I padri sono stati considerati dagli psicologi qualcosa di più che “l'altro genitore” solo negli ultimi decenni. Sigmund Freud sosteneva: “Non riesco a pensare ad alcun bisogno dell'infanzia altrettanto forte quanto il bisogno della protezione di un padre.” È indubbio quindi che la figura paterna sia di fondamentale importanza per la crescita di un bambino.
Chi è il “padre”?
Il padre ricopre l’importante compito evolutivo di regolamentare la distanza nel rapporto madre-figlio. Secondo la psicologia junghiana, il padre rappresenta simbolicamente il principio della legge, del limite e dell’apertura verso la realtà sociale, facilitando l’autonomia psicologica del bambino. Tuttavia, questa funzione non è legata a caratteristiche biologiche, ma può essere esercitata da qualsiasi figura di riferimento capace di offrire stabilità, contenimento e guida.
L’evoluzione del ruolo di padre
La relazione tra madre e figlio è stata a lungo considerata il primo e più importante legame affettivo nella vita di una persona. Nella tradizione culturale e psicologica occidentale, infatti, alla madre è stato attribuito il ruolo principale nei compiti di cura e protezione, identificandola come figura di riferimento privilegiata nelle prime fasi di sviluppo. Tuttavia, questa visione è legata più alla costruzione culturale dei ruoli di genere che a una legge naturale immutabile.
Anche la relazione con il padre ha un ruolo fondamentale nello sviluppo emotivo del bambino, ma è stata riconosciuta solo più tardi dalle ricerche scientifiche. Per molto tempo il padre è stato interpretato come figura distante o secondaria, associata prevalentemente alla disciplina o al sostegno economico della famiglia. Oggi, invece, sappiamo che il padre può svolgere una funzione affettiva, educativa e relazionale tanto importante quanto quella materna. Numerosi studi sullo sviluppo dimostrano che il coinvolgimento paterno favorisce autostima, regolazione emotiva, competenze sociali e sicurezza interiore nei figli (Lamb, 2010).
La divisione dei ruoli familiari, un tempo rigida e basata su stereotipi (“la madre accudisce, il padre lavora”), è cambiata profondamente. Con l’evoluzione sociale e culturale degli ultimi decenni, oggi parliamo non più di ruoli “naturali” ma di funzioni genitoriali, che possono essere condivise e svolte in modo flessibile da entrambi i genitori o da figure di riferimento alternative. In molte famiglie contemporanee il padre partecipa attivamente alla cura quotidiana dei figli, mentre la madre può svolgere ruoli professionali o sociali al di fuori del contesto domestico.
Oggi la psicologia riconosce che ciò che davvero conta per un bambino non è il genere del genitore, ma la qualità della relazione affettiva: presenza, sensibilità emotiva, capacità di ascolto e continuità nel tempo sono gli elementi che favoriscono un attaccamento sicuro e una crescita equilibrata.

Il ruolo emozionale del futuro papà durante la gravidanza
Anche per i futuri papà, la gravidanza rappresenta un periodo ricco di cambiamenti, emozioni e nuove consapevolezze. Spesso si pone l’attenzione solo sui vissuti della futura mamma, ma è importante ricordare che il percorso verso la genitorialità coinvolge profondamente anche la figura paterna. L’attesa di un figlio può far emergere dubbi, paure e aspettative: dal timore di non essere all’altezza al desiderio di sostenere la partner nel modo migliore possibile.
Creare uno spazio di ascolto e confronto può aiutare il futuro papà a sentirsi parte attiva del processo, favorendo il dialogo e la condivisione dei reciproci vissuti emotivi. Essere coinvolto nella gravidanza significa anche imparare a prendersi cura di sé, accogliendo le proprie sensazioni senza giudizio e permettendosi di chiedere supporto quando necessario. Il percorso di crescita personale inizia ben prima della nascita e ogni passo compiuto insieme rafforza la relazione e pone solide basi per il futuro ruolo di genitore.
Il ruolo del padre al giorno d’oggi
La paternità, oggi, si esprime in molte forme. Il padre non è più necessariamente il capofamiglia o colui che stabilisce le regole e la disciplina. Oggi un padre può:
- essere padre single oppure sposato
- lavorare fuori casa oppure in casa
- essere omosessuale oppure eterosessuale
- essere un padre adottivo oppure un genitore acquisito
- essere un caregiver capace di accudire bambini che affrontano e soffrono di problematiche psicologiche e/o fisiche.
Le ricerche psicologiche, svolte su famiglie appartenenti a diversi background culturali, dimostrano che l’affetto del padre e il suo maggiore coinvolgimento nella famiglia aiutano a promuovere lo sviluppo sociale ed emotivo dei figli.
