L’ambivalenza

L’ambivalenza
Caterina Berti
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Umanistico-Fenomenologico
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
10.9.2025
Se ti è piaciuto, condividilo:

Ti è mai capitato di sentirti tirato in due direzioni opposte? Di provare amore e rabbia per la stessa persona, o di desiderare intensamente un cambiamento e allo stesso tempo temerlo? Questa esperienza, così comune e profondamente umana, ha un nome: ambivalenza.

In psicologia, questo termine descrive la coesistenza di sentimenti, impulsi o pensieri contraddittori ma di uguale forza. Non si tratta di semplice indecisione, ma di una vera e propria tensione interiore. In questo articolo esploreremo insieme il significato dell'ambivalenza, come si manifesta nelle nostre vite e relazioni, e come possiamo imparare a gestirla per trasformarla da ostacolo a opportunità di crescita.

Il significato di ambivalenza 

Quando parliamo di ambivalenza, o di comportamento ambivalente, ci riferiamo all’esistenza simultanea di sentimenti e atteggiamenti contraddittori — come amore e odio, attrazione e repulsione — verso la stessa persona, oggetto o situazione. È una condizione che va oltre la semplice incertezza, rappresentando una vera e propria spaccatura emotiva.

Il significato di ambivalenza trova le sue radici nell'etimologia stessa della parola, che unisce i termini latini “ambi (entrambi) e “valentia (forza). Descrive perfettamente la sensazione di una persona ambivalente: sentirsi "trainata" da due forze interiori di uguale intensità ma dirette in sensi opposti.

Il concetto è stato introdotto in ambito clinico nel 1910 dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler. Egli fu il primo a descrivere l'ambivalenza come un atteggiamento psichico in cui due impulsi o sentimenti opposti sono rivolti, nello stesso momento, verso il medesimo oggetto, una pietra miliare per comprendere il significato psicologico dell'ambivalenza.

L’ambivalenza in psicologia

Il significato psicologico dell'ambivalenza riprende e approfondisce la sua definizione generale. In psicologia, l'ambivalenza descrive uno stato, che può essere temporaneo o più stabile, in cui convivono sentimenti contrastanti. Questa condizione emerge dalla presenza simultanea di pulsioni opposte - apparentemente inconciliabili - verso lo stesso oggetto. A un livello più profondo, può nascere da un conflitto tra processi inconsci, che si manifesta poi come una contraddizione a livello cosciente, lasciandoci confusi e divisi.

L'ambivalenza è un’esperienza comune negli esseri umani. È uno stato mentale in cui una persona ha sentimenti contrastanti in relazione a qualcosa.

Tutti noi, compresi i bambini, possiamo sperimentare un atteggiamento ambivalente: possiamo provare sentimenti positivi e negativi per lo stesso oggetto allo stesso tempo. Ci piace il senso dell'umorismo di una persona ma non la sua inaffidabilità, oppure apprezziamo il coraggio di una persona ma pensiamo che non abbia compassione.

Per comprendere meglio cosa significhi essere ambivalente e da dove nasca l'incoerenza di certi atteggiamenti, è utile analizzare le tre dimensioni principali in cui il comportamento ambivalente può manifestarsi:

  1. Dimensione cognitiva (del pensiero): riguarda la coesistenza di credenze e opinioni contrastanti. Ad esempio, si può essere convinti dei benefici di una scelta e, contemporaneamente, essere consapevoli di tutti i suoi svantaggi, generando argomenti interiori che incorporano due punti di vista opposti.
  2. Dimensione affettiva (delle emozioni): è il campo dell'ambivalenza affettiva, dove convivono sentimenti opposti come amore e odio, tenerezza e rabbia, verso la stessa persona.
  3. Dimensione comportamentale (o volitiva): si manifesta quando c'è un'incongruenza tra ciò che si sente e ciò che si fa. Ad esempio, desiderare la vicinanza di una persona ma agire in modo da allontanarla.

L'ambivalenza, quindi, emerge spesso come un'incoerenza tra queste dimensioni. Una persona può provare un forte sentimento a livello affettivo (valore positivo), ma mettere in atto comportamenti di allontanamento (valore negativo), manifestando così un atteggiamento che può generare confusione sia in prima persona, sia nella persona amata.

