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L'ombra che mette 'like': l'Orbiting, quando l'assenza è la presenza più rumorosa

L'ombra che mette 'like': l'Orbiting, quando l'assenza è la presenza più rumorosa
L'ombra che mette 'like': l'Orbiting, quando l'assenza è la presenza più rumorosa
L'ombra che mette 'like': l'Orbiting, quando l'assenza è la presenza più rumorosa
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
13.11.2025
Ultimo aggiornamento il
13.11.2025
L'ombra che mette 'like': l'Orbiting, quando l'assenza è la presenza più rumorosa
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Nell’era digitale, le relazioni interpersonali hanno subito profonde trasformazioni, modificando sia le modalità di comunicazione sia le fonti di sofferenza emotiva. Un esempio emblematico di queste nuove dinamiche è l’orbiting. Ma cosa significa orbiting? Questo neologismo indica una situazione in cui una persona interrompe la comunicazione diretta con qualcuno, ma continua a seguirlo attivamente sui social media, mantenendo così una presenza costante e ambigua nella sua vita digitale. Questa ambiguità può generare confusione, frustrazione e un senso di irrisolutezza emotiva, poiché la distanza apparente si scontra con segnali di interesse persistente. L’orbiting è una dinamica complessa: in questo articolo troverai strumenti per riconoscerla, affrontarla e tutelare il tuo benessere emotivo, con un linguaggio accessibile ma attento alla corretta contestualizzazione clinica.

Cos'è l'orbiting e le sue caratteristiche nelle relazioni moderne

L’orbiting è un fenomeno relazionale che si è diffuso con l’avvento dei social media. Si manifesta quando una persona, dopo aver interrotto il contatto diretto, continua a "orbitare" intorno alla vita digitale dell’altro, interagendo con i suoi contenuti sui social (ad esempio visualizzando storie o mettendo like ai post), senza però riprendere un dialogo reale.

La caratteristica principale dell'orbiting è l’ambiguità: non si tratta di un taglio netto come il ghosting, né di un interesse genuino a ristabilire un rapporto. L’"orbitatore" rimane in una zona grigia, dove il suo comportamento può generare confusione e incertezza. Questo può minare la sicurezza emotiva di chi subisce l’orbiting, alimentando domande come: “Perché continua a seguirmi? È interessato o solo curioso? Dovrei ignorarlo o cercare un confronto?”.

L’orbiting è reso possibile dalla pervasività della presenza digitale: oggi è facile mantenere un legame flebile ma costante anche senza interazioni dirette. L’"orbitatore" può essere un ex partner, un amico con cui hai litigato, o una conoscenza che si è allontanata senza spiegazioni. Nelle relazioni moderne, l’orbiting rappresenta una sfida nuova, senza regole chiare su come gestirla. Per alcuni può essere fastidioso ma innocuo; per altri, può riaprire ferite emotive e rallentare il processo di elaborazione della fine di una relazione. La chiave è riconoscere l’ambiguità di questa situazione e proteggere il proprio spazio emotivo.

Origine e diffusione del fenomeno

Il termine "orbiting" è stato coniato dalla giornalista Anna Iovine nel 2018 in un articolo pubblicato su Man Repeller, dove descriveva la propria esperienza personale con un ex partner che, dopo aver interrotto ogni comunicazione diretta, continuava a visualizzare le sue storie su Instagram e interagire con i suoi contenuti online. Da allora, il termine si è diffuso rapidamente, diventando familiare a molti utenti dei social media. L’orbiting è stato oggetto di discussione in diversi articoli e podcast, come “Modern Love” del New York Times, e rappresentato in serie TV e film che esplorano le complessità delle relazioni digitali, come “You” o “Black Mirror”.

