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Salute mentale
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Dopamina: cos'è, a cosa serve e come influenza motivazione e benessere

Dopamina: cos'è, a cosa serve e come influenza motivazione e benessere
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
18.12.2025
Dopamina: cos'è, a cosa serve e come influenza motivazione e benessere
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La dopamina è una sostanza chimica fondamentale per il funzionamento del nostro cervello. È coinvolta in numerosi processi, tra cui la motivazione, il piacere, l'apprendimento e il movimento. Un suo squilibrio può influire sul nostro benessere psicofisico. In questo articolo esploreremo cos'è la dopamina, a cosa serve, quali sono i suoi effetti e cosa può succedere in caso di carenza o eccesso. Parleremo anche di strategie per mantenerla in equilibrio e di quando è opportuno rivolgersi a uno specialista. Se ti senti demotivato, apatico o hai perso interesse nelle attività che ti piacevano, potresti sperimentare una condizione comunemente descritta come "mancanza di dopamina". Vedremo insieme come riconoscere questi segnali e come affrontarli, sempre con attenzione alla corretta informazione clinica.

Cos’è la dopamina e funzioni principali della dopamina

La dopamina è un neurotrasmettitore, ovvero una sostanza chimica che permette alle cellule nervose del cervello di comunicare tra loro. In termini semplici, agisce come un messaggero tra i neuroni, consentendo al nostro cervello di funzionare correttamente.

La dopamina svolge molteplici funzioni nel cervello. Le sue principali attività includono:

  • motivazione e sistema di ricompensa
  • controllo dei movimenti volontari
  • modulazione di umore, attenzione, memoria e apprendimento

l ruolo più noto della dopamina riguarda il sistema di ricompensa e la motivazione: quando ci aspettiamo o otteniamo una gratificazione — come ascoltare la nostra canzone preferita o gustare un cibo che amiamo — la dopamina contribuisce a farci attribuire valore positivo a quell’esperienza. Questo meccanismo è fondamentale quindi anche per la motivazione, poiché ci spinge a ripetere comportamenti che ci fanno stare bene.

La dopamina è inoltre coinvolta nel controllo dei movimenti volontari. Ad esempio, nel morbo di Parkinson, una patologia neurologica, la perdita di neuroni dopaminergici in specifiche aree cerebrali porta a sintomi motori come tremori e rigidità.

Infine, la dopamina ha un impatto significativo su umore, attenzione, memoria e apprendimento. Bassi livelli di dopamina sono stati associati a condizioni come la depressione e il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), secondo la letteratura clinica.

Aakash Dhage - unsplash

Meccanismo della gratificazione e dipendenze

Il nostro cervello è programmato per riconoscere ciò che è piacevole e motivarci a ricercare esperienze gratificanti, come il cibo, il sesso o le interazioni sociali. Questo avviene grazie al sistema di ricompensa, un circuito neurale in cui la dopamina svolge un ruolo centrale. Ogni volta che sperimentiamo qualcosa di gratificante, la dopamina viene rilasciata, facendoci sentire bene e incentivando la ripetizione di quel comportamento.

Tuttavia, alcuni comportamenti o sostanze possono attivare il sistema della ricompensa in modo eccessivo o artificiale, come nel caso dell’uso di sostanze psicoattive o del gioco d’azzardo. In queste situazioni, il rilascio di dopamina può essere così intenso da portare a una sorta di "corto circuito": il cervello si abitua a livelli elevati di gratificazione e diventa meno sensibile agli stimoli naturali, favorendo lo sviluppo di dipendenze. Questo fenomeno può trasformare il sistema della ricompensa da alleato a fattore di rischio, contribuendo a comportamenti compulsivi che possono avere un impatto negativo sulla qualità della vita.

Effetti della dopamina su benessere, motivazione e comportamento

La dopamina può essere considerata una sorta di carburante per il nostro cervello: ci motiva, ci spinge ad agire e contribuisce al senso di vitalità. Quando i livelli di dopamina sono equilibrati, ci sentiamo motivati, curiosi e pronti ad affrontare le sfide quotidiane. Al contrario, una carenza di dopamina può manifestarsi con apatia, depressione e mancanza di motivazione. Dall’altra parte, un eccesso di dopamina può essere associato a comportamenti impulsivi, dipendenze e disturbi dell’umore. È importante sottolineare che il benessere psicofisico dipende da un delicato equilibrio di questo neurotrasmettitore, e che eventuali alterazioni dovrebbero essere valutate da un professionista.

Carenza di dopamina: sintomi, cause e fattori di rischio

Quando si parla di "mancanza di dopamina" o "carenza di dopamina", ci si riferisce a una condizione in cui i livelli di questo neurotrasmettitore risultano insufficienti per garantire il normale funzionamento di alcuni circuiti cerebrali. I sintomi possono includere:

  • Sintomi fisici: stanchezza cronica, difficoltà a dormire o a mantenere un sonno riposante, dolori muscolari e rigidità.
  • Sintomi emotivi: apatia, mancanza di entusiasmo, sensazione di vuoto interiore, difficoltà a provare piacere anche in attività solitamente gratificanti (anedonia).
  • Sintomi comportamentali: procrastinazione, difficoltà a portare a termine i compiti, isolamento sociale, abbandono di hobby e interessi.

