Crescita personale
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Il potere delle canzoni

Il potere delle canzoni
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Magda Cacchione
Magda Cacchione
Redazione
Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il



L’ascolto di una canzone per noi significativa, provoca nel nostro cervello delle modificazioni chimiche che favoriscono la produzione di nuove sinapsi. Inoltre, riascoltare una canzone che ci piace particolarmente permette la produzione di endorfina e dopamina, più comunemente conosciuti come “ormoni della felicità” e legati a processi di auto gratificazione. Perché, allora, tendenzialmente siamo sempre più inclini ad ascoltare canzoni tristi?

Le emozioni di una canzone

Il potere evocativo di una canzone può essere così forte, pregnante e permeabile da suscitare nel fruitore non solo una semplice immedesimazione, ma anche una reazione fisiologica immediata come l’aumento del battito cardiaco, la pelle d’oca o le lacrime.

L’immedesimazione in un testo musicale che esprime emozioni spiacevoli a noi note, ma non direttamente presenti sotto i nostri occhi, può portarci a rivivere quelle stesse emozioni dolorose senza però sopraffarci.

Ciò è confermato anche dallo studio condotto dalla ricercatrice Ai Kawakami, secondo la quale la musica triste viene prescelta maggiormente perché è capace di stimolare e tirare fuori sia emozioni positive che negative riequilibrando e ridimensionando, così, emozioni vissute in passato come troppo forti e pervasive.

Già il filosofo greco Aristotele sosteneva che la musica avesse il dono di liberare l’essere umano dal dolore e quindi avesse una vera e propria funzione catartica. A questo punto è evidente anche l’ironia del cantautore E. Bennato nel cantare la sua Sono solo canzonette: con una “canzonetta” si può fare tanto.

Tima Miroshnichenko - Pexels

“Quello che la musica può fare”

Un po' datato ma sempre esplicativo, è quel pezzo di Max Gazzè che racconta di tutto il potenziale benefico di una canzone. Prendiamo ispirazione da questo brano e vediamo più dettagliatamente “quello che la musica può fare”. Oltre la funzione emotiva e quella catartica, le canzoni sono fondamentali per il nostro benessere psichico per:

  • promuovere l’empatia: l’ascolto attivo di un testo che narra un’emozione da noi provata, ma con conseguenze diverse, è in grado di stimolare la capacità di porsi in maniera immediata “nei panni dell’altro”, sospendendo il giudizio e incentivando un legame autentico;
  • creare ponti relazionali: il “ponte relazionale” è il contatto emotivo tra individui, che promuove dinamiche di cooperazione e non di competizione perché lo “stare con l’altro” assuma connotazioni di appartenenza relazionale anziché di dipendenza;
  • aumentare la resilienza: essere resilienti vuol dire fare dell’ostacolo un trampolino di lancio, fare in modo che un particolare evento traumatico non ci spezzi ma ci consenta di “cambiare forma”, traendo insegnamenti e risorse per leggere quel momento di crisi in una maniera nuova e più funzionale;
  • attivare un cambiamento morfogenetico: tale cambiamento ha la peculiarità di essere consapevole, metabolizzato e quindi profondo. È l’unica forma di cambiamento capace di far fare all’individuo un salto evolutivo: il vecchio e il nuovo si integrano in un equilibrio capace di non vacillare di fronte a nuove sfide.
Burst - Pexels

La musica in psicoterapia

L’utilizzo delle canzoni in psicoterapia può essere funzionale in diverse problematiche:

  • stanchezza e stress psicologico, poiché facilita il rilassamento e la riduzione dello stress; 
  • traumi di varia natura come lutti e violenze, poiché lavora su un canale più profondo permettendo il riemergere di ricordi negativi;
  • problemi emotivi, comportamentali, dipendenze ed effetti dell’invecchiamento come malattie degenerative quali il morbo di Alzheimer, perché facilita il recupero di ricordi appartenenti al passato e alla propria identità.

La musica quindi può davvero “salvarti sull’orlo del precipizio”. È fondamentale, però, che ci sia qualcuno ad indicarcelo, questo precipizio, qualora non avessimo la lucidità necessaria per scorgerlo.

Ecco che una relazione terapeutica autentica, attraverso l’aiuto delle canzoni, può davvero rappresentare lo studio di registrazione ottimale dove le emozioni e i pensieri possono creare parole e melodie del tutto nuovi.


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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