Dopo la pandemia COVID-19, la modalità di lavoro tradizionale è cambiata nettamente e molte persone hanno trasformato i propri salotti in veri e propri spazi di lavoro. Cinque anni dopo, il lavoro da remoto è più diffuso che mai, con il 29% degli italiani che nel 2025 lavora da casa.
Questo cambiamento ha anche aperto la strada a un nuovo stile di vita. Oltre 40 milioni di persone si identificano ora come nomadi digitali e almeno il 16% delle aziende in tutto il mondo supporta ruoli completamente da remoto. Avendo meno limitazioni geografiche, molti hanno abbandonato gli uffici tradizionali per spazi di co-working in nuove città o persino all'estero.
Ma ora che il lavoro da remoto è stato così normalizzato, che impatto ci sarà sulla nostra salute mentale? Se da un lato una maggiore flessibilità ha migliorato l'equilibrio tra lavoro e vita privata per alcuni, dall'altro ha anche sfumato il confine tra lavoro e casa, lasciando altri isolati.
Per esplorare questo cambiamento, noi di Unobravo abbiamo intervistato oltre 1.500 italiani per esaminare l'impatto del lavoro da remoto sulla salute mentale e capire come sia i dipendenti sia i datori di lavoro possano essere supportati al meglio. Abbiamo anche individuato i settori e le regioni che adottano questo stile di lavoro, parallelamente alle principali città europee per i nomadi digitali.
La diffusione del lavoro a distanza e flessibile in Italia
Cinque anni dopo l'inizio della pandemia, il modo di lavorare degli italiani si è radicalmente evoluto. Quella che era iniziata come una soluzione temporanea durante i lockdown si è trasformata in una modalità consolidata in molti settori: il lavoro da remoto e flessibile. Mentre alcune aziende hanno adottato modelli di lavoro completamente da remoto, molte hanno adottato approcci ibridi che consentono ai dipendenti di suddividere il proprio tempo tra casa e ufficio.
Secondo la nostra recente indagine, il 21% dei lavoratori italiani segue un schema ibrido, mentre l'8% lavora interamente da remoto. Il lavoro da remoto è notevolmente più comune tra i lavoratori autonomi, con il 22% che lavora completamente da remoto e il 31% in ambienti ibridi. Al contrario, solo il 4% dei dipendenti a tempo pieno dichiara di lavorare completamente da remoto.
Questa flessibilità non è distribuita uniformemente in tutto il Paese. Città come Foggia e Roma sono in testa, con il 40% della forza lavoro in ciascuna città che segnala modalità di lavoro ibride o da remoto. All'altro estremo della classifica, città come Prato e Taranto restano indietro, con solo il 13% dei lavoratori in modalità flessibile. Queste differenze riflettono probabilmente diversi livelli di infrastruttura digitale e la misura in cui i settori locali dipendono dalla presenza fisica dei lavoratori.
In termini di settori, Marketing, Pubblicità e Relazioni Pubbliche sono in testa all'adozione del lavoro flessibile, con il 70% degli intervistati in questo campo che lavora in modalità ibrida o completamente da remoto. Tecnologia e IT seguono subito dopo con il 61%, evidenziando la compatibilità di entrambi i settori con il lavoro a distanza e gli strumenti digitali. Al contrario, Salute e Assistenza Sociale (16%), Legale (18%) e Commercio al Dettaglio e Vendite (19%) continuano a fare ampio affidamento sulla presenza fisica.
Impatti psicologici del lavoro a distanza
Sebbene il lavoro flessibile abbia dato maggiore libertà a molti professionisti di diversi settori, ha anche sollevato importanti interrogativi sull’impatto del benessere mentale. Il nostro sondaggio "Cinque anni dopo il COVID-19" ha rilevato che il 22% dei lavoratori da remoto ritiene che questo cambiamento abbia avuto un impatto negativo sul proprio benessere mentale.
Per comprendere meglio questi effetti, abbiamo intervistato i lavoratori da remoto per scoprire i benefici e le sfide più comuni per la salute mentale, che essi affrontano durante la vita quotidiana.
I benefici psicologici del lavoro a distanza
Per molti italiani, il lavoro da remoto ha portato significativi benefici psicologici. Quasi la metà (46%) degli intervistati ha indicato come principale vantaggio un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata. L'eliminazione degli spostamenti casa-lavoro e un maggiore controllo sui propri orari hanno permesso alle persone di riappropriarsi del tempo personale e di stabilire routine più in linea con il proprio stile di vita.
Altri benefici degni di nota includono la riduzione dello stress o dell'ansia quotidiana (33%), più tempo per la cura di sé o l'esercizio fisico (27%) e una maggiore concentrazione o produttività (19%). Questi risultati suggeriscono che il lavoro da remoto può avere un impatto positivo non solo sul benessere emotivo, ma anche sulla salute fisica e sulle prestazioni lavorative. Inoltre, il 19% degli intervistati ha segnalato una minore stanchezza correlata agli spostamenti casa-lavoro, a sottolineare i benefici per il benessere mentale e fisico derivanti dall'evitare gli spostamenti quotidiani.
Le sfide psicologiche del lavoro da remoto
Sebbene il 15% degli intervistati non abbia segnalato svantaggi significativi nel lavoro da remoto, la maggior parte di loro ha identificato almeno una difficoltà psicologica legata alla modalità di lavoro da remoto.
Il problema più comune segnalato dal 27% degli intervistati è la difficoltà a staccare la spina o a disconnettersi dal lavoro. Con confini sfumati tra vita privata e lavorativa, molti faticano a stabilire limiti chiari, il che porta a burnout e a troppo carico lavorativo.
Sono stati segnalati frequentemente anche sentimenti di isolamento o solitudine (26%) e l'assenza di confini netti tra lavoro e vita personale (23%). Queste difficoltà evidenziano il peso emotivo del trascorrere lunghi periodi di solitudine, in particolare per coloro che hanno avuto esperienza in ambienti di lavoro più collaborativi e sociali.
Altre sfide significative includono l'aumento del tempo trascorso davanti allo schermo e l'affaticamento digitale (22%), una ridotta motivazione o senso di realizzazione (11%) e un senso di disconnessione dalla cultura aziendale (10%).
Quali città europee sono più adatte al lavoro da remoto?
Grazie ai benefici psicologici del lavoro da remoto, un numero crescente di europei ha adottato uno stile di vita da nomade digitale, scegliendo di vivere e lavorare in luoghi diversi, spesso viaggiando tra paesi o città diverse, pur mantenendo un impiego a distanza.
Per trovare le migliori destinazioni al di fuori dell'Italia, abbiamo analizzato 50 città europee in base a fattori come costo della vita, velocità di internet, sicurezza e qualità della vita.
Cracovia, in Polonia, si distingue come uno dei principali hub per i nomadi digitali, offrendo internet veloce (224 Mbps), vita a prezzi accessibili (2.252 €/mese) e bassi costi di co-working (158 €/mese). Rappresenta un ottimo equilibrio tra budget e infrastrutture, ideale per chi desidera stabilità senza spendere una fortuna.
Amsterdam, nei Paesi Bassi, offre un'eccellente combinazione tra sicurezza, elevata qualità della vita ed eccellenti infrastrutture digitali. Sebbene il costo della vita sia più alto rispetto a molte altre città, la sua vivace cultura e la sua connettività continuano ad attrarre i lavoratori da remoto in cerca di una sede europe dinamica e ben supportata. E con quasi 4.000 attrazioni da esplorare in città, un nomade digitale qui non si annoierà mai.
Palma di Maiorca, in Spagna, coniuga infrastrutture e stile di vita eccellenti. Vanta la connessione internet più veloce delle città analizzate, con una velocità di 258 Mbps, bassi costi di co-working (134 €/mese) e il fascino della vita costiera, che la rendono una meta attraente per chi desidera produttività e tranquillità in riva al mare.
Questi hub europei dimostrano come una buona connessione internet, un luogo di lavoro sicuro e uno stile di vita sano possano andare di pari passo. Naturalmente, la posizione è solo un tassello del puzzle. Che si lavori da uno spazio di co-working sulla spiaggia o dal tavolo della cucina, per viversi davvero bene l’esperienza di lavoro da remoto è essenziale dare priorità alla propria salute mentale.
Supportare la salute mentale dei lavoratori a distanza
Dagli uffici domestici in Italia alla vita on the road da nomade digitale, i lavoratori da remoto spesso affrontano sfide psicologiche uniche, dall'isolamento, ai confini casa-lavoro non chiari, alla difficoltà nel staccare la spina. Fortunatamente, sia i singoli individui che i datori di lavoro possono adottare misure proattive per affrontare questi problemi e creare esperienze di lavoro da remoto più sane ed equilibrate.
Come prendersi cura della propria salute mentale quando si lavora a distanza
1. Creare una struttura attraverso la routine
Stabilire orari di lavoro regolari, fare pause programmate e definire una "fine" chiara della giornata lavorativa sono essenziali per prevenire un possibile burnout. Anche un semplice promemoria in agenda per la fine della giornata lavorativa può aiutare a mantenere chiari i propri confini lavorativi. Una routine quotidiana aiuta a creare limiti mentali e favorisce un riposo migliore una migliore concentrazione e una migliore regolazione emotiva.
2. Mantenere la connessione sociale
La solitudine è stata la seconda sfida psicologica più comunemente segnalata tra i lavoratori da remoto nel nostro sondaggio. Ecco perché mantenere relazioni sociali regolari, attraverso chiacchiere virtuali, momenti di confronto tra team o giornate di co-working condivise, può essere un modo efficace per sviluppare connessione emotiva.
3. Muovere il proprio corpo
Sebbene il lavoro da remoto possa ridurre l'affaticamento legato al pendolarismo, la mancanza di un tragitto giornaliero per andare al lavoro può anche renderci più sedentari. Anche una passeggiata di 20 minuti o qualche momento di stretching tra una riunione e l'altra possono contribuire a migliorare l'umore e a ridurre l'ansia, grazie all’effetto benefico di molecole e ormoni rilasciati durante l’attività fisica. Muoversi regolarmente aiuta anche a contrastare la natura a volte sedentaria del lavoro da remoto e qualche momento all'aria aperta è ottimo per favorire la lucidità mentale generale.
4. Utilizzare la terapia in modo proattivo
Uno dei cambiamenti più significativi a cui abbiamo assistito negli ultimi anni riguarda il modo in cui le persone stanno iniziando a concepire la terapia. Secondo il rapporto di Unobravo "Five Years Since COVID-19", il 52% degli italiani è più propenso a cercare supporto per la salute mentale oggi rispetto a prima del COVID-19, con un aumento del 76% dei percorsi di terapia negli ultimi cinque anni.
In particolare, per chi lavora da remoto, che potrebbe riscontrare maggiore difficoltà organizzative per recarsi fisicamente in uno studio, la terapia online offre un modo flessibile, privato e accessibile per ottenere supporto ovunque ci si trovi. Che si tratti di affrontare lo stress, gestire l'incertezza o semplicemente ritagliarsi uno spazio dove essere accolti senza giudizio, la terapia può aiutare sentirsi maggiormente preparati ad affrontare le sfide di ogni giorno.
Come i datori di lavoro possono supportare la salute mentale dei team remoti
1. Rendere la connessione intenzionale
Senza le interazioni informali di un ufficio, i team che lavorano da remoto hanno bisogno di supporto per rimanere in contatto. Check-in regolari, videochiamate informali e occasionali incontri di persona possono fare la differenza. Creare uno spazio per la connessione umana aiuta le persone a sentirsi parte di un gruppo e non isolate.
2. Parlare di salute mentale apertamente e spesso
La cultura del silenzio sulla salute mentale sta cambiando, il che è positivo. Quando i manager parlano apertamente di stress o benessere mentale, danno agli altri l’esempio per fare lo stesso. Formazione, sessioni educative e semplici conversazioni possono contribuire a normalizzare la salute mentale come parte integrante della vita lavorativa quotidiana.
3. Formare i responsabili per individuare tempestivamente i problemi
In contesti remoti, è più facile che il disagio passi inosservato. I manager dovrebbero sentirsi sicuri di poter controllare come stanno le persone, non solo cosa stanno facendo. Riconoscere cambiamenti di tono, comunicazione o energia può essere un segnale precoce di bisogno di supporto e sapere come reagire può fare la differenza.
4. Offrire un supporto reale e accessibile
Le iniziative per la salute mentale funzionano solo quando sono accessibili a tutti. Che si tratti di terapia online per le aziende, di un programma di assistenza ai dipendenti (EAP) o di risorse per il benessere come strumenti di mindfulness o check-in di autovalutazione, i dipendenti devono sapere cosa è disponibile e sentirsi al sicuro nell'utilizzare questi strumenti. Orari flessibili, giornate dedicate alla salute mentale e il permesso di staccare davvero la spina sono altrettanto preziosi per ogni team.
Metodologia
Abbiamo intervistato 1.500 italiani per esplorare gli atteggiamenti verso il lavoro flessibile e il suo impatto sulla salute mentale.
Per individuare le città migliori per i nomadi digitali e il lavoro da remoto, abbiamo analizzato 50 delle città europee più visitate e 30 delle città italiane più popolate, classificandole in base ai seguenti fattori:
- Costo mensile della vita per un nomade digitale
- Costo mensile di una postazione di co-working
- Punteggio di sicurezza (su 100)
- Numero di attrazioni
- Punteggio di qualità della vita (su 100)
- Velocità media di internet (Mbps)