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Crescita personale
5
minuti di lettura

Dal senso di colpa alla responsabilità

Dal senso di colpa alla responsabilità
Giulia Cavallini
Psicoterapeuta ad orientamento Gestaltico Fenomenologico-Esistenziale
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
4.12.2025
Dal senso di colpa alla responsabilità
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Quando parliamo del senso di colpa, pensiamo subito a una situazione in cui avremmo potuto agire diversamente e che ora ci provoca sofferenza e disagio. Sentirsi colpevoli implica spesso il nascondere un atto o un pensiero di cui non siamo fieri, che in qualche modo rappresenta un errore o un bias cognitivo rispetto ai nostri valori e alle nostre credenze.

Ma quando si passa dal senso di colpa alla responsabilità?

La persona che, ad esempio, prova senso di colpa verso il partner, tende a rimproverarsi, confrontandosi con le proprie aspettative e con l’immagine di un Sé ideale, costruita nel tempo e influenzata dalle esperienze passate.

Secondo una prospettiva fenomenologico-esistenziale, la colpa rappresenta il luogo in cui l’individuo non è pienamente in contatto con sé stesso e con il mondo esterno. Il senso di colpa si manifesta attraverso:

  • impossibilità di agire;
  • sentimenti di vergogna e dolore;
  • pensieri intrusivi e disfunzionali legati alla svalutazione di sé.

La colpa nell’ottica psicoanalitica

Nel saggio Azioni ossessive e pratiche religiose (1907), Freud descriveva il senso di colpa come

“(…) una coscienza di colpa, dunque, che dobbiamo definire inconscia nonostante l'apparente contraddizione di termini. Essa ha la sua fonte in determinati processi psichici remoti, ma viene costantemente rianimata nella tentazione che si rinnova ad ogni occasione attuale, e d'altra parte fa sorgere un'angoscia d'attesa sempre in agguato, un'attesa di sciagura, connessa, mediante l'idea di punizione, alla percezione interiore della tentazione.
EKATERINA BOLOVTSOVA - Pexels

La psicoanalista Melanie Klein sottolineava come “l’ansia sia inestricabilmente legata all'angoscia” e quindi alla pulsione di morte e alla distruttività: un senso di colpa legato alla privazione e all'impoverimento del Sé.

In questa breve panoramica psicoanalitica, la colpa sembra non essere visibile né comprensibile a chi la prova, ma i suoi effetti sono spesso evidenti:

  • introflessioni
  • somatizzazioni
  • punizioni fisiche e psicologiche
  • paralisi.

Portare la colpa in luce

Portare alla luce, a livello conscio, i meccanismi che alimentano la colpa significa evidenziarli e riconoscerli nel malessere esistenziale o nell’inquietudine che si muove in modo indefinito e misterioso nel mondo interno individuale.

Il senso di colpa può essere sviato da diversi meccanismi di difesa, spostandosi da un oggetto o da un tema a un altro. La colpa può:

  • essere separata e proiettata su qualcun altro;
  • essere sfruttata per ottenere un godimento masochistico (introflessione della colpa) o per esercitare un controllo sadico: in quest'ultimo caso si parla di manipolazione affettiva dell’altro attraverso la colpa.
Anna Shvets - Pexels

Passare dalla colpa alla responsabilità

Mettere in luce sentimenti, rappresentazioni, aspettative, ipotesi e fantasie aiuta a ricercare le radici della colpa e a sostituirla con una rinnovata responsabilità. L’analisi di questi aspetti mostra come responsabilità e senso di colpa siano strettamente collegati a fenomeni come la rabbia, il controllo dei pensieri, la fusione tra pensiero e azione, la resistenza ad assumere ulteriori responsabilità, la procrastinazione e i compiti non completati (Rachman, 1993).

Essere responsabili significa prendere coscienza delle proprie scelte e intenzioni, aprendosi a nuove e spesso inesplorate chiavi di lettura.

Assumersi la responsabilità vuol dire poter “abitare” fino in fondo sé stessi, anche quando ci sono aspetti non desiderabili da affrontare o intenzioni difficili da esplicitare.

