Federazione Italiana Interventi Assistiti con Animali (FICSS), può contribuire a garantire la sicurezza e l'efficacia degli interventi, tutelando sia le persone coinvolte sia gli animali.

a cosa serve la pet therapy
Anna Tarazevich - Pexels

I meccanismi della pet therapy

Un intenso rapporto uomo-animale rappresenta un forte stimolo psicologico che coinvolge diversi aspetti della psiche, come il comportamento sociale, i meccanismi di relazione, le componenti caratteriali e gli aspetti cognitivi.

I meccanismi di azione fondamentali nelle attività di pet therapy sono:

  • il rapporto uomo-animale: è affettivo ed emozionale, in grado di dare non solo benefici psichici ed emotivi ma anche fisici, come l’abbassamento della pressione sanguigna e il rallentamento del battito cardiaco
  • la comunicazione uomo-animale: produce un effetto rassicurante sia in chi parla che in chi ascolta
  • la stimolazione mentale: la comunicazione con l'altro, la rievocazione di ricordi, l'intrattenimento e il gioco riducono il senso di alienazione, solitudine e isolamento
  • il tatto: il contatto corporeo permette la formazione di un confine psicologico della propria identità e della propria esistenza
  • la facilitazione sociale

Come possiamo notare, i benefici della pet therapy sono numerosi. Questo tipo di terapia agisce:

  • sulla responsabilità
  • sull’attaccamento
  • sull'empatia
  • sul senso di comunione con la natura
  • sui meccanismi psicosomatici, agendo attraverso i meccanismi affettivi, emozionali, di stimolazione psicologica e ludici
  • sull’antropomorfismo, cioè l'attribuzione di alcune caratteristiche umane all'animale, cosa che può rappresentare un buon meccanismo per superare l’egocentrismo e spostare l'attenzione sul mondo esterno.
benefici della pet therapy
Cottonbro Studio - Pexels

Meccanismi neurobiologici e psicologici della pet therapy

I benefici della pet therapy non si limitano alla sfera emotiva, ma possono coinvolgere anche processi neurobiologici misurabili. Numerosi studi hanno suggerito che l'interazione con gli animali può essere associata a una riduzione dei livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, e a un aumento dell'ossitocina, conosciuta come l'ormone dell'attaccamento e del benessere (Beetz et al., 2012).

Questi cambiamenti ormonali possono contribuire a spiegare perché la presenza di un animale favorisca uno stato di rilassamento, migliori l'umore e riduca l'ansia. Ad esempio, secondo una revisione pubblicata su "Frontiers in Psychology" (Beetz et al., 2012), il contatto fisico con un animale, come accarezzare un cane, può stimolare il sistema nervoso parasimpatico, favorendo una sensazione di calma e sicurezza.

Dal punto di vista psicologico, la pet therapy può:

  • Favorire la regolazione emotiva: la presenza di un animale offre conforto e supporto, aiutando la persona a gestire emozioni intense o difficili.
  • Stimolare la motivazione: prendersi cura di un animale può incentivare la partecipazione attiva alle attività quotidiane, soprattutto in persone con un disturbo depressivo o apatia.
  • Rafforzare l'autostima: il legame con l'animale, basato su accettazione incondizionata, può migliorare la percezione di sé e la fiducia nelle proprie capacità.

Questi effetti sono stati osservati sia in contesti clinici che nella vita quotidiana, suggerendo il valore della pet therapy come possibile strumento integrativo nei percorsi di cura. Diversi studi hanno riportato un significativo sollievo dal dolore dopo la partecipazione a visite con cani da terapia (Marcus, 2013).

Animali da pet therapy

Quali sono gli animali che vengono usati per la pet therapy? Tra i therapy pets utilizzati troviamo cani, gatti, cavalli ma anche alpaca e delfini.

Naturalmente, le attività di interventi assistiti con animale devono garantire e tutelare il benessere dell’animale. Per questo, l’Istituto Superiore di Sanità ha redatto il documento Metodologie per la valutazione dell’idoneità e del benessere animale.