Un nuovo modello di paternità
Nel giro di pochi anni, i papà hanno abbandonato il modello autoritario dei padri sempre fuori per lavoro o presenti giusto in tempo per il bacio della buonanotte. Sono, insomma, coinvolti, presenti, premurosi e apprensivi. Oggi i papà:
- entrano nelle sale parto
- cambiano pannolini
- preparano pappine
- raccontano le fiabe
- si ritrovano a tenere i figli quando le mamme lavorano o non sono presenti.
Da “padri padroni” a “mammi”?
I papà non sono il negativo delle mamme, ma incontrano il problema di non sapere che cosa stiano diventando. I padri moderni sentono il bisogno di fare un salto di qualità: vogliono incontrare emotivamente i figli, esserci e farsi sentire, ma non sempre sanno quale direzione seguire.
Come sosteneva Wilhem Busch, pittore e poeta tedesco dell’inizio del ‘900:
“Non è difficile diventare padre. Essere padre: questo sì che è difficile”.

Cosa ha determinato il cambiamento del ruolo del padre in ambito familiare?
Con l’avvento dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione e con la nascita delle fabbriche come principale fonte di occupazione, i padri hanno iniziato ad allontanarsi dalle proprie case e famiglie. Il crescente abbandono dei figli appena nati e i casi di illegittimità hanno portato allo sviluppo di programmi di Welfare per aiutare le donne vedove o non sposate a sostenere i propri figli.
Le donne e il lavoro
Nelle decadi più recenti, il cambiamento del ruolo economico delle donne ha avuto un impatto notevole sul ruolo dei padri. Secondo l’APA (American Psychological Association), già tra il 1948 e il 2001, la percentuale di donne in età lavorativa impiegate o in cerca di lavoro era quasi raddoppiata, passando dal 33% a più del 60%.
La loro crescente indipendenza finanziaria ha reso meno necessario il sostegno economico paterno per alcune famiglie. Molti padri hanno vissuto cambiamenti radicali e i padri di oggi hanno iniziato ad assumere ruoli molto diversi rispetto a quelli delle generazioni precedenti. Questo a causa di alcuni fattori:
- la crescente autonomia delle donne;
- calo della fertilità;
- l'aumento dei tassi di divorzio e dei secondi matrimoni;
- l’avere figli fuori dal matrimonio.
I cambiamenti nel ruolo di chi si prende cura dei bambini
Storicamente, la ricerca sullo sviluppo dei bambini si è concentrata maggiormente sulla sensibilità delle madri. Tuttavia, negli ultimi 20-30 anni, si è approfondito anche il ruolo dei padri.
Uno studio condotto dal National Institute of Child Health and Human Development (NICHD) ha rilevato che i padri tendevano a essere maggiormente coinvolti nella presa di cura dei propri figli quando:
- i figli erano di sesso maschile
- lavoravano meno ore rispetto ad altri padri
- presentavano caratteristiche di adattamento psicologico positive (ad esempio alta autostima, bassi livelli di depressione e ostilità, capacità di affrontare bene i compiti principali dell’età adulta)
- le madri lavoravano più ore rispetto alle altre
- le madri riferivano una maggiore intimità coniugale.
Altre ricerche sul ruolo dei padri suggeriscono che l'influenza dell'amore paterno sullo sviluppo dei figli è grande quanto quella dell'amore di una madre. L'amore paterno aiuta i bambini a sviluppare il senso del loro “posto nel mondo”, quindi il loro sviluppo e funzionamento sociale, emotivo e cognitivo. Inoltre, i bambini che ricevono più amore dai loro padri hanno meno probabilità di avere problemi comportamentali o di abuso di sostanze.

Padri che non risiedono con i propri figli
L’impatto dei padri non residenti nelle stesse case dei figli evidenzia quanto il loro ruolo sia cruciale. I modelli teorici sulla paternità hanno delineato quattro compiti principali relativi alla "paternità responsabile":
- fornire sostegno finanziario
- fornire assistenza
- fornire supporto emotivo
- riconoscere la paternità legale.
Alcune ricerche svolte negli Stati Uniti indicano che, già nel 2006, il 38% di tutte le nascite provenivano da donne non sposate: un aumento di oltre sei volte dal 1960.
La relazione padre-madre
Lo stato della relazione tra genitori ha un'influenza importante sul coinvolgimento del padre. Quelli non residenti con i propri figli rischiano un pesante allontanamento e la mancanza di una relazione genitoriale funzionante rischia di provocare livelli inferiori di impegno paterno.
