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Il sostegno psicologico ai padri separati

Il sostegno psicologico ai padri separati
Federica Caso
Psicologa ad orientamento Gestaltico
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
13.11.2025
Il sostegno psicologico ai padri separati
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In questo articolo approfondiremo il tema della separazione, focalizzandoci sui vissuti dei padri. Descriveremo quali possono essere le conseguenze emotive e psicologiche per un padre che sta attraversando una separazione, nonché le sfide che contraddistinguono questo momento e le modalità con le quali si manifesta il dolore di un padre separato. Metteremo poi in luce alcune risorse alle quali un padre può attingere per attraversare al meglio questo evento critico nella storia evolutiva di una famiglia.

Genitori separati: una fotografia dell'Italia attuale

Secondo i dati ISTAT, negli ultimi cinquant’anni stiamo assistendo a un aumento costante del numero delle separazioni e dei divorzi in Italia (Serie storiche: Matrimoni, separazioni legali e scioglimenti di matrimonio 1862-2014). Fa eccezione il 2020, anno in cui è scoppiata la pandemia di Covid-19.

L’anno in cui si è registrato un picco di scioglimenti dei matrimoni è stato il 2015, quando sono entrati in vigore sia il Decreto legge 132/2014 che ha introdotto la procedura di separazione consensuale, sia la Legge 55/2015 che ha reso possibile il divorzio dopo un anno dalle separazioni giudiziali e dopo sei mesi per quelle consensuali.

Mentre in passato la qualità della relazione tra i membri della coppia non era tra i fattori sociali e psicologici che contribuivano alla stabilità di un matrimonio, negli ultimi anni abbiamo assistito a un decisivo cambiamento di rotta. La qualità della relazione di coppia acquisisce oggi un ruolo centrale nella scelta di restare o meno insieme. Inoltre, la maggiore attenzione al benessere individuale e la necessità di soddisfare i bisogni personali, uniti a un diminuito controllo sociale, fanno sì che i membri della coppia considerino a più riprese il patto che li ha uniti (Cigoli e Scabini, 2000).

Questo processo di riconsiderazione del patto ha, tra i possibili esiti, lo scioglimento del vincolo coniugale, qualora non si riesca, non si voglia o non si individuino risorse possibili per stabilire un nuovo patto che soddisfi i nuovi bisogni emergenti.

Qualunque sia la ragione della separazione, genitori e figli si trovano a fronteggiare un momento complesso della storia evolutiva familiare; un momento che, se non gestito correttamente, può costituire un fattore di rischio per il benessere psicologico del singolo e del sistema familiare.

Foto di Pixabay – Pexels

Separazione e divorzio in Italia: dati aggiornati

Negli ultimi anni, il fenomeno delle separazioni e dei divorzi in Italia ha continuato a mostrare numeri significativi. Secondo i dati ISTAT pubblicati nel 2022, nel 2021 sono state registrate circa 97.913 separazioni e 83.192 divorzi, con un incremento rispetto all'anno precedente, in parte dovuto al recupero delle pratiche sospese durante la pandemia di Covid-19.

La maggior parte delle separazioni (circa il 70%) avviene in modo consensuale, mentre il restante 30% segue un iter giudiziale. Questi dati riflettono una tendenza ormai consolidata verso una maggiore attenzione al benessere individuale e alla qualità della relazione di coppia, come già evidenziato nella letteratura italiana e internazionale (Fruggeri, 2018).

Inoltre, secondo il rapporto Caritas 2022, le famiglie monogenitoriali guidate da padri separati rappresentano una quota crescente tra le persone che si rivolgono ai servizi di supporto sociale, segnalando una vulnerabilità specifica di questa categoria.

Le conseguenze psicologiche della separazione per i membri della famiglia

In ogni separazione ciascun componente della famiglia è portatore di un turbinio di emozioni e vissuti che, se non adeguatamente accolti ed elaborati, possono portare a diverse forme e manifestazioni di sofferenza psicologica.

