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Disturbi psichici
5
minuti di lettura

Disturbo esplosivo intermittente: sintomi, cause e strategie di gestione

Disturbo esplosivo intermittente: sintomi, cause e strategie di gestione
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
26.11.2025
Ultimo aggiornamento il
26.11.2025
Disturbo esplosivo intermittente: sintomi, cause e strategie di gestione
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Il disturbo esplosivo intermittente (Intermittent Explosive Disorder, IED) è una condizione psicologica riconosciuta dal DSM-5-TR, caratterizzata da episodi ricorrenti di aggressività impulsiva e attacchi di rabbia sproporzionati rispetto agli stimoli scatenanti. Sebbene possa essere difficile da riconoscere, il disturbo esplosivo intermittente negli adulti e nei più giovani può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana, sulle relazioni e sul benessere emotivo. Comprendere i sintomi degli attacchi di rabbia e le cause sottostanti è fondamentale per intraprendere un percorso di consapevolezza e gestione. Se ti riconosci in queste dinamiche, sappi che non sei solo: il disturbo esplosivo intermittente è più diffuso di quanto si pensi e sono disponibili strategie efficaci per migliorare la qualità della vita.

Che cos’è il disturbo esplosivo intermittente: definizione e caratteristiche

Il disturbo esplosivo intermittente è un disturbo del controllo degli impulsi, definito dal DSM-5-TR come una serie di episodi in cui la persona manifesta aggressività verbale o fisica in modo improvviso e sproporzionato rispetto alla situazione. Questi episodi non sono premeditati e non sono spiegabili da altre condizioni mediche o psichiatriche. Le persone che si arrabbiano facilmente o che sperimentano attacchi di rabbia intensi possono riconoscersi in questa descrizione, ma è importante distinguere tra normali reazioni emotive e sintomi clinici che richiedono attenzione specialistica.

Foto di Pixabay – Pexels

Sintomi, manifestazioni e conseguenze nella vita quotidiana

I sintomi degli attacchi di rabbia nel disturbo esplosivo intermittente sono ben riconoscibili e includono:

  • Esplosioni di rabbia improvvise e sproporzionate rispetto allo stimolo
  • Aggressività verbale o fisica verso persone, oggetti o animali
  • Scatti d’ira ricorrenti con perdita di controllo
  • Frustrazione intensa che sfocia in comportamenti esplosivi
  • Difficoltà nel prevedere o gestire le proprie reazioni emotive

Dal punto di vista fisiologico, durante un attacco di rabbia possono manifestarsi:

  • Aumento del battito cardiaco
  • Sudorazione eccessiva
  • Tensione muscolare
  • Tremori
  • Sensazione di calore o rossore al viso

Le conseguenze nella vita quotidiana possono includere:

  • Problemi relazionali con familiari, amici e colleghi
  • Isolamento sociale dovuto alla paura di perdere il controllo
  • Difficoltà lavorative legate all’incapacità di gestire conflitti o frustrazioni
  • Problemi legali derivanti da comportamenti aggressivi
  • Sensi di colpa e vergogna dopo gli episodi di rabbia

Riconoscere questi segnali è il primo passo per affrontare il disturbo esplosivo intermittente e adottare strategie di gestione efficaci.

Cause e fattori di rischio

Le cause del disturbo esplosivo intermittente sono multifattoriali e comprendono fattori genetici, ambientali, traumatici, temperamentali e neurobiologici. Una predisposizione genetica può aumentare il rischio, soprattutto se in famiglia sono presenti altri disturbi dell’umore o del controllo degli impulsi. L’ambiente gioca un ruolo chiave: crescere in contesti caratterizzati da violenza o assenza di regole chiare può favorire lo sviluppo di comportamenti aggressivi. Eventi traumatici, come abusi o lutti, possono contribuire all’esplosività emotiva. Anche un temperamento particolarmente reattivo e impulsivo nei bambini può rappresentare un fattore di vulnerabilità. Dal punto di vista neurobiologico, alterazioni nella regolazione della serotonina sono state associate a una maggiore impulsività e aggressività (Paliakkara et al., 2024). Il disturbo esplosivo intermittente, quindi, non ha un’unica causa, ma deriva dall’interazione di molteplici elementi.

Foto di Daniel Gomez – Pexels

Diffusione ed epidemiologia

Il disturbo esplosivo intermittente ha una prevalenza stimata tra il 2% e il 4% nella popolazione generale, con una maggiore incidenza negli uomini rispetto alle donne. Nei bambini e negli adolescenti, la prevalenza può arrivare fino al 7%, suggerendo che il disturbo può manifestarsi già in giovane età. Livelli più bassi di istruzione sono associati a una maggiore probabilità di sviluppare comportamenti aggressivi tipici del disturbo. Questi dati sottolineano l’importanza di interventi preventivi e di supporto, soprattutto nelle fasce più vulnerabili della popolazione e negli ambienti scolastici e familiari.