L'orbiting nell’era digitale e l’importanza della consapevolezza digitale

I social media hanno rivoluzionato il modo in cui ci relazioniamo, aprendo nuove possibilità di connessione ma anche di esposizione a dinamiche relazionali complesse come l’orbiting. La facilità con cui è possibile “seguire” la vita degli altri attraverso stories, post e interazioni digitali ha reso questo fenomeno più diffuso e, in alcuni casi, più doloroso per chi lo subisce. L’orbiting si nutre della visibilità continua e dell’illusione di vicinanza che i social possono creare, anche quando una relazione è giunta al termine. Questa realtà richiede una particolare consapevolezza digitale: riconoscere i segnali dell’orbiting è il primo passo per proteggersi da situazioni che possono minare l’equilibrio emotivo. Gestire la propria presenza online in modo consapevole, ponendosi domande come “Quanta parte della mia vita voglio condividere?” o “Sto cercando un contatto reale o sto solo alimentando un legame ormai finito?”, aiuta a distinguere tra connessioni autentiche e legami illusori.

Foto di Ghani Mengal – Unsplash

Orbiting e ghosting: differenze psicologiche ed emotive

Orbiting e ghosting hanno in comune l’impatto emotivo su chi li subisce, ma si distinguono per alcune differenze significative. L'orbiting è una forma di presenza digitale ambigua e silenziosa, in cui la persona che ha interrotto i contatti continua a osservare la vita dell’altro attraverso i social media. Il ghosting, invece, è una scomparsa improvvisa e totale da ogni forma di comunicazione. Entrambi i comportamenti possono generare confusione, senso di rifiuto e dolore, ma la natura dell’orbiting può amplificare l’incertezza e la difficoltà di elaborare la fine della relazione. A differenza del ghosting, infatti, l’orbiting mantiene viva l’illusione di un possibile riavvicinamento, intrappolando la vittima in un limbo emotivo.

Le principali differenze tra orbiting e ghosting sono:

  • Presenza digitale: l’orbiting implica una presenza silenziosa e costante sui social, il ghosting una scomparsa totale.
  • Impatto emotivo: entrambi possono provocare dolore, ma l’orbiting amplifica confusione e ambiguità.
  • Chiusura emotiva: il ghosting è una chiusura netta, l’orbiting può ostacolare l’elaborazione della fine della relazione.
  • Illusione di vicinanza: nell’orbiting persiste la speranza di un riavvicinamento, alimentata dalla presenza online.

Riconoscere queste dinamiche è fondamentale per proteggere il proprio equilibrio emotivo e promuovere relazioni più sane e consapevoli nell’era digitale.

Come si manifesta l'orbiting nelle relazioni digitali

L'orbiting si manifesta attraverso una serie di comportamenti digitali discreti ma persistenti. Dopo la fine di una relazione o di un contatto significativo, l’altra persona continua a osservare ciò che pubblichi sui social, lasciando tracce della sua presenza: visualizzazioni delle storie, like occasionali, commenti sporadici. Singolarmente, questi segnali possono sembrare innocui, ma nel loro insieme creano un senso di inquietudine e ambiguità. L’orbiting può essere vissuto come un’ombra silenziosa che si muove attorno al tuo spazio digitale, senza mai avvicinarsi troppo, ma senza mai scomparire del tutto. Questo comportamento può generare confusione, alimentando la speranza di un riavvicinamento o riaprendo ferite che stavano lentamente cicatrizzando. Ad esempio, potresti notare che una persona con cui hai interrotto i rapporti continua a guardare tutte le tue storie su Instagram, senza però interagire direttamente con te. Questa presenza costante ma silenziosa può essere destabilizzante, spingendoti a interrogarti sulle sue reali intenzioni.

Riconoscere l’orbiting è il primo passo per tutelare il proprio benessere emotivo: imparare a leggere i segnali e a decifrare i comportamenti apparentemente innocui ti permette di riprendere il controllo della tua narrazione digitale. Ricorda, molte persone hanno vissuto questa esperienza e hanno trovato strategie per gestirla, proteggendo la propria serenità online.

Le zone grigie tra presenza e assenza

L’orbiting può proiettarti in una sorta di “terra di nessuno” emotiva, fatta di zone grigie tra presenza e assenza. L’altra persona non è più parte attiva della tua vita, ma non è nemmeno completamente sparita. Questa ambiguità può rafforzare il senso di incertezza, alimentando domande e dubbi: “Sta solo spiando o vuole davvero riallacciare un rapporto?” “C’è ancora qualcosa tra noi?”. In questa confusione, è facile che si riaccenda la speranza di un riavvicinamento, oppure che si riaprano ferite che pensavi in via di guarigione. Perfino la tua narrazione interiore può vacillare: stai andando avanti davvero, oppure sei ancora ancorato al passato da questi piccoli, persistenti segnali digitali?