Se la separazione o il divorzio vengono vissuti esclusivamente come fratture, e nel loro dispiegarsi viene a mancare un adeguato spazio-tempo di elaborazione dei vissuti emozionali legati a questo evento, questa frattura relazionale e familiare potrebbe diventare la premessa di una frattura nel mondo interno di ciascun familiare coinvolto. Il rischio è che in questa rottura interna si incistino emozioni non elaborate, che a loro volta possono dar vita a condizioni sintomatiche più o meno gravi che coinvolgono l’organismo a livello somatico e, più in generale, psichico.

Prima di entrare nel vivo della prospettiva paterna, percorriamo adesso qualche rapido passo nel corridoio di emozioni e vissuti sperimentati dai figli e, più in generale, da due genitori in separazione.

Il senso di colpa è tra i sentimenti che più di frequente i figli di una coppia in separazione sperimentano. A esso si aggiungono il senso di impotenza e di inutilità, la sfiducia, il sentimento di abbandono, la spinta a doversi schierare o proteggere o prendersi cura del genitore che in quel momento viene avvertito come più fragile o come parte lesa.

Anche i genitori sperimentano vissuti complessi, che variano in base alle ragioni di una separazione. In generale, possono provare il senso di “fallimento” di un progetto, il senso di colpa nei confronti dei figli, il senso di abbandono da parte del partner, il senso di smarrimento, la rabbia e la sensazione di ritrovata libertà.

Foto di Nathan Cowley – Pexels

Le emozioni di un padre separato

Andiamo ora ad approfondire la separazione dalla prospettiva specifica del padre. Ma prima diamo un rapido sguardo al contesto legislativo: la legge 54/2006 stabilisce il principio di bigenitorialità, ossia sancisce il diritto dei figli e delle figlie di mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori, i quali devono prendersi cura di loro in egual misura.

Essendo nella maggioranza dei casi la madre il genitore collocatario, emerge che il 52,8% delle madri riferisce che i figli non hanno dormito a casa del padre nei due anni successivi alla separazione (ISTAT, 2011). Questo dato sottolinea come per i padri la necessità di incontrare i figli si concretizzi principalmente in momenti previsti, coordinati con l’altro genitore nel caso di separazione consensuale, oppure stabiliti da un terzo, solitamente il giudice, nel caso di separazione giudiziale. Tale situazione comporta inevitabilmente una riduzione della spontaneità dell’incontro filiale, che prima avveniva nella quotidianità condivisa. Di conseguenza, il padre può sperimentare vissuti quali il dolore per la perdita di uno spazio-tempo naturale e spontaneo con i propri figli, la frustrazione legata al dover sottostare a una “regolamentazione” degli incontri stabilita da un terzo, e la preoccupazione per i possibili effetti che questa assenza della quotidianità condivisa può generare sul rapporto con i figli.

Un’altra sfida che la maggior parte dei padri affronta nel corso di una separazione è la necessità di lasciare la casa familiare. Questo cambiamento può avere un notevole impatto sulla persona a livello psicologico, poiché lasciare la propria dimora comporta non solo il doversi separare dallo spazio materiale, ma anche dallo spazio vissuto. Questo può attivare a livelli più o meno consapevoli vissuti di perdita, e dunque un ulteriore lutto da elaborare.

Inoltre, il trasferimento può comportare un aumento delle spese da sostenere, poiché sarà necessario gestire un nuovo spazio in cui vivere, affrontare le spese legali e, al tempo stesso, continuare a sostenere le spese familiari come il mantenimento dei figli o un eventuale mutuo in corso cointestato.

Questi aggravi economici possono costituire un ulteriore elemento di preoccupazione, stress e frustrazione per i padri.

I rischi e le conseguenze psicologiche per un padre

Un padre che sta affrontando una separazione può trovarsi quindi a dover rivisitare, ristrutturare e mettere in discussione la sua identità genitoriale. Così come per la madre, il suo compito è quello di preservare la genitorialità.

