L’idea che le difficoltà nella gestione dell’ansia possano manifestarsi in modi diversi, influenzando non solo i nostri pensieri ma anche il nostro corpo, è ormai ampiamente riconosciuta. Tuttavia, alcune conseguenze di questo legame sono meno intuitive, e osservarle può offrirci un punto di vista prezioso per comprendere meglio come l’ansia possa impattare sull’organismo.
Un ambito particolarmente interessante è quello della salute orale, spesso influenzata dallo stress emotivo. Tra le varie manifestazioni, il fenomeno della “lingua bianca” rappresenta un esempio significativo. Una condizione che ci mostra, con concretezza, il modo in cui la tensione e l’ansia incidano non solo sui processi fisiologici, ma anche sulle nostre abitudini quotidiane, come l’alimentazione o la cura personale creando dei complessi circoli viziosi.
Ansia e salute orale: il legame con la lingua bianca
La lingua bianca, spesso vissuta con fastidio, può avere diverse cause, tra cui fattori legati all’ansia e allo stress emotivo. Questo cambiamento nell’aspetto della lingua può infatti essere temporaneo e legato a momenti di tensione psicologica.
Quando siamo ansiosi, il nostro corpo reagisce in modi complessi, e anche la bocca può risentirne. È però importante distinguere tra una lingua bianca occasionale, spesso collegata a stress o alla momentanea adozione di abitudini disfunzionali e una condizione persistente, che può indicare alterazioni più profonde, come la riduzione del flusso salivare o piccole infiammazioni locali.
Sono diversi gli studi recenti che hanno approfondito il legame tra ansia, produzione di saliva e disturbi orali. Un caso clinico descritto da Putri, Ridho e Wahyuni (2024) ha mostrato come la gestione psicologica di un paziente con disturbo d’ansia generalizzato (GAD) abbia portato a un netto miglioramento della secchezza orale (xerostomia) e a una riduzione dei sintomi della lingua geografica. In questo caso, la combinazione tra supporto emotivo e trattamento con acido ialuronico ha dimostrato come il benessere psicologico possa incidere positivamente anche sulla salute orale.
Un altro studio condotto da Vaziri-Amjad e colleghi (2022) ha valutato i livelli di cortisolo salivare e l’ansia in pazienti con lingua geografica. Sebbene il gruppo con questa condizione non presentasse livelli di ansia significativamente superiori rispetto ai controlli, sono emerse differenze nella composizione della saliva, suggerendo che lo stress e la risposta fisiologica ad esso possano comunque influenzare la comparsa o l’evoluzione di alcuni disturbi orali.

La Lingua: bersaglio dell’ansia
La lingua può essere considerata uno dei bersagli meno noti della iperattivazione ansiosa. Questo muscolo, fondamentale per parlare, mangiare e deglutire, può risentire dello stress e dell’ansia prolungati, mostrando sintomi come secchezza, alterazioni del gusto o la comparsa di una patina bianca.
Quando lo stress incide sulla salute orale, infatti, può ridurre la produzione di saliva e alterare la flora batterica, favorendo irritazione, bruciore e un cambiamento nell’aspetto della lingua.
Diversi studi hanno confermato che l’ansia e i disturbi emotivi influenzano in modo significativo la salute orale. L'aspetto interessante è che ciò può avvenire in diversi modi. Kisely et al. (2016) hanno evidenziato un rischio maggiore di carie e perdita dentale nelle persone con disturbi d’ansia o depressivi, anche a causa di bocca secca e abitudini igieniche scorrette.
Eitner et al. (2006) avevano invece già sottolineato come una forma specifica di ansia, cioè la fobia del dentista porta spesso a evitare le cure odontoiatriche, con un aumento delle lesioni cariose. A conferma di ciò, McGrath e Bedi (2004) hanno riscontrato che chi presenta elevata ansia per il dentista ha una qualità di vita orale significativamente peggiore.
In generale, una revisione sistematica della letteratura scientifica condotta da Labza (2023) ha evidenziato che la maggior parte degli studi svolti sull'argomento rileva un legame chiaro tra ansia, percezione di cattiva salute orale e quella dimensione che hanno denominato "minore qualità della vita correlata alla bocca".
Nel complesso, queste ricerche dimostrano che l’ansia non solo può alterare la fisiologia della bocca, ma anche la percezione stessa del benessere orale: la lingua bianca, in questo senso, può rappresentare un segnale visibile di una difficoltà più profonda, che coinvolge tanto la mente quanto il corpo, e sottolinea l’importanza di prendersi cura del proprio equilibrio psicologico per mantenere una bocca sana.
