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Psicologia dell’adolescenza
5
minuti di lettura

Adolescenza e confusione di identità

Adolescenza e confusione di identità
Rosanna De Pace
Psicoterapeuta ad orientamento Psicoanalitico
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
2.12.2025
Adolescenza e confusione di identità
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La psicologia dell'adolescenza è la branca della psicologia dello sviluppo che studia quello che accade nella fase di vita che possiamo collocare tra l'infanzia e l'età adulta. In questo articolo ci concentreremo su una delle principali sfide della persona adolescente: la costruzione della propria identità.

Costruzione dell'identità: l’influenza dei social media

Durante i cambiamenti dell'adolescenza, la spinta a definire maggiormente la propria identità personale raggiunge il suo apice e si accompagna a un periodo di profonda incertezza e confusione. Identificare modelli ideali a cui ispirarsi può rappresentare per i ragazzi una guida importante, capace di offrire una direzione.

Se tutti noi siamo esposti e influenzati da modelli ideali, rappresentati da vari personaggi famosi, le persone adolescenti lo sono ancora di più, proprio a causa del compito evolutivo che stanno affrontando. In questa fase, la confusione d'identità porta spesso a confrontarsi in modo intenso con influencer, youtuber, tiktoker e altri personaggi conosciuti sui social media.

I social, utilizzati soprattutto, ma non solo, dai più giovani, sembrano essere una fonte a cui attingere per identificare modelli a cui ispirarsi. Questi modelli spesso dettano i canoni della bellezza, del successo e quindi della presunta “felicità”. In base alle caratteristiche personali, ci saranno giovani che sceglieranno modelli più patinati e altri che preferiranno quelli più trasgressivi, cercando di imitarne i comportamenti.

Tuttavia, il gap tra sé reale e sé ideale rimane una distanza da colmare. Questo può generare una certa dose di ansia in adolescenza, frustrazione e delusione, esponendo al rischio di:

  • svalutare se stessi;
  • sperimentare un vissuto di fallimento.

Inoltre, identificare questi modelli come vincenti può portare a credere che successo, fama, ricchezza e bellezza siano gli unici obiettivi da raggiungere per essere felici, facendo perdere di vista ciò che si desidera davvero. I ragazzi possono così incanalarsi in un ansioso “fare”, senza concedersi la possibilità di sostare nell’incertezza e ricentrarsi su se stessi.

Le principali teorie sulla formazione dell’identità in adolescenza

La comprensione della formazione dell'identità in adolescenza si basa su alcune teorie fondamentali della psicologia dello sviluppo.

Erik Erikson, psicoanalista e psicologo dello sviluppo, ha individuato nell'adolescenza la fase del "conflitto tra identità e confusione di ruolo". In questo periodo, i ragazzi sono chiamati a rispondere alla domanda "Chi sono io?", sperimentando ruoli diversi - essere figli e membri della famiglia, ma anche essere parte del gruppo dei pari con cui si condividono sempre più esperienze - e confrontandosi con valori e aspettative sociali.

James Marcia, psicologo canadese, ha ampliato il lavoro di Erikson identificando quattro stati dell'identità adolescenziale:

  • Diffusione dell'identità: l'adolescente non ha ancora preso decisioni importanti né esplorato attivamente le proprie possibilità.
  • Moratoria: è la fase di esplorazione attiva, in cui si mettono in discussione valori e scelte senza aver ancora preso decisioni definitive.
  • Identità acquisita: si raggiunge dopo aver esplorato e scelto consapevolmente i propri valori e obiettivi.
  • Identità bloccata: l'adolescente assume valori e scelte senza averli realmente esplorati, spesso per conformarsi alle aspettative altrui.

Queste teorie aiutano a comprendere come la costruzione identitaria sia un processo complesso, caratterizzato da tentativi, errori e continue rinegoziazioni tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere. In particolare, l’esplorazione dell’identità durante l’adolescenza si accompagna spesso a sintomi come dubbi su se stessi, confusione, pensieri disturbati, impulsività, conflitti con genitori e figure autoritarie, una ridotta forza dell’ego e un aumento dei sintomi fisici (Kidwell et al., 1995)., evidenziando ulteriormente la complessità e la delicatezza di questo momento evolutivo.

Possibili esiti

Dalla distanza che intercorre tra il sé reale e quello ideale può dipendere l’autostima e, per riempire questo spazio, ci sono due strade percorribili:

  • ridimensionare le ambizioni
  • rinforzare il sé reale.

Il vissuto fallimentare può portare ad adottare pensieri come “non ci riesco” oppure “è troppo difficile”, in un circolo vizioso del “sì, ma…” che spesso utilizziamo per giustificarci di fronte alle esortazioni degli altri a impegnarci di più. In generale, si cerca qualcuno che rassicuri rispetto alla possibilità di farcela, iniziando a seguire pratiche e procedure per tentare di colmare quella distanza che separa dallo scopo.

