Quando si parla di ciclo della violenza nella coppia si include anche la violenza psicologica, una specifica forma di violenza domestica, in cui uno dei due partner è vittima di comportamenti e di atteggiamenti molesti da parte dell’altro, con lo scopo di possederne il controllo. In questo articolo analizzeremo la violenza psicologica subita dalla donna all’interno di una relazione.
La violenza psicologica
I casi di violenza domestica denunciati dalle donne rappresentano soltanto la punta di un iceberg e spesso riguardano maltrattamenti e abusi fisici: sia giuridicamente sia socialmente non viene ancora data la giusta importanza agli attacchi psicologici subiti dalle vittime.
La violenza psicologica appare infatti, come una violenza “pulita”, che non lascia tracce, costituita da micro violenze difficili da identificare ma con conseguenze psicologiche molto pesanti per le vittime. Ne è un esempio lampante il gasligthing, che in Italia è identificato come reato, pur essendo una forma di violenza psicologica.
Chi subisce violenza può sviluppare disturbi psicosomatici o malessere psichico sotto forma di attacchi di panico, disturbi d’ansia e, in alcuni casi, sviluppare un vero e proprio disturbo da stress post-traumatico.
In quali relazioni si sviluppa la violenza psicologica?
Secondo la psichiatra e psicoanalista Sandra Filippini, che ha una vasta esperienza di lavoro nei Centri Anti Violenza, i maltrattamenti psicologici si sviluppano maggiormente nelle relazioni perverse, connotate da un forte aspetto di distorsione della realtà da parte dell’aggressore.
All’inizio è molto difficile riconoscere dei tratti perversi nella relazione di coppia, poiché entrano in circolazione nel rapporto in modo subdolo: per lungo tempo infatti, la donna non ha una chiara percezione di quello che sta succedendo e si sente confusa e disorientata.
Questa sensazione può essere compresa se pensiamo al meccanismo psicologico del gaslighting: un comportamento perverso e manipolatorio, che induce l’altra persona a dubitare:
- di se stessa
- dei suoi sentimenti
- delle sue idee e delle sue percezioni
generando in lei confusione, fino ad arrivare in casi estremi, alla sensazione di stare impazzendo.
Chi sono gli uomini che maltrattano le donne?
Le caratteristiche di personalità degli uomini che maltrattano le loro compagne sono talvolta riconducibili a un disturbo di personalità come quello narcisistico, inteso nelle sue molteplici declinazioni, descritte molto bene dallo psichiatra e psicoanalista Vittorio Lingiardi nel libro Arcipelago N. Variazioni sul narcisismo.
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), il disturbo narcisistico di personalità è caratterizzato da:
- grandiosità
- bisogno di ammirazione
- mancanza di empatia.
Per il narcisista gli altri non esistono in quanto individui, ma solo come oggetti da usare come specchi, in cui verificare la propria identità e sostenere la propria autostima. Il narcisista in amore appare quindi come incapace di amare e di coltivare una relazione vera: può farlo solo adottando un registro perverso.
In quest’ottica, è possibile comprendere come le donne possano subire il fascino di uomini apparentemente brillanti e attraenti, finendo intrappolate in quelle che vengono definite relazioni tossiche.
Come riconoscere i segnali della violenza psicologica?
Molto spesso si pensa di non avere a che fare con la violenza di coppia se non arrivano le aggressioni fisiche: è quindi estremamente importante riuscire a riconoscere i segnali della violenza psicologica, per poter chiedere aiuto.
Marie-France Hirigoyen, psichiatra e psicoanalista esperta in vittimologia, nel suo libro Sottomesse. La violenza sulle donne nella coppia ha descritto molto chiaramente i diversi atteggiamenti molesti messi in atto dall’aggressore nei confronti della propria compagna: vediamoli meglio.
Il controllo
Consiste nel sorvegliare qualcuno per imporgli un modo specifico di fare le cose, al fine di dominarlo. Possono tentare di controllare le ore di sonno, le spese, l’orario dei pasti, le relazioni sociali e addirittura i pensieri. Inoltre, può accadere che alla donna venga impedito di fare carriera o di studiare.
