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Gravidanza e maternità
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Maternità e rientro a lavoro: come sopravvivere ai sensi di colpa

Maternità e rientro a lavoro: come sopravvivere ai sensi di colpa
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
11.12.2025
Maternità e rientro a lavoro: come sopravvivere ai sensi di colpa
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Vivere la maternità con più serenità è possibile

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Si dice che “quando nasce un bambino, nasce una madre”. Secondo Dana Raphael, diventare mamma non coincide con l'evento della nascita, ma è un vero e proprio processo. Per questo motivo ha coniato il termine “matrescenza”:

la matrescenza è Il tempo del divenire madre … Il parto non rende automaticamente madre una donna … Il tempo necessario per diventare una madre ha bisogno di essere studiato.”

Diventare madre comporta quindi un naturale e profondo disequilibrio e una riorganizzazione personale. Si tratta di una “crisi” che richiede un processo di riadattamento. Questo nuovo equilibrio può essere difficile da raggiungere, soprattutto se ci si confronta costantemente con gli ideali della società, come se esistesse un decalogo da seguire per essere una “buona madre”. In questi momenti, ci si può sentire inadeguate e temere di fallire, aumentando così l’autocritica.

La parola chiave è quindi accettazione: accettare sia il cambiamento del proprio corpo, che accoglie una nuova vita, sia una nuova visione di sé. Da un “io”, quindi, si passa inevitabilmente a un “noi”.

Alex Pasarelu - Unsplash

Rientro a lavoro e senso di colpa

Nei primi mesi, la madre si trova spesso a dover mettere da parte la propria individualità per donare se stessa al figlio: la dipendenza raggiunge il suo apice, specialmente quando il bambino viene allattato al seno. Tuttavia, uno degli ostacoli principali alla prosecuzione o esclusività dell’allattamento al seno è rappresentato dal rientro al lavoro, che può interferire profondamente con questa delicata fase di connessione madre-bambino (Franzoi et al., 2024). Rispondere tempestivamente e in modo adeguato ai bisogni del bambino, preservando al contempo la propria identità, richiede tempo. Al contrario, sembra che la madre venga investita fin dall’inizio da un’unica grande missione: comprendere e soddisfare i bisogni di suo figlio a qualunque costo, anche a scapito dei propri bisogni.

Con l’avvicinarsi del rientro a lavoro, può emergere una sorta di ansia anticipatoria. Si fa vivo il senso di colpa: il pensiero di "essere sbagliata" può diventare un vestito cucito addosso. Spesso la donna ritiene di non essere mai abbastanza. Il paragone con uno standard di riferimento o con un ideale di "buona madre" può far sentire sempre "manchevole in qualcosa".

6 consigli per le neomamme che rientrano a lavoro

Come conciliare maternità e lavoro senza essere schiacciate dal senso di colpa? Ecco alcuni consigli pratici:

1) Non sacrificare la tua carriera

Madri serene e soddisfatte della propria vita crescono bambini felici. Una madre che prosegue la sua attività professionale e che si realizza anche al di fuori delle mura domestiche può essere più serena e risoluta agli occhi di suo figlio. Rinunciare al lavoro può portare frustrazione per aver sacrificato un ambito importante della propria esistenza. La rinuncia all’autonomia e all’indipendenza, con il passare degli anni, potrebbe inoltre causare rivendicazione nei confronti dei propri figli, chiamati a colmare vuoti che non gli appartengono.

2) Abbi fiducia nel tuo bambino: separarsi non vuol dire abbandonare!

I bambini hanno grandi capacità di adattamento e sono molto flessibili. Le prime separazioni possono essere l’occasione per insegnare al bambino a sperimentare la propria autonomia rispetto alla mamma. Se è presente un buon legame di attaccamento, il piccolo potrà scoprire il mondo che lo circonda durante l'assenza della madre. Quest'ultima, nel frattempo, dovrà fare i conti con emozioni contrastanti: sollievo per poter delegare l’accudimento e malessere per il distacco. Provare queste emozioni è perfettamente normale: accoglile senza giudicarti.