Le persone adolescenti possono arrivare a convincersi che il loro desiderio sia raggiungere il successo, essere come quella “persona lì”, dimenticandosi dei propri autentici gusti e desideri. Sembra quasi che non sia più consentito domandarsi: “ma ti piace davvero ciò che persegui?”, perché il piacere viene fatto coincidere con l’ideale sociale.

Dallo sviluppo tipico alle possibili derive patologiche

La maggior parte degli adolescenti attraversa la crisi identitaria come parte del normale sviluppo, ma in alcuni casi questa fase può evolvere in difficoltà più marcate.

Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), una crisi identitaria prolungata o particolarmente intensa può rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi come il disturbo borderline di personalità. In alcuni casi, la difficoltà a definire chi si è può manifestarsi attraverso:

  • Instabilità dell'immagine di sé: cambiamenti frequenti e marcati nel modo in cui l'adolescente percepisce se stesso.
  • Impulsività: comportamenti rischiosi o autodistruttivi, spesso come tentativo di gestire l'ansia legata all'incertezza identitaria.
  • Difficoltà nelle relazioni: rapporti intensi ma instabili, con oscillazioni tra idealizzazione e svalutazione degli altri.

Non tutte le persone adolescenti che vivono una crisi identitaria sviluppano un disturbo, ma è importante riconoscere i segnali di disagio che possono richiedere un supporto specialistico.

Tappe fondamentali e fattori di rischio/protezione nella formazione dell’identità

La formazione dell'identità non avviene in un momento preciso, ma si sviluppa attraverso tappe progressive che coinvolgono diversi aspetti della vita dell'adolescente.

Le principali tappe possono includere:

  • Esplorazione di sé: l'adolescente sperimenta nuovi ruoli, interessi e relazioni per capire cosa lo rappresenta davvero.
  • Sperimentazione sociale: il confronto con i pari e con figure adulte di riferimento aiuta a definire valori e obiettivi personali.
  • Assunzione di responsabilità: progressivamente, il ragazzo inizia a prendere decisioni autonome e a riflettere sulle conseguenze delle proprie scelte.

Alcuni fattori possono aumentare il rischio di difficoltà nella formazione dell'identità, come:

  • Pressioni sociali e familiari eccessive: aspettative troppo rigide possono ostacolare l'esplorazione personale.
  • Eventi stressanti o traumatici: lutti, separazioni o cambiamenti improvvisi possono rendere più difficile il processo di individuazione.
  • Isolamento sociale: la mancanza di relazioni significative può limitare le opportunità di confronto e crescita.

Al contrario, alcuni elementi rappresentano fattori di protezione:

  • Supporto familiare e sociale: sentirsi accolti e compresi favorisce la fiducia in sé stessi.
  • Opportunità di espressione: attività creative, sportive o associative permettono di esplorare e valorizzare le proprie risorse.
  • Modelli positivi: la presenza di adulti di riferimento che incoraggiano l'autenticità e l'autonomia facilita la costruzione di un'identità solida.

Dati epidemiologici sulla crisi identitaria in adolescenza

La crisi identitaria può essere un fenomeno diffuso tra gli adolescenti. Secondo una ricerca dell'Organizzazione Mondiale della Sanità del 2021, circa il 20% degli adolescenti a livello globale riferisce di aver vissuto episodi di disagio psicologico legati all'incertezza su chi si è e su cosa si vuole diventare.

In Italia, uno studio condotto dall'Istituto Superiore di Sanità nel 2022 ha evidenziato che 1 adolescente su 4 manifesta sintomi di ansia o depressione che possono essere associati a difficoltà nella definizione della propria identità. Questi dati sottolineano l'importanza di riconoscere e affrontare tempestivamente i segnali di disagio, per prevenire l'insorgenza di problematiche più gravi e favorire un percorso di crescita sano ed equilibrato.

Come aiutare gli adolescenti alla ricerca di se stessi

La ricerca di se stessi rappresenta il compito evolutivo tipico e più intenso dell’adolescenza. Consiste principalmente nell’individuarsi e, se diventa troppo carico di ansia e frustrazione, può minare la formazione di un’immagine di sé positiva e un'adeguata autostima.

Il supporto di un professionista, come uno psicoterapeuta dell’età evolutiva, può aiutare l’adolescente a “sbloccarsi” e riprendere il suo percorso di crescita in modo più equilibrato. Può ad esempio rivelarsi efficace un percorso di psicoterapia psicodinamica, che può mostrare importanti sfumature nel pensiero “o tutto o niente” del paziente adolescente. In altre parole, la soluzione per superare la confusione di identità può essere quella di trovare un compromesso tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, trasformando i limiti in confini.

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