Per questo motivo, soprattutto in fase di separazione o divorzio, può essere importante un percorso di mediazione familiare, che aiuti i genitori a salvaguardare la loro relazione in vista del mantenimento di una cogenitorialità.
Padri divorziati
Per i padri può essere difficile mantenere il proprio ruolo genitoriale quando si vive un divorzio. Spesso, i figli di famiglie divorziate e di famiglie ricostituite (con uno o più figli biologici provenienti dai precedenti matrimoni dei genitori), hanno il doppio delle probabilità di affrontare difficoltà a livello comportamentale e sociale rispetto ai figli di famiglie non divorziate.
La difficoltà di mantenere il ruolo
La maggior parte dei padri divorziati non riceve la piena custodia dei propri figli. Di conseguenza, mantenere il proprio ruolo di genitori può essere complicato a causa del poco tempo trascorso con loro. Fortunatamente, negli ultimi 20 anni, le visite dei padri dopo il divorzio sono aumentate.

Qualità e non quantità
Non è la frequenza dei contatti tra padre e figlio a contribuire al benessere del bambino, ma la qualità delle visite. Le ricerche hanno scoperto che i fattori chiave che contribuiscono a un sano adattamento per i bambini dopo il divorzio includono:
- genitorialità adeguata, cioè il fornire supporto emotivo, monitorare le attività dei bambini, dare regole in modo autorevole e mantenere aspettative adeguate all'età
- sufficiente contatto del genitore non residente con i figli
- bassi conflitti familiari tra genitori
- equilibrio psicologico dei genitori
- accordo condiviso tra i genitori rispetto alla custodia dei figli.
L'affidamento legale congiunto spesso si traduce in un processo decisionale condiviso:
- più visite padre-figlio
- pagamenti regolari per il mantenimento
- figli più soddisfatti e meglio adattati.
Padri acquisiti
I padri acquisiti possono incontrare molte difficoltà nei loro nuovi ruoli genitoriali e potrebbero essere necessari anni prima che dai figli acquisiti vengano accettati come genitori. La paternità acquisita richiede di trovare un equilibrio tra:
- il mantenimento di relazioni sane con gli ex coniugi;
- il coltivare un rapporto con i figli biologici, senza escludere i nuovi partner.
Un’alleanza positiva
Il tipo di famiglia che ottiene i migliori risultati per i bambini è costituita da genitori che formano un’alleanza solida. Questi genitori non seguono aspettative irrealistiche su come dovrebbe essere la famiglia, ma cercano di trovare un accordo sostenibile in cui vengono riconosciuti i reciproci bisogni.
D’altronde, come sosteneva l’attivista statunitense di inizio ‘900 Marian Wright Edelman:
“Non hai avuto modo di scegliere i genitori che ti sei trovato, ma hai modo di poter scegliere quale genitore potrai essere.”
Le sfide psicologiche che la paternità può comportare
Diventare padre oggi significa confrontarsi con una serie di sfide psicologiche nuove e complesse. I padri moderni sono spesso chiamati a ridefinire la propria identità, bilanciando aspettative sociali, esigenze lavorative e desiderio di essere presenti nella vita dei figli.
Tra le principali difficoltà che possono emergere troviamo:
- Ridefinizione dell'identità: molti uomini si trovano a dover rinegoziare il proprio ruolo, passando da un modello tradizionale a uno più partecipativo e affettivo. Questo processo può generare incertezza e senso di inadeguatezza.
- Pressione sociale e culturale: le aspettative su come "dovrebbe" essere un buon padre possono essere fonte di stress, soprattutto quando si discostano dai modelli familiari vissuti durante l'infanzia.
- Gestione delle emozioni: imparare a esprimere e condividere le proprie emozioni con i figli e il partner può essere difficile, soprattutto per chi è cresciuto in contesti in cui la vulnerabilità maschile era poco valorizzata.
- Equilibrio tra lavoro e famiglia: la difficoltà di conciliare carriera e presenza in famiglia può portare a sensi di colpa o frustrazione.
Affrontare queste sfide richiede consapevolezza, apertura al dialogo e, talvolta, il supporto di professionisti della salute mentale.

L'impatto della paternità sulla salute mentale
La paternità può avere un impatto significativo sulla salute mentale degli uomini. Secondo una revisione sistematica pubblicata su "The Lancet Psychiatry" nel 2016 (Cameron et al.), circa il 10% dei padri sperimenta sintomi depressivi nel periodo perinatale, una percentuale che può aumentare in presenza di difficoltà relazionali o mancanza di supporto sociale.
