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Crescita personale
5
minuti di lettura

Cinema e terapia

Cinema e terapia
Cinema e terapia
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Cinema e terapia
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
28.10.2025
Ultimo aggiornamento il
28.10.2025
Cinema e terapia
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La psicoterapeuta americana Birgit Wolz afferma che la visione di film può rappresentare un ottimo strumento terapeutico, sottolineando così il legame sempre più riconosciuto tra cinema e psicologia. Attraverso le storie cinematografiche, la persona può entrare in contatto con le proprie emozioni in modo più diretto, grazie alle immagini e ai vissuti degli altri; allo stesso tempo, lo psicologo trova un alleato prezioso nei personaggi che possono diventare modelli di riferimento. In altre parole, il cinema ha il potere di facilitare la comprensione di sé e, nel contempo, di offrire una certa distanza emotiva da eventi che potrebbero risultare troppo coinvolgenti.

I primi tentativi di introdurre il cinema come strumento terapeutico risalgono agli anni Cinquanta: sono di quegli anni i primi studi sull’efficacia dell’utilizzo di film in gruppi di pazienti psichiatrici. Negli anni successivi, film o parti di essi sono stati utilizzati:

  • come intervento terapeutico
  • per esemplificare concetti terapeutici
  • per confrontare il caso di un paziente con il personaggi e la trama.

Oggi la cinematerapia offre la possibilità alla persona di rivedersi nelle vicende dei personaggi dei film. Questo può portare a trovare nuove strategie di problem solving e di coping, oltre a favorire una maggiore comprensione:

  • della vita di relazione
  • della propria vita interiore.

Come utilizzare la visione di film in terapia?

La scelta del film o del cortometraggio è fondamentale. Deve essere adattata alla persona che si ha di fronte. Gary Solomon, uno dei primi psicologi ad aver utilizzato i filmati in terapia, sottolinea l’importanza di selezionare film o cortometraggi che siano legati:

  • alla problematica della persona;
  • agli obiettivi che si intendono perseguire insieme.

Nella terapia individuale, la film terapia viene spesso proposta come “compito a casa”: la persona è invitata a guardare un film, scrivere alcune note sulle proprie riflessioni e portarle in seduta per discuterne insieme al terapeuta. Nella terapia di gruppo, invece, la visione del film avviene direttamente durante la sessione e, al termine, si apre un confronto tra i partecipanti, che possono condividere le proprie impressioni e lasciarsi guidare dalla dinamica di gruppo stimolata dal film.

Andrea Piacquadio – Pexels

Metodologie applicative della cinematerapia in contesti clinici

La cinematerapia può essere integrata nei percorsi clinici attraverso metodologie strutturate, che variano in base al contesto e agli obiettivi terapeutici. In ambito individuale, il terapeuta può proporre la visione di un film specifico come stimolo per la riflessione personale, chiedendo alla persona di annotare emozioni, pensieri e collegamenti con la propria esperienza.

Nella terapia di gruppo, la visione condivisa di un film favorisce il confronto tra i partecipanti e stimola dinamiche utili all’elaborazione di vissuti comuni. Gli step tipici di un percorso di cinematerapia includono:

  • Selezione del film: Il terapeuta sceglie il film in base alle tematiche rilevanti per il gruppo o il singolo, tenendo conto della sensibilità e delle esigenze dei partecipanti.
  • Visione guidata: Durante o dopo la visione, il terapeuta può proporre pause per favorire la consapevolezza emotiva e la condivisione immediata delle reazioni.
  • Discussione e rielaborazione: Si apre uno spazio di dialogo in cui i partecipanti esprimono ciò che hanno provato, identificando parallelismi tra la narrazione cinematografica e la propria storia personale.
  • Attività di approfondimento: Possono essere proposte attività creative, come la scrittura di una lettera a un personaggio o la rappresentazione di una scena, per favorire l’elaborazione simbolica.

Queste metodologie permettono di adattare la cinematerapia a diversi setting, rendendola uno strumento flessibile e personalizzabile.

Benefici terapeutici indotti dalla visione del film

Quali sono i vantaggi effettivi dell’utilizzo in terapia di una buona filmografia? Eccone alcuni:

  • le informazioni contenute in un film sono accessibili a tutti
  • la persona può migliorare le abilità sociali e di comunicazione
  • si sviluppano capacità di problem solving osservando le scelte messe in atto dai personaggi in risposta a situazioni problematiche
  • aumentano le capacità riflessive sulle proprie modalità relazionali
  • si sviluppano le capacità di gestione delle emozioni rivivendole attraverso le storie dei personaggi
  • aumentano le capacità empatiche
  • si sviluppa una maggiore consapevolezza
  • aumenta la capacità di simbolizzazione.
Kevin Woblick – Unsplash

Evidenze cliniche e dati sull’efficacia della cinematerapia

Negli ultimi anni, diversi studi clinici hanno indagato l’impatto della cinematerapia su vari aspetti del benessere psicologico. Ad esempio, una ricerca pubblicata sul "Journal of Clinical Psychology" (2017) ha evidenziato che l’integrazione di film terapeutici in percorsi di gruppo è stata associata a una riduzione significativa dei sintomi ansiosi e depressivi in oltre il 60% dei partecipanti, rispetto ai gruppi di controllo.