La responsabilità consiste nel rendere visibili i sentimenti di colpa, stabilendo origine e forma al loro manifestarsi. Nella terapia della Gestalt, la responsabilità è intesa come “abilità a rispondere”. Una capacità che si può:

  • allenare osservando sé stessi in pieno contatto con gli altri e con il mondo esterno;
  • coltivare partecipando attivamente alle dinamiche in cui siamo immersi, in modo funzionale e creativo.

Suggerimenti pratici per distinguere tra colpa e responsabilità nella vita quotidiana

Riconoscere la differenza tra colpa e responsabilità può essere fondamentale per il benessere emotivo. Ecco alcuni suggerimenti pratici per orientarsi nella vita di tutti i giorni:

  • Chiediti se il senso di colpa è proporzionato: Valuta se la tua reazione emotiva corrisponde realmente all'evento accaduto o se stai assumendo colpe che non ti appartengono.
  • Identifica ciò che puoi controllare: Concentrati sulle azioni e sulle scelte che dipendono da te, evitando di assumerti responsabilità per ciò che è fuori dal tuo controllo.
  • Accogli l'errore come occasione di crescita: Considera gli sbagli come opportunità per imparare, piuttosto che come motivo per punirti.
  • Comunica apertamente: Esprimere i propri sentimenti e chiedere chiarimenti può aiutare a ridimensionare la colpa e a favorire la responsabilità condivisa nelle relazioni.
  • Pratica l'auto-compassione: Ricordati che essere responsabili non significa essere perfetti, ma riconoscere i propri limiti e agire con consapevolezza.

Applicare questi suggerimenti nella quotidianità può aiutare a vivere in modo più sereno e autentico, contribuendo a trasformare la colpa in una risorsa per la crescita personale.

Foto di Anastasia Bekker – Pexels

Implicazioni cliniche e strategie per favorire la responsabilità

Un senso di colpa eccessivo o cronico può avere ripercussioni significative sul benessere psicologico, risultando spesso associato allo sviluppo di disturbi ansiosi e depressivi.

In particolare, il senso di colpa patologico di tipo empatico — ovvero quello che nasce dall’assunzione eccessiva di responsabilità per la sofferenza altrui — è stato correlato a livelli più elevati di empatia, ma anche a un maggiore rischio di burnout e di fatica da compassione, soprattutto tra i professionisti della cura, come gli infermieri. (Duarte & Pinto-Gouveia, 2017).

In ambito clinico, è fondamentale aiutare la persona a distinguere tra colpa reale e colpa immaginaria, promuovendo l’assunzione di responsabilità in modo sano.

Alcune strategie terapeutiche utili includono: la ristrutturazione cognitiva, che può aiutare a identificare e modificare i pensieri distorti che alimentano la colpa patologica, favorendo una visione più realistica delle proprie azioni; tecniche di auto-riflessione, come scrivere un diario o praticare la mindfulness, che possono aiutare a riconoscere le emozioni legate alla colpa e a comprenderne l’origine; lo sviluppo dell’empatia verso sé stessi, imparando a trattarsi con gentilezza e comprensione per ridurre l’autocritica eccessiva e facilitare il passaggio dalla colpa alla responsabilità; e azioni riparative, poiché compiere gesti concreti per rimediare agli errori aiuta a trasformare la colpa in un’opportunità di crescita.

Questi strumenti, se integrati in un percorso terapeutico, possono contribuire a sostenere la persona nel processo di consapevolezza e cambiamento.

