Psicologia dello sport
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Sport e attività fisica post pandemia

Sport e attività fisica post pandemia
Sport e attività fisica post pandemialogo-unobravo
Francesco Papalini
Francesco Papalini
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Psicodinamico
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
17.2.2021

S. Freud considerava le attività sportive come un modo per scaricare le nostre pulsioni, attraverso il meccanismo di difesa della sublimazione. Lo sport ha sempre fatto parte della quotidianità di alcuni di noi: permette di esprimersi e di restare in contatto con se stessi e regala innumerevoli effetti benefici per la salute e il miglioramento della qualità della vita. Dopo più di un anno di pandemia siamo davvero diventati osservatori e non più partecipanti dell’attività sportiva?

Come ci ha aiutato lo sport durante la pandemia?

Durante la pandemia da COVID-19, l’attività fisica e lo sport, sia a livelli amatoriali che professionistici, hanno subito notevoli limitazioni. Basti pensare al rinvio delle Olimpiadi di Tokyo ed al Campionato Europeo di calcio Euro 2020, posticipati entrambi al 2021.

Abbiamo vissuto la chiusura di centri sportivi di ogni genere, dalle palestre ai campi da gioco, dalle sale da ballo alle piste d’atletica. Nel nostro piccolo, abbiamo cambiato le nostre abitudini: prima interrompendo quasi totalmente l’attività fisica, confinando qualsiasi disciplina individuale alla nostra abitazione o in zone limitrofe, poi riuscendo a districarci in pratiche comunque lontane dal contatto con l'altro.

A partire dal 26aprile, in Italia è stato possibile tornare nelle palestre oppure a cimentarsi negli sport di contatto, purché all’aperto. In questo articolo vedremo come lo sport ci ha aiutato durante la pandemia e quali sono i fattori psicologici che possono interferire con il riappropriarsi di una modalità sportiva pressoché convenzionale.

Stress, paura e grandi cambiamenti di vita sono le parole chiave che hanno caratterizzato l’ultimo anno trascorso. A fine 2020, l’Ordine degli psicologi della regione Umbria elabora un  decalogo per la promozione della salute e nel quale mette al centro l’attività sportiva. Un appello rivolto alla persona, che può così imbracciare più armi possibili per contrastare e fronteggiare il virus.

Lo sport è cambiato: fino a poco tempo fa tutto ciò che era consentito poteva essere fatto in solitudine oppure in compagnia della famiglia o della webcam, ma non certo nelle modalità che stiamo riscoprendo in questo periodo. Il Ministero della Salute elenca moltissimi benefici che si ottengono dalla pratica sportiva e che toccano tutti, a qualsiasi età e in qualsiasi luogo, perché ad oggi si può fare movimento anche con un semplice click, utilizzando uno smartphone o il PC.

Karolina Grabowska - pexels

Rischi della sedentarietà

La sedentarietà e l’inattività fisica sono due condizioni differenti. I rischi per la salute però, sono da considerarsi collegati. È importante ricordare che svolgere un’attività fisica sistematica promuove una risposta antinfiammatoria e va a ridurre gli effetti dell’immunosenescenza, cioè del decadimento della risposta immunitaria. Tale condizione predispone ad un progressivo aumento delle patologie infettive, oncologiche e autoimmunitarie negli individui anziani, ovvero quella porzione di popolazione considerata più vulnerabile al COVID-19.

Le persone considerate attive fisicamente, invece, presentano:

  • una sintomatologia meno grave;
  • un tempo di recupero minore; 
  • una più passa probabilità di infettare gli altri;
  • la possibilità di sviluppare un’immunità migliore a seguito della vaccinazione.

Diventa quindi necessario essere attivi fisicamente anche in caso di restrizioni dovute alla gestione della pandemia da Covid-19 proprio per aiutare il sistema metabolico e immunitario ad allentare gli effetti negativi provocati da sedentarietà e mancanza di attività fisica, acuiti dal continuo isolamento sociale.


I vantaggi del movimento

L'attività fisica regolare riduce significativamente gli stati patologici considerati come degenerativi. Inoltre, se regolare, aumenta l’aspettativa media di vita andando ad inibire lo sviluppo di alcune patologie come:

  • le malattie cardiovascolari;
  • il diabete;
  • le malattie neoplastiche del colon;
  • la depressione; 
  • il rischio di fratture al femore e vertebrali;
  • l'aumento del peso corporeo;
  • l’insorgenza di malattie croniche;

L’attività fisica rappresenta, in ogni sua forma, una grande risorsa per salvaguardare e coltivare il nostro benessere fisico e mentale, soprattutto in un periodo così complesso e faticoso.

Riapertura delle palestre: quali possibili ostacoli alla ripresa delle attività sportive?

L’attività fisica rappresenta, in ogni sua forma, una grande risorsa per salvaguardare il nostro benessere fisico e mentale, soprattutto in un periodo così complesso che si evolve rapidamente. Le varie modalità di riapertura infatti, stanno consentendo sempre di più la pratica sportiva in gruppo.

Nonostante le riaperture, è possibile che la percezione del rischio legato al contagio, più pronunciato in questo momento storico, permanga elevata, portando a una maggiore difficoltà nel riprendere l'attività sportiva. L’ansia da covid è un’altra componente che potrebbe interferire: considerata come un fattore di vulnerabilità durante la pratica sportiva, può portare all’insorgenza di uno stato negativo costituto da nervosismo, preoccupazione ed apprensione. D'altra parte la ripresa delle attività fisiche potrebbe essere vissuta anche come una liberazione, soprattutto in contesti non agonistici.

Cosa fare allora? Porsi in una posizione di osservazione delle emozioni negative e positive che entrano in gioco durante il periodo di allentamento graduale delle restrizioni potrebbe aiutarci a porre sulla nostra bilancia decisionale quelle che sono le nostre paure ed angosce da un lato, in contrapposizione con il bisogno di socialità e di libertà dall’altro.  


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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