Gravidanza e maternità
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L’impatto psicologico della gravidanza a rischio: il caso della nascita pretermine

L’impatto psicologico della gravidanza a rischio: il caso della nascita pretermine
L’impatto psicologico della gravidanza a rischio: il caso della nascita preterminelogo-unobravo
Veronica Dominici
Veronica Dominici
Redazione
Psicologa ad orientamento Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il

La gravidanza è un momento di grandi cambiamenti psicologici e fisiologici, accompagnato da un turbinio di emozioni contrastanti come felicità, gioia, paura e impotenza. In questa particolare fase di vita, la donna passa dall’essere figlia all’essere madre affrontando una vera e propria elaborazione e riorganizzazione della propria identità. La gravidanza a rischio può far emergere vissuti di angoscia e di morte con sentimenti intensi di tristezza e paura: ha quindi un fortissimo impatto psicologico.

Entrambi i genitori creano delle rappresentazioni mentali relative al loro nuovo ruolo e nei confronti del nascituro. Tali rappresentazioni sono molto importanti per la futura relazione con il bambino, poiché guidano il reale comportamento interattivo con il proprio figlio. I genitori si preparano al suo arrivo creando per lui uno spazio sia mentale che fisico:

  • in una prima fase della gravidanza avviene l’accettazione del feto come parte integrante di sé: la madre vive in uno stato di completa "fusione narcisistica" che dura generalmente fino alla comparsa dei primi movimenti fetali;
  • nella seconda parte, avviene l’accettazione del bambino come altro da sé, visto come distinto e reale: questo permette di prepararsi alla nascita e quindi ad una prima separazione da lui.

Conseguenze psicologiche di una gravidanza a rischio

Le esperienze vissute in gravidanza sono considerate degli eventi che possono avere un forte impatto psicologico nella donna che sta per diventare mamma. La ferita e la delusione delle aspettative di una gravidanza "normale" possono far insorgere la paura del parto oppure la paura di perdere un figlio in gravidanza. Può accadere inoltre che le procedure mediche richieste dalla situazione siano effettuate senza informare adeguatamente la donna o anche senza il suo consenso (in questi casi parliamo di violenza ostetrica). Può conseguirne un atteggiamento depressivo, caratterizzato da:

  • sensi di colpa
  • abbassamento dell’autostima
  • auto svalutazione della propria capacità generativa.

Questi vissuti e sentimenti possono poi incidere sul legame di attaccamento con il bambino, portando la madre a ricorrere a meccanismi di difesa come la razionalizzazione e la negazione. Il ricorso a tali meccanismi può portare al disinvestimento emotivo e ad una rappresentazione poco strutturata del bambino.

Isaac Taylor - Pexels

Gravidanza a rischio: la nascita pretermine

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si definisce prematuro il bambino nato prima della 37° settimana di gestazione. Una nascita prematura può provocare nel bambino problemi a breve termine e a lungo termine, particolarmente gravi se la nascita si compie prima delle 34 settimane.

Quando dopo una gravidanza a rischio il bambino nasce prematuro, si assiste ad una brusca interruzione nella relazione fisica madre-bambino, non solo per via del parto spesso d’urgenza, ma anche perché generalmente il bambino viene trasferito in un reparto di terapia intensiva neonatale (TIN).


Non è come l'avevo immaginato

La nascita prematura interrompe proprio la seconda fase della gravidanza, in cui avviene il processo di separazione dal bambino, determinando nella madre grosse difficoltà a mantenere delle rappresentazioni del figlio coerenti e a strutturare un legame di attaccamento sano.

Il legame di attaccamento ha inizio in gravidanza: le madri di bambini nati pretermine mostrano minore coerenza e accettazione della condizione del bambino e maggiori paure (spesso non corrispondenti alla realtà) sul suo stato di salute. Questi timori nascono poiché i genitori vedono il loro bambino appena nato piccolo, fragile, sofferente, attaccato ai monitor.

Quel bambino che vedono in incubatrice è difficile da immaginare come il bambino che avevano desiderato. La nascita pretermine e il ricovero del bambino sono considerati due eventi critici: dopo il parto, il bambino viene affidato alle cure dei medici e i genitori possono sperimentare un vissuto di due visitatori sentendosi inadeguati, distanti ed estranei.

Sarah Chai - Pexels

Smarrimento e stress: cosa accade ai genitori

Il veloce susseguirsi di eventi inaspettati non permette alla madre di avere il giusto tempo di organizzare le proprie esperienze e di crearsi uno schema di riferimento per comprendere quanto sta accadendo, lasciandola in uno stato di smarrimento e caos. L’ospedalizzazione del bambino altera la costruzione del ruolo genitoriale che in ogni caso avviene in condizioni fortemente stressanti perché entrambi i genitori:

  • si trovano ad essere esclusi dalle cure del figlio
  • fisicamente impossibilitati ad entrare in contatto con lui
  • con forti sentimenti di impotenza e spesso disperazione.

Le madri possono sperimentare sentimenti di colpa per non essere riusciti a proteggere il proprio bambino e a “con-tenerlo” fino al momento giusto.


L’importanza del supporto psicologico

In questa situazione, riconosciuta come evento traumatico, è fondamentale il supporto psicologico: un tale evento potrebbe avere infatti delle ripercussioni su uno sviluppo sano della relazione genitore-figlio. Il supporto psicologico consente di:

  • mediare gli effetti negativi dell’esperienza
  • sostenere mediante l’informazione
  • dare la possibilità ai genitori, ove possibile, di prendere parte alle cure che il bambino riceve dai medici.
MART PRODUCTION - Pexels

Sviluppare una buona relazione con il bambino

Una buona relazione con l’equipe medica sembra infatti influenzare positivamente la nascita del senso di efficacia e adeguatezza, che altrimenti faticherebbe a formarsi. È emerso che le madri di questi bambini, a causa di vissuti di ansia e paura, sarebbero:

  • più controllanti
  • iperprotettive
  • concentrate sull’iper-stimolazione del prematuro.

Il risultato è un bambino che risponde in modo più forzato e costretto. Una buona relazione con il bambino dopo il parto, invece, risulta protettiva rispetto agli effetti della separazione traumatica causata dalla nascita prematura. Altrettanto importante è una buona relazione di coppia e avere una stabile rete sociale che possa fornire sostegno emotivo e materiale.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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