Psicologia infantile
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Leggere le fiabe ai bambini: 5 effetti benefici

Leggere le fiabe ai bambini: 5 effetti benefici
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Ilaria Della Annecchini
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Relazionale Integrato
Unobravo
Pubblicato il
7.2.2020


Secondo la psicologa infantile Sally Goddard Blythe, direttrice dell'Istituto di Psicologia Neurofisiologica di Chester e autrice di The Genius of Natural Childhood, le fiabe consentono l’accesso ad esperienze immaginarie che plasmano il modo di stare al mondo:

"Le fiabe sono importanti non perché mostrano ai bambini com'è la vita, ma perché danno forma a paure e sogni profondi sulla vita attraverso la fantasia".

I 5 effetti benefici della lettura condivisa delle fiabe

Le fiabe sono uno strumento fondamentale per lo sviluppo del bambino. Ecco di seguito cinque degli effetti benefici che leggere una fiaba porta a un bambino.

1. Favorisce la creazione di una ritualità rassicurante

La fase di addormentamento è un momento particolarmente delicato ed emotivamente intenso, nel quale il bambino fa esperienza della separazione: il ponte tra veglia e sonno richiama una sospensione del rapporto con le figure di accudimento, che suscita ansia connessa al timore della perdita e dell’abbandono.

Il piccolo di casa non può scoprire da solo la strada verso una serena igiene del sonno, ma ha bisogno di accompagnamento. Se troverà genitori accoglienti e flessibili, capaci di contenere le sue ansie attraverso la creazione di piacevoli routine, il bambino non sperimenterà l’addormentarsi come rischio della perdita ma come un modo diverso nel quale il legame continua ad esistere, cullato nell’affidabilità delle cure e degli affetti.

Il racconto delle fiabe nella fase di addormentamento può diventare un rituale rassicurante, piccolo dono d’amore che reca un messaggio di presenza e disponibilità: “Questo è un tempo tutto per noi!”. Il senso psicologico del dono è infatti un atto di generosità e di amore.

L’importanza di tale rituale, fonte di conforto e rassicurazione nella diade genitore-bambino, è consigliata anche dalla psicologia dell’emergenza. Di fronte a traumi derivati da terremoti e disastri naturali, la narrazione della fiaba può rappresentare un elemento di continuità pre-traumatica, uno spazio di vicinanza socio-emotiva e un momento di distrazione dalla difficoltà.

2. Consente la creazione di un tempo di qualità in famiglia

Quando raccontiamo una fiaba, permettiamo anche a noi stessi di entrare in contatto con il nostro “bambino interiore”, un’esperienza di riconnessione messa al servizio del figlio, in grado di facilitare il dialogo e favorire l’instaurarsi di un clima intimo e partecipe, fonte di benessere per tutta la famiglia.

La fiaba, inoltre, potrebbe aiutare l’adulto a trattare tematiche complesse quali, ad esempio, separazione, morte, abbandono e conflitto. A tale proposito, la collana Le Comete edita da Franco Angeli, include volumi dedicati con racconti e approfondimenti a tema: Le Fiabe per

  • gestire la rabbia; 
  • spiegare l’adozione;
  • insegnare le regole;
  • affrontare i distacchi, il bullismo o i conflitti, ed altre.

3. Aiuta ad affrontare le difficoltà della vita

I temi attorno ai quali sono costruite le fiabe attingono ad un patrimonio di contenuti universali riguardanti l’esistenza, in cui ognuno di noi si imbatte nel corso della vita. Le immagini e gli eventi delle fiabe danno, dunque, una forma metaforica a qualcosa di collettivo nel quale, però, ognuno può riconoscere aspetti di sé e del suo mondo interno.

La fiaba suggerisce che, nel corso di ogni normale processo di sviluppo, bisognerà affrontare momenti di difficoltà e sofferenza. Insegnano che l’accesso alla possibilità di godere della vita passa attraverso l’accettazione dell’inevitabile sofferenza, entrando in dialogo con il limite umano, accogliendo la parte infantile bisognosa e il suo cammino di integrazione con la parte adulta, che dei bisogni si prende cura.