Esempi pratici: il passaggio dalla colpa alla responsabilità nelle diverse fasi della vita

Il modo in cui viviamo la colpa e assumiamo responsabilità cambia nel corso della vita. Ecco alcuni esempi che illustrano questo passaggio:

  • Infanzia: Un bambino che rompe accidentalmente un oggetto può sentirsi in colpa e temere la reazione dei genitori. Se aiutato a comprendere l'accaduto e a riparare, può imparare a trasformare la colpa in responsabilità.
  • Adolescenza: Un adolescente che delude le aspettative scolastiche può provare un senso di colpa intenso. Attraverso il dialogo e il supporto, può imparare a riconoscere i propri limiti e a prendersi la responsabilità delle proprie scelte, senza cadere nell'autosvalutazione.
  • Età adulta: Un adulto che si rende conto di aver trascurato una relazione importante può sperimentare un naturale senso di colpa. In questi casi, affrontare la situazione, chiedere scusa e impegnarsi concretamente a cambiare rappresentano esempi di assunzione di responsabilità e di crescita personale.In alcune circostanze, tuttavia, il senso di colpa può diventare pervasivo e persistente, come accade spesso nelle madri lavoratrici, per le quali tale emozione è una presenza costante nella vita quotidiana, legata al conflitto tra ruoli familiari e professionali (Elvin-Nowak, 1999).  

Questi passaggi non sono sempre lineari e possono richiedere tempo e supporto, ma rappresentano tappe fondamentali per una crescita personale equilibrata.

Colpa sana e colpa patologica: aspetti cognitivi ed emotivi

Non tutti i sensi di colpa sono uguali: distinguiamo tra colpa sana e colpa patologica. Questa distinzione è fondamentale per comprendere quando la colpa può essere un segnale utile e quando, invece, diventa un ostacolo al benessere.

  • Colpa sana: Si manifesta quando si riconosce di aver causato un danno reale a sé o agli altri. È accompagnata da emozioni come il dispiacere e il desiderio di riparare. Interessante notare che gli osservatori tendono a giudicare una persona che prova senso di colpa per un incidente accidentale come più moralmente valida, meno colpevole e meno propensa a commettere offese morali rispetto a chi non prova colpa (Anderson et al., 2021). Questa forma di colpa favorisce la crescita personale e la responsabilità.
  • Colpa patologica: Si presenta quando il senso di colpa è sproporzionato rispetto all'evento o persiste anche in assenza di una reale responsabilità. Può essere alimentata da pensieri ricorrenti di autosvalutazione e da emozioni come vergogna e ansia, portando a blocchi emotivi e comportamentali.

Le componenti cognitive della colpa includono la tendenza a interpretare gli eventi in modo distorto, ad esempio attribuendo a sé stessi colpe che non spettano. Le componenti emotive, invece, riguardano la difficoltà a gestire emozioni intense come la paura del giudizio o la vergogna. Riconoscere questi meccanismi può rappresentare il primo passo per trasformare la colpa in responsabilità.

Foto di Rocketman Productions – Pexels

Le dimensioni psicologiche, evolutive e culturali di colpa e responsabilità

Il senso di colpa e la responsabilità sono concetti che si sviluppano e si trasformano nel corso della vita, influenzati da fattori psicologici, evolutivi e culturali. Comprendere queste dimensioni può aiutare a riconoscere come la percezione della colpa e la capacità di assumersi responsabilità siano profondamente radicate nella storia personale e nel contesto sociale di ciascuno.

  • Dimensione psicologica: Il senso di colpa nasce spesso dall'interiorizzazione di regole e valori appresi nell'infanzia. La capacità di assumersi responsabilità, invece, si sviluppa con la maturazione emotiva e la consapevolezza di sé.
  • Dimensione evolutiva: Durante l'infanzia, la colpa è legata al timore di perdere l'affetto delle figure di riferimento. Nell'adolescenza, il senso di colpa può essere amplificato dal confronto con le aspettative sociali e familiari. In età adulta, la responsabilità diventa centrale nella costruzione dell'identità e nella gestione delle relazioni.
  • Dimensione sociale e culturale: Le norme culturali influenzano profondamente ciò che viene percepito come colpa e il modo in cui la responsabilità viene assunta. In alcune culture, la colpa è più legata al giudizio interno, mentre in altre prevale la vergogna sociale.

Queste dimensioni si intrecciano e contribuiscono a determinare il modo in cui ciascuno vive la colpa e la responsabilità, rendendo il percorso di consapevolezza e cambiamento un processo unico e personale.

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