Cosa si intende per perfezionismo?
È ormai ampiamente riconosciuto che la caratteristica principale di quest’epoca è la spinta al miglioramento di se stessi e al conseguimento di obiettivi, che però molto spesso sono difficili da raggiungere o addirittura irrealizzabili.
Nella società contemporanea, in cui ognuno di noi vive ed è immerso, gli standard sono altissimi e il perfezionismo domina ogni campo dell’esistenza. Siamo costantemente esortati a dare di più e a pretendere dalle nostre prestazioni risultati sempre migliori… Ma quando essere perfezionisti può diventare patologico?
Perfezionismo sano e patologico
Con la parola perfezionismo si definisce la tendenza a pretendere da se stessi o dagli altri una prestazione di qualità maggiore rispetto a quella richiesta, oltre che alla costante volontà di raggiungere obiettivi irrealistici e spesso al di sopra delle proprie possibilità.
La spinta al miglioramento e alla perfezione però non sempre può essere definita come “patologica”. Infatti, molte volte, questa può rivelarsi funzionale al raggiungimento di importanti obiettivi personali e di vita. Si può dunque compiere una distinzione tra un:
- perfezionismo sano che porta l’individuo a misurarsi con le proprie capacità e con obiettivi diversi e stimolanti;
- un perfezionismo significativo a livello clinico, dove l’autostima e il valore della persona dipendono dai risultati ottenuti dalle proprie azioni
Questo può causare un’esagerata preoccupazione di commettere errori, standard personali irragionevoli, insicurezza, dubbio e talvolta totale inazione.
Alcune caratteristiche del perfezionismo
- Non accettazione dell’errore, che viene interpretato come un fallimento personale;
- ipercriticismo e paura di non riuscire a portare a termine le proprie attività in modo perfetto, con conseguente procrastinazione;
- standard personali e prestazionali elevati, a volte irraggiungibili;
- paura del giudizio e della valutazione altrui, spesso connessa ad una sovrastima delle aspettative dell’altro;
- pensiero del “tutto o nulla”: o si raggiunge un successo oppure è un totale fallimento;
- insoddisfazione causata dal mancato raggiungimento dei propri standard o dal mancato apprezzamento dei risultati conseguiti: a ogni traguardo corrisponde un innalzamento delle aspettative.
È inoltre importante sottolineare come Il perfezionismo clinico possa avere un ruolo rilevante nell’eziologia di alcuni disturbi psicopatologici quali:
- depressione;
- disturbi d’ansia (ansia sociale, fobia sociale, disturbo ossessivo compulsivo (DOC);
- disturbo di personalità ossessivo-compulsivo (DPOC);
- disturbi dell’alimentazione (DCA).
Cosa fare se il voler essere perfetto ti blocca?
Un primo passo può consistere nel capire se la propria propensione al perfezionismo è disfunzionale o meno. Infatti, come sottolineato in precedenza, non c’è nulla di male nel voler far bene le cose o nel volersi migliorare; tuttavia, quando questa tendenza comporta insoddisfazione, inazione e sofferenza, è giusto domandarsi se questa non costituisca un danno o una limitazione alla propria esistenza.
Pertanto è utile compiere un’analisi dei costi e dei benefici rispetto alle proprie convinzioni perfezionistiche, per poter valutare i vantaggi e gli svantaggi, con le conseguenti reazioni emotive e comportamentali che si hanno nel mantenerle.
È inoltre possibile individuare le attività che si svolgono compulsivamente e attuare una progressiva diminuzione del tempo dedicatogli o sfidare il perfezionismo, mettendo in pratica comportamenti opposti a quelli finora utilizzati.
La psicoterapia può aiutare?
Lo scopo della psicoterapia è quello di uscire dalle strette maglie della perfezione ad ogni costo e portare a un cambio di prospettiva: si può essere altrimenti e si possono avere nuove possibilità.
Quando il perfezionismo diventa disfunzionale e l’esistenza dell’individuo è messa in scacco, è altresì importante rivolgersi ad un professionista. Infatti quest’ultimo potrà accompagnare la persona nel percorso di cura, favorendo la comprensione dei suoi modi d’essere e l’apertura a nuove possibilità d’azione.