Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è una condizione del neurosviluppo che si manifesta con un pattern persistente di disattenzione (come la difficoltà a mantenere la concentrazione, a organizzare i compiti o a ricordare dove si mettono gli oggetti), iperattività (un bisogno costante di muoversi, difficoltà a stare fermi) e impulsività (come interrompere gli altri o agire senza riflettere sulle conseguenze).
L'impatto di queste caratteristiche sulla vita sociale, scolastica e lavorativa è riconosciuto anche a livello clinico dal DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). Per tutelare i diritti delle persone con ADHD e altre disabilità, promuovendo l'assistenza e l'inclusione scolastica e sociale, il sistema legislativo italiano prevede diversi strumenti. Il più noto è la legge 104 del 1992, alla quale possiamo fare riferimento quando l'impatto sulla vita quotidiana è particolarmente significativo.
A questa si affianca la legge 170 del 2010, nata per tutelare persone con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) ma le cui tutele, grazie a una direttiva successiva, sono state estese anche agli studenti con ADHD, creando un ulteriore livello di supporto.
Capire le differenze tra ADHD legge 104 o 170 è il primo passo per orientarsi. In questo articolo faremo chiarezza su come funzionano queste leggi, per favorire il riconoscimento dei diritti e promuovere una vera inclusione sociale, scolastica e professionale.
ADHD: le differenze tra legge 104 e legge 170
Spesso ci si chiede quali siano le differenze tra la legge 104/92 e la legge 170/2010 quando si parla di ADHD. Immaginiamole come due strumenti diversi, pensati per rispondere a bisogni differenti.
La legge 104/1992 è una legge quadro, molto ampia. Il suo obiettivo è garantire un’integrazione a 360 gradi (sociale, familiare, scolastica e lavorativa) alle persone con disabilità, tutelandone la dignità, i diritti e l'autonomia. Per quanto riguarda l'ADHD, la legge 104 si applica quando la condizione comporta una compromissione significativa.
Le difficoltà di apprendimento, relazione, integrazione lavorativa con impatto in termini di svantaggio sociale stabiliscono il diritto a usufruire di quanto previsto dalla legge. Tuttavia, le prestazioni a cui si può accedere sono commisurate al grado di compromissione e alle capacità individuali residue. Questo elemento è di fondamentale importanza nei quadri di ADHD.
È importante sapere che non sempre a un bambino con ADHD viene automaticamente riconosciuto il diritto al sostegno scolastico o all’invalidità civile. Il fattore decisivo è sempre la valutazione dell'impatto che i sintomi hanno sulla vita di tutti i giorni: a scuola, in famiglia e, per gli adulti, sul lavoro.
La legge 170/2010, invece, ha un focus più specifico: nasce per tutelare gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), come dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. L'obiettivo dell'ADHD e legge 170 è garantire il successo formativo attraverso una didattica su misura, strumenti compensativi e dispensativi e altre forme di supporto per lo studente e la sua famiglia.
Il punto di svolta è la direttiva ministeriale del 27 Dicembre 2012, che ha esteso queste tutele a tutti gli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES), includendo esplicitamente anche chi ha una diagnosi di ADHD. Questo ha aperto la porta a strumenti fondamentali come il Piano Didattico Personalizzato (PDP), pensato per adattare la didattica alle esigenze individuali.

ADHD e legge 104
Approfondendo il rapporto tra ADHD e legge 104, è importante capire il motivo per il quale questo non sia così automatico. La legge è del 1992 e non poteva menzionare esplicitamente l'ADHD con la consapevolezza e l’impianto normativo che esiste oggi. Ed è per questo che il diritto al sostegno non è garantito a tutti. Come chiarisce la Direttiva Ministeriale del 2012, la chiave è la gravità della situazione. Nel testo si legge infatti:
“In alcuni casi il quadro clinico particolarmente grave – anche per la comorbilità con altre patologie - richiede l’assegnazione dell’insegnante di sostegno, come previsto dalla legge 104/92. Tuttavia, vi sono moltissimi ragazzi con ADHD che, in ragione della minor gravità del disturbo, non ottengono la certificazione di disabilità, ma hanno pari diritto a veder tutelato il loro successo formativo”.