Secondo uno studio condotto presso l’Università di Torino nel 2020, la visione guidata di film in contesti ospedalieri è risultata associata a un miglioramento delle capacità di coping e della qualità della vita percepita nei pazienti oncologici, con un incremento del 25% nei punteggi relativi al benessere emotivo.

Questi dati suggeriscono che la cinematerapia può rappresentare un possibile complemento alle terapie tradizionali, contribuendo a:

  • Ridurre i sintomi di ansia e depressione: La narrazione cinematografica può aiutare a rielaborare vissuti dolorosi e a trovare nuove prospettive.
  • Migliorare la qualità della vita: L’identificazione con i personaggi e le storie può favorire la speranza e la motivazione al cambiamento.
  • Potenziare le strategie di coping: Osservare come i protagonisti affrontano le difficoltà può offrire spunti pratici per la gestione delle proprie sfide quotidiane.

Effetti a livello biochimico

Guardare un film genera sensazioni a livello emotivo ma, ciò che accade dentro di noi a livello biochimico, può essere ancora più intenso. Diversi studi hanno evidenziato come la visione di film possa alterare la trasmissione dei neurotrasmettitori e degli ormoni nel nostro corpo:

  • vedere film romantici aumenta la produzione di progesterone
  • vedere film violenti può aumentare o diminuire il testosterone, a seconda dell’immedesimazione nel ruolo di carnefice o vittima
  • vedere un film horror aumenta la dopamina, le endorfine e l’adrenalina nel cervello. Questo spiega perché siamo attratti dalle storie horror.
Luis Quintero - Pexels

I neuroni specchio e il processo di identificazione

Venti anni fa il neurobiologo Giacomo Rizzolatti scopriva i neuroni specchio: gruppi di piccole cellule cerebrali che ci aiutano a metterci nei “panni dell’altro”. In particolare, osservando le azioni e le espressioni di un’altra persona, si crea in noi una modificazione a livello cerebrale dovuta all’attivazione di questi specifici neuroni.

Tutto ciò produce un’attivazione simile a quella della persona che osserviamo: quasi come se fossimo noi a compiere le azioni messe in atto da qualcun altro. Durante la visione di un film, pur mantenendo la posizione di spettatore, i nostri neuroni specchio si attivano e ci fanno sentire come se fossimo noi stessi a provare ciò che vivono i protagonisti.

Questo è il processo di identificazione con i personaggi, che facilita la comprensione dell’altro ma soprattutto di noi stessi. I film, inoltre, attivano in noi un processo di simbolizzazione: ci aiutano a organizzare emozioni, pensieri e percezioni vissute, dando forma a ciò che magari non siamo riusciti a esprimere.

Un nuovo canale di comunicazione tra paziente e terapeuta

I film raccontano storie di vita, possono essere fonte di ispirazione per il futuro, di riflessione e rielaborazione del passato, ci fanno immaginare in situazioni molto lontane dalle nostre o colgono appieno il momento di vita che stiamo attraversando.

Poter utilizzare tutto ciò in terapia rappresenta una risorsa preziosa. Ecco perché oggi, sempre più spesso, la cinematerapia viene considerata un aiuto, un canale comunicativo tra professionista e paziente, che può rafforzare l’alleanza terapeutica.

Casi studio e progetti strutturati: l’esempio di MediCinema

Un esempio concreto di applicazione della cinematerapia in ambito clinico è rappresentato dal progetto MediCinema Italia, attivo in diversi ospedali italiani. Questo progetto prevede la realizzazione di vere e proprie sale cinematografiche all’interno delle strutture sanitarie, dove pazienti e familiari possono partecipare a proiezioni guidate da professionisti della salute mentale.

Secondo i dati raccolti da MediCinema Italia nel 2022, oltre 3.000 pazienti hanno preso parte alle attività, riportando benefici quali:

  • Riduzione della percezione del dolore: La distrazione positiva offerta dal film può aiutare a diminuire la sofferenza fisica percepita durante la degenza.
  • Miglioramento dell’umore: La condivisione dell’esperienza cinematografica può favorire emozioni positive e senso di appartenenza.
  • Incremento della motivazione alla cura: Partecipare a un’attività piacevole e significativa può contribuire a rafforzare l’adesione ai percorsi terapeutici.

Questi risultati sono stati confermati anche da una valutazione condotta dall’IRCCS San Raffaele di Milano, che ha riscontrato un miglioramento del benessere psicologico nel 70% dei pazienti coinvolti nelle sessioni di cinematerapia (MediCinema Italia, 2022).

L’esperienza di MediCinema suggerisce che la cinematerapia possa essere integrata nei percorsi di cura, offrendo potenziali benefici sia a livello emotivo che relazionale.

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