Per la filosofia stoica ed epicurea l’atarassia corrisponde all’ideale di imperturbabilità che si raggiunge attraverso il dominio sulle passioni e l’autocontrollo (da qui ancora oggi i farmaci tranquillanti vengono definiti atarassici). In un mondo filosofico che contrastava ragione e passioni, controllo e annullamento emotivo potevano diventare un obiettivo da perseguire. Nella società attuale dove tutto è rapido e iperstimolante, il rapporto con le emozioni è cambiato. Può capitare di non provare emozioni? Proveremo ad esplorare la condizione di appiattimento emotivo, le sue manifestazioni, le cause, i possibili impatti sulla vita delle persone e le possibili strategie per affrontarla.
Appiattimento emotivo: di cosa si tratta?
Ecco la definizione di appiattimento fornita da Galimberti (2018, p.116):
“Disturbo dell’affettività caratterizzato da un generale impoverimento della reattività emotiva che non risulta mai adeguata allo stimolo. Il soggetto con un’affettività appiattita è descritto solitamente come monotono, emotivamente ottuso, privo di vivacità, insensibile e freddo. Chi soffre di appiattimento lamenta che la realtà gli sembra estranea e di conseguenza le sue risposte gli sembrano forzate, false e inautentiche”.
Le emozioni perdono di intensità, sfumano e con esse le reazioni a situazioni, relazioni, eventi che normalmente produrrebbero gioia, tristezza, rabbia o paura.
Possibili cause dell’appiattimento emotivo
Le cause di questa condizione, in cui le emozioni perdono di intensità riflettendosi su una minor reattività a livello comportamentale, possono essere molteplici:
- Reazioni a eventi traumatici possono determinare fenomeni come il numbing (Antonini et al., 2006);
- Condizioni di stress cronico;
- Patologie psichiatriche di cui l’appiattimento emotivo è uno dei sintomi;
- Uso di farmaci e sostanze.
Può essere utile chiarire che non si tratta di una scelta consapevole, ma di una reazione psicosomatica a particolari eventi o condizioni, oppure l’espressione sintomatica di una particolare condizione di salute (depressione, psicosi, PTSD).

Appiattimento emotivo e… quadri clinici a confronto
L’appiattimento emotivo appartiene dunque a una galassia di condizioni e manifestazioni che possono avere una diversa origine e impatti simili sull’intensità della percezione emotiva, sulla seguente risposta comportamentale. Proviamo a delineare le diverse sfumature tra appiattimento emotivo, anedonia, apatia, alessitimia.
Appiattimento emotivo e anedonia
Nell’appiattimento emotivo vengono intaccate l’intensità delle emozioni e le reazioni comportamentali conseguenti. Nell’anedonia è invece centrale la difficoltà a sperimentare piacere in situazioni che normalmente dovrebbero generare benessere e soddisfazione.
Appiattimento emotivo e apatia
A differenza dell’appiattimento emotivo, dove il focus è sulla percezione delle emozioni, nell’apatia le dimensioni che appaiono deficitarie sono quelle relative all’interesse e alla motivazione.
Appiattimento emotivo e alessitimia
L’alessitimia è una condizione clinica che riguarda la difficoltà a riconoscere e descrivere le emozioni e non riguarda quindi l’intensità delle stesse.
Le possibili conseguenze dell’appiattimento emotivo
Quali possono essere gli impatti di questa percezione limitata dell’intensità dei colori emotivi? Percepire come lievi o assenti gli stimoli provenienti da situazioni che normalmente generano rabbia, paura, tristezza, gioia, ha un impatto profondo sul comportamento. Analizziamo le possibili conseguenze dell’appiattimento emotivo.
L’impatto dell’appiattimento emotivo su relazioni, mondo del lavoro e dinamiche sociali
Una persona che vive con minore intensità le emozioni e di conseguenza reagisce con modalità incongrue alle aspettative di familiari, partner, amici e colleghi, viene spesso giudicata, criticata, accusata. Si creano facilmente incomprensioni e può aumentare la distanza relazionale. Di fronte a questi atteggiamenti la persona si sentirà poco compresa e potrebbe scegliere di isolarsi con impatto sul tono dell’umore.
Potrebbe inoltre iniziare a vivere le occasioni sociali come fonte di ansia e preoccupazione. In ambito lavorativo potrebbero diminuire motivazione, attenzione ed efficacia. Per questo motivo una comunicazione franca circa l’intensità effettiva di cosa si prova, circa la tonalità di colore che abbraccia il proprio sguardo emotivo, può favorire l’apertura di spazi di dialogo e confronto privi di giudizi e critiche.

Come affrontare l’appiattimento emotivo?
Un primo passo importante è il riconoscimento della condizione che si sta attraversando. Nel caso in cui si percepisca una differenza importante nell’intensità di ciò che si prova a seguito di situazioni particolari, un po’ come se non riuscissero a cogliere tutti i colori davanti a un dipinto, si può valutare la possibilità di rivolgersi a un professionista psicologo o psicoterapeuta per una consulenza. L’inizio di un percorso di sostegno psicologico può essere uno strumento prezioso, a maggior ragione se si è reduci da un evento traumatico, se si sta vivendo un periodo di stress cronico, se si è riscontrata una deflessione importante del tono dell’umore, se si soffre di attivazione ansiosa.
In alcuni casi può essere utile anche la consultazione del medico di base o di uno specialista per valutare l’opportunità di un’adeguata terapia farmacologica (soprattutto se l’appiattimento emotivo è sintomo di un’altra condizione di salute). Nell’affrontare condizioni di appiattimento emotivo possono risultare particolarmente utili:
- il sostegno sociale con la possibilità di poter contare su di una rete di amici, familiari e colleghi capaci di ascoltare e comprendere la condizione;
- un percorso di riflessione, analisi e consapevolizzazione circa i propri vissuti emotivi per fare spazio alle emozioni;
- la promozione di strategie di comunicazione e ascolto improntate all’empatia, al dialogo e alla sospensione del giudizio.
Appiattimento emotivo e supporto psicologico
L’attivazione di un supporto psicologico può essere uno strumento utile al fine di creare uno spazio di ascolto privo di giudizio dove la persona possa sentirsi compresa e libera di esplorare la propria condizione emotiva. Riconoscendo la presenza di un’emotività appiattita si potranno delineare percorsi di presa in carico utili a evidenziare le cause della diminuzione di intensità nel sentire e le strategie per modificare pensieri e comportamenti disfunzionali.
Il rapporto con le nostre emozioni è stato affrontato da Religione e Filosofia fin dall’antichità. Da sempre siamo affascinati da come il nostro stato interno cambi in risposta a stimoli esterni influenzando la nostra risposta comportamentale. Spesso ci siamo convinti ed educati a pensare che le emozioni siano qualcosa con cui lottare per averne il pieno controllo. Il patrimonio emotivo, in tutte le sue sfumature, rappresenta un tesoro prezioso indispensabile a dipingere in pienezza la tela della nostra esistenza. A causa di eventi traumatici, stressanti, di patologie o di esigenze difensive può capitare di percepire minore o assente l’intensità delle emozioni. Nel caso in cui questa condizione, che non è in nessun caso una scelta, perduri nel tempo, l’inizio di un percorso di sostegno psicologico o psicoterapia rappresenta un valido strumento per ritrovare la possibilità di osservare tutte le sfumature emotive della vita.