L’ambivalenza emotiva

L'ambivalenza emotiva, e in particolare l'ambivalenza affettiva, emerge con forza nelle relazioni intime e in amore. Si manifesta quando dentro di noi coesistono emozioni e desideri opposti verso il partner: possiamo amare profondamente una persona e, contemporaneamente, provare un forte risentimento o una grande frustrazione nei suoi confronti.

In questi casi, amore e odio possono essere presenti con la stessa intensità, creando una dinamica che può logorare sia noi stessi sia la relazione. Vivere un legame che sentiamo essere fonte sia di gioia sia di dolore è profondamente destabilizzante. Un esempio classico di rapporto in cui l'ambivalenza è spesso presente è quello tra genitore e figlio, dove il bisogno di affetto e attaccamento può scontrarsi con il desiderio di indipendenza e libertà.

RODNAE Productions - Pexels

Come riconoscere una relazione ambivalente?

Le relazioni dominate dall’ambivalenza possono essere fonte di grande confusione e sofferenza. Al loro interno, momenti di intensa vicinanza e condivisione si alternano a periodi di freddezza e distacco, lasciando i partner in un costante stato di incertezza.

È importante chiarire che è più corretto parlare di comportamenti, pensieri o emozioni ambivalenti piuttosto che di una vera e propria personalità ambivalente in amore. Non si tratta di un'etichetta, ma di un modo di funzionare. Chi agisce in modo ambivalente potrebbe inviare segnali discontinui di interesse, alimentando speranze nel partner per poi ritrarsi, una dinamica che ricorda pratiche come il breadcrumbing.

Tali dinamiche si riferiscono non solo ai legami romantici e sessuali, ma anche ad altre forme di rapporto in cui entra in gioco una forte valenza emotiva: tra amici intimi, colleghi, soci in affari, maestri e allievi, tra fratelli, tra genitori e figli, persino tra terapeuti e pazienti.

Le cause dell’ambivalenza affettiva 

Ma quali sono le cause dell'ambivalenza affettiva? Le radici di questo stato emotivo possono essere complesse. Spesso, l'ambivalenza è legata a una profonda difficoltà nel fare una scelta e nel prendere decisioni. Questa paralisi decisionale può derivare da un conflitto interiore tra i propri desideri e i valori imposti dalla società, dalla cultura o dalla famiglia.

A un livello più profondo, molti psicologi individuano una delle cause principali dell'ambivalenza nella paura inconscia di commettere un errore. La scelta di una direzione implica la rinuncia a un'altra, e questa perdita potenziale può essere così spaventosa da preferire rimanere in uno stato di immobilità, anche se doloroso.

Ambivalenza patologica: un “disturbo ambivalente”? 

Se, come abbiamo visto, una certa dose di ambivalenza emotiva è parte dell'esperienza umana, è anche vero che in alcuni contesti può diventare un sintomo clinicamente rilevante. In ambito psicopatologico, un'ambivalenza pervasiva e paralizzante può essere uno degli elementi centrali di alcune nevrosi e disturbi di personalità, come il disturbo dipendente o il disturbo borderline.

Spesso, alla base di queste difficoltà, si può riscontrare uno stile di attaccamento di tipo ambivalente (noto anche come attaccamento ansioso ambivalente o insicuro ambivalente) sviluppato durante l'infanzia.

L’attaccamento ambivalente

Nello stile di attaccamento ambivalente, il caregiver (la figura di riferimento) risponde in maniera imprevedibile e contraddittoria ai bisogni del bambino. A volte può mostrarsi disponibile e affettuoso, altre volte distante, rifiutante o eccessivamente intrusivo. Questa incostanza genera nel bambino una profonda confusione e insicurezza.

Di conseguenza, il bambino interiorizza un'immagine scissa del genitore, che è contemporaneamente fonte di amore e di frustrazione. Per proteggersi da questa angoscia, può sviluppare meccanismi di difesa come la scissione (tipica del disturbo borderline di personalità), ovvero la tendenza a vedere gli altri e sé stessi come o 'tutti buoni' o 'tutti cattivi'. Questa dinamica può portare a un attaccamento ambivalente in amore anche in età adulta.

Daria Shevtsova - Pexels

Quando l’ambivalenza diventa un problema?