3) Cura la qualità, non la quantità

La qualità del tempo trascorso con il bambino è ciò che conta davvero nella relazione genitore/figlio. Una volta tornata dal lavoro, puoi dedicare del tempo esclusivo al tuo bambino: coccolalo, abbraccialo, fai in modo che in quel tempo ci sia il piacere di ritrovarsi e che sia motivo di gioia per entrambi. Create dei momenti speciali, solo vostri, con attività come il gioco.

Wesley Tingey - Unsplash

4) Chiedi aiuto e delega dove possibile

Parola d’ordine: chiedere aiuto! Quando ci si trova in difficoltà nella gestione della casa, della spesa o dei pasti, chiedere supporto a un familiare o a una persona esterna di fiducia può davvero alleggerire il carico emotivo e pratico, soprattutto considerando che tra le difficoltà più frequenti al rientro al lavoro vi sono la mancanza di spazi adeguati per l’estrazione del latte (dal 15,4% al 32,2% a seconda del figlio) e la mancanza di tempo per farlo (dal 34,6% al 48,2%) (Juengst et al., 2019) . Prenditi tutto il tempo necessario per conoscere a chi affidare tuo figlio, valutando soluzioni come l’inserimento all’asilo nido o il contattare una baby-sitter. Più sarai serena nella scelta, più il rientro a lavoro sarà facile da gestire e più il bambino si sentirà al sicuro, vivendo il distacco con meno angoscia. Tornare a lavoro non significa rinunciare al ruolo materno, ma delegare temporaneamente l’accudimento: in questo modo il bambino percepirà che è come se la mamma ci fosse e che la sua assenza è solo temporanea.

5) Concediti del riposo

Abbandona l’idea di essere Wonder Woman: non ci si può occupare di tutto e avere il controllo su ogni situazione. Le energie non sono infinite. E soprattutto le mamme non sono infallibili e hanno bisogno di riposare. Prenditi una pausa, concediti un’attività piacevole, solo tua, passa del tempo con le amiche, fai sport. Coltiva di nuovo la tua soggettività!

6) Abbi fiducia in te stessa

Non esiste una madre perfetta: esisti solo tu, che agli occhi del tuo piccolo sei la madre migliore del mondo! Nessuno meglio di te è in grado di valutare le scelte più giuste per la vostra famiglia. Quindi… abbi fiducia in te!

Dati e numeri sul rientro al lavoro dopo la maternità

Il rientro al lavoro dopo la maternità rappresenta una tappa cruciale che coinvolge moltissime donne in Italia e nel mondo. Secondo i dati ISTAT del 2022, circa il 76% delle madri italiane con figli sotto i 6 anni torna al lavoro dopo il congedo di maternità, anche se molte di loro segnalano difficoltà nella conciliazione tra vita familiare e professionale. È importante sottolineare che una maggiore durata del congedo di maternità, unita a un supporto concreto da parte di colleghi e supervisori, è associata a una migliore salute mentale e fisica delle donne al momento del rientro (Franzoi et al., 2024) . Inoltre, le donne che usufruiscono di congedi parentali più generosi, sia in termini di durata che di retribuzione, tendono a mostrare una migliore salute mentale dopo il parto (Heshmati et al., 2023) . Tuttavia, il percorso di reinserimento non è privo di ostacoli: il 18% delle madri riferisce di aver subito discriminazioni al rientro dopo la maternità (Juengst et al., 2019) . L’impatto psicologico di questa transizione può essere significativo: una ricerca pubblicata su "Frontiers in Psychology" nel 2021 ha evidenziato che il 60% delle madri che tornano al lavoro sperimenta livelli elevati di ansia o senso di colpa nelle prime settimane di ripresa dell’attività lavorativa. Questi dati sottolineano quanto sia fondamentale riconoscere e normalizzare le emozioni che accompagnano questa delicata fase di cambiamento.

