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Crescita personale
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Perchè sono sempre stressato?

Perchè sono sempre stressato?
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Simona de Santis
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Umanistico Integrato
Unobravo
Pubblicato il
7.2.2020

Natura e gravità dello stress dipendono in larga misura dalla personalità dell’individuo e da come vive e interpreta eventi e situazioni potenzialmente stressanti. In questo articolo vedremo alcuni dei fattori individuali più comunemente associati allo stress.

Lo stress insorge per una serie molto varia di situazioni, per esempio quando:

  • la percezione e l’interpretazione degli eventi e delle situazioni difficili è negativa;
  • la personalità dell’individuo è predisposta allo stress;
  • la persona risente della carenza di un bisogno fondamentale;
  • la discrepanza fra esperienze ed attese è molto grande;
  • i conflitti emotivi, consci ed inconsci, sono forti e irrisolti;
  • la persona si trova fisicamente debilitata, in un determinato momento della sua vita;
  • la persona sente il peso della responsabilità rispetto a quanto gli è richiesto o crede di dover fare;

Più intenso e protratto nel tempo è “l’apprendimento” a rispondere in maniera inadeguata a situazioni stressanti, più è facile che si crei l’abitudine a reagire sempre in modo disfunzionale nelle stesse circostanze.


Fattori soggettivi legati allo stress

Ogni individuo è diverso, ma ci sono dei fattori legati allo stress che accomunano moltissime persone. Ne prenderemo in esame cinque.

1) La carenza di un bisogno fondamentale

Se l’individuo vive in uno stato di deprivazione di un bisogno fondamentale, si trova in uno stato di debolezza psicologica rispetto allo stress.

Secondo lo psicologo Abraham Maslow ci sono cinque categorie di bisogni, graduati secondo una gerarchia di importanza per la persona. Di solito non siamo interessati a passare ad una categoria superiore se prima non abbiamo soddisfatto anche solo parzialmente il tipo di bisogno di livello inferiore. Le categorie di bisogni della piramide di Maslow, partendo dai più fondamentali, sono:

  • fisiologici; 
  • di sicurezza; 
  • di amore e appartenenza; 
  • d’identità sociale e autostima;
  • di autorealizzazione.
Andrea Piacquadio - Pexels

In genere la carica motivante, e quindi anche la sofferenza in caso di deprivazione, è massima per i bisogni fisiologici o di sopravvivenza e decresce man mano che si sale verso bisogni più elevati. Naturalmente è sempre la persona stessa che decide quale livello di bisogni sia da considerarsi importante per lei in quel momento.


2) Attese che non corrispondono alla realtà

Una giusta aspirazione al miglioramento è un atteggiamento sano e produttivo ma, quando il mondo delle esperienze e il mondo delle attese di un individuo sono troppo distanti fra di loro, egli si trova inevitabilmente in condizioni di debolezza rispetto allo stress. Ne è un esempio lo stress da vacanze, quando si nutrono elevate aspettative sulle esperienze che si vivranno e si ritiene di dover tornare dalle ferie a tutti i costi rigenerati, abbronzati e in piena forma.

3) La predisposizione genetica e organica

È provato, ormai, che nel nostro patrimonio genetico, e ancor più nel nostro funzionamento organico, possano esserci predisposizioni più o meno accentuate alla malattia. Ne possono far parte quindi anche ansia, depressione e la sindrome da stress.

Per questo, quando le forme di stress sono gravi, è opportuno rivolgersi a uno o più professionisti come lo psicologo, il medico di famiglia o lo psichiatra.

4) Debilitazione psicologica o fisica

Lo stress già di per sé comporta una debilitazione psicofisica, la cui insorgenza e gravità non può che amplificarsi in presenza di una qualsiasi altra debilitazione psicologica e organica.

Un solo avvertimento: ci sono forme di debilitazione psicofisica che appartengono ad abitudini poco igieniche di vita, ad esempio: alcool, fumo, alimentazione eccessiva o comunque disordinata e poco sana, mancanza di moto, vita frenetica con poco tempo per il sonno e la rigenerazione mentale e fisica.

Andrea Piacquadio - Pexels

5) Il peso della responsabilità e il senso di colpa

Il peso della responsabilità complica la vita di molte persone, facendo vedere loro le cose molto più gravi e drammatiche di quanto siano in realtà. Se al peso della responsabilità si accosta, come di solito accade, un esagerato senso di colpa per eventuali inadempienze agli obblighi della posizione, le condizioni sono ideali per rendere altamente stressanti anche le incombenze più banali.

L’effetto è un investimento energetico ed emotivo esagerato e mal riposto, in quanto consumato principalmente a gestire la paura piuttosto che a risolvere i problemi.

Come gestire lo stress? Alcuni consigli

Per affrontare le emozioni generate da una situazione stressante è importante comunicarle: possiamo dialogare o scrivere, questo dipende da cosa ci fa stare meglio. Parlare di queste emozioni è utile per:

  • ridurre la loro intensità;
  • definire più chiaramente quello che proviamo;
  • accogliere il nostro mondo interiore e non sfuggirgli.

Un’altra cosa importante è agire: è più importante il modo in cui penso di poter affrontare l’evento, che l’evento in sé. Non è mai la situazione a farmi provare ciò che sento, ma come io la percepisco.

Qualunque cosa si cerca di evitare sicuramente non sparirà. Le emozioni che sentiamo sono le stesse che tutti proverebbero se avessero vissuto una situazione analoga pensando le stesse cose; per questo fanno parte di noi e del nostro essere umani. Può essere utile, inoltre, far ricorso sia a tecniche di rilassamento e di meditazione come il training autogeno o il rilassamento progressivo di Jacobson, sia mantenere uno stile di vita sano.


Ricapitolando

Per una prevenzione ed una terapia antistress i passi da compiere sono i seguenti:

  • intervenire sull’ambiente o sulle cause e concause esterne
  • agire sulla percezione e interpretazione soggettiva delle situazioni e degli eventi stressanti
  • agire sulle reazioni emotive
  • agire sul meccanismo delle reazioni fisiologiche
  • agire sulla risposta comportamentale, tramite il rinforzo di esperienze positive.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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