Madri e figlie: un amore complesso

Madri e figlie: un amore complesso
Silvia Oggioni
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Integrato Psicodinamico e Cognitivo
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
6.10.2025
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Il rapporto madre-figlia è uno dei legami più profondi e complessi che esistano. Unico nel suo genere, si trasforma continuamente attraverso le diverse fasi della vita, dalla gestazione fino all'età adulta. Con il passare del tempo, i ruoli possono evolvere e persino invertirsi, portando con sé momenti di grande intesa ma anche di forte conflittualità. Non è raro, infatti, sentire frasi cariche di dolore come “mia figlia adulta non mi sopporta” o trovarsi a pensare di avere una figlia che sembra odiare la madre.

In questo articolo esploreremo la natura di questo legame speciale, analizzando perché il rapporto tra mamma e figlia possa diventare difficile e a volte conflittuale, specialmente in età adulta. Cercheremo di dare un nome a queste dinamiche e offrire spunti di riflessione per chi si chiede come recuperare il rapporto con la propria figlia e ritrovare un dialogo sereno.

Mamma e figlia: le radici di un legame unico

Tra madre e figlia esiste una connessione speciale, un legame che si nutre di un’intensa ambivalenza: un continuo alternarsi di bisogni di unione e desideri di distanza. Le fondamenta di questo rapporto vengono gettate sin dalla gestazione, quando la figlia impara a riconoscere il timbro della voce e il battito del cuore materno, percependo le cure e le attenzioni che le vengono dedicate.

Dopo la nascita, nel periodo immediatamente successivo al parto, si trasforma per diverso tempo in un rapporto simbiotico di dipendenza madre-figlia.

Con la crescita, la relazione si evolve. Se tra i due e i tre anni la dipendenza è quasi totale, intorno ai cinque anni la simbiosi iniziale lascia spazio a una nuova dinamica: la bambina inizia a vedere nella madre il primo, fondamentale modello per costruire la propria identità femminile.

Anche la psicoanalisi si è interrogata a lungo su questo legame. Secondo il modello del rapporto madre-figlia analizzato da Freud, per sviluppare pienamente la propria identità e sessualità, la figlia deve compiere un passo cruciale: separarsi psicologicamente dalla figura materna per rivolgere il suo 'oggetto d’amore' verso il padre, completando così una tappa fondamentale del suo sviluppo.

Il rapporto conflittuale madre-figlia nell'infanzia

Anche durante l'infanzia, il legame tra mamma e figlia può attraversare momenti di tensione. Un rapporto conflittuale tra madre e figlia piccola, ad esempio, può emergere se la madre sta affrontando una condizione delicata come la depressione post partum. In situazioni estreme, questa sofferenza materna può avere conseguenze molto gravi, come nel caso della sindrome di Medea, che descrive l'impulso di annientare fisicamente o psicologicamente il proprio figlio.

Un’altra possibile causa del conflitto madre-figlia nel periodo dell’infanzia può verificarsi nel caso di disturbo oppositivo provocatorio, ovvero quel disturbo del comportamento che porta il bambino a opporsi con estrema ostilità alla figura che rappresenta l’autorità.

Altre dinamiche possono contribuire a incrinare il rapporto, come la gelosia per l'arrivo di un fratello, un'eccessiva iperprotettività, tipica dei cosiddetti genitori elicottero, o al contrario una significativa mancanza di cure. Se queste dinamiche si cronicizzano, possono gettare le basi per quello che in futuro potrebbe essere percepito come un rapporto disfunzionale.

Un rapporto disfunzionale tra madre e figlia vissuto in un periodo così formativo come l'infanzia può lasciare un'impronta profonda, con conseguenze che possono manifestarsi in età adulta nella sfera relazionale e nella capacità di gestire le proprie emozioni.

madre e figlia adolescente
Rodnae Productions - Pexels

Il rapporto madre-figlia in adolescenza: tra conflitto e autonomia

L'adolescenza è una fase di grandi rivoluzioni, e il legame tra madre e figlia ne risente profondamente. Un rapporto difficile tra madre e figlia in questo periodo è tutt'altro che raro. Anzi, il conflitto madre-figlia in adolescenza è spesso un segnale naturale e necessario: è il momento in cui la figlia inizia il suo percorso verso l’autonomia.