L’isolamento
L’uomo fa in modo che la vita della donna ruoti unicamente intorno a lui, impedendole progressivamente, con delle scuse, di vedere la sua famiglia, i suoi amici fino ad arrivare a negarle il diritto di lavorare e di avere una vita sociale. Con questa strategia, la donna diventa sempre più dipendente dal suo compagno, che rimane per lei il suo unico punto di riferimento.
La gelosia patologica
Questo tipo di gelosia si manifesta con comportamenti di possessività verso il partner e non si fonda su alcun elemento reale. L’uomo cede alla gelosia in amore a causa di un senso di perdita di autostima:
- pretende dalla compagna una presenza continua ed esclusiva
- nutre sospetti costanti nei suoi confronti
- la rimprovera e le attribuisce false intenzioni
- cercherà le prove per giustificare la sua gelosia e le estorcerà confessioni.
La gelosia patologica può riguardare anche eventi del passato sentimentale della donna, di cui l’uomo non può avere alcun controllo e per questo viene definita anche “paranoia coniugale”.
Umiliazioni e critiche avvilenti
Le umiliazioni fratturano l’identità della vittima e mostrano come quest’ultima non sia che una valvola di sfogo su cui il narcisista riversa la propria rabbia. Gli insulti, gli svilimenti e la sistematica denigrazione negano l’alterità della donna in quanto persona e fanno in modo che lei stessa si convinca di non sentirsi degna di essere amata.
Spesso le umiliazioni sono a contenuto sessuale e provocano un ulteriore senso di vergogna nella vittima, che difficilmente vorrà chiedere aiuto. A ciò si aggiungono:
- atteggiamenti sarcastici
- parole offensive
- discorsi sprezzanti
- osservazioni sgradevoli
sempre con lo scopo di annientare l’autostima e la dignità della donna.
Intimidazioni e minacce
Sbattere una porta, rompere un oggetto per esprimere la propria rabbia, guidare in modo pericoloso, arrivare a giocherellare con un coltello in mano o a molestare l’animale domestico: sono tutti comportamenti messi in atto per dimostrare alla compagna la propria forza e incuterle terrore. Per mantenere il proprio potere sulla donna, poi, il narcisista può ricorrere alle minacce:
- toglierle i figli (che spesso sono vittime secondarie di violenza assistita)
- picchiarla
- lasciarla senza soldi
- fare del male ai suoi conoscenti
- suicidarsi.
Quest’ultimo ricatto è estremamente grave, poiché fa sorgere nella vittima profondi sentimenti di colpa, difficili da arginare.
L’indifferenza alle richieste affettive
Poiché l’altro è usato come un oggetto, non ci si deve meravigliare della mancanza di interesse per i suoi sentimenti e i suoi bisogni. Il narcisista può arrivare persino ad essere incurante dello stato fisico o psicologico della sua compagna, ad esempio:
- desiderando un rapporto intimo dopo una discussione violenta
- volere che si occupi delle faccende domestiche quando è ammalata
- rifiutarsi di accompagnarla in ospedale, se è invece necessario.
Travisare il linguaggio
Anche durante una lite violenta, il partner violento mantiene un tono di voce neutrale, facendo in modo che la donna, esasperata, alzi la voce per rinfacciarle di essere un’isterica. I messaggi sono intenzionalmente vaghi, imprecisi e lasciati a metà, per alimentare la confusione e fare in modo che la donna vada alla ricerca di cosa abbia detto o fatto di male e provi senso di colpa verso il partner.
A chi chiedere aiuto?
In tutta Italia sono presenti i Centri Anti Violenza, nati proprio con lo scopo di dare ascolto, supporto e aiuto alle donne vittime di violenza. Il Dipartimento per le pari opportunità ha inoltre da tempo istituito il 1522, il numero antiviolenza e stalking, attivo 24 ore su 24 e sempre gratuito.