Motivazioni psicologiche dell’orbiting

Comprendere le motivazioni psicologiche che possono portare una persona a fare orbiting è complesso. Riflettere su queste dinamiche può aiutare a ridurre il senso di confusione e frustrazione che spesso accompagna questo fenomeno. In alcuni casi, il bisogno di conferme e l’insicurezza sono alla base del comportamento dell’"orbiter". La persona potrebbe avere ancora bisogno di sentirsi importante per te, anche se ha deciso di non essere più parte attiva della tua vita. Altre volte, chi mette in atto l’orbiting può essere guidato da un senso di controllo, dalla curiosità o dalla paura di perdere occasioni. I social media amplificano queste dinamiche, rendendo facile e immediato controllare la vita altrui senza esporsi direttamente. Se ti riconosci in questa situazione, ricorda che non sei solo: molte persone si trovano a gestire l’ambiguità e il disorientamento che l’orbiting può generare.

Foto di Noelle Otto – Pexels

Bisogno di conferme, insicurezza e altre cause comuni

Il bisogno di conferme, un forte ego, la paura dell’impegno e un’insaziabile curiosità possono essere fattori scatenanti dell’orbiting. In alcuni casi, chi mette in atto questo comportamento potrebbe essere mosso dalla necessità di sentirsi ancora importante per te, anche se ha deciso di non interagire più in modo diretto nella tua vita. Gli “spioni digitali” sono spesso guidati da un senso di controllo: sapere cosa fai, con chi sei, come stai, può dare loro l’illusione di non aver perso davvero il legame che vi univa. In altri casi, l’orbiter potrebbe essere spinto dalla curiosità o dalla paura di perdere occasioni. I social media amplificano queste dinamiche, rendendo facile e immediato controllare la vita altrui senza esporsi.

Orbiting come comportamento tossico o manipolativo

In alcuni casi, l’orbiting può assumere connotati tossici o manipolativi, soprattutto quando viene utilizzato per mantenere un controllo emotivo sull’altra persona o per alimentare dinamiche di dipendenza affettiva. È importante sottolineare che non tutti i casi di orbiting sono necessariamente patologici o intenzionalmente dannosi, ma quando questo comportamento genera disagio significativo o limita la libertà emotiva dell’altro, può essere utile riflettere sui propri confini e, se necessario, cercare supporto.

Impatti psicologici e rischi per la salute mentale e l’autostima

L’orbiting può avere un impatto significativo sulla salute mentale e sull’autostima di chi lo subisce. La presenza/assenza ambigua può creare confusione emotiva e mettere in discussione la propria percezione di sé e degli altri. La sensazione di essere costantemente osservati da una persona che ha deciso di interrompere il rapporto può generare ansia, insicurezza e un senso di vulnerabilità emotiva difficile da gestire. La mancanza di chiarezza e la natura ambivalente dei segnali inviati dall’orbiter possono amplificare il senso di frustrazione e la difficoltà a elaborare la fine della relazione. In alcuni casi, l’orbiting può portare a una ruminazione costante, cioè a pensieri ripetitivi e intrusivi su cosa sia andato storto o su cosa l’altra persona stia cercando di comunicare. Questo stato di allerta emotiva può minare profondamente l’autostima e il senso di valore personale. È importante riconoscere questi effetti e cercare strumenti e risorse per tutelare il proprio benessere psicologico.

Incertezza, frustrazione e conseguenze emotive

L’incertezza e la frustrazione che derivano dall’orbiting possono influenzare profondamente le emozioni e il benessere della persona coinvolta. La sensazione di non avere risposte, di essere lasciato in sospeso da una presenza ambigua, può diventare un vero e proprio tarlo emotivo. In questi casi, può essere utile rivolgersi a un professionista della salute mentale per ricevere supporto e strategie di gestione emotiva.