Da qui l’esigenza di estendere quanto stabilito dalla legge 170/2010 anche ai soggetti con ADHD.
Quando si parla di ADHD e invalidità, il discorso si fa ancora più specifico. È importante non confondere l'handicap (legge 104) con l'invalidità civile (legge 118/1971). Sono due percorsi distinti, che richiedono valutazioni da parte di commissioni mediche differenti e portano a benefici diversi.
Per richiedere il riconoscimento dell'invalidità civile legata all'ADHD, l'iter da seguire prevede alcuni passaggi chiave:
- ottenere da un medico abilitato il certificato introduttivo che attesti la diagnosi e le sue implicazioni;
- inoltrare la domanda per via telematica all’INPS, che avvierà la procedura per l'accertamento;
- sottoporsi alla visita presso la commissione medica dell'ASL, integrata da un medico dell'INPS. Sarà questa commissione a stabilire la percentuale di invalidità per l'ADHD (che può variare dal 33% al 100%), da cui dipenderanno le specifiche agevolazioni (come supporti economici o indennità di accompagnamento).
Per quanto riguarda gli aiuti economici per adulti con ADHD, come l'assegno mensile di assistenza, i valori sono un punto cruciale. È richiesta, infatti, una percentuale di invalidità per adulti con una riduzione della capacità lavorativa di almeno il 74%. Questo significa che la commissione valuterà con grande attenzione quanto i sintomi dell'ADHD incidano sulla capacità di svolgere un'attività lavorativa. Questo vale anche per il sostegno scolastico il quale non è un riconoscimento automatico.
Per l’handicap, invece, l’accertamento avviene mediante apposite commissioni mediche della ASL con la presenza di operatori sociali e specialisti esperti. La disabilità può essere accertata anche in assenza di invalidità civile. I benefici eventualmente riconosciuti prevedono agevolazioni fiscali, supporto per l’integrazione scolastica e sociale, ma non supporti economici diretti.
Infine, per l'inserimento nel mondo del lavoro, entra in gioco la legge 68/1999. Questa norma regola il collocamento mirato e i diritti delle persone con ADHD e altre disabilità in ambito professionale. Anche in questo caso, commissioni mediche apposite valutano la capacità lavorativa residua per garantire l'accesso a benefici come percorsi di formazione e agevolazioni per l'assunzione.

L’alunno con ADHD ha diritto al sostegno scolastico?
Questa è una delle domande che più preoccupa i genitori. Come sottolinea la Direttiva Ministeriale del 2012, il diritto al sostegno scolastico per l'ADHD non è automatico e viene concesso quando i sintomi hanno un impatto così rilevante sulla vita del bambino e della famiglia da rendere necessario un supporto specializzato per garantire una reale inclusione scolastica e sociale.
Il percorso per arrivare alla certificazione segue solitamente questi passaggi:
- La scuola, attraverso i docenti, segnala alla famiglia una situazione di difficoltà persistente.
- Il consiglio di classe, d'accordo con la famiglia, può avviare un periodo di osservazione e interventi didattici mirati.
- Se le difficoltà non si risolvono, la famiglia si attiva per una valutazione specialistica esterna, che può coinvolgere neuropsichiatri e psicologi per effettuare test specifici.
- Con la diagnosi specialistica, la famiglia può richiedere la certificazione di handicap presso la ASL. Una commissione medica valuterà la gravità e il livello di compromissione.
- Una volta ottenuta la certificazione, l'alunno acquisisce il diritto all'insegnante di sostegno e ad altri supporti personalizzati.
Una volta ottenuta la certificazione per ADHD, quante ore di sostegno vengono garantite? La certificazione di handicap permette di avere diritto alla presenza dell’insegnante di sostegno per un quarto delle ore complessive di lezione. Nel caso in cui invece venga riconosciuto un handicap grave, la copertura può invece riguardare anche l’intero orario scolastico.
