Identità e corpo in adolescenza

Identità e corpo in adolescenza
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Giovanna Di Giacomo
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.2.2020
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Nella raccolta Celestial Echoes, la fotografa sudafricana Michelle Sank ritrae una serie di adolescenti con i loro desideri, valori e il rapporto che hanno con il proprio mondo. Attirano l’attenzione soprattutto gli sguardi e le posture dei soggetti ritratti: c'è un senso di sfida e provocazione, misto a fatica e smarrimento. Sembrano immersi in un tempo rallentato, ma allo stesso tempo di grande confusione, come se fossero in prossimità di una soglia immaginaria.

Nei loro studi sulla psicologia dell'adolescenza, le autrici Berti e Bombi individuano quattro tipi di cambiamenti che caratterizzano tale fase evolutiva:

  • la completa maturazione fisica
  • il raggiungimento della maturità sessuale
  • l’acquisizione dello stato di adulto
  • il conseguimento del pieno sviluppo cognitivo.

Chi sono?”

Questa domanda ci accompagna lungo tutta la nostra vita, ma indubbiamente è molto presente durante l’adolescenza. A questa, si aggiunge un’altra domanda fondamentale che nasce dal sentire di avere nuove possibilità di decidere, vivere, desiderare, avere progetti e aspirazioni proprie: “Chi voglio essere?”.

Il movimento del processo di costruzione dell’identità è un continuo svelare e riappropriarsi:

  • svelare, prima di tutto a sé stessi, chi si è, quali sono i bisogni, le fantasie, i desideri;
  • riappropriarsi, quindi “sentirsi”, identificarsi e percepire un sé coeso.
Anna Shvets - Pexels

Le fasi dello sviluppo psicosociale di Erikson

Lo psicologo e psicanalista Erik Erikson fu uno dei primi a teorizzare l’importanza dell’aspetto evolutivo e adattivo dell’essere umano durante tutto il corso della vita. Sosteneva infatti che lo sviluppo comporta una serie di adattamenti e armonizzazioni che la persona deve compiere in relazione ai suoi conflitti interni e all’ambiente sociale in cui vive.

La vita dell’uomo, secondo l’autore, può essere considerata come una serie di otto tappe evolutive, ciascuna delle quali è caratterizzata da un dilemma specifico, un passaggio cruciale che dev’essere risolto per poter passare alla fase successiva.

Secondo Erikson si tratterebbe di una questione di continui adattamenti sociali. Man mano che l’individuo progredisce negli stadi di vita il contesto in cui si trova fa nascere nuove richieste sociali, generando nel soggetto una crisi emotiva. Ecco le otto tappe:

  1. Fiducia-sfiducia
  2. Vergogna-autonomia
  3. Spirito di iniziativa-senso di colpa
  4. Industriosità-senso di inferiorità
  5. Identità-confusione
  6. Intimità-isolamento
  7. Generatività-stagnazione
  8. Integrità dell’io-disperazione.

Il conflitto della fase evolutiva che va dai 14 ai 20 anni, che è proprio il periodo in cui l’individuo è impegnato a costruire la propria identità, è quello chiamato “identità vs confusione”. Quando non si riesce a superare questa fase, assistiamo a continui e maldestri tentativi di assunzione di ruoli non autentici, che anzi comportano una grande sofferenza psichica per il giovane, che si sente spaesato e non riesce a costruire stabili relazioni adulte.

La costruzione dell’identità va vista come una costruzione attiva, piuttosto che come adeguamento passivo a regole esterne, perché è “il riconoscersi progressivo del sistema nel proprio essere, quello che il processo dell’autocoscienza porta progressivamente a scoprire di sé” 


Il ruolo del corpo

I cambiamenti fisici e psicologici in adolescenza, di cui è parte la maturazione sessuale, sono alla base del lungo e complesso compito che occupa la mente dei ragazzi e delle ragazze e che richiede continui assestamenti. Abbandonare l'immagine rassicurante del proprio corpo infantile è tutt'altro che semplice, poiché prevede l’appropriarsi di un corpo sconosciuto, spesso vissuto come goffo, sgraziato e spregevole.

Tutto questo può tradursi in vissuti di ansia negli adolescenti, che possono trovare nei social network nuovi modelli di identificazione ed espressione di sé.

Anche in questo caso, il processo di appropriazione è e resta uno dei principali canali espressivi. Il corpo parla, comunica e attraverso questo l’adolescente può esplorare nuove potenzialità e costruire infinite possibilità di sé stesso. Se le parole possono non essere espresse o ascoltate, il corpo è visto, sentito e, in questo senso, si presta a essere lo strumento più importante di comunicazione e auto-affermazione.

Anna Shvets - Pexels

Quando il corpo è “scomodo”

In un altro progetto di Michelle Sank intitolato In my Skin, la fotografa ritrae 20 giovani inglesi alle prese con un’immagine corporea che non li soddisfa o che li fa soffrire. Storie diverse che parlano di persone che hanno subito bodyshaming, che decidono di sottoporsi a interventi di chirurgia plastica, di transessuali che stanno aspettando o che hanno fatto interventi per il cambio del sesso, giovani che modificano il loro corpo con piercing e tatuaggi e di disturbi della condotta alimentare.

La dimensione della corporeità e il controllo sul corpo rivestono un'importanza fondamentale in adolescenza, e si manifestano attraverso:

  • un senso di insoddisfazione;
  • la volontà di dominare le trasformazioni fisiche e le difficoltà emotive proprie di quest'età.

Il corpo diventa quindi anche espressione di sofferenza. Negli adolescenti autolesionisti, ad esempio, è il corpo in quarto carne a essere chiamato in causa, come strumento per segnalare, attraverso tutti i canali sensoriali e percettivi, l'esistenza della vita psichica.

Il culto del corpo

In adolescenza è forte il bisogno di identificazione con modelli di riferimento ed il bisogno sociale di sentirsi accettati dai coetanei: da queste necessità scaturiscono molteplici comportamenti tesi a manipolare il corpo, con l'obiettivo ultimo di raggiungere un'identità autonoma ed apprezzata.

Questo fenomeno è certamente correlato all'importanza che la società attuale affida l'immagine corporea. L'individuazione della corporeità come valore, infatti, ha determinato l'affermarsi di un vero e proprio culto del corpo, con finalità totalmente estetiche. In questo modo, il proprio corpo smette di essere qualcosa che ha valore in sé e diviene luogo di culto e di significato solo per ciò che ne pensano gli altri.

Prendersi cura del proprio corpo, ascoltarlo e decifrarlo quando invia messaggi di malessere, è un lungo e complesso impegno per chiunque. È importante quindi porsi accanto all’adolescente per sostenerlo, accogliendo e integrando i cambiamenti in una nuova immagine di sé sentita come accettabile e non pericolosa.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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