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Salute mentale
5
minuti di lettura

La terapia di gruppo e il ruolo del terapeuta

La terapia di gruppo e il ruolo del terapeuta
Monica Margiotta
Psicologa ad orientamento Cognitivo-Comportamentale
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
2.12.2025
La terapia di gruppo e il ruolo del terapeuta
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Molte delle persone che si rivolgono a un professionista della salute mentale incontrano dubbi sulla “giusta terapia” da intraprendere, interrogandosi non solo sui tipi di psicoterapia in termini di orientamento teorico, ma anche di modalità, ponendosi spesso questa domanda: come faccio a scegliere se seguire la terapia individuale o i gruppi terapeutici?

*“Sto affrontando un momento complicato della mia vita e vorrei ricevere supporto”*
“Non riesco a superare questo periodo, è tutto difficile e ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a capire”
"Parlare con i miei amici mi aiuta, ma poi i pensieri ritornano, non so cosa posso fare”

Questi sono solo alcuni dei motivi per cui si può decidere di rivolgersi a uno psicologo o uno psicoterapeuta. Ma come si può capire che è il momento di chiedere aiuto e, soprattutto, quale terapia scegliere? La psicologia, contrariamente a quanto spesso si pensa, non è utile solo a chi sta “male”, ma può essere anche un valido supporto per:

  • rinforzare il benessere;
  • migliorare la propria vita personale;
  • riconoscere le proprie risorse e punti di forza.

Terapia individuale e di gruppo: quali differenze?

Cosa fa uno psicologo di diverso nella terapia di gruppo e in quella individuale?

Chi sceglie il percorso individuale riceve la “totale attenzione” del terapeuta: segue un percorso focalizzato e intenso sulle tematiche portate in seduta e sugli obiettivi da raggiungere a breve, medio e lungo termine. Il rapporto uno a uno è “intimo” e lascia spazio alle esplorazioni e agli interventi personalizzati rispetto ai contenuti emersi, nel rispetto dei tempi e delle modalità della persona.

Nei gruppi terapeutici ci si riunisce sotto la guida di un terapeuta e si affrontano i temi che emergono da tutti i presenti. In questo contesto, l’attenzione viene “distribuita” tra i vari membri del gruppo; si condivide l’attenzione e se ne riceve non solo dal terapeuta, ma anche dagli altri partecipanti. Nel gruppo c’è reciprocità, scambio, condivisione e confronto con gli altri componenti.

Cenni storici e modelli teorici della terapia di gruppo

La terapia di gruppo ha una storia ricca e articolata che affonda le sue radici nei primi decenni del Novecento. Il medico Joseph Pratt, negli Stati Uniti, fu tra i primi a utilizzare gruppi di pazienti per affrontare problematiche comuni, come la tubercolosi, notando benefici psicologici oltre che fisici.

Negli anni successivi, la terapia di gruppo si è evoluta grazie al contributo di diversi studiosi, tra cui Irvin D. Yalom, psichiatra e psicoterapeuta, che ha sistematizzato i principi e i fattori terapeutici di questa modalità. Oggi esistono diversi modelli di terapia di gruppo, tra cui:

  • Gruppi psicoeducativi: si concentrano sull'informazione e sull'apprendimento di strategie pratiche per affrontare specifiche difficoltà.
  • Gruppi di sostegno: offrono uno spazio di condivisione e supporto reciproco tra persone che vivono esperienze simili.
  • Gruppi psicodinamici: esplorano le dinamiche inconsce e le relazioni interpersonali all'interno del gruppo, favorendo la crescita personale.
  • Gruppi cognitivo-comportamentali: si focalizzano sulla modifica di pensieri e comportamenti disfunzionali attraverso tecniche specifiche.

Questa varietà di approcci permette di adattare la terapia di gruppo alle diverse esigenze delle persone, offrendo strumenti e prospettive differenti per il benessere psicologico.

Com’è fatto un gruppo terapeutico?

Il gruppo è un’entità in continuo movimento: dal momento in cui si attiva può subire numerosi cambiamenti ed evoluzioni, sia per le persone che entrano o escono, sia per la sua “crescita” rispetto alle esperienze vissute nel tempo, sia a livello individuale.

Nonostante la vasta tipologia di gruppi che esistono, possiamo indicare delle caratteristiche comuni:

  • Uguaglianza e parità tra i partecipanti: il terapeuta lascia spazio a ognuno e ha il ruolo di mediatore e “specchio”, chiarificando tramite le sue competenze ciò che emerge di volta in volta negli incontri, grazie ai contributi di tutti i partecipanti.
  • Assenza di giudizio: il clima è di cooperazione e condivisione; quando emerge un contenuto personale, gli altri componenti sono chiamati al rispetto, all’ascolto e a dare un feedback, che mira a condividere le proprie risonanze emotive rispetto alla tematica sollevata.
  • Condivisione del problema comune: essere insieme nel gruppo significa che ciascuno può crescere nel suo percorso e trarre vantaggio anche dalle esperienze degli altri.
  • Clima di accoglienza e accettazione: sono fondamentali per far sentire i componenti in un luogo sicuro, dove possono sentirsi a proprio agio anche e soprattutto a livello emotivo, agire ed essere così come sono, senza forzature o obblighi a prendere parola.
  • Rispetto della privacy: ciò che viene condiviso nel gruppo fa parte del gruppo, è del gruppo e resta nel gruppo; proprio come nella terapia individuale si ha la sicurezza che ciò che emerge non verrà portato fuori dal gruppo.