È importante ribadire che la gravità della compromissione è il fattore decisivo. A volte, la presenza di disturbi in comorbilità, poiché l'impatto funzionale complessivo risulta maggiore come nel caso di ADHD e DSA, la legge 104 può essere riconosciuta più facilmente, .
ADHD e legge 170
Quando il sostegno della legge 104 non è accessibile, la legge 170 sull'ADHD agisce come una rete di sicurezza fondamentale. Sebbene sia nata per i Disturbi Specifici dell'Apprendimento, proprio per garantire a tutti il diritto allo studio, la Direttiva Ministeriale del 2012 ha esteso le sue misure a tutti gli studenti con Bisogni Educativi Speciali, inclusi quelli con ADHD,
Le principali agevolazioni previste sono le seguenti:
- Redazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP): è un documento fondamentale che la scuola deve stilare in accordo con la famiglia. Definisce l’utilizzo di strategie su misura, come l'uso di strumenti compensativi (mappe concettuali, calcolatrice, computer) e misure dispensative (meno compiti, più tempo per le verifiche, interrogazioni programmate).
- Supporto per i genitori: in alcuni casi, i genitori lavoratori hanno diritto a orari di lavoro flessibili per assistere i figli nello studio o durante le terapie.

ADHD: invalidità e aiuti economici per gli adulti
Anche per gli adulti, l'ADHD può rappresentare una sfida significativa, specialmente nel mondo del lavoro. Per questo, esistono forme di tutela economica. Secondo le linee guida dell'INPS, riportate anche nella guida I diritti delle persone con disabilità, la percentuale di invalidità legato ad una diagnosi di ADHD è il parametro per accedere a specifici sussidi:
- con un'invalidità di almeno il 74%, si può avere diritto a un assegno mensile di assistenza (soggetto a limiti di reddito);
- con un'invalidità totale (100%), si può accedere alla pensione di inabilità. Se è presente anche una condizione di non autosufficienza, si può aggiungere l'indennità di accompagnamento.
Il livello di gravità dell'ADHD (lieve, moderato o grave secondo il DSM-5) deve quindi tradursi in una limitazione concreta e severa della capacità lavorativa. Se la commissione non certifica la gravità di questo impatto purtroppo non sarà poi possibile accedere a un sostegno economico.
Questo ci fa comprendere quanto sia cruciale che il percorso di diagnosi dell’ADHD negli adulti e nei bambini sia accurato e completo e svolto da professionisti esperti che sappiano documentare l'impatto funzionale della condizione.
Come orientarsi tra normative e diritti
Muoversi nella complessa burocrazia che regola i diritti delle persone con ADHD può essere un'esperienza frustrante. Spesso si fa fatica a vedere riconosciuto l’impatto che questa neurodivergenza ha sulla vita delle persone. Proprio questa difficoltà rende difficile l'accesso a misure fondamentali come il sostegno scolastico o gli aiuti economici.
Può essere importante quindi, agire e promuovere interventi su più livelli, per costruire una società più inclusiva:
- A livello istituzionale: promuovere una maggiore formazione e sensibilità, affinché il supporto arrivi a tutte le persone con ADHD e alle loro famiglie, non solo nei casi percepiti come più gravi.
- A livello individuale: diffondere consapevolezza attraverso la psicoeducazione. Troppo spesso, infatti, un bambino con ADHD viene etichettato come 'svogliato' o 'maleducato', senza riconoscere la frustrazione che prova nel gestire la propria impulsività e le difficoltà di attenzione.
- A livello di cura: facilitare l'accesso a diagnosi e valutazioni accurate senza mai dimenticare l'importanza di un supporto psicologico. Un psicologo esperto in ADHD può essere una risorsa preziosa per la persona e per la sua famiglia.
- A livello scolastico: creare un dialogo costruttivo tra famiglie, insegnanti e alunni per costruire un ambiente che valorizzi le risorse di ciascuno. Questo include supportare i genitori nelle scelte, come quelle relative a un eventuale intervento farmacologico o alla richiesta di sostegno.