L'ambivalenza è una parte naturale della vita, ma quando non riusciamo a riconoscerla e a darle un nome, può diventare un problema. Se questa tensione interiore non ha accesso alla nostra consapevolezza, può manifestarsi attraverso una serie di segnali, come:

  • Stallo decisionale: la classica sensazione del “non so mai cosa scegliere”, che paralizza di fronte a piccole e grandi decisioni.
  • Movimenti oscillatori: un continuo alternarsi tra desiderio e fatica, che porta a iniziare progetti con entusiasmo per poi abbandonarli poco dopo.
  • Confusione interiore: una persistente incertezza su ciò che si vuole veramente dalla vita, dal lavoro o dalle relazioni (“non so cosa voglio”).
  • Comportamenti contraddittori: agire in modo opposto a ciò che si dice o si sente, creando sconcerto in sé stessi e negli altri.
  • Impulsività inspiegabile: compiere scelte drastiche e improvvise, come licenziarsi o chiudere una relazione, per poi chiedersi “ma perché l'ho fatto?”.

In questo stato di scarsa consapevolezza, una persona può vivere una profonda incongruenza, faticando a entrare in contatto con le proprie emozioni e i propri bisogni autentici. Per sfuggire al conflitto, può arrivare a negare o reprimere una delle due 'parti' di sé, finendo per percepire la propria esperienza in modo distorto e incompleto.

Ma perché è così difficile accettare la propria ambivalenza? Spesso, alla base di questa fatica si possono trovare alcuni temi ricorrenti:

  • una difficoltà a definire e riconoscere i propri bisogni
  • una fatica a dare loro delle priorità e a lasciar andare o scegliere
  • una visione delle scelte come punti di non ritorno
  • uno scarto tra il Sé reale e il Sé ideale
  • la presenza di convinzioni rigide.

Come curare l’ambivalenza: la terapia 

Un esempio classico di ambivalenza, che quasi tutti sperimentiamo, è quello nei confronti del cambiamento. Quante volte ci siamo trovati a pensare:

  • “Voglio cambiare E non voglio cambiare”;
  • “Desidero cambiare E ho paura di cambiare”.

In questi casi, l’obiettivo della terapia non è eliminare o 'curare' l'ambivalenza, ma imparare a gestirla. Si tratta di un percorso per nominarla, riconoscerla e accettarla come parte di sé, riducendo così l'angoscia che ne deriva. Un terapeuta può aiutare ad accogliere entrambi i poli della contraddizione, lavorando su più fronti:

  • accogliere i vissuti della persona di fronte al conflitto, senza giudizio;
  • esplorare entrambi i sentimenti o desideri, conferendo a ciascuno la medesima dignità e importanza;
  • aiutare a comprendere in che modo questa ambivalenza interna condizioni le scelte e i comportamenti quotidiani.

L’importanza di chiedere aiuto

Se non sai come affrontare l’ambivalenza in maniera autonoma, non esitare a rivolgerti ad un professionista. Puoi chiedere, in qualunque momento, il supporto di uno dei nostri psicologi online che saprà guidarti ed accompagnarti nel percorso verso la guarigione. 

Per saperne di più sull’ambivalenza ti consigliamo di leggere il saggio “L’ambivalenza e l’ambiguità nelle rotture affettive” di Riccardo Dalla Luche e Simone Bertacca, un utile strumento di orientamento per quanti studiano il complesso mondo delle relazioni affettive.  

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

Potrebbero interessarti

La piramide di Maslow: cos’è e a cosa serve
Crescita personale

La piramide di Maslow: cos’è e a cosa serve

Il blocco psicologico
Crescita personale

Il blocco psicologico

La tristezza: un’emozione che è importante accettare
Crescita personale

La tristezza: un’emozione che è importante accettare

Attaccamento ansioso: cos’è e come influisce sulle relazioni
Relazioni

Attaccamento ansioso: cos’è e come influisce sulle relazioni

Le polarità interne e la loro integrazione
Crescita personale

Le polarità interne e la loro integrazione

I sistemi motivazionali nelle relazioni interpersonali
Crescita personale

I sistemi motivazionali nelle relazioni interpersonali

Scopri tutti gli articoli

Domande frequenti

Iscriviti alla newsletter

Con Aurora ricevi nella tua email tanti spunti per coltivare il tuo benessere psicologico. Iscriviti subito!

Email