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La rivincita del corpo nella teoria polivagale

La rivincita del corpo nella teoria polivagale
La rivincita del corpo nella teoria polivagalelogo-unobravo
Laura Azzolina
Laura Azzolina
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Cognitivo Evolutivo-Costruttivista
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il

Da un punto di vista evoluzionistico, l’obiettivo primario degli esseri umani è quello di sopravvivere. Per questo siamo dotati di un sistema in grado di captare in maniera immediata i pericoli: il Sistema Nervoso Autonomo (SNA). Secondo la moderna Teoria Polivagale, messa a punto dal professor Stephen W. Porges, il pensiero e le valutazioni cognitive hanno un ruolo secondario rispetto alle reazioni corporee nel garantire il benessere fisiologico. In questo articolo approfondiremo questo tema.

Ambiente sicuro

Il processo alla base del Sistema Nervoso Autonomo (SNA) è la neurocezione: essa effettua una continua valutazione del rischio e prepara l’organismo a reagire. Questa attività avviene fuori dalla coscienza. Analizzando l’ambiente interno o esterno, il sistema giunge così a tre conclusioni che vedremo nel dettaglio:

  • presenza di sicurezza: il coinvolgimento sociale;
  • presenza di pericolo: la reazione di attacco/fuga;
  • presenza di minaccia estrema di vita: il fenomeno della “finta morte”.

Quando è attivo il sistema ventrovagale parasimpatico, si sperimenta una situazione di sicurezza, benessere e riposo. Questa condizione favorisce il sistema di coinvolgimento sociale che ci permette di interagire con gli altri, regolando la muscolatura del viso per le espressioni facciali ed emotive, il contatto oculare, la prosodia e il cuore. È un sistema che supporta:

  • la salute
  • il gioco
  • l’intimità
  • il recupero di energie
  • l’omeostasi.

La sua attività può essere incrementata attraverso degli “esercizi neurali” utili a regolare il ritmo respiratorio come il gioco sociale, il canto, le letture orali o lo yoga.

Min An - Pexels

Sistema attacco/fuga

Seguendo la gerarchia evoluzionistica, in caso di pericolo si attiva innanzitutto il sistema ortosimpatico, che causa:

  • un aumento della frequenza cardiaca e respiratoria;
  • maggior acuità visiva e sensibilità ai rumori;
  • agitazione, sudorazione e necessità di muoversi.

Questo sistema ha inoltre un versante positivo, cioè favorisce il movimento, la vigilanza, l’esuberanza e il senso di fiducia.

“Finta morte”

Quando gli altri sistemi risultano insufficienti si attiva il sistema dorsovagale parasimpatico, che riduce il consumo di ossigeno e la frequenza cardiaca, causa stati di confusione, immobilizzazione e angoscia. Sebbene sia utile ad attutire gli effetti sensoriali e psicologici del trauma subito, si tratta di uno stato fisiologico resistente al cambiamento.

Sora Shimazaki - Pexels

Eliminare la “patina morale”

La prospettiva di Porges è di grande importanza per la pratica clinica: pensare di non saper fronteggiare una situazione perché “danneggiati”, ma scoprire poi che il proprio SNA risponde alle esperienze di vita secondo modalità universali, aiuta a essere meno critici verso se stessi, eliminando la separazione tra giusto e sbagliato.

In presenza di un trauma, ad esempio, non è l’evento in sé a essere "traumatizzante", ma la risposta corporea a quell'’evento. Spesso si tende, infatti, a pensare che certi comportamenti siano stati finora inadeguati e che il corpo non funzioni correttamente, risultando giudicanti verso se stessi o gli altri. È importante, invece, riconoscere che le proprie reazioni corporee non solo cambiano lo stato fisiologico ma possono polarizzare anche la nostra percezione del mondo.


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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