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Ipocondria: sintomi e trattamento

Ipocondria: sintomi e trattamento
Marcello Delmondo
Psicoterapeuta ad orientamento Psicoanalitico
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
31.12.2025
Ipocondria: sintomi e trattamento
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Noto in passato come ipocondria, nel DSM 5 trova specifico spazio il Disturbo d’ansia da malattia. In questo contributo ne approfondiremo caratteristiche, sintomi, impatto sulla vita quotidiana delle persone che ne soffrono.

Engine Akyurt - Unsplash

Dall’ipocondria all’ansia da malattia

Freud inseriva l’ipocondria tra le nevrosi attuali considerandola una forma narcisistica connessa dell’ansia di castrazione. L’ipocondria può essere definita oggi come una preoccupazione immotivata per le proprie condizioni di salute, accompagnata da disturbi fisici e stati di angoscia e depressione

Nel DSM 5 (APA, 2013) per porre diagnosi di disturbo d’ansia da malattia sono necessari i seguenti criteri:

  • Preoccupazione di avere o contrarre una malattia grave;
  • Sintomi somatici assenti oppure lievi;
  • Elevato livello di ansia per la propria salute con tendenza ad allarmarsi facilmente per preoccupazioni connesse alla malattia;
  • Presenza di comportamenti eccessivi legati alla salute con condotte di evitamento;
  • Le preoccupazioni per la salute possono avere un diverso oggetto ma perdurare da almeno 6 mesi;
  • La preoccupazione per la malattia non è riconducibile ad altro disturbo mentale.

Molto più frequentemente l’ipocondria oggi viene associata al disturbo da sintomi somatici che ha le seguenti caratteristiche:

  • Presenza di sintomi somatici che procurano disagio e impattano sulla vita quotidiana;
  • Pensieri sproporzionati e persistenti rispetto a sintomi somatici e preoccupazioni per la salute con elevati livelli di ansia;
  • Persistenza da più di 6 mesi.

Indipendentemente dall’etichetta diagnostica si tratta di una condizione che necessita di una presa in carico basata su comprensione, empatia e assenza di giudizio.

Le conseguenze del disturbo d’ansia da malattia sulla vita quotidiana

L’intensità delle preoccupazioni per la salute è tale da impattare sulla vita quotidiana. Vengono infatti evitate situazioni che potrebbero esporre a rischi per la salute, si investe molto tempo nelle preoccupazioni per le malattie e si ricorre molto spesso a visite, spesso private, con conseguenti spese. Si possono generare stress e ansia con impatto sul tono dell’umore. Le relazioni sociali e il lavoro possono essere influenzati negativamente dai timori di ammalarsi. 

I sintomi del disturbo d’ansia da malattia

Sintomi somatici (vertigini, dolori muscolari, problemi addominali) possono essere presenti. La criticità è tuttavia rappresentata dall’amplificazione dovuta all’ansia. Anche in caso sia presente una malattia la condizione di gravità non è tale da giustificare le preoccupazioni, che sono sproporzionate. Il corpo viene ripetutamente controllato, spesso possono essere richiesti esami e approfondimenti medici non necessari. Vengono ricercate rassicurazioni o spiegazioni ad esempio su internet nel tentativo di placare l’ansia.

Vista l’entità del disagio provato e soprattutto della forte attivazione ansiosa, rivolgersi a un professionista può essere utile per trovare uno spazio di riflessione in cui affrontare i sintomi in un’atmosfera di comprensione e assenza di giudizio.

Come si cura l’ipocondria?

Quando i sintomi del disturbo d’ansia da malattia impattano sulla vita quotidiana generando disagio e sofferenza può essere importante chiedere la consulenza di un professionista.

Psicoterapia per trattare il disturbo d’ansia da malattia

Sono diversi gli approcci psicoterapeutici utili al trattamento del disturbo d’ansia da malattia. Il lavoro sui pensieri ossessivi e sui comportamenti che possono amplificare l’ansia viene svolto all’interno di uno spazio empatico e privo di giudizio. Tra i principali approcci al disturbo d’ansia da malattia troviamo:

  • Terapia cognitivo comportamentale: tramite la psicoeducazione è possibile riconoscere i pensieri attivanti e bloccare i loop mentali che innescano rigide risposte comportamentali (ad esempio il timore di aver contratto una malattia che trova nella richiesta di approfondimenti l’unica strategia di riduzione dell’ansia);
  • Terapia psicodinamica: il lavoro sulla dimensione simbolica permette di analizzare le dimensioni inconsapevoli connesse ai sintomi, individuare emozioni inespresse favorendo una maggiore consapevolezza;
  • Terapia metacognitiva: il lavoro sulle credenze permette di modificare schemi di pensiero e comportamenti (ad esempio la necessità continua di monitorare i sintomi) promuovendo maggiore benessere;
  • Terapia breve strategica: interventi mirati permettono di depotenziare comportamenti che amplificano l’ansia ottenendo risultati significativi in tempi brevi.

Intervento farmacologico

In alcuni casi può essere utile affiancare alla psicoterapia un intervento farmacologico. In nessun caso questo tipo di soluzione può essere decisa in autonomia. L’introduzione di antidepressivi o ansiolitici, che possono modulare la presenza di neurotrasmettitori con effetti sul tono dell’umore e aiutare a gestire l’agitazione, può essere decisa solo da uno specialista medico. Qualsiasi dubbio circa preoccupazioni o effetti collaterali deve essere discussa con il medico curante che saprà fornire tutte le indicazioni circa dosaggi e molecole più adatte ad affrontare il disturbo d’ansia per la salute.

Olly - Pexels

Psicoeducazione

Gli interventi di psicoeducazione sono fondamentali nel promuovere la conoscenza dei sintomi, dei meccanismi di innesco dei pensieri attivanti e delle risposte comportamentali connesse, delle strategie per disinnescare i loop mentali che portano all’amplificazione di segnali corporei e alla genesi dell’ansia. La conoscenza del disturbo diviene un primo importante passo per affrontarlo sentendosi meno incompresi, sbagliati o giudicati.

Strategie di autogestione

Alcune strategie possono rivelarsi molto efficaci nella gestione dei sintomi e possono affiancarsi, ma non sostituire, la consultazione fiduciosa di esperti psicologi, psicoterapeuti o medici specialisti. Tra queste ricordiamo:

  • Mindfulness ed esercizi di respirazione;
  • Attività fisica;
  • Evitare di cercare informazioni e dati circa salute e malattie su internet.

La possibilità di contare su una rete di supporto tra amici e familiari può infine essere un valido aiuto nel contrastare la solitudine e il senso di inadeguatezza che potrebbe accompagnare la sofferenza connessa alle preoccupazioni per la salute. A questo proposito anche il confronto con persone che hanno affrontato con successo il trattamento dell’ipocondria può dimostrarsi una strategia preziosa nel ridimensionare l’ansia.

Verso il benessere

L’attivazione ansiosa per pensieri legati alla propria salute può causare un disagio severo. Di fronte a questa sofferenza è importante non sentirsi soli chiedendo il supporto di professionisti psicologi, psicoterapeuti o medici che possano contribuire al trattamento del disturbo, alla psicoeducazione, alla elaborazione di strategie di rifigurazione dei pensieri e dei comportamenti associati, all’esplorazione dei significati nascosti dai sintomi, alla promozione del benessere fisico e psicologico.

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