Nelle relazioni, di qualunque natura siano, è impossibile non sbagliare mai. Niente è più umano dell’errore. Anche quando siamo armati delle migliori intenzioni, può capitare di non comprendere del tutto il punto di vista o i desideri dell’altro, di perdere per distrazione qualcosa che di importante e rendersi conto troppo tardi di aver fatto sentire l’altra persona non vista o ferita. Nulla di cui vergognarsi, ma ben venga il senso di colpa.
A cosa serve il senso di colpa?
Il senso di colpa è un’emozione estremamente utile e adattiva: ci segnala che abbiamo fatto qualcosa di sbagliato e ci spinge a cercare di rimediare. La vergogna, invece, pur essendo comprensibile, può essere rischiosa in situazioni come questa. Sentirsi sbagliati, infatti, può portare a ritirarsi, nascondersi, evitare il confronto, impedendo così di chiedere scusa in modo sereno e sincero.
Non che la vergogna non sia utile, anzi. Ogni emozione esiste per dirci qualcosa e per aiutarci a trovare la strada giusta. La vergogna, in particolare, è quell’emozione che permette di interiorizzare le norme sociali e di evitare di mettere in atto comportamenti che potrebbero farci escludere dal nostro gruppo sociale di appartenenza (per esempio, ci vergogneremmo di camminare nudi per strada, e questo ci aiuta a non farlo).
Nelle situazioni in cui si commette un errore è davvero utile poter sentire di aver sbagliato, senza che questo porti a una visione globalmente negativa di se stessi. La chiave è pensare: “ho fatto qualcosa di sbagliato”, NON “sono sbagliato”.
“E ora?”: la riparazione
Una volta commesso l’errore e sopraggiunto il senso di colpa, nulla è perduto: si può riparare. Il che non significa, ovviamente, disfare l’errore, tornare indietro nel tempo e cambiare il passato. Riparare è ancora meglio! In una relazione sbagliare e poi rimediare ha effetti positivi che sembrano essere addirittura superiori rispetto all’assenza (per altro, impossibile) di errori. In breve: meglio saper sbagliare e riparare che evitare a tutti i costi l'errore. La riparazione infatti può rafforzare la relazione, permettendo di conoscersi meglio e di fidarsi ancora più di prima.

5 consigli per chiedere scusa in modo efficace
Chiedere scusa è una delle migliori armi per permetterci di riparare uno strappo relazionale ed è sicuramente la prima da sfoderare. Per fare una cosa così importante, ovviamente, non è sufficiente una parola. Nelle scuse devono essere presenti alcuni elementi che facilitano la connessione emotiva e la comprensione reciproca. Vediamo come rendere le scuse un momento realmente riparativo:
1) Guardati dentro
Prima di iniziare la conversazione, cerca di capire le motivazioni del tuo comportamento. Quali erano le tue intenzioni? Quali emozioni provavi? Lo scopo è comprendere, non giudicare e non giustificare. Come se stessi guardando un film di cui devi descrivere la trama, raccontati onestamente cosa è successo.
2) Mettiti nei panni dell’altro
Cerca di immaginare quali emozioni può aver sentito, quali pensieri può aver formulato, quali sensazioni può aver provato. Attenzione però al giudizio verso te stesso: l’obiettivo è la comprendere cosa è successo, non punire il "colpevole". Altro punto importante: stai cercando di immaginare come possa essersi sentito l’altro, ma non è detto che tu possa capirlo davvero. Come davvero si è sentita l’altra persona dovrà raccontarlo lei stessa.
3) Passa all’azione
Ora puoi rivolgerti alla controparte. È utile partire con quelle famose cinque lettere e con un atteggiamento calmo e che trasmetta apertura. Condividi ciò che hai capito di te guardandoti dentro, affermando chiaramente che il tuo intento non è trovare giustificazioni, ma fornire mezzi per comprendersi vicendevolmente. Puoi anche condividere cosa hai immaginato che l’altro possa aver provato, sentito e pensato, chiedendo al diretto interessato di integrare, correggere, aggiungere ciò che ritiene opportuno. Questo è molto importante perché l’altra persona deve sentire che la stiamo ascoltando davvero.

4) Condividi un piano
Una volta capito come può essersi verificato l’errore, è il momento di pensare al futuro. Condividi come pensi di non far più succedere la stessa cosa (per esempio “starò più attento a questo aspetto”, “ti chiederò cosa ne pensi prima di...”, “mi segnerò in agenda gli impegni condivisi”, etc) e chiedi se ci sono altre cose che puoi fare a cui magari non hai pensato. Su questo punto si può passare decisamente ed esplicitamente ad un assetto collaborativo.
5) Cerca DAVVERO di non farlo più
L’ultima fase delle scuse, se tutto va bene, è quella che riguarda l’effettivo comportamento futuro. Se davvero vi siete capiti, d’ora in poi sarà molto più semplice non farsi male, almeno rispetto al tema specifico su cui si basavano le scuse.
Non una parola, vero?
Scusarsi per bene è un processo che sicuramente richiede energie ma, sul lungo termine, può restituirne altrettante sotto forma di intimità, fiducia, comprensione e serenità relazionale.