Anche il Codice Deontologico degli psicologi prevede un articolo dedicato alle attività terapeutiche con gli animali, che recita: “Quando le attività professionali hanno ad oggetto il comportamento degli animali, lo psicologo si impegna a rispettarne la natura ed a evitare loro sofferenze.”

La pet therapy prevede una specifica formazione sia per l’animale che per il pet therapist.

Pet therapy con i cani

La dog therapy è la terapia svolta con l’ausilio del cane. Questi animali ricevono uno specifico addestramento, perché devono essere in grado di interagire con diverse tipologie di persone: da chi utilizza ausili medici a chi potrebbe assumere atteggiamenti impulsivi, esuberanti o eccentrici che potrebbero spaventare un animale non addestrato.

I cani da pet therapy, solitamente, vengono scelti tra le razze con caratteristiche di docilità, socievolezza e una certa predisposizione genetica all’addomesticamento. Le razze di cani per pet therapy più utilizzate sono i Labrador, gli Shih Tzu, i Pastori Tedeschi e i Golden Retriever.

Queste razze, essendo molto socievoli, sono adatte sia per interventi in strutture sanitarie (dove ci sono tante persone sconosciute), sia per chi ha problemi motori, grazie alla loro intelligenza.

Sono inoltre adatti anche a chi vive problematiche di natura psicologica, data l’affettuosità e la fedeltà che sono capaci di dimostrare all’essere umano.

Gatto e pet therapy

I felini domestici non godono sempre di una fama positiva: vengono spesso descritti come animali “egoisti e anaffettivi”; invece, le loro caratteristiche possono essere molto utili per la pet therapy.

I gatti infatti, oltre ad avere una spiccata intelligenza, trasmettono con le loro fusa un senso di calma e benessere; inoltre, il loro atteggiamento istintivo può aiutare la persona a costruire una relazione basata sull’unicità e le peculiarità dell’animale, favorendo una maggiore apertura nella costruzione di relazioni interpersonali.

Tra i gatti adatti alla pet therapy menzioniamo il Certosino, lo Sphynx e il Siamese, che hanno un’indole mansueta e affettuosa.

animali per pet therapy
Cottonbro Studio - Pexels

Altri animali per la pet therapy

Gli animali utilizzati per la pet therapy sono diversi e, oltre a cani e gatti, vengono utilizzati anche altri animali come asini, mucche, galline, alpaca, delfini, furetti, conigli, roditori, uccelli e pesci.

Spesso le terapie con queste tipologie di animali sono svolte in strutture specializzate.

Sul tema pet therapy e disturbi psichiatrici, si è voluto approfondire l’utilizzo di animali da fattoria invece degli animali tradizionalmente usati nella pet therapy. Secondo una ricerca sulla Terapia assistita da animali con animali da allevamento per persone con disturbi psichiatrici:

“la TAA con animali da allevamento può essere un'utile aggiunta al trattamento psichiatrico tradizionale, in particolare per le persone con disturbi affettivi.

[...] l'effetto combinato del contatto e del lavoro con gli animali può influenzare positivamente i pazienti; fornendo una fonte di contatto fisico con un ‘altro’ vivente e una maggiore capacità di coping e autostima attraverso routine che includono l'alimentazione, la mungitura e la cura di altre creature viventi.”

Per quanto riguarda la pet therapy con delfini o Dolphin Assisted Therapy (DAT), è interessante il risultato dello studio che ne ha analizzato le criticità, sostenendo che:

“i delfini sono animali carismatici ed esotici che la maggior parte delle persone non incontra regolarmente nella vita quotidiana. [...] Nel caso della DAT, nuotare nell'acqua, trovarsi in un posto più caldo, trovarsi in un paese diverso o in un posto nuovo, e dormire e vivere in ambienti nuovi (ad esempio un hotel) sono tutte variabili potenzialmente confondenti che devono essere controllate per poter attribuire i cambiamenti esclusivamente alla DAT.”