Emozioni comuni al rientro: come riconoscerle e accoglierle

Il rientro al lavoro dopo la maternità può portare con sé una gamma di emozioni intense e spesso contrastanti. Tra le più comuni troviamo:

  • Ansia: spesso legata alla paura di non riuscire a gestire tutto o di non essere all’altezza sia come madre che come lavoratrice. È normale sentirsi sopraffatte nei primi giorni o settimane.
  • Senso di colpa: molte madri si sentono in colpa per il tempo trascorso lontano dal proprio bambino, temendo di non essere abbastanza presenti.
  • Insicurezza: il timore di aver perso competenze professionali o di non essere più "aggiornate" dopo il periodo di assenza può minare la fiducia in sé stesse.

Accogliere queste emozioni senza giudizio è il primo passo per affrontarle. Può essere utile parlarne con persone di fiducia o con altre madri che hanno vissuto esperienze simili, per sentirsi meno sole e più comprese.

Strategie pratiche per gestire lo stress al rientro

Affrontare il rientro al lavoro dopo la maternità richiede non solo organizzazione pratica, ma anche strumenti per gestire lo stress e le emozioni. Ecco alcune strategie utili:

  • Mindfulness e respirazione consapevole: dedicare anche solo cinque minuti al giorno a esercizi di respirazione profonda o meditazione può aiutare a ridurre l’ansia e a ritrovare il proprio centro (Tang, Hölzel & Posner, 2015).
  • Pianificazione settimanale: utilizzare un’agenda digitale o cartacea per programmare impegni lavorativi, familiari e momenti di pausa può aiutare a visualizzare le priorità e a ridurre la sensazione di caos.
  • Routine mattutina e serale: stabilire piccoli rituali, come preparare la borsa la sera prima o dedicare qualche minuto al risveglio per sé stesse, può rendere le giornate più gestibili e meno stressanti.
  • Agende digitali condivise: permettono di coordinare gli impegni familiari e lavorativi, facilitando la comunicazione con il partner o altri caregiver.
  • Pianificazione dei pasti: dedicare un momento della settimana alla programmazione dei pasti aiuta a risparmiare tempo e a ridurre lo stress legato alla gestione della cucina.
  • Delega strutturata: individuare compiti che possono essere affidati ad altri (come la spesa, le pulizie o l’accompagnamento del bambino) e stabilire una routine di delega aiuta a non sentirsi sole nel carico quotidiano.

Queste strategie, se integrate nella quotidianità, possono favorire un maggiore equilibrio tra i diversi ruoli e ridurre il carico emotivo.

Storie di rientro: esperienze di altre madri

Condividere esperienze reali può offrire conforto e ispirazione. Ecco alcune testimonianze anonime di madri che hanno affrontato il rientro al lavoro dopo la maternità:

  • Francesca, 34 anni: "Il primo giorno di lavoro dopo la maternità mi sentivo in colpa e spaventata. Ho trovato sollievo parlando con una collega che aveva vissuto la stessa esperienza: mi ha aiutata a normalizzare le mie emozioni."
  • Giulia, 29 anni: "Ho iniziato a pianificare la settimana con mio marito, dividendo i compiti domestici. Questo mi ha permesso di sentirmi meno sola e più organizzata."
  • Sara, 37 anni: "Ho imparato a chiedere aiuto ai miei genitori per la gestione del bambino. All’inizio mi sembrava di dover fare tutto da sola, ma delegare mi ha dato più energia e serenità."

Queste storie mostrano che, pur nelle difficoltà, molte persone riescono a trovare strategie e risorse utili per affrontare il rientro al lavoro dopo la maternità.

Prendersi cura di sé: il primo passo verso un nuovo equilibrio

Affrontare il rientro al lavoro dopo la maternità può essere una sfida che mette alla prova emozioni, energie e autostima. Ricorda: non sei sola in questo percorso e chiedere supporto può essere un atto di forza. Se senti il bisogno di uno spazio sicuro dove parlare delle tue emozioni, confrontarti con un professionista e trovare strategie su misura per te, Unobravo è qui per accompagnarti. Inizia oggi a prenderti cura del tuo benessere: inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online e scopri come possiamo aiutarti a ritrovare serenità e fiducia in questo nuovo capitolo della tua vita.

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