Attraverso l’identificazione con i protagonisti, i bambini sperimentano fiducia e speranza: le fiabe diventano strumenti per scoprire narrazioni alternative dei problemi, percepire in modo diverso la realtà, scovare nuove soluzioni, nella prospettiva rassicurante del lieto fine.

Andy Kuzma - Pexels

4. Fa fare esperienza dei “mostri”

“Le favole non insegnano ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già che esistono. Le favole insegnano ai bambini che i draghi si possono sconfiggere” G. K. Chesterton

I mostri delle fiabe possono essere pensati come una raffigurazione dei vissuti ingovernabili che il bambino scopre nel suo mondo interno, come rabbia, invidia, odio, gelosia. Questi sentimenti, proiettati sui personaggi di un racconto, assumono un volto e possono essere osservati con un distacco utile a prendervi confidenza. Inoltre, le fiabe funzionano un po' come la mente infantile stessa: tutto è suddiviso, semplicisticamente, in buono-cattivo. Questa chiara dicotomia ha due importanti conseguenze positive:

Rassicura dalle incertezze

Senza “zone grigie” o ambivalenze, il bambino si rassicura. Le incertezze e le ambiguità che creano ansia cedono il posto a scenari prevedibili. “Anche se l'eroe o l'eroina al centro del racconto incontrano difficoltà lungo la strada, i bambini possono sentirsi sicuri che essi andranno comunque nella direzione giusta", afferma Goddard Blythe.

● Crea una "distanza protettiva"

Identificando chiaramente nei cattivi della trama tutte le parti paurose e distruttive di sé, il bambino può padroneggiarle. Come il protagonista, è in cerca della buona strada. In questa impresa si muove per prove ed errori, la narrazione avviene fuori dal tempo, in un luogo incantato, e questo crea una distanza protettiva.


Un ulteriore elemento di sicurezza è rappresentato dalla presenza dell’adulto che, leggendo la fiaba, legittima i vissuti e li bonifica dagli aspetti terrifici e soverchianti.

Marta Wave - Pexels

5. Permette di conoscere sé stessi e il proprio mondo interiore

Più in generale, la fiaba permette al piccolo di entrare in contatto con il suo mondo interiore: attraverso le vicissitudini dei personaggi e le prove che si accingono a superare, permette di esplorare le diverse emozioni, anche quelle più complesse. Il bambino prende contatto con i vissuti emotivi in modo partecipe, ma da una distanza che permette di “vederli”, imparando a riconoscerli, nominarli e, quindi, esprimerli.

Un’opportunità per crescere

Non c’è nulla nei racconti, neppure in quelli apparentemente più crudi, che non sia già presente nella mente umana. Leggendo le fiabe non rinforziamo fantasie distruttive, non avalliamo sentimenti di odio. Piuttosto, rischieremmo di privare nostro figlio dell’opportunità di riconoscere che anche altri hanno le stesse fantasie o provano le stesse emozioni, lasciandogli credere di essere l’unico al mondo a fare tali esperienze.

“Ciò rende le sue fantasie veramente terrificanti. Invece l’apprendere che altri hanno fantasie uguali o simili alle nostre ci fa sentire parte dell’umanità e dissipa la nostra paura che il fatto di avere simili idee distruttive ci abbia escluso dalla società” B. Bettelheim

Un’occasione da non perdere

Le potenzialità a cui si è accennato sono insite nella natura stessa della fiaba, che si configura come uno luogo psichico intermedio tra simbolo e realtà: qui, come nel gioco, si genera la possibilità di aprire spazi di pensabilità per temi che, altrimenti, faticherebbero a:

  • trovare nelle parole il veicolo adatto ad un bambino;
  • generare ordine e dare forma al caos;
  • conferire comunicabilità e senso a vissuti altrimenti vaghi e pervasivi.


Gli effetti benefici che abbiamo esplorato permettono di pensare alla fiaba non solo come strumento educativo, ma anche come occasione trasformativa che ha nella relazione genitore-figlio il suo catalizzatore.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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