Per chi è utile la pet therapy

Come abbiamo visto, la pet therapy può essere destinata a diverse tipologie di persone e per gestire varie problematiche di salute mentale e fisica. Essa può essere svolta con diversi gruppi, tra cui:

  • bambini
  • anziani che vivono una realtà a volte triste e demotivata, che presentano sintomi di anedonia e che possono trarre beneficio dalle attività profilattiche e terapeutiche degli animali, instaurando con loro un intenso rapporto interpersonale
  • detenuti: con la pet therapy e lo stimolo a creare legami emotivi, può essere possibile aumentare la cooperazione tra il personale di custodia e i detenuti, con attenuazione di fenomeni di violenza e tentativi di suicidio e, di conseguenza, una marcata riduzione dell’uso di farmaci.

In Italia oggi sono presenti sul territorio numerose realtà che offrono la possibilità di svolgere progetti di pet therapy per disabili, anziani, bambini e persone che ne hanno bisogno, ed esiste più di un’associazione italiana dedicata alla pet therapy.

Con il progetto Digital Pet, poi, per il Ministero della Salute è possibile gestire con un unico strumento “Centri specializzati, delle strutture riconosciute, delle figure professionali e degli operatori nonché per la presentazione dei progetti di Terapie Assistite con gli Animali (TAA) e di Educazione Assistita con Animali (EAA) annualmente attivati.”

Risultati di studi clinici su popolazioni specifiche

La pet therapy è stata oggetto di numerosi studi clinici che ne hanno valutato l'efficacia su diverse popolazioni.

  • Bambini con disturbo dello spettro autistico: una ricerca pubblicata su "Journal of Autism and Developmental Disorders" (O'Haire et al., 2013) ha evidenziato che la presenza di un cane durante le sessioni terapeutiche può essere associata a un miglioramento delle abilità sociali e a una riduzione dei comportamenti problematici nei bambini con autismo.
  • Anziani con demenza: secondo uno studio condotto presso l'Università di Nebraska (Moretti et al., 2011), la partecipazione a programmi di pet therapy è stata associata a una riduzione dell'agitazione e a un aumento delle interazioni sociali tra gli ospiti di una casa di riposo affetti da demenza.
  • Pazienti oncologici: una revisione sistematica pubblicata su "Psycho-Oncology" (Chur-Hansen et al., 2014) ha rilevato che la pet therapy può contribuire a ridurre l'ansia e la percezione del dolore nei pazienti sottoposti a trattamenti oncologici, favorendo un miglioramento della qualità della vita durante il percorso di cura.

Questi risultati suggeriscono che la pet therapy, se integrata in modo appropriato nei percorsi terapeutici, può offrire benefici potenzialmente concreti e misurabili a persone con bisogni molto diversi, favorendo il benessere psicofisico e la partecipazione sociale.

Chi può fare la pet therapy?

La IAA è svolta da un professionista con specifiche competenze e agisce negli interventi educativi, ricreativi e terapeutici.

Per diventare un pet therapist esistono specifici master e corsi di pet therapy che, per essere validi, devono essere erogati da Università o Enti di formazione con accreditamento regionale.

L’Istituto Superiore di Sanità ha creato, anche per rispondere alla necessità di percorsi formativi ad hoc, il Centro di Referenza Nazionale per gli interventi assistiti dagli animali (Pet therapy).

Libri sulla pet therapy

Nell’articolo abbiamo approfondito cos’è la pet therapy, a chi è rivolta e i benefici che se ne traggono. Concludiamo con un breve elenco di libri sulla pet therapy:

Dati epidemiologici e diffusione della pet therapy

Negli ultimi anni, la pet therapy ha conosciuto una crescente diffusione sia in Italia che a livello internazionale. Secondo il rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità del 2022, in Italia sono stati attivati oltre 1.500 progetti di interventi assistiti con animali, coinvolgendo più di 20.000 beneficiari ogni anno.

A livello globale, la pet therapy è riconosciuta e applicata in numerosi paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Giappone. Secondo la International Association of Human-Animal Interaction Organizations (IAHAIO), nel 2021 oltre il 60% delle strutture sanitarie statunitensi ha integrato programmi di pet therapy nei propri servizi di supporto ai pazienti.

Questi dati riflettono una crescente consapevolezza dell'importanza del rapporto uomo-animale nella promozione della salute e del benessere, e sottolineano la necessità di continuare a investire nella formazione di professionisti e nella ricerca scientifica in questo ambito.

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