Durante i cambiamenti dell'adolescenza, la bambina diventa ragazza e, com'è naturale, mette in discussione la dipendenza dalla madre. Le regole da rispettare in casa in adolescenza diventano spesso terreno di scontro. Non c'è da stupirsi, quindi, se la relazione subisce degli sbalzi a volte anche forti, oscillando tra due poli opposti:

  • la madre venga idealizzata a modello distante e quasi irraggiungibile
  • la ragazza provi a distaccarsene: qui entrano in gioco l’emozione della rabbia e poi il senso di colpa.

Per quanto dolorosi, questi movimenti sono meccanismi di difesa sani e funzionali. Servono alla giovane donna per costruire una propria identità, un'identità in cui il modello materno, pur rimanendo fondamentale, viene integrato e affiancato da quello di altre figure femminili di riferimento.

Rapporti conflittuali tra madre e figlia adulta

Il conflitto tra genitori e figli adulti assume sfumature uniche quando riguarda madre e figlia. Il legame materno è il primo modello relazionale, quello che insegna 'come stare al mondo'. Se le tensioni adolescenziali non si risolvono, il rapporto conflittuale tra madre e figlia può cronicizzarsi, e le conseguenze in età adulta possono essere profonde e complesse.

Superata l'adolescenza, possono emergere o persistere dinamiche che rendono il rapporto difficile. Il conflitto madre-figlia adulta può essere alimentato da diverse situazioni, ad esempio:

  • una madre aggressiva con la figlia, che la critica o svaluta costantemente;
  • una figlia adulta gelosa della madre, o viceversa, una madre che prova gelosia per la vita della figlia;
  • un rapporto simbiotico tra madre e figlia adulta, dove i confini sono labili e l'autonomia è ostacolata;
  • la figlia viene coinvolta in una triangolazione famigliare per gestire un conflitto di coppia dei genitori;
  • si instaura una forma di dipendenza affettiva che lega la figlia alla madre, o viceversa;
  • la madre assume un comportamento invalidante o 'castrante' verso la figlia;
  • sono presenti dinamiche di violenza psicologica, verbale o emotiva.

Madri e figlie: conflitti irrisolti e il peso del giudizio

Come abbiamo visto, non sempre il conflitto si esaurisce con l'adolescenza. Anzi, spesso si trasforma. Un momento di svolta cruciale si verifica quando la figlia diventa a sua volta madre: è qui che possono attivarsi delle 'pretese di risarcimento' inconsce, e si inizia a fare i conti con ciò che si sente di non aver ricevuto.

A volte, la madre può attivare inconsciamente un meccanismo di proiezione dei propri desideri, convinta di sapere cosa sia meglio per la figlia. In questi casi, la madre si aspetta che la figlia realizzi sogni o ambizioni che lei stessa non ha potuto perseguire, imponendo aspettative che non appartengono alla figlia.

Il rapporto conflittuale madre-figlia può scatenare conseguenze come litigi, incomprensioni e, a volte, anche competizione. In altri casi, quando madre e figlia non si parlano, il conflitto rimane silente.

rapporto madre figlia adulta
Andrea Piacquadio - Pexels

Quando i ruoli si invertono: la figlia che si prende cura della madre

L'inversione dei ruoli può verificarsi anche quando un genitore vive una condizione di fragilità psicologica, come depressione, disturbo bipolare, dipendenze o traumi irrisolti. In queste circostanze, può accadere che i ruoli si ribaltino e che sia la figlia ad accudire la madre, assumendosi un carico emotivo e pratico enorme.

