Lo stress è una componente naturale della vita quotidiana e non sempre rappresenta un nemico da combattere. In molte situazioni, può essere un alleato prezioso che ci spinge a dare il meglio di noi stessi e a crescere. Tuttavia, quando lo stress diventa eccessivo o persistente, può trasformarsi in un ostacolo che compromette il nostro benessere psicofisico. È quindi fondamentale imparare a riconoscere le diverse sfumature dello stress, distinguendo tra eustress (stress positivo) e distress (stress negativo). In questo articolo, approfondiremo questi concetti per aiutarti a comprendere meglio le tue reazioni e a individuare strategie efficaci per gestire le situazioni che ti mettono sotto pressione.
Cos’è lo stress: definizione, origine ed etimologia
Il termine “stress” deriva dall’inglese “to stress”, che significa “sollecitare” o “mettere sotto pressione”. In ambito medico, fu introdotto dal fisiologo Hans Selye nel 1936, che descrisse la “reazione di allarme” degli organismi di fronte a situazioni percepite come minacciose. Secondo Selye, lo stress è una risposta adattiva, caratterizzata da una serie di cambiamenti fisiologici che preparano l’organismo ad affrontare il pericolo. Nel tempo, il concetto di stress si è ampliato, includendo anche le reazioni psicologiche ed emotive. Oggi si riconosce che lo stress è una componente inevitabile della vita, ma che può essere gestito per tutelare il proprio benessere.
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Tipi di stress: eustress e distress
Non tutti i tipi di stress sono uguali. Esistono due forme principali: eustress e distress. L’eustress è lo stress positivo, che ci motiva ad affrontare le sfide con energia e determinazione. Ad esempio, l’emozione prima di un evento importante può essere considerata eustress, poiché ci stimola e