Bruciore di bocca e lingua: fattori psicologici coinvolti
Il bruciore alla bocca e alla lingua, spesso definito sindrome della bocca urente , è una condizione complessa in cui fattori psicologici possono giocare un ruolo determinante.
Si manifesta con sensazioni di bruciore, pizzicore o intorpidimento della lingua, delle labbra o del palato, in assenza di alterazioni cliniche evidenti, e può compromettere in modo significativo la qualità della vita. Ricerche specifiche mostrano che la componente psicologica è strettamente intrecciata con la fisiologia del disturbo. Amenábar et al. (2008) hanno osservato che i pazienti con sindrome della bocca urente presentano livelli di ansia e di cortisolo salivare significativamente più elevati rispetto ai soggetti che non presentano il disturbo. Gli studiosi indicano una connessione diretta tra stress cronico, attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e comparsa dei sintomi. Più recentemente, Davies et al. (2015) hanno evidenziato che specifici sintomi, come alterazioni del gusto, sapore metallico o sensazione di pellicola sulle gengive, si associano in modo differenziato ad ansia e depressione, suggerendo che la risposta emotiva possa modulare la percezione del disagio orale.
Questa sindrome può tuttavia anche essere compresa alla luce dei meccanismi dell’ansia per la salute. Come spiegano Rutter et al. (2018), queste manifestazioni ansiose si basano su convinzioni disfunzionali riguardo al corpo e alle malattie, che portano l’individuo a interpretare in modo catastrofico sensazioni fisiche innocue e ad attuare comportamenti “compensativi” che possono essere inefficaci e\o dannosi. Questo circolo vizioso di attenzione selettiva, preoccupazione e monitoraggio corporeo amplifica i sintomi percepiti, come il bruciore o la secchezza orale, mantenendo il disagio nel tempo.
Nel complesso, queste evidenze suggeriscono che la sindrome della bocca urente è una condizione multifattoriale in cui fattori neurofisiologici e psicologici interagiscono, rendendo essenziale un approccio terapeutico integrato che includa il supporto psicologico accanto alla valutazione medica e odontoiatrica.

Distinguere tra un disturbo temporaneo e un problema di salute orale più serio
Distinguere tra un disturbo temporaneo legato all’ansia e un problema di salute orale più serio può essere complesso, poiché l’ansia può alterare la produzione di saliva, causando secchezza, bruciore e sensazioni di fastidio alla lingua o al cavo orale. In questi casi, è fondamentale rivolgersi a uno specialista per una valutazione accurata: lo stomatologo rappresenta il punto di riferimento per la diagnosi dei disturbi della bocca e della lingua e, se necessario, può collaborare con altri professionisti come medici e odontoiatri per un approccio multidisciplinare.
Nelle situazioni in cui è la gestione dell’ansia che incide sul benessere fisico e psicologico del paziente, causando preoccupazioni persistenti o amplificando i sintomi fisici, può essere utile consultare uno psicologo o uno psicoterapeuta.
La lingua bianca o la bocca secca, infatti, possono talvolta riflettere uno stato di tensione emotiva, ma non vanno considerate indicatori univoci di ansia, poiché possono derivare anche da cause mediche o igieniche.
Gestire efficacemente ansia e disturbi orali richiede quindi un approccio integrato: oltre alla diagnosi specialistica, strategie come una corretta igiene orale, idratazione, tecniche di rilassamento e percorsi di supporto psicologico possono aiutare a ridurre i sintomi e migliorare il benessere complessivo.
Il Percorso di cura: dalla diagnosi al trattamento
La gestione dell’ansia e dei disturbi della lingua richiede un percorso di cura personalizzato, che parta da una diagnosi accurata e che poggi le sue fondamenta su un approccio integrato che coinvolge diverse competenze professionali.
Durante periodi di intensa tensione emotiva, la comparsa di una lingua bianca può riflettere un’alterazione della produzione di saliva, spesso legata allo stato di allerta fisiologica che accompagna l’ansia. In queste circostanze, considerare le possibili cause organiche e psicologiche diventa parte di una comprensione più ampia del fenomeno. L’equilibrio emotivo gioca infatti un ruolo essenziale nella salute della bocca.
La ricerca sottolinea come le abitudini quotidiane, la regolazione dello stress e la collaborazione tra specialisti della salute orale e della salute mentale possano contribuire a una visione più completa e consapevole del legame tra mente e corpo.