Diagnosi, valutazione e disturbi associati

La diagnosi di disturbo esplosivo intermittente si basa sui criteri del DSM-5-TR, che prevedono episodi ricorrenti di aggressività impulsiva sproporzionata rispetto agli stimoli scatenanti. È fondamentale differenziare il disturbo esplosivo intermittente da altre condizioni che possono presentare sintomi simili, come disturbi dell’umore, disturbi da uso di sostanze, disturbi neurocognitivi, disturbi della condotta (soprattutto nei bambini e adolescenti) e disturbo da deficit di attenzione/iperattività. La valutazione clinica prevede un’anamnesi approfondita, interviste strutturate e la raccolta di informazioni da fonti terze (familiari, insegnanti, colleghi). Il disturbo può coesistere con altre condizioni come ansia, depressione, disturbi da uso di sostanze e disturbi della personalità (Zhang-James et al., 2025). Riconoscere queste comorbidità è essenziale per un piano terapeutico personalizzato.

Aspetti legali e responsabilità

Gli episodi di aggressività legati al disturbo esplosivo intermittente possono avere rilevanza legale. Chi soffre di questa condizione può trovarsi coinvolto in situazioni giudiziarie, sia civili che penali, a causa di comportamenti violenti o minacciosi. Il riconoscimento del disturbo non esonera automaticamente dalla responsabilità legale, ma può essere considerato un elemento attenuante o giustificativo, a seconda della gravità della condizione e del suo impatto sulla capacità di intendere e di volere al momento dell’azione. È importante essere consapevoli delle possibili conseguenze delle proprie azioni e ricercare un supporto psicologico o medico adeguato per prevenire il ripetersi di episodi critici.

Trattamento e strategie di gestione

Riconoscere di avere un problema è il primo passo per affrontarlo. Il trattamento più efficace per il disturbo esplosivo intermittente è la psicoterapia, in particolare quella cognitivo-comportamentale, che aiuta a identificare i pensieri distorti che alimentano la rabbia eccessiva e a sviluppare strategie per gestirla. In alcuni casi, possono essere prescritti farmaci per il disturbo esplosivo intermittente, come stabilizzatori dell’umore, antidepressivi o altri farmaci che riducono l’impulsività, sempre sotto supervisione medica. Tuttavia, la farmacoterapia da sola non è sufficiente: è fondamentale lavorare sulle proprie reazioni emotive e sui comportamenti. Ecco alcune strategie pratiche per gestire la rabbia:

  • Respirazione profonda: prendersi un momento per respirare lentamente può interrompere l'escalation emotiva.
  • Timeout: allontanarsi dalla situazione che sta scatenando la rabbia, anche solo per pochi minuti, può fare la differenza.
  • Ristrutturazione cognitiva: imparare a riconoscere e modificare i pensieri irrazionali che amplificano la collera.
  • Tecniche di rilassamento: meditazione, yoga o esercizi di rilassamento muscolare possono abbassare la tensione generale.
  • Comunicazione assertiva: esprimere i propri bisogni e limiti in modo chiaro e rispettoso, senza aggressività.
  • Diario emotivo: scrivere regolarmente le proprie emozioni aiuta a riconoscere i trigger e a monitorare i progressi.

Non esistono soluzioni immediate, ma un percorso terapeutico mirato può aiutare a recuperare il controllo sulla propria vita e migliorare il benessere generale.

Foto di Nicola Barts – Pexels

Sostegno di familiari e amici

Il supporto familiare e sociale è fondamentale per chi soffre di disturbo esplosivo intermittente. Se un tuo caro affronta questa sfida, il tuo ruolo può fare la differenza. Ascolta senza giudicare, mostrando comprensione e accettazione. Evita di minimizzare le sue difficoltà o di etichettarlo. Usa un linguaggio chiaro, diretto e non accusatorio, focalizzandoti su ciò che prova e non su ciò che fa. Offrigli la tua presenza durante le terapie, se lo desidera, e incoraggialo a seguire il percorso terapeutico senza forzature. Ricordagli i suoi punti di forza e i progressi fatti. Prenditi cura anche di te stesso, cercando supporto se lo stress diventa eccessivo.

Un invito a prendersi cura di sé

Riconoscere di avere un problema è il primo passo per prendersi cura di sé e trovare un nuovo equilibrio. Il disturbo esplosivo intermittente può essere affrontato con successo grazie a un percorso di consapevolezza e cambiamento. La terapia offre uno spazio sicuro dove esplorare le proprie emozioni e imparare a gestirle. Non sei solo: ci sono professionisti pronti ad accompagnarti. Anche la tua famiglia può trovare supporto per comprendere e sostenere il tuo percorso. Chiedere aiuto è un gesto di forza, non di debolezza. Se senti che è arrivato il momento di cambiare, puoi iniziare il tuo percorso con Unobravo.

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