Le principali tipologie di gruppi terapeutici

I gruppi terapeutici possono assumere forme diverse a seconda degli obiettivi, della durata e delle modalità di partecipazione. Alcuni esempi pratici includono:

  • Gruppi aperti: i partecipanti possono entrare o uscire in qualsiasi momento, favorendo una dinamica flessibile e un continuo ricambio di esperienze.
  • Gruppi chiusi: il gruppo viene formato all'inizio del percorso e rimane invariato fino alla conclusione, creando un senso di stabilità e coesione tra i membri.
  • Gruppi tematici: si concentrano su problematiche specifiche, come l'ansia, la depressione, le dipendenze o il lutto, permettendo ai partecipanti di confrontarsi su esperienze comuni.
  • Gruppi misti: accolgono persone con vissuti e problematiche differenti, offrendo una maggiore varietà di punti di vista e stimoli.

La scelta della tipologia di gruppo dipende dalle esigenze individuali e dagli obiettivi terapeutici condivisi con il professionista.

Quali sono i benefici di un gruppo terapeutico?

Per comprendere l’importanza dell’esperienza terapeutica di gruppo, ecco alcuni benefici che può offrire:

  • Ci si sente meno soli: spesso si scopre che la propria esperienza ha molto in comune con quella degli altri. Questo fa emergere la consapevolezza di non essere soli nell’affrontare una difficoltà e permette di alleggerire l’ansia e lo stress percepito, favorendo il senso di appartenenza al gruppo.
  • Migliorano le capacità comunicative: si impara ad ascoltare attivamente (ad esempio, rispondendo solo dopo che l’altro ha terminato di parlare) e ad accettare le critiche, affinché possano essere costruttive e fondate sull’assenza di giudizio.
  • Si impara a ricevere e offrire sostegno: per molte persone è difficile riuscire a chiedere aiuto e, attraverso l’esperienza di gruppo, si può imparare a ricevere sostegno anche senza chiederlo, e a dare spontaneamente in un rapporto condiviso e reciproco, sperimentando un senso di fiducia nell’altro.
  • Migliora la comprensione delle proprie difficoltà: così come nella terapia individuale, attraverso lo scambio e il confronto (favorito anche dalla tecnica del rispecchiamento e dal lavoro sulle risonanze emotive), nel gruppo si può aumentare la consapevolezza di ciò che origina e mantiene le proprie difficoltà.

I fattori terapeutici della terapia di gruppo secondo Yalom

Secondo lo psichiatra Irvin D. Yalom, uno dei massimi esperti internazionali di terapia di gruppo, è possibile individuare dodici fattori terapeutici che contribuiscono al cambiamento e al benessere dei partecipanti. Tra i più rilevanti troviamo:

  • Universalità: la consapevolezza di non essere soli nelle proprie difficoltà, che favorisce un senso di appartenenza e comprensione reciproca.
  • Altruismo: la possibilità di aiutare gli altri membri del gruppo, rafforzando l'autostima e il senso di utilità personale.
  • Catarsi: l'opportunità di esprimere emozioni intense in un contesto protetto, favorendo il rilascio emotivo e la comprensione di sé.
  • Apprendimento interpersonale: il confronto con gli altri permette di acquisire nuove modalità di relazione e di comunicazione.
  • Coesione di gruppo: il senso di accettazione e sostegno che si sviluppa tra i partecipanti, elemento fondamentale per il successo terapeutico.

Questi fattori, insieme agli altri individuati da Yalom, possono rendere la terapia di gruppo un'esperienza ricca e trasformativa per molte persone. Ad esempio, è stato dimostrato che un intervento di psicoterapia di gruppo focalizzato sulla compassione porta a cambiamenti significativi in tutte le misure valutate, con benefici che si mantengono anche a 12 mesi di follow-up (Lucre et al., 2024).

Cosa dire dei gruppi terapeutici online?

L’idea che esista una sola modalità “ideale” per svolgere una terapia è fuorviante, perché sono molteplici sia gli approcci terapeutici sia le tipologie praticabili (individuale, di gruppo, di coppia, di famiglia). Le regole del gruppo online seguono quelle del gruppo in presenza, con alcuni accorgimenti aggiuntivi per gestire eventuali interruzioni, la scelta e la stabilità della connessione e l’assenza di disturbi esterni.

