Salute mentale
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Il potere delle immagini: la fotografia in psicoterapia

Il potere delle immagini: la fotografia in psicoterapia
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Valentina Birocchi
Redazione
Psicologa ad orientamento Psicodinamica integrata
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
28.2.2022

Le immagini rappresentano uno strumento molto potente in terapia perché creano una via diretta per entrare in contatto con gli aspetti inconsci della persona, permettendo così l’emersione di sentimenti e credenze che affiorerebbero più difficilmente con il solo canale verbale. 

Le immagini che possono essere usate sono moltissime, come moltissimi sono i modi in cui possiamo impiegarle, a seconda dei diversi tipi di terapia psicologica. Per questo mettono in gioco sia la creatività del terapeuta che quella del paziente. 

Creatività e utilità della fotografia

Come si utilizzano le fotografie in psicoterapia? Proprio per le loro connotazioni di creatività e di versatilità, le fotografie possono essere impiegate in vari modi a seconda dello scopo che ci siamo fissati e delle caratteristiche delle persone coinvolte.

Fotografie scelte dal paziente

Innanzitutto possiamo decidere di usare fotografie scattate ad hoc dalla persona, oppure che fanno già parte del suo bagaglio di ricordi.

Spesso, in seduta, vengono portate fotografie biografiche che ritraggono la famiglia, le persone importanti o momenti significativi della vita. È curioso vedere come la persona le scelga e cosa racconti di questa decisione. 

Le scelte sono infatti spesso tutt’altro che ovvie e svelano sia al terapeuta che al paziente interessanti particolari su:

  • come vive le situazioni e le relazioni;
  • le credenze che ha su di sé e sui legami. 

Il paziente potrebbe, solo per citare alcuni degli scenari possibili, scegliere fotografie che ritraggono soltanto alcuni membri della famiglia, o che non ritraggono mai lui, o con membri della famiglia con gradi di parentela anche molto lontani. O ancora, potrebbe prediligere paesaggi per lui significativi ai ritratti di persone. 

Queste preferenze sono molto informative e ci permettono poi di aprire ed ampliare riflessioni che portano a raggiungere una maggiore conoscenza di sé, nonché di evocare ricordi e ricreare, attraverso il racconto, un filo conduttore tra passato e presente dando senso alle esperienze.

Come interpretare le fotografie

Si possono poi utilizzare fotografie che ritraggono il paziente per lavorare sull’immagine corporea, per riflettere cioè su come si vede o su come vorrebbe essere percepito dagli altri, portando la riflessione sui temi:

  • dell’autostima
  • del giudizio
  • delle aspettative interne ed esterne.

Un altro modo è quello di proporre al paziente di selezionare alcune foto per lui significative. Questa consegna generica lascia maggiori gradi di libertà e potrebbe essere fruttuosa all’inizio di un percorso o anche in altri momenti della terapia, per ampliare un tema importante su cui si sta lavorando e per individuare possibili strategie o eventuali impedimenti.

Oppure si potrebbe suggerire di selezionare alcune immagini in base a scenari ipotetici, per esempio:

  • da portare con sé in un viaggio
  • da conservare o buttare durante un trasloco

per rappresentare metaforicamente aspetti di cui si vuole cominciare a prendersi cura e cose che invece è arrivato il momento di lasciar andare o che, al contrario, per qualcosa da cui si fatica a prendere le distanze per potersi dedicare a qualcosa di più positivo. 

Lisa Fotios - Pexels

Fotografie “neutre”

Un’altra strada è quella di presentare al paziente un set di fotografie “neutre” selezionate dal terapeuta, tra le quali il paziente potrà preferire una o più immagini. Questa tecnica risulta maggiormente proiettiva, cioè permette una maggiore interpretazione della scena da parte del paziente e quindi di far subito emergere tematiche per lui centrali. 

Maggiore consapevolezza di sé

Le fotografie come ci aiutano a raggiungere maggiore autoconsapevolezza? Anche qui, bisogna dare ampio spazio alla creatività:

  • si può descrivere la scena e individuare un particolare che ha attirato l’attenzione o qualcosa che si vorrebbe cambiare;
  • ci si può focalizzare sulle sensazioni provocate dall’immagine;
  • si può assegnare un titolo alle immagini o utilizzarle per raccontare una storia. 

Qualsiasi siano le domande che ci poniamo, l’immagine rappresenta lo stimolo che permette di parlare di noi in modi nuovi, consentendoci di conoscerci ad un livello più profondo.

Conoscersi significa raggiungere i cambiamenti che desideriamo

Le immagini rappresentano un mezzo di collegamento tra l’inconscio e il conscio. Per la loro caratteristica non verbale permettono di bypassare gli aspetti cognitivi e di collegarsi con gli aspetti più profondi della persona, “non filtrati” dalla mente cosciente. 

Il loro impatto visivo evoca subito emozioni e sensazioni corporee che mettono in contatto con le parti più intime di sé, portando alla luce tematiche importanti per il paziente che soltanto con le parole sarebbero difficilmente raggiungibili o che necessiterebbero di più tempo. 

Inoltre, grazie alla loro valenza emotiva, rappresentano una via di comunicazione diretta, “di pancia”, tra terapeuta e paziente. Ciò che emerge verbalmente in relazione alla fotografia non è mai oggettivo e uguale per tutti, ma è sempre frutto delle percezioni e delle interpretazioni dell’osservatore, che sono influenzate dalle sue esperienze di vita. 

Aspetti di cui non è cosciente, che però condizionano profondamente il suo modo di rapportarsi alla vita e agli altri. Conoscere e dare significato ai propri sentimenti, pensieri e comportamenti è fondamentale per ottenere i cambiamenti desiderati.

Fuori dagli schemi con consapevolezza

Noi tutti spesso adottiamo, senza rendercene conto, punti di vista specifici per interpretare il mondo, che ci fanno rapportare ad esso di conseguenza. A volte questi modi di definire la realtà circostante possono ingabbiarci in schemi rigidi e risultare poco funzionali al nostro benessere. 

Renderci consapevoli della ricchezza della nostra vita interiore, delle nostre interpretazioni “automatiche” di ciò che viviamo e valutare possibili altre visioni delle situazioni, è un grande passo verso un cambiamento profondo. Cambiamento che permette di vivere più serenamente gli eventi di vita e di relazionarci in maniera più appagante ed autentica con gli altri.


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.

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