Le cause della carenza di dopamina possono essere molteplici:

  • Fattori genetici: alcune persone possono avere una predisposizione genetica che influisce sulla produzione o sul funzionamento della dopamina.
  • Stress cronico: vivere costantemente sotto pressione può esaurire le riserve di dopamina.
  • Dieta povera di nutrienti: il cervello necessita di precursori della dopamina, come gli aminoacidi presenti in alcuni alimenti. Una dieta squilibrata può influire negativamente sui livelli di questo neurotrasmettitore.
  • Sedentarietà: l’attività fisica stimola la produzione di dopamina; uno stile di vita sedentario può contribuire a una sua carenza.
  • Abuso di sostanze: l’uso eccessivo di alcol, droghe o alcuni farmaci può alterare il sistema dopaminergico, riducendo l’efficacia della dopamina.

Riconoscere questi segnali è il primo passo per intervenire e ristabilire l’equilibrio. È importante ricordare che questi sintomi possono essere comuni anche ad altre condizioni e che una valutazione professionale è sempre consigliata.

Dopamina e disturbi correlati: depressione, ansia, ADHD e Parkinson

La dopamina svolge un ruolo centrale in diversi disturbi neuropsichiatrici. Ad esempio, nella depressione (disturbo depressivo maggiore secondo il DSM-5-TR), bassi livelli di dopamina possono contribuire a ridurre la motivazione e la capacità di provare piacere (anedonia). Nell’ansia, alcune ricerche suggeriscono che alterazioni del sistema dopaminergico possano influenzare la regolazione delle emozioni e la risposta allo stress, anche se il ruolo della dopamina in questi disturbi è complesso e multifattoriale. Nell’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività), la dopamina è coinvolta nei circuiti dell’attenzione e dell’autocontrollo; un suo malfunzionamento può contribuire ai sintomi caratteristici del disturbo. Nel morbo di Parkinson, la perdita progressiva di neuroni dopaminergici nella substantia nigra porta a sintomi motori come tremori, rigidità e lentezza nei movimenti. Ogni disturbo presenta una "firma" dopaminergica specifica, che può variare da persona a persona. Se ti riconosci in questi segnali, chiedere aiuto a un professionista è il primo passo per ritrovare l’equilibrio.

Squilibri dopaminergici nella società moderna

Viviamo in una società ricca di stimoli intensi: social media, notifiche continue, cibo ultra processato, video in streaming sempre disponibili. Tutti questi elementi sono progettati per stimolare il sistema di ricompensa e, di conseguenza, la dopamina. Se ti sembra di aver perso la capacità di annoiarti o di provare piacere nelle cose semplici, non sei solo. La società attuale può favorire squilibri dopaminergici anche in persone resilienti. Inizialmente, questi stimoli regalano una vera e propria "scarica" di dopamina, ma a lungo andare il cervello si abitua e ne richiede sempre di più. Questo fenomeno, noto come desensibilizzazione, può rendere difficile provare piacere nelle attività quotidiane.

Mi Pham - Unsplash

Strategie per regolare e aumentare la dopamina naturalmente

Non esistono "ricette magiche" per riequilibrare la dopamina, ma alcune strategie, spesso suggerite anche in ambito psicoterapeutico, possono aiutare a "resettare" il sistema della ricompensa. Ecco alcune indicazioni utili:

  • Attività fisica: praticare esercizio con regolarità, anche a bassa intensità, può aumentare i livelli di dopamina e favorire il rilascio di endorfine. Scegli un’attività che ti piace e che puoi integrare facilmente nella tua routine.
  • Alimentazione equilibrata: alcuni alimenti contengono precursori della dopamina, come la tirosina. Uova, latticini, pesce e banane possono essere utili se inseriti in una dieta varia e bilanciata.
  • Gestione dello stress: pratiche come mindfulness, meditazione o yoga possono ridurre il cortisolo e favorire un ambiente favorevole al rilascio di dopamina.
  • Sonno di qualità: dormire almeno 7-8 ore per notte è fondamentale per il corretto funzionamento dei sistemi neurochimici legati alla motivazione e all’umore.
  • Attività gratificanti: dedicarsi a hobby, attività creative o momenti di socialità può stimolare il rilascio di dopamina in modo sano.

Non si tratta di "bio-hacking", ma di strategie semplici per aiutare il cervello a riscoprire il piacere nelle piccole cose. Inizia con un piccolo passo, scegliendo ciò che ti sembra più sostenibile.

Quando rivolgersi a uno specialista e trattamenti disponibili

Se noti un calo significativo della motivazione, o se ti senti emotivamente "anestetizzato", può essere utile cercare un supporto professionale. Allo stesso modo, se compaiono sintomi fisici importanti, come tremori, rigidità muscolare o difficoltà motorie, è fondamentale rivolgersi a uno specialista per una valutazione neurologica. In ambito psicologico, condizioni come la depressione, l’ansia o l’ADHD sono disturbi complessi che possono richiedere un approccio integrato tra psicoterapia e, se necessario, trattamento farmacologico. Il percorso terapeutico viene sempre personalizzato in base alle esigenze individuali, dopo una valutazione approfondita. Il primo passo è ascoltare ciò che accade dentro di te; il secondo è chiedere aiuto.

Valutare un nuovo inizio

Ritrovare l’equilibrio dopaminergico può richiedere tempo e piccoli cambiamenti quotidiani. Spesso siamo abituati a rincorrere stimoli dopaminergici facili e immediati, ma è possibile cambiare, un passo alla volta. Puoi iniziare con una passeggiata nella natura o dedicando un momento alla mindfulness invece di accendere il cellulare. Se senti di aver bisogno di un supporto, considera la possibilità di iniziare un percorso di terapia con un professionista di Unobravo.

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