I fattori di rischio più comuni includono:
- Cambiamenti nel sonno e nello stile di vita: la nascita di un figlio comporta spesso una riduzione della qualità e quantità del sonno, che può incidere sull'umore e sulla capacità di gestire lo stress.
- Isolamento sociale: alcuni padri riferiscono di sentirsi isolati o poco compresi, soprattutto nei primi mesi dopo la nascita del bambino.
- Difficoltà economiche: la pressione di garantire stabilità finanziaria può aumentare l'ansia e il rischio di sintomi depressivi.
È importante riconoscere questi segnali e non esitare a chiedere aiuto. Il supporto psicologico, individuale o di coppia, può favorire il benessere del padre e dell'intera famiglia.
Strategie di coping e risorse di supporto per i padri
Affrontare le sfide della paternità può richiedere strategie di coping efficaci e la capacità di attingere a risorse di supporto adeguate. Secondo l'American Psychological Association, i padri che adottano strategie di coping attive e cercano il confronto con altri genitori tendono a sperimentare livelli più bassi di stress e maggiore soddisfazione nel proprio ruolo.
Alcune strategie utili possono includere:
- Comunicazione aperta con il partner: condividere emozioni, dubbi e aspettative può aiutare a rafforzare l'alleanza di coppia e a prevenire incomprensioni.
- Partecipazione a gruppi di sostegno: confrontarsi con altri padri può offrire nuove prospettive e ridurre il senso di solitudine.
- Prendersi cura di sé: dedicare tempo alle proprie passioni e al benessere personale è fondamentale per mantenere un equilibrio psicofisico.
- Ricorrere a professionisti: in caso di difficoltà persistenti, rivolgersi a uno psicologo può essere un passo importante per ritrovare serenità e fiducia nelle proprie capacità genitoriali.
Ricordare che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un atto di responsabilità verso se stessi e la propria famiglia.

Dati e tendenze sulla paternità moderna
Negli ultimi decenni, la paternità ha subito profondi cambiamenti, come dimostrano numerosi dati statistici. Secondo l'Istat, nel 2022 in Italia il 21% dei padri ha usufruito del congedo di paternità obbligatorio, un dato in crescita rispetto al 7% del 2012. Questo trend può riflettere una maggiore partecipazione dei padri alla cura dei figli fin dai primi giorni di vita.
Inoltre, secondo una ricerca dell'Eurostat del 2021, il tempo medio che i padri europei dedicano quotidianamente ai figli è aumentato del 30% rispetto agli anni '90. Questi dati evidenziano una trasformazione culturale che vede i padri sempre più coinvolti nella sfera affettiva ed educativa dei bambini.
Tuttavia, persistono differenze significative tra i vari Paesi europei e tra le diverse regioni italiane, a testimonianza di quanto il contesto sociale e culturale influenzi ancora il ruolo paterno.
Consigli pratici per i padri: come prendersi cura di sé e della relazione con i figli
Essere un padre presente e consapevole può richiedere attenzione non solo verso i figli, ma anche verso il proprio benessere. Ecco alcuni suggerimenti pratici per affrontare al meglio la quotidianità:
- Dedica tempo di qualità ai tuoi figli: anche brevi momenti di gioco, ascolto o condivisione possono rafforzare il legame e favorire lo sviluppo emotivo dei bambini.
- Non trascurare il dialogo: parlare apertamente con i figli delle emozioni, delle difficoltà e delle gioie aiuta a costruire una relazione basata sulla fiducia reciproca.
- Cerca il supporto della rete familiare e sociale: coinvolgere nonni, amici o altri genitori può alleggerire il carico e offrire nuove risorse.
- Prenditi cura della tua salute mentale: riconoscere i segnali di stress o disagio e chiedere aiuto quando necessario è fondamentale per essere un punto di riferimento stabile per i propri figli.
Ricorda che ogni percorso di paternità è unico e che non esiste un modello perfetto: ciò che conta è la volontà di mettersi in gioco e crescere insieme ai propri figli.
Prenditi cura di te, per essere il padre che desideri diventare
Essere padre oggi può significare affrontare sfide nuove, ma anche avere l’opportunità di costruire relazioni profonde e autentiche con i propri figli. Se senti il bisogno di confrontarti, di trovare nuove strategie o semplicemente di prenderti uno spazio per te stesso, ricorda che non sei solo. Un percorso psicologico può contribuire a ritrovare equilibrio, sicurezza e benessere, sia per te che per la tua famiglia. Fai il primo passo verso una paternità più consapevole e serena: inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online.









