I primi tentativi di introdurre il cinema come strumento terapeutico risalgono agli anni Cinquanta: sono di quegli anni i primi studi di efficacia dell'utilizzo di film in gruppi di pazienti psichiatrici. Negli anni successivi film o parti di essi sono stati utilizzati:
Oggi la cinematerapia dà la possibilità al paziente di rivedersi nelle vicende dei personaggi dei film e ciò senza dubbio porta a trovare nuove strategie di problem solving e di coping e ad una maggiore comprensione:
È chiaro che la scelta della tipologia di film o di cortometraggio è fondamentale a seconda della persona che ci troviamo di fronte: Gary Solomon, uno dei primi psicologi ad aver utilizzato i filmati in terapia, sostiene l’importanza di scegliere film o cortometraggi che siano legati:
Nella terapia individuale viene dato come “un compito a casa”. Al paziente è richiesto di scrivere alcune note sul film, portarle nella seduta successiva e discuterne con il terapeuta. Nella terapia di gruppo, invece, la visione del film avviene durante la sessione terapeutica. Alla conclusione della visione viene avviata la dinamica di gruppo a partire dagli stimoli forniti dal film.
Quali sono i vantaggi effettivi dell'utilizzo in terapia di una buona filmografia? Eccone alcuni:
Guardare un film genera sensazioni a livello emotivo ma, ciò che accade dentro di noi a livello biochimico, è ancora più intenso. Diversi studi hanno evidenziato come la visione di film possa alterare la trasmissione dei neurotrasmettitori e di ormoni nel nostro corpo:
Venti anni fa il neurobiologo Giacomo Rizzolatti scopriva i neuroni specchio: dei gruppi di piccole cellule cerebrali che si occupano di farci mettere nei “panni dell'altro”. In particolare, osservando le azioni e le espressioni di un’altra persona, si crea in noi una modificazione a livello cerebrale dovuta all’attivazione di questi specifici neuroni.
Tutto ciò produce un'attivazione simile a quella della persona che osserviamo: quasi come se fossimo noi a compiere le azioni messe in atto da qualcun altro. Durante la visione del film, pur mantenendo la posizione di spettatore e rimanendo seduti, i nostri neuroni specchio si attivano e ci fanno sentire come se fossimo noi stessi a provare ciò che vivono i protagonisti del film.
Si tratta del processo di identificazione con i personaggi, che ci facilita la comprensione dell'altro ma soprattutto di noi stessi. I film, inoltre, attivano in noi un processo di simbolizzazione: ci fanno organizzare emozioni, pensieri, percezioni vissute e a cui non siamo stati in grado di dare forma.
I film ci raccontano storie di vita, possono essere fonte di ispirazione per il futuro, di riflessione e rielaborazione del passato, ci fanno immaginare in situazioni molto lontane dalle nostre o colgono appieno il momento di vita che stiamo attraversando.
Poter usare tutto ciò in terapia è una risorsa. Ecco perché oggi, sempre più spesso, la cinematerapia viene considerata un aiuto, un canale comunicativo tra professionista e paziente, che non può far altro che aumentare l'alleanza terapeutica.