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Gravidanza e maternità
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In viaggio verso la genitorialità: la coppia in gravidanza

In viaggio verso la genitorialità: la coppia in gravidanza
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Federica Beligni
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Unobravo
Pubblicato il
7.2.2020

L’attesa di un figlio rappresenta una delle esperienze più significative ed emozionanti nella vita di una coppia. Questa fase in cui i partner si trovano in uno spazio liminale va ad alterare gli equilibri costruiti nel tempo e richiede una nuova ridefinizione di spazi e di regole all’interno del rapporto. Cosa accade quindi alla relazione? Quali cambiamenti deve affrontare la coppia in gravidanza? La psicologia della gravidanza ci aiuta a rispondere a queste domande.

I cambiamenti nella relazione di coppia

La gravidanza rappresenta un fenomeno complesso che coinvolge entrambi i partner: infatti è un evento emotivamente intenso non solo per la donna ed il suo corpo che pian piano si modifica, ma anche per l’uomo che si prepara a diventare padre. Ancora di più, va considerato come essa si realizzi all’interno di una relazione di coppia, ossia dall’incontro tra due mondi interni, due storie e due famiglie. Per tale ragione è opportuno parlare di coppia in gravidanza.

Diventare genitori segna una fase importante del ciclo vitale di una coppia e richiede ad entrambi i partner di:

  • ristrutturare la loro realtà interna ed esterna;
  • riorganizzare la relazione di coppia;
  • affrontare cambiamenti d’identità e di ruolo;
  • compiere il passaggio evolutivo da figli a genitori e da coppia coniugale a coppia genitoriale.

La gravidanza infatti rappresenta per ciascun membro della coppia una sorta di ritualizzazione della relazione parentale vissuta nella propria famiglia d’origine: consente di rievocare sentimenti arcaici e di fare i conti con le aspettative, i bisogni ed i desideri del proprio sé infantile. Ciascuna delle due parti ha la possibilità di rivivere la propria infanzia e in un certo senso di riparare a quelle mancanze che sente di aver subito, a sua volta, nella relazione con i propri genitori.

Ciascuno deve confrontarsi con il proprio modello di madre e di padre, che deriva dalla relazione con il genitore dello stesso sesso ed acquisire una nuova identificazione: la donna con sua madre e l’uomo con suo padre. Talvolta da questi modelli è possibile ereditare anche paure che rappresentano un ostacolo in questa fase del ciclo di vita, come la tocofobia e la paura del parto.

Andare da uno psicologo consente ai neo genitori di rielaborare queste esperienze e interiorizzare una relazione più matura con i propri genitori per assumere il ruolo genitoriale verso il loro bambino.

MART PRODUCTION - Pexels

Una crisi naturale e utile

Il processo di costruzione del ruolo di madre e di padre rappresenta anche un’esperienza di perdita, perché richiede ad entrambi di rinunciare ad essere esclusivamente figli.

I partner devono ridefinire i propri spazi per far posto al bambino nel sistema familiare e crearne uno, fisico ed emotivo, in cui accogliere il nuovo componente. È importante che essi riescano a superare questo momento di crisi di coppia che il periodo della gravidanza comporta, cercando di ristabilire un nuovo equilibrio che li conduca ad una crescita, piuttosto che ad una rottura del rapporto.


Spazio per il bambino e spazio per la coppia

Prima di nascere, il bambino deve trovare un luogo in cui poter vivere. Questo luogo è rappresentato in prima battuta dallo spazio mentale che i due genitori preparano durante la gravidanza per accogliere il nuovo arrivato. Il figlio atteso può essere accettato o rifiutato dalla coppia: questo dipende dal lavoro di accettazione che ognuno dei due ha compiuto verso quelle parti infantili ed inaspettate di sé e del partner.

Se l’arrivo del bambino avviene in un momento in cui all’interno della coppia sono presenti problematiche irrisolte, egli sarà chiamato a riempire il vuoto affettivo tra i due partner e la sua accettazione dipenderà dal grado in cui risulterà funzionale alle richieste dei genitori.

Se invece i due coniugi vivono un rapporto positivo, dato da un buon grado di differenziazione del sé, il figlio non verrà visto come un’estensione della coppia e gli sarà riconosciuto il ruolo di persona autonoma, con bisogni e desideri propri.

Yan Krukov - Pexels

La coppia oltre il figlio

Il lavoro richiesto ai futuri genitori per la realizzazione di uno spazio fisico e mentale in cui accogliere il bambino, non deve però far dimenticare ai due partner di continuare a costruire ed alimentare, con lo stesso vigore, anche lo spazio di coppia. Se infatti la coppia dei coniugi si spegne, quella genitoriale da sola non sarà capace di crescere una famiglia sana o, usando le parole dello psicologo D. Winnicott, “sufficientemente buona”.

Il rischio è che la coppia incorra nella sindrome dei “coniugi in panchina”, andando a ricoprire il ruolo genitoriale a tempo pieno e che lo spazio genitore-figlio vada ad assorbire completamente o quasi, quello dei coniugi. È un loro bisogno coltivare questa dimensione, ma è un bisogno anche del figlio. Solo così si potrà garantire la salute ed il benessere psicofisico della famiglia e di ogni suo componente.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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