In questo processo, un ruolo cruciale nel portare in salvo la genitorialità del padre non affidatario è svolto dalla madre, in quanto genitore affidatario. Quando, in separazioni molto conflittuali, questo supporto reciproco tra genitori viene a mancare, il rischio è quello della concretizzazione della fantasia endogamica, nella quale la madre lega i figli a sé e alla propria famiglia originaria, mentre il padre viene privato della sua funzione genitoriale, così che il suo ruolo finisce per dissolversi completamente (Scabini e Cigoli, 2000).

Possiamo riscontrare un ulteriore rischio per il padre nella difficoltà, molto spesso legata a stereotipi di genere, di entrare in contatto con le emozioni legate al divorzio. Ma a cosa serve entrare in contatto?

In psicoterapia della Gestalt, la teoria del ciclo di contatto (Perls, Hefferline, Goodman, 1951) spiega come il contatto pieno con le sensazioni, le emozioni e i pensieri consenta di sviluppare piena consapevolezza di essi e, di conseguenza, di elaborarli. Quando si entra in una o più forme di “evitamento” di certi vissuti disturbanti, si sta “interrompendo” il contatto e, in questo modo, si sta creando la premessa per lo sviluppo di un sintomo in uno di questi tre livelli dell’organismo: il corpo, l’emozionalità o il pensiero.

In questo senso, essendo la separazione un evento molto carico di vissuti emozionalmente complessi, se non sono presenti per il singolo e per la famiglia delle risorse adeguate e sufficienti per accogliere e gestire questi vissuti, essi possono costituire la base per lo sviluppo di una sofferenza psicologica, sotto forma di sintomi ansioso-depressivi, somatici o forme di dipendenza.

Le conseguenze pratiche della separazione per i padri

Oltre alle emozioni intense, la separazione comporta per molti padri una serie di conseguenze pratiche che possono incidere profondamente sul loro benessere quotidiano. Le difficoltà economiche sono particolarmente rilevanti: spesso i padri separati si trovano a dover sostenere contemporaneamente le spese per una nuova abitazione, il mantenimento dei figli e, in alcuni casi, il pagamento di un mutuo cointestato. Secondo il rapporto Caritas 2022, circa il 20% dei padri separati che si rivolgono ai servizi di assistenza segnala difficoltà economiche rilevanti. Inoltre, il 19% delle persone che hanno vissuto la rottura di un matrimonio ha ricevuto aiuti in denaro o in natura nei due anni successivi alla separazione (ISTAT, 2011), a testimonianza dell’impatto economico che questa esperienza può avere. Tali difficoltà si riflettono anche sulla possibilità di offrire ai figli le stesse opportunità di prima: il 14,7% dei genitori separati non riesce a far frequentare ai figli corsi extra-scolastici, il 16,1% non può mandarli in palestra e il 24,1% non può permettersi di mandarli in vacanza come prima (ISTAT, 2011). Dal punto di vista abitativo e relazionale, dopo la separazione il 43% degli uomini vive da solo, mentre il 32% forma una nuova unione (ISTAT, 2011). La separazione può inoltre portare a una riduzione dei contatti con amici e parenti, sia per motivi logistici che per il senso di vergogna o isolamento che può insorgere, aumentando così il rischio di solitudine e disagio psicologico. Sul piano legale, i padri devono spesso affrontare procedure complesse per la definizione dell'affido, della frequentazione dei figli e della gestione dei beni comuni, aspetti che possono generare ulteriore stress e senso di impotenza. Queste difficoltà pratiche si intrecciano con i vissuti emotivi, rendendo la separazione un evento che coinvolge la persona a 360 gradi.

Foto di Willians photography – Pexels

Affido condiviso: quadro normativo e realtà vissuta

La legge italiana prevede il principio di bigenitorialità e l'affido condiviso come soluzione preferenziale, sancito dalla Legge 54/2006. Secondo i dati ISTAT 2022, oltre il 90% delle separazioni con figli minori si conclude con l'affido condiviso.

