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Psicologia della salute
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Convivere con il dolore, uno sguardo sulla fibromialgia

Convivere con il dolore, uno sguardo sulla fibromialgia
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Erika Isnardi
Redazione
Psicologa Sistemico-Relazionale
Unobravo
Pubblicato il
7.2.2020


La fibromialgia è diventata oggetto di maggior interesse, soprattutto sui social, da quando la cantante Lady Gaga ha dovuto annullare dei concerti proprio a causa di questa sindrome dolorosa. Nonostante la ventata di popolarità, la fibromialgia è ancora poco conosciuta e riconosciuta anche in termini di supporto assistenziale.

Quando parliamo di fibromialgia non ci riferiamo semplicemente ad una malattia, ma parliamo di una vera e propria sindrome, cioè un complesso insieme di sintomi. La sindrome fibromialgica colpisce circa 2 milioni di persone in Italia e si manifesta principalmente con dolore intenso a muscoli, legamenti e tendini e con una sensazione di affaticamento.

Sebbene possa assomigliare ad una patologia articolare, non si tratta di artrite e non causa deformità delle strutture articolari. La fibromialgia è in effetti una forma di reumatismo extra-articolare o dei tessuti molli.

Come riconoscere la fibromialgia?

La fibromialgia è spesso difficile da diagnosticare, poiché presenta sintomi assimilabili ad altre condizioni cliniche. Alcune persone possono considerare questi sintomi come immaginari o non importanti.

Negli ultimi 10 anni, si è cercato di fare ordine e di definire quei sintomi presenti unicamente nei pazienti fibromialgici, utili ad effettuare una diagnosi più accurata, tra cui:

  • Dolore generalizzato descritto come sensazione di bruciore, rigidità, contrattura, tensione;
  • Aree algogene anche dette tender points, cioè precisi punti del corpo la cui pressione provoca dolore.
Andrea Piacquadio -. Pexels

Quali altre difficoltà possono accompagnare la fibromialgia?

Oltre al dolore, la fibromialgia può accompagnarsi ad altri sintomi spiacevoli quali:

  • sensazione di stanchezza e affaticamento
  • disturbi del sonno
  • difficoltà legate alla sfera affettiva, come ansia e depressione
  • fibro-fog, cioè la difficoltà a concentrarsi e ad effettuare semplici elaborazioni mentali.

Quali possono essere le cause?

Al momento le cause della sindrome fibromialgica non sono note. Verosimilmente si tratta di una interazione tra fattori genetici ed ambientali. Ad esempio, eventi stressanti come una malattia, un lutto familiare, un trauma fisico o psichico possono indurre i sintomi tipici della fibromialgia. Sembra tuttavia improbabile che la fibromialgia possa essere provocata da una singola causa.

La maggior parte dei pazienti, infatti, non è in grado di identificare un singolo evento che abbia determinato l’insorgenza dei sintomi. Studi più recenti hanno individuato la possibile causa nell’alterazione ormonale o di neurotrasmettitori a livello del sistema nervoso centrale. Questo potrebbe spiegare, ad esempio, le alterazioni del sonno e la ridotta soglia di sopportazione del dolore caratteristici di questa sindrome.

Cosa fare e a chi rivolgersi?

La sindrome fibromialgica è una sindrome complessa, che porta con sé una serie di conseguenze che possono impattare negativamente sulla qualità della vita del paziente. Non è facile, infatti, convivere con il dolore quasi costante, con una cattiva qualità del sonno e con difficoltà emotive e cognitive.

Inoltre, il processo diagnostico, talvolta molto difficile e le difficoltà connesse al non riconoscimento della fibromialgia come patologia invalidante ma unicamente ad andamento cronico, possono far emergere vissuti di rabbia e frustrazione.

Un approccio multidisciplinare, che coinvolge vari professionisti e diverse tipologie di interventi sembra essere quello più efficace e completo. I pazienti che soffrono di fibromialgia hanno diritto a intraprendere una terapia del dolore, che è diversa dalle cure palliative, in quanto tesa a migliorare la qualità della vita di pazienti che hanno malattie ancora curabili. Anche le tecniche di ipnosi possono rappresentare una tipologia di intervento efficace per la fibromialgia.

mentatdgt - Pexels

É opportuno rivolgersi a

  • un reumatologo, che potrà gestire farmacologicamente gli aspetti legati al dolore e alla qualità del sonno;
  • uno psicologo per gestire tutti gli aspetti emotivi correlati a questa sindrome.

Lo psicologo potrà aiutare la persona a scoprire o valorizzare le proprie risorse personali e sociali, favorendo l'apertura al proprio contesto familiare e amicale. È fondamentale, per poter affrontare la malattia con la psicologia della salute, sapere di poter chiedere aiuto anche se capita di sentirsi soli. Esistono, a tal proposito, numerose associazioni nazionali e locali che possono aiutare ad orientarsi meglio nella scoperta e nella gestione di questa sindrome dolorosa. La più conosciuta in Italia è la AISF ODV (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica).

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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