Per illustrare le caratteristiche dei gruppi terapeutici online, gli psicologi Weimberg e Rolnick individuano alcune differenze rispetto ai gruppi in presenza:

  • l’assenza del contatto con la persona nella sua interezza;
  • la mancanza di elementi che coinvolgono i sensi come il respiro e l’odore;
  • l'impossibilità di creare un aggancio diretto con lo sguardo (ad esempio, su piattaforme come Zoom, può capitare che i partecipanti si spostino, determinando un cambio di sguardo da parte di chi sta parlando);
  • la possibilità di vedere la propria immagine all’interno del gruppo;
  • la possibilità di mettere in contatto persone provenienti da aree geografiche anche molto distanti e quindi da culture diverse, creando così un contesto multiculturale e inclusivo.

Sebbene Weimberg sottolinei alcune apparenti “mancanze” del gruppo online, vuole piuttosto evidenziare le differenti possibilità di crescita e di esperienza che si possono verificare, come:

  • maggiore enfasi sulle percezioni e sulle sensazioni del “qui e ora”;
  • la comunicazione non verbale viene colta dalle espressioni del volto, dalla mimica, dall’intonazione e dalla gestualità.

L'elevata accessibilità dell’esperienza di gruppo online diventa una risorsa non solo per le persone impossibilitate a uscire di casa: questo aspetto è importante anche per chi, in questo periodo di pandemia, può trarre beneficio dal non doversi preoccupare di evitare assembramenti e di mettere in pratica tutte le misure anti-contagio, potendo così dedicarsi con serenità al lavoro terapeutico.

Quale terapia scegliere?

Così come molte persone si chiedono come scegliere uno psicologo, ci si domanda anche se sia meglio una terapia individuale o di gruppo. Il gruppo rappresenta a tutti gli effetti:

  • una “terra di mezzo”, dove osservare nuove modalità di lettura e intervento rispetto alle proprie difficoltà;
  • un confine sicuro tra l’individuo e le sue diverse appartenenze nel mondo familiare, sociale e culturale.

I gruppi terapeutici e la terapia individuale sono due percorsi egualmente utili ed efficaci: scegliere un percorso piuttosto che un altro dipende da motivazioni esclusivamente individuali, come la voglia di stare nel gruppo, l’investimento di tempo e di denaro, e altri aspetti personali.

Un’altra possibilità può essere quella di integrare entrambe le modalità, per dare un valore aggiunto al proprio percorso individuale di crescita, seguendo il motto dei gestaltisti, che utilizzano il celebre enunciato del fisico e ricercatore austriaco F. Capra: “il tutto è più della somma delle singole parti”. Ciò che è certo è che entrambi i percorsi mirano a un unico obiettivo: la salute mentale e il benessere della persona.

Efficacia e diffusione della terapia di gruppo e individuale

La terapia di gruppo e quella individuale sono entrambe riconosciute come efficaci nel trattamento di numerose problematiche psicologiche. Una revisione sistematica pubblicata su "World Psychiatry" ha evidenziato che la terapia di gruppo può risultare particolarmente utile per disturbi come la depressione, l'ansia e le dipendenze, mostrando risultati spesso comparabili a quelli della terapia individuale (Burlingame et al., 2011). Inoltre, una recente meta-analisi ha dimostrato che la psicoterapia di gruppo produce un effetto significativo, seppur piccolo, nella riduzione dell'intensità del dolore rispetto ai gruppi di controllo passivi (g = 0.26, IC 95% [0.11, 0.41], p = .001) (Alldredge et al., 2023). In Italia, la diffusione della terapia di gruppo è in crescita, favorita anche dalla maggiore accessibilità e dai costi generalmente più contenuti rispetto alla terapia individuale. Secondo dati dell'Istituto Superiore di Sanità del 2022, circa il 30% dei percorsi psicoterapeutici offerti nei servizi pubblici prevede una modalità di gruppo. Questi dati suggeriscono che la scelta tra terapia individuale e di gruppo può essere guidata non solo dalle preferenze personali, ma anche dalla disponibilità di risorse e dalla natura delle difficoltà da affrontare.

Pro e contro della terapia individuale e di gruppo

Quando si valuta quale percorso intraprendere, può essere utile considerare i principali vantaggi e limiti di ciascuna modalità:

Terapia individuale

  • Vantaggi: attenzione esclusiva del terapeuta, percorso altamente personalizzato, possibilità di approfondire temi molto intimi o delicati.
  • Limiti: può risultare più costosa, manca il confronto diretto con altre persone che vivono esperienze simili.

Terapia di gruppo

  • Vantaggi: possibilità di confrontarsi e sentirsi compresi da altri, apprendimento attraverso le esperienze altrui, costi generalmente più contenuti.
  • Limiti: minore spazio individuale, necessità di adattarsi alle dinamiche di gruppo, possibile difficoltà iniziale nell'aprirsi davanti agli altri.

Riflettere su questi aspetti, insieme al supporto di un professionista, può essere utile per individuare la soluzione più adatta alle proprie esigenze e al proprio momento di vita.

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