Tuttavia, nella pratica, la madre resta spesso il genitore collocatario principale, mentre il padre mantiene un ruolo di frequentazione regolamentata. Questo può generare nei padri la percezione di una genitorialità "a tempo" e la difficoltà di mantenere una presenza significativa nella vita dei figli.

Studi internazionali, come quello di Shapiro e Lambert (1999), hanno evidenziato che la qualità della relazione padre-figlio dopo la separazione dipende non solo dalla quantità di tempo trascorso insieme, ma anche dalla qualità delle interazioni e dalla collaborazione tra i genitori. La presenza di conflitti elevati può ostacolare la costruzione di un nuovo equilibrio familiare, rendendo ancora più importante il supporto psicologico e sociale.

Risorse di supporto e strategie pratiche per i padri separati

Affrontare la separazione può essere meno gravoso se si conoscono e si utilizzano le risorse disponibili sul territorio e online. In Italia esistono numerose associazioni e sportelli dedicati ai padri separati, che offrono supporto psicologico, consulenza legale e spazi di ascolto.

  • Associazioni di supporto: Organizzazioni come "Padri Separati Italia" e "Figli Negati" propongono gruppi di auto-mutuo aiuto, consulenze e attività di sensibilizzazione sui diritti dei padri e dei figli.
  • Sportelli psicologici e legali: Molti comuni e centri di ascolto familiare mettono a disposizione sportelli gratuiti o a basso costo per consulenze psicologiche e legali, utili per orientarsi nelle fasi più delicate della separazione.
  • Strategie di coping: Imparare a gestire lo stress attraverso tecniche di rilassamento, mindfulness o attività fisica può aiutare a mantenere un equilibrio emotivo. La letteratura internazionale suggerisce che il supporto sociale e la partecipazione a gruppi di confronto tra pari sono fattori protettivi importanti (Shapiro e Lambert, 1999).

Riconoscere di aver bisogno di aiuto e chiedere supporto non è un segno di debolezza, ma un passo fondamentale per tutelare il proprio benessere e quello dei figli.

L'intervento psicologico con i padri separati

La seduta di terapia individuale costituisce uno spazio personale in cui poter portare, e insieme allo psicologo elaborare e sciogliere, vissuti quali la tristezza, il dolore, la rabbia, la preoccupazione, il senso di colpa, il senso di impotenza. La seduta diventa in tal senso uno spazio per prevenire lo sviluppo di sintomatologie più consistenti di ordine ansioso depressivo, post traumatiche, somatiche.

Anche laddove si stiano sviluppando sintomi più complessi, lo psicologo può sostenere la persona che sta affrontando questo momento di difficoltà con tecniche e strumenti di valutazione e di intervento specifici.

Rispetto alla genitorialità, un valido supporto al genitore è costituito dal Parent Training, un intervento che può basarsi su vari approcci e metodologie e intervento volto a rafforzare competenze e risorse del genitore in difficoltà nella relazione con i propri figli.

In terapia sistemico-familiare, la terapia di coppia è un valido strumento di intervento per aiutare la coppia a separarsi, attraversando il conflitto in modo costruttivo. Gli ex-coniugi infatti hanno di fronte a sé due compiti da affrontare, che per certi versi possono sembrare contraddittori:

  • elaborare la fine del legame di coppia, riconoscendo quello che di buono c'è stato e portare questo buono con sé, aspetto che garantisce a livello del mondo interno personale dei coniugi e nei figli una speranza nel legame,
  • definire quali dovranno essere i nuovi confini coniugali e familiari.

Ulteriore compito sarà quello di proteggere e sostenere la genitorialità dell’altro, compito non semplice, né esente da ulteriori conflitti e irrisolti.

La coppia che si trova a dover affrontare la complessità di tali compiti può essere validamente supportata e accompagnata da un terapeuta di coppia, che può aiutare la coppia a leggere accuratamente le dinamiche specifiche della propria famiglia, aiutare entrambi gli ex-partner a trovare dentro di sé, e insieme come genitori, un nuovo equilibrio, per attraversare questa fase critica familiare.

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