Crescita personale
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Il valore della crisi psicologica

Il valore della crisi psicologica
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Ilaria Arato
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Relazionale integrato
Unobravo
Pubblicato il
7.2.2020

Le motivazioni che spingono una persona ad iniziare un percorso di psicoterapia possono essere molteplici. In questo articolo mi soffermerò in particolare su quella che a mio avviso è la condizione principale che porta a varcare la porta dello studio di psicoterapia e cioè la percezione che si stia attraversando un momento di crisi psicologica.

Che cosa significa avere una crisi psicologica? Le manifestazioni di tale crisi sono soggettive, specifiche e tipiche di ogni singola persona. Tra le principali e più diffuse si possono ad esempio rintracciare:

  • ansia
  • angoscia
  • sintomi somatici legati al corpo
  • comportamenti rabbiosi
  • difficoltà nel gestire la frustrazione
  • difficoltà di carattere relazionale che emergono nell’incontro con gli altri
  • crisi di coppia e del sistema familiare.

Se si dovesse però cercare una definizione quanto più ampia e che possa accogliere le diverse sfumature e manifestazioni di “crisi psicologica”, sicuramente si potrebbe definire “Una perturbazione o improvvisa modificazione nella vita di un individuo, che può portare con sé effetti più o meno gravi e duraturi.” Un momento, quindi, particolarmente difficile nel quale ci si sente vulnerabili e si attraversa la rottura dell’equilibrio preesistente che fino a quel momento è stato invece funzionale e funzionante.”

Karolina Grabowska - Pexels

Quali domande porsi di fronte ad una crisi: ampliare lo sguardo

La crisi porta con sé tanti modi con cui è possibile affrontarla, interpretarla e dargli senso. La mia personale visione, che mi guida nella stanza di terapia e che mi permette di aiutare chi si rivolge a me, si connette ad uno sguardo di stampo psicoanalitico. Per cui, le domande che sempre mi pongo e accompagno l’altro a porsi sono:

  • Che cosa, attraverso questa crisi, si sta ripetendo della sua storia?
  • Cosa sta cercando di elaborare e risolvere?
  • Come mai proprio ora?

Per rispondere a tali domande è necessario guardare oltre il sintomo e la sua manifestazione più concreta. Pensare la crisi come possibilità di cogliere un conflitto interno doloroso e misterioso.

In questo modo si aiuta il paziente a comprendere ancor prima di risolvere. In maniera provocatoria direi che la crisi non vada ostinatamente combattuta: va di certo contenuta ma anche valorizzata, ringraziata perché in qualche modo rappresenta e indica una strada da percorrere dentro di sé, nella direzione del poter essere più sereni e sperimentare un perduto o mai raggiunto senso di benessere.

Che cosa si ripete? 

Il malessere, manifestazione di un conflitto, come sostenuto da Freud, è l’espressione della forza psichica che conduce tutti gli sforzi a zero, la tendenza inconscia a ripetere sempre gli stessi errori, è:

“tutto ciò che è rimasto capito male e che ritorna sempre, come un’anima in pena che non ha pace finché non ottiene soluzione e liberazione.” S. Freud

È la tendenza della persona a mettersi in situazioni penose, ripetendo vecchie esperienze del passato, delle quali però non ricorda nulla: una condizione in cui “l’azione sostituisce il ricordo”.

In questa ottica, nella stanza di incontro, il tempo e lo spazio non sono solo quelli del qui ed ora, ma ritornano anche ad essere tempi e spazi passati, che si esprimono e trovano strada nella relazione con il terapeuta. Si verifica quello che, ancora Freud, definì transfert e cioè l’inconscio trasferimento nella relazione con il proprio psicoterapeuta, di contenuti passati e antichi, inaccettabili e rifiutati.

Brett Sayles- Pexels

Affrontare la crisi come opportunità

Intendere la crisi in questo modo permette di coglierne tutta la sua preziosità e valore, come qualcosa che porta con sé molto più che un comportamento disfunzionale del momento o un sintomo, ma una storia, un legame con qualcosa che finalmente può essere accolto, guardato e trasformato.
Le dinamiche relazionali del passato e ciò che accade nell’incontro specifico tra quel paziente e quel terapeuta, si intrecciano costantemente e costruiscono un dialogo continuo. È importante potersi concedere tutto il tempo necessario, affinché quella crisi che ha spinto dolorosamente il paziente a capirne di più, possa trasformarsi in un’opportunità di crescita, di attribuzione di un nuovo senso delle cose e di nuovo equilibrio. Tutto questo attraverso un affascinante viaggio introspettivo che la persona non affronta da sola ma insieme al proprio terapeuta.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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