Crescita personale
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La possibilità di accogliere se stessi

La possibilità di accogliere se stessi
La possibilità di accogliere se stessilogo-unobravo
Elena Bianchi
Elena Bianchi
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Analitico Junghiano
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il

Accogliere se stessi è un gesto che richiede un tempo e un prendersi cura. Prendersi cura non solo dei propri aspetti che tendiamo a vivere come “positivi”, ma anche di quelle parti che fatichiamo ad accettare e integrare dentro di noi.


Le parti e le emozioni che non accettiamo

Ognuno di noi ha delle parti di sé che fatica ad accettare e che cerca di nascondere sia a se stesso che all’interno delle relazioni con le altre persone. Lo psicoanalista Jung ha distinto 8 differenti tipi di carattere e personalità, che sono stati il punto di partenza per la costruzione del test delle 16 personalità. Si tratta di uno strumento che ha lo scopo di aiutare a conoscere meglio e valorizzare le proprie caratteristiche, anche quelle che possono non piacerci.

Spesso infatti tendiamo a considerare le parti di noi stessi che non ci piacciono come parti negative e reiette, che dobbiamo in qualche modo allontanare e nascondere. A volte le consideriamo come le parti più “deboli” quelle più vulnerabili e che possono essere facilmente attaccate dagli altri. Sistematicamente queste parti trovano il modo di emergere e di interferire anche all’interno delle nostre relazioni personali.

Quando cerchiamo di allontanare e non guardare quelle parti, per noi fonte di fatica, ecco che emergono con tutta la loro intensità. Più le allontaniamo e cerchiamo di respingerle e più cercheranno di emergere con forza e farsi sentire.

Oltre a parti di noi stessi che fatichiamo a riconoscere e ad accogliere, a volte possiamo avere a che fare anche con emozioni che non vorremmo provare. Possiamo essere arrabbiati o tristi e non voler accogliere quel vissuto dentro di noi, oppure cercare di nasconderlo: questo può portarci a trattenere quel vissuto senza poterlo esprimere e accogliere.


Cosa significa accogliere se stessi?

La parola “accogliere” mi piace molto perché rimanda a una parte delicata che accetta senza giudicare. Accogliere se stessi penso sia questo: guardare con delicatezza e gentilezza anche i nostri aspetti che ci costano fatica e che vorremmo allontanare e respingere.

“Accettarsi” è un percorso che richiede un tempo che può essere differente per ognuno di noi, dato che ogni persona ha la sua storia e i suoi vissuti che possono rendere più o meno agevole questo percorso di accettazione. Con il tempo, se ascoltiamo gli aspetti che ci risultano più complicati e li accogliamo dentro di noi, possiamo pian piano conoscerli e cercare di integrarli. Conoscere queste parti ci permette di non averne paura e riuscire ad accettarle.

Daniel Xavier - Pexels

Accogliere non è accettare passivamente

È possibile che, rimanendo in qualche modo inconsapevoli, queste parti possano generare in noi un timore di fronte a qualcosa che non conosciamo totalmente e che vorremmo cercare di allontanare e vivere come altro da noi.

Accogliere se stessi può aiutarci anche a vivere in maniera diversa le nostre relazioni. A volte, nella relazione con l’altro, possiamo sentirci respinti, non considerati e possono crearsi delle incomprensioni se fatichiamo a essere consapevoli di quelle che sono le “nostre parti”. Senza rendercene conto possiamo rischiare di vedere nell’altro aspetti che respingiamo in noi stessi e che, notati sull’altra persona, appaiono fastidiosi.

Accogliere non significa accettare “passivamente” quelle parti per noi difficili da integrare. Se ci sono delle parti di noi che viviamo con difficoltà, possiamo anche pensare di trasformarle, nell’ottica di un percorso di crescita. Il punto di partenza è quello di riconoscerle e accoglierle dentro di noi, creando lo spazio per poterle guardare.


Verso un percorso di accoglienza

Ecco alcuni spunti di riflessione che possono aiutarci nel percorso di accettazione di noi stessi:

  • ascoltare se stessi: l’ascolto di sé non è così scontato. A volte possiamo non prestare attenzione a quello che proviamo o che vorremmo per cercare di accontentare gli altri;
  • la tendenza a giudicare se stessi: è importante prestare attenzione ai giudizi e alle critiche che volgiamo a noi stessi. Un atteggiamento giudicante e ipercritico nei confronti di noi stessi può però rendere difficile un percorso di accettazione. Ogni azione o comportamento rischia di essere vissuto come un nostro errore. L’invito è quello di guardare con più delicatezza anche i nostri sbagli;
  • evitare i confronti con gli altri: il confronto con gli altri tende ad allontanarci da noi stessi. Attraverso il confronto ci si tende a paragonare ad altri considerati ideali. Spesso tendiamo a generalizzare quando ci confrontiamo con gli altri e pensare che tutte, o la maggior parte delle persone, siano così. Questo ci può far sentire sbagliati.

In alcune situazioni può essere utile chiedere una consulenza psicologica per capire quali possono essere delle strategie utili in questo percorso di crescita.


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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