Strategie di protezione e gestione dell’orbiting sui social media

Proteggersi dall’orbiting e mantenere il proprio benessere emotivo sui social media richiede consapevolezza e proattività. Ecco alcune strategie pratiche che possono aiutarti a gestire la tua presenza digitale in modo più sano e sicuro:

  • Imposta limiti chiari: Utilizza le impostazioni di privacy dei social media per controllare chi può vedere i tuoi contenuti e interagire con te. Non esitare a bloccare o limitare chi ti mette a disagio.
  • Riduci l’esposizione: Se ti senti osservato, considera di rendere privati i tuoi profili o di condividere meno dettagli personali online.
  • Valuta chi segui e chi ti segue: Elimina contatti che non aggiungono valore positivo alla tua esperienza online.
  • Non cercare conferme dagli altri: Ricorda che il tuo valore non dipende dall’attenzione o dall’interazione di chi orbitra intorno a te.
  • Cerca supporto: Parla con amici fidati o con un professionista della salute mentale se l’ansia legata all’orbiting diventa troppo intensa.

Ricorda, è normale sentirsi vulnerabili online. L’importante è riconoscere quando una situazione ti sta destabilizzando e prendere provvedimenti per proteggere il tuo spazio digitale ed emotivo.

Foto di Aaron Weiss – Unsplash

Rafforzare l’autostima e gestire la propria presenza digitale

L'autostima è una risorsa fondamentale per navigare il complesso mondo delle relazioni digitali. Quando è solida, ti permette di distinguere il tuo valore dall'attenzione che ricevi online, proteggendoti dai giochi ambigui dell'orbiting. Per rafforzarla, riconosci e celebra i tuoi successi, anche quelli piccoli. Circondati di persone che ti sostengono e ti fanno sentire bene con te stesso. Ricorda che i social possono distorcere la percezione della realtà: non confondere i like con l'affetto reale. Prenditi delle pause dal digitale per riconnetterti con te stesso. Se senti di aver bisogno di un sostegno più strutturato, non esitare a cercare l'aiuto di un professionista.

Parlare di orbiting con amici, familiari o un professionista

Parlare di orbiting con amici, familiari o un professionista può essere un passaggio cruciale per superare il disagio che questa esperienza può generare. Condividere le proprie emozioni con persone di fiducia può offrire conforto, supporto e una prospettiva diversa che aiuta a ridimensionare l’accaduto. Un professionista della salute mentale, inoltre, può fornire strumenti specifici per gestire l’impatto emotivo dell’orbiting, aiutando a rafforzare l’autostima e a sviluppare strategie di protezione nelle relazioni digitali. Non bisogna sottovalutare il potere della comunicazione e del confronto: parlare è il primo passo per tornare a sentirsi padroni della propria serenità.

Limiti giuridici e conseguenze legali dell’orbiting in Italia

L’orbiting si colloca in una zona grigia dal punto di vista giuridico. In Italia, la legge non prevede un reato specifico per chi, dopo aver interrotto un rapporto, continua a monitorare la presenza online di una persona. Tuttavia, il comportamento potrebbe configurare una violazione della privacy se dovesse assumere connotati particolarmente invasivi (ad esempio, nel caso di stalking digitale o diffusione di informazioni senza consenso). In queste situazioni, la vittima può rivolgersi alle autorità per ottenere tutela. È importante ricordare che i social media offrono strumenti per proteggere la propria privacy, come il blocco o l’oscuramento dei profili, e che il ricorso a queste misure è un diritto legittimo.

Un passo per il proprio benessere

Se ti sei riconosciuto in alcune delle dinamiche descritte, ricorda che meriti relazioni sane e rispettose. L’orbiting non è un destino inevitabile, ma un fenomeno che si può affrontare con consapevolezza, determinazione e il giusto supporto. Prendere coscienza delle proprie emozioni e dei propri bisogni è il primo passo per riprendere il controllo della propria vita relazionale. Se senti che la situazione ti sta sfuggendo di mano, non esitare a chiedere aiuto: parlare con un professionista può fare la differenza. Con Unobravo puoi iniziare il tuo percorso di sostegno psicologico online e investire nel tuo benessere personale.

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