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La paura di essere rifiutati

La paura di essere rifiutati
La paura di essere rifiutatilogo-unobravo
Lorena Silvestri
Lorena Silvestri
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Breve Strategico
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il

La paura del rifiuto si manifesta con un’aspettativa ansiosa e persistente di essere rifiutati. Davanti a un invito a cena, ad esempio, la persona potrebbe profetizzare di non piacere all'altro e decidere di non accettare, come accade nella così detta sindrome di Cassandra. Questa paura non si presenta solo sulla scena sentimentale, ma anche nelle relazioni amicali e lavorative e cresce quando ci si sente poco attraenti fisicamente o intellettualmente.

A tutti noi è capitato di ricevere un rifiuto, ma non a tutti di viverlo con una particolare e alta sensibilità. Per comprendere meglio in cosa consiste la paura del rifiuto possiamo analizzare i tre principali comportamenti messi in atto da chi la subisce:

  • evitare i contatti sociali
  • sforzarsi
  • difendersi in anticipo.

 

Evitare i contatti sociali

Quando dopo un rifiuto si arriva a ritenere che quello che è accaduto è inevitabile e che non si potrà fare nulla per cambiare le cose, la persona sta assumendo un locus of control esterno e potrebbe finire per evitare i contatti sociali.

In termini generali, le persone evitano di esporsi a qualsiasi contatto sociale in cui ci sia la possibilità di sentirsi rifiutati. In termini parziali invece, le persone sono in grado di fare amicizia con tutti, ma evitano di proporsi in maniera seduttiva a qualcuno che gli piace.

 

Sforzarsi

Questo comportamento è tipico di chi, pur temendo il rifiuto, lotta per sconfiggerlo, finendo però per confermare la propria inadeguatezza. In questi casi entra in gioco anche l'atelofobia, cioè la paura di non essere all'altezza della situazione; essa può portare a sforzarsi di apparire simpatici o a proprio agio quando si sta vivendo un momento di disagio, e che finisce per inibire le proprie abilità relazionali, rendendo artificioso qualcosa che dovrebbe essere spontaneo e conducendo così al blocco relazionale.

Difendersi in anticipo

Chi è convinto che sarà rifiutato, si difende da questo pensiero rifiutando lui stesso prima ancora di sperimentare un rifiuto. Chi ha paura di amare, ad esempio, potrebbe respingere qualsiasi tipo di relazione intima pur di non soffrire. La difesa preventiva è un meccanismo subdolo, poiché innesca una profezia che si auto-avvera concretizzando lo scenario temuto. Nei casi più estremi, questo terzo comportamento si manifesta nel meccanismo di rifiutare per non essere rifiutati.

Snapwire - Pexels

Come si supera la paura del rifiuto?

Strategicamente, è importante andare a sbloccare quello che mantiene ed amplifica la paura di essere rifiutati e far sperimentare alla persona una maniera diversa di affrontare la propria paura. Nella paura del rifiuto, ciò che aggrava ancora di più il timore di essere rifiutati è l’evitamento. Anche se inizialmente ciò fa sentire protetti, in un secondo momento intrappola nella convinzione che non si sarebbe stati all'altezza della situazione, e dunque ci si sarebbe sentiti inevitabilmente rifiutati dagli altri. L’evitamento:

  • crea scenari catastrofici;
  • amplifica e concretizza la paura nella mente.

La prima cosa da fare dunque, per chi vuole affrontare questa paura, sarà quella di crearsi dei piccoli momenti in cui esporsi e affrontare la paura del rifiuto.

Immunizzarsi alla paura

Il modo più rapido per affrontare la paura dell'abbandono e del rifiuto è quella di immunizzarsi ad essa. Per fare ciò è necessario assumere piccole quantità di rifiuto, proprio come ci insegna l'antico Re Mitridate il quale, temendo di venire avvelenato dai nemici, ogni giorno assumeva piccolissime quantità di veleno per immunizzarsi. Lo stesso vale per chi soffre della paura di essere rifiutato. È come se ogni giorno la persona dovesse assumere una piccolissima dose di veleno del rifiuto per poi diventarne immune.

Buro Millennial - Pexels

Affrontare la paura del rifiuto

Inizialmente è importante che la ricerca del rifiuto sia minimale e banale. Facciamo un esempio: per chi ha paura di essere rifiutato dalle ragazze, un buon suggerimento potrebbe essere quello di chiedere indicazioni stradali, anche senza una reale necessità, come pretesto, proprio a una ragazza.

Una volta che la persona si sente immunizzata dal piccolo rifiuto e non lo vive più come insopportabile, aumenta sempre di più la dose fino a cercare un rifiuto un pochino più grande. Riprendendo l’esempio precedente, può essere la richiesta di uscire con una ragazza di cui la persona è convinta che gli dirà di no.

 

La paura fa meno paura!

La ricerca quotidiana del rifiuto conduce ad abituarsi e affrontare ciò che si teme. Come recitano gli antichi Sumeri: “la paura guardata in faccia diventa coraggio”.  Quando ci si mette ad affrontare la paura del rifiuto, senza più evitarla, questa non risulta più così spaventosa.

L'effetto secondario di questo atteggiamento aperto al “no” è quello di scoprire che spesso il rifiuto è solo una delle possibilità e che esponendosi ed osando, si trovano più persone gentili e accondiscendenti di quanto si crede. Si comincia a fare affidamento sulle proprie risorse, acquisendo un senso di sicurezza personale diverso che condurrà la persona a sentirsi più capace e quindi meno intimorita nelle relazioni.

Questo atteggiamento di apertura permette di vivere il mondo e le relazioni in maniera più disinibita e di costruire nuove possibilità, creando così nuovi scenari.


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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