Questa dinamica, definita accudimento invertito madre-figlia (un concetto esplorato da J. Bowlby nei suoi studi sull'attaccamento), può manifestarsi anche quando la figlia diventa la confidente e la 'migliore amica' della madre, perdendo il proprio ruolo di figlia.

La psicologia del rapporto madre-figlia ci mostra come, di fronte a queste dinamiche, una reazione comune sia quella di prendere le distanze. A volte, questo allontanamento non è un rifiuto, ma un tentativo istintivo di proteggersi e, paradossalmente, di trovare uno spazio per poter perdonare gli errori e le mancanze percepite durante la crescita.

Tuttavia, è proprio dalla crisi che può nascere un'opportunità. Affrontare la conflittualità può portare a un riavvicinamento e alla risoluzione di alcuni conflitti, passaggi fondamentali per recuperare e ridefinire il rapporto tra madre e figlia adulta.

Comprendere il legame per creare una nuova relazione

La psichiatra e psicoanalista Marie Lion-Julin, che da più di 15 anni si occupa della relazione tra madri e figlie, nel suo libro “Madri, liberate le vostre figlie” afferma:

“Liberarsi significa essere capaci di creare la propria vita con i propri criteri, senza più dipendere dall’approvazione materna. Significa anche liberarsi da una pesante eredità femminile di dipendenza trasmessa di madre in figlia”.

Le parole della Lion-Julin ci invitano a riflettere sulla necessità di 'liberarsi', ovvero di trovare la propria strada senza dipendere costantemente dall'approvazione materna. Questo processo di separazione, per quanto difficile, è un passo fondamentale per la crescita. Il rapporto con la madre, infatti, ha un'influenza profonda su aree cruciali della vita di una figlia:

  • autostima
  • indipendenza
  • relazioni
  • il modo di vivere la maternità
  • il modo di vivere la femminilità.

Come recuperare il rapporto tra madre e figlia?

Allora, come recuperare il rapporto con la figlia o con la madre? Sanare un rapporto difficile tra madre e figlia è un percorso che richiede impegno, ma è possibile. Il punto di partenza è la volontà, da parte di entrambe o anche solo di una, di mettere in discussione le proprie convinzioni e porsi in un ascolto autentico. Per avviare questo processo, mamma e figlia possono provare a:

  • accettare i limiti reciproci
  • valorizzare le risorse che hanno nutrito la loro relazione
  • perdonare quelli che sono stati vissuti come errori
  • riaprire al dialogo, collegando passato, presente e futuro.

“Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, ciò che è stato sempre, prima di ogni altro amore.”

P.P. Pasolini

A volte, però, la volontà da sola non basta. Le ferite possono essere profonde e i meccanismi relazionali così radicati da rendere difficile il cambiamento. Se ti riconosci in questa situazione e senti che la relazione con tua madre o tua figlia ti provoca una sofferenza persistente, chiedere aiuto a uno specialista può essere un passo coraggioso e trasformativo.

Con il supporto di un professionista esperto in problemi familiari, come uno psicologo online Unobravo, è possibile affrontare il conflitto madre-figlia in uno spazio protetto. L'obiettivo non è trovare un colpevole, ma comprendere le dinamiche, sanare le ferite e gettare le basi per un rapporto più equilibrato e sereno.

Libri sul rapporto madre-figlia

Per chi desidera approfondire ulteriormente, la letteratura offre numerosi spunti di riflessione. Ecco alcuni libri sul rapporto tra madre e figlia e sulla psicologia della maternità che possono offrire nuove prospettive, oltre al già citato testo di Marie Lion-Julin:

  • Madri e figlie allo specchio. La relazione madre-figlia e le costellazioni familiari spirituali, S. Viapiana, edizioni Tecniche Nuove
  • Le mani della madre. Desiderio, fantasmi ed eredità del materno, M. Recalcati, Universale Economica Feltrinelli
  • Le madri non sbagliano mai, G. Bollea, Universale Economica Feltrinelli
  • Una donna, A. Ernaux, L’Orma editore
  • Il vino della solitudine, I. Nemirovsky, Adelphi
Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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