Famiglia
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La formazione della coppia: il ruolo della famiglia d'origine

La formazione della coppia: il ruolo della famiglia d'origine
La formazione della coppia: il ruolo della famiglia d'originelogo-unobravo
Roberta Castrovillari
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
29.3.2022


L’unione tra due individui che formano una coppia rappresenta l’incontro non solo di due persone, ma anche di due vissuti familiari. Ognuno infatti ha con sé un bagaglio emotivo e culturale che, integrandosi con quello dell’altro, crea una “trama” diversa e nuova. Entrambi i componenti della coppia portano quindi una sorta di “dote” nello spazio di coppia. L’incontro delle eredità familiari dei partner influenzerà la vita creando una nuova narrazione familiare. La coppia sarà così composta da tre parti: due individui e una relazione: io, tu, noi.

Lo psicoterapeuta Maurizio Andolfi distingue le configurazioni familiari in base alla posizione più o meno bilanciata dei partner all’interno della coppia e al processo di emancipazione di ognuno dal partner e dalla famiglia d’origine:

  • la coppia armonica: i partner condividono le esperienze e si rispettano, hanno raggiunto un ottimo grado di emancipazione dalle rispettive famiglie d’origine, le amicizie sono condivise mentre quelle più personali non interferiscono nella relazione;
  • la coppia conflittuale: il legame è influenzato da problematiche irrisolte con la famiglia d’origine, il rapporto è conflittuale. In genere uno dei partner non ha rapporti con la propria famiglia d’origine mentre l’altro mantiene un rapporto di dipendenza emotiva, il sistema delle amicizie difficilmente è condiviso;
  • la coppia instabile: entrambi i partner hanno vissuto una condizione di deprivazione affettiva, la condizione analoga li porta ad incontrarsi e a ricercare, ognuno nell’altro, la soddisfazione ai bisogni di affetto, accudimento e di rassicurazione;
  • la coppia “sandwich”: uno dei partner, o entrambi, si prendono cura dei propri genitori anziani e non autonomi, ritrovandosi con un onere ed un carico emotivo organizzativo che li fa sentire “schiacciati” dal peso della generazione anziana e da quella dei figli.


Lo svincolo dalla famiglia d’origine

Lo svincolo dalla famiglia d’origine è una progressiva “separazione” dai propri genitori, un processo di crescita verso l’autonomia. Il processo di svincolo inizia già da bambini, attraverso genitori in grado di:

  • stimolare l’autonomia del figlio e la fiducia in sé stesso;
  • tenerlo lontano dalle dinamiche di coppia;
  • dare l’opportunità al figlio di sentirsi autorizzato ad andare per la sua strada senza sensi di colpa.
Craig Adderley - Pexels

Se i figli invece percepiscono che i genitori tentennano nel favorire tale autonomia, perché ad esempio hanno bisogno di loro per smorzare le tensioni di coppia, molto probabilmente avranno difficoltà a lasciare la famiglia, come conseguenza dei cosiddetti mommy o daddy issues. Rimandando la loro indipendenza faranno fatica a realizzarsi sia come adulti che come adulti in una coppia. La scelta del partner, quindi, non coinvolge solo due persone bensì la trama dei rapporti affettivi che ha preceduto ognuno dei membri e di cui sono anche il frutto.

Cosa succede se c’è una difficoltà di svincolo?

È impossibile unirsi in un modo soddisfacente ad un’altra persona se prima non c’è stato lo svincolo, cioè la separazione da un rapporto, come quello con le figure primarie in cui non c’è un riconoscimento del proprio spazio personale.

Se questa difficoltà permane, si verifica:

  • un coinvolgimento eccessivo: la famiglia d’origine è molto presente e ha modalità di intromissione. La coppia non è in grado di controllare tale invasione vivendo uno stato di insoddisfazione;
  • conflitti: le situazioni conflittuali possono essere molteplici, ad esempio conflitti nella coppia, tra la coppia e la famiglia d’origine, conflitti tra le famiglie d’origine della coppia;
  • taglio emotivo: è la rottura affettiva del legame con la famiglia d’origine. Tale rottura è solo apparente in quanto il rapporto con i genitori ha comunque delle influenze nella coppia.
Anthony Shkraba - Pexels

L’aiuto della terapia

Spesso si crede che fuggendo e troncando ogni tipo di rapporto con la propria famiglia o con un membro, si possa conquistare l’autonomia e l’indipendenza. Al contrario, tagliando emotivamente, le questioni rimangono irrisolte, gravando sulle future relazioni e il soggetto sarà destinato a reiterare, senza consapevolezza, certe dinamiche. Il taglio emotivo viene messo in atto sia con meccanismi interni che esterni, come la distanza fisica.


Obiettivo della terapia di coppia è quindi quello di aiutare i partner a:

  • separarsi in maniera adattiva dalla famiglia d’origine;
  • costruire una nuova relazione basata sulle reali caratteristiche di ognuno degli individui;
  • aiutare a “spogliarsi” di quei “carichi pendenti” che derivano dai mandati familiari.


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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