Famiglia
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Le relazioni familiari e l’influenza sulla rappresentazione di sé

Le relazioni familiari e l’influenza sulla rappresentazione di sé
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Roberta Cernuto
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Unobravo
Pubblicato il
7.2.2020

Spesso ci domandiamo da dove provengano le nostre paure, le nostre insicurezze ma anche i nostri principi e le nostre risorse. Di fondamentale importanza, lungo il percorso della vita, è l’influenza che le relazioni familiari significative hanno su ognuno di questi aspetti. 

Tutti siamo frutto di relazioni e connessioni con l’altro: partendo dalla nostra famiglia ci strutturiamo arricchendoci per affrontare il percorso della vita, proviamo a portare con noi le risorse acquisite e ad alleggerirci dai macigni dei quali a volte non è semplice liberarsi o convivere, anzi ci ritroviamo a lottare o sentirci bloccati dal poter proseguire il nostro sentiero.  

Lungo il sentiero: fasi del ciclo vitale che ci strutturano

Ognuno di noi è portatore di una storia che ci ha modellato nel tempo, fatta di legami affettivi, relazionali e culturali differenti da chiunque altro, che hanno guidato i nostri comportamenti e le nostre scelte. Nel corso delle differenti fasi della nostra vita cerchiamo di definirci in quanto persone uniche e autentiche, proviamo a delineare i tratti che ci contraddistinguono, i valori e i principi in cui ci riconosciamo. 

Secondo lo psicologo E. Erikson e successivamente lo psicoterapeuta J. Haley, lo sviluppo di un individuo segue diverse fasi, ognuna caratterizzata da un particolare compito evolutivo e da crisi o eventi critici da affrontare in quanto sistema familiare. 

Si tratta di un processo continuo nel tempo, in cui ogni fase è indispensabile per il raggiungimento della successiva. Ogni fase del ciclo vitale coinvolge almeno tre generazioni: 

  • nonni;
  • genitori;
  • figli

ognuno dei quali, nel tempo, dovrà cambiare il modo di relazionarsi, adattandosi e ricorrendo a strategie di problem solving differenti a seconda della fase. Riuscire a fronteggiare la crisi, consentirà il passaggio alla fase successiva. 

Di contro, quando una famiglia ha difficoltà nell’affrontare eventi critici e i conseguenti compiti di sviluppo, si potrà incorrere in diverse evoluzioni come ad esempio un blocco o un trascinarsi delle criticità sulle quali sarà possibile lavorare attraverso un percorso terapeutico. 

Andrea Piacquadio - Pexels

Se mi guardo allo specchio chi vedo?

Può accadere che, a un certo punto, guardandoci allo specchio stentiamo a riconoscerci e ciò che vediamo è un’immagine di noi stessi molto confusa. Questo avviene poiché tendiamo ad indossare le etichette descrittive che ci attaccano gli altri, al punto da non riuscire più a vederci con lenti diverse e quindi da una prospettiva differente. 

In questo caso è importante soffermarsi a riflettere su:

  • quali sono le nostre risorse;
  • cosa ci piace di noi;
  • quali aspetti positivi ci riconosciamo;
  • quali invece le cose che vorremmo lasciare andare o non sentiamo nostre.  

Aspetti che nel tempo, a furia di sentirceli attribuire, abbiamo iniziato a fare nostri.

Cosa mi porto dietro

La nostra storia ha inizio nelle generazioni precedenti. Non si tratta solo di DNA e genetica, ma di qualcosa di più profondo: 

  • regole e riti;
  • miti e lutti;
  • traumi, alleanze e segreti;
  • eventi che portiamo dentro di noi, ma di cui siamo per la maggior parte inconsapevoli.

L’eredità che ognuno di noi si porta dietro ci arriva dal passato e, se potessimo rappresentarla con un oggetto, probabilmente penseremmo a uno zaino. Lo zaino è la metafora del contenitore che ci portiamo sulle spalle, pieno di strumenti utili, ma a volte allo stesso tempo anche pesanti ed ingombranti, veri e propri macigni.

Gli strumenti che ci ritroviamo nello zaino non sono sempre quelli che avremmo desiderato, ma fanno parte della nostra storia, sono ciò che la nostra famiglia ci ha lasciato in dono. 

Vinta Supply Co. | NYC - Pexels

Cosa metto nello zaino?

Avete presente quando preparate uno zaino per un’escursione in montagna? Ecco, la preparazione alla vita è molto simile. I macigni da trasportare devono essere scelti con cura, altrimenti presto si arriverà al punto di non poter fare più neanche un altro passo avanti. A lungo andare ci sentiremo schiacciati dal peso di tutto quello che ci siamo caricati sulle spalle. 

Cosa non deve mancare:

  • le persone che ci fanno stare bene, che sono nostre complici e con le quali possiamo condividere le nostre emozioni;
  • le passioni e i sogni, che ci rendono sopportabili anche condizioni estreme per il solo motivo che queste servono a raggiungere i propri desideri. 

Non si deve dimenticare di mettere nello zaino:

  • il tempo da dedicare alle persone che amiamo e a noi stessi;
  • la pazienza verso noi stessi e verso gli altri. 

Infine, non bisogna scordare di lasciare uno spazio vuoto per un eventuale "souvenir" che troverete lungo il cammino: si deve sempre lasciare posto ad un incontro imprevisto che può portare un cambiamento, un nuovo stato di benessere. Buona preparazione del vostro zaino.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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