Crescita personale
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Pensieri nascosti: of course... but maybe!

Pensieri nascosti: of course... but maybe!
Pensieri nascosti: of course... but maybe!logo-unobravo
Luana Valenzano
Luana Valenzano
Redazione
Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale e Analista del Comportamento
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il


Il comico e sceneggiatore Louis C. K., in un suo video spiega umoristicamente l’universo dell’ambivalenza umana, di quei pensieri nascosti, quasi segreti a noi stessi, ma che comunque in qualche nostra parte interna esistono. Of course... but maybe è la rappresentazione satirica dell’ambivalenza che, per quanto inaccettabile, socialmente riprovevole e ingiusta, esiste in ogni essere umano.

Naturalmente il lato of course è quello accessibile, esprimibile in pubblico: si potrebbe definire come l’area politically correct che porta all’esterno la versione migliore di noi stessi. Al contrario, l’aspetto but maybe si configura come l’insieme di tutti i pensieri inammissibili che facciamo, dal più piccolo e innocente, al più perverso e imbarazzante.

Durante il video infatti si può vedere come, durante l’escalation di “cattivi pensieri” che Louis C. K. espone, il pubblico ad un certo punto esclami la sua sorpresa mista a disapprovazione quando cita la schiavitù. Il comico ricorda loro di aver appena applaudito al pensiero di bambini morti con le noci a cui erano allergici, e dice “Ora ci siete dentro insieme a me”.

Dentro dove? In un circolo vizioso di pensieri negativi inammissibili per chiunque, se non sotto forma di satira, per riderne e basta. Cosa ha a che fare tutto questo con il benessere psicologico? Molto, moltissimo.

Le situazioni maybe

Quante volte avete sentito dire ad una donna che non voleva la sua gravidanza, che si sentiva arrabbiata per essere incinta? Quante volte avete sentito dire a qualcuno che ha ricevuto un’offerta di lavoro che ha paura di non essere all’altezza o che non vuole lavorare troppo, o ancora che non vuole raggiungere grandi vette professionali perché si accontenta?

Se siete tra quelli che risponderebbero a queste domande dicendo “spessissimo”, tenetevi strette le vostre relazioni, perché avete intorno persone davvero autentiche. Se siete invece tra quelli che, come me, non hanno mai o quasi mai sentito nulla del genere, benvenuti nel mondo dell’ambivalenza umana.

Perché i pensieri maybe sono così inaccettabili?

Per ogni evento o emozione che viviamo, esiste una controparte negativa che dobbiamo riconoscere ed accettare anche se:

  • le pressioni sociali;
  • la morale comune;
  • il contesto culturale e familiare

ci portano a negare l’ambivalenza che invece è insita nei fatti della vita.

Per una donna incinta è assolutamente comprensibile provare sentimenti di ambivalenza verso il suo stato attuale, persino verso il figlio che porta in grembo, perché sta vivendo una condizione di cambiamento multilivello nella sua vita, che inevitabilmente non potrà mai più essere la stessa che aveva prima di questo evento spaventoso e meraviglioso.

Una persona che riceve un’allettante offerta di lavoro potrebbe essere spaventata dalla possibilità delle aspettative generate intorno a quest’offerta: “Cosa si aspettano i miei capi da me? E se non sarò in grado di adempiere le loro attese?”.

Moose Photos - Pexels

Potrebbe pensare che quel prestigioso lavoro richiederebbe maggior tempo ed energie, intaccando un tempo libero che è prezioso. In una società prestazionale e performante come la nostra, però, rinunciare ad un incarico perché troppo impegnativo, disattende gli standard di ambizione che si presuppone tutti abbiano.

Perché è importante ascoltare la propria ambivalenza?

Non si tratta di semplice anticonformismo o di andare nella direzione opposta al flusso della massa comune. Si tratta di scoprire e dare valore alle emozioni negative che inevitabilmente ci accompagnano.

Pensate all’antipatia. Ammettere con altri con cui ci troviamo a nostro agio l’antipatia verso una persona è molto comune, ma riflettere su quel sentimento lo è ben poco: cosa vediamo in quella persona di tanto insopportabile?

Il più delle volte, riflettere su questa domanda potrebbe condurre alla scoperta di aspetti di noi stessi che ci infastidiscono, aspetti presenti in quella persona così insopportabile che sentiamo così esposti ogni qual volta la incontriamo.

Le conseguenze del non detto

La controparte che non vogliamo vedere, il maybe che non si può comunicare, attiene al nostro benessere psicofisico: sì, anche fisico. Il non-detto delle relazioni e degli eventi della vita, se resta silente dentro di noi, può intaccare:

  • il nostro equilibrio;
  • il nostro benessere fisico;
  • le comunicazioni che abbiamo;
  • le nostre personali sicurezze.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolinea l’importanza del benessere psicofisico: La salute mentale è una componente integrante ed essenziale della salute. La costituzione dell'OMS afferma: "La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l'assenza di malattie o infermità". Un'importante implicazione di questa definizione è che la salute mentale è più della semplice assenza di disturbi mentali o disabilità.


EKATERINA BOLOVTSOVA - Pexels

Ascoltare e ascoltarsi

Ascoltare tutti i nostri maybe, anche con l’aiuto di un professionista, può condurci verso una reale crescita emotiva, perché ci porta a fare i conti con quei pensieri reconditi, quei sentimenti di rabbia, tristezza, impotenza, che possono fare di noi degli individui consapevoli e sereni.

Condividere questi pensieri all’interno delle nostre relazioni può altresì rendere quei legami davvero autentici, spontanei e portare verso rapporti maturi e onesti. Il classico “Ti lascio perché ti amo troppo”, potrebbe così diventare un onesto “Ti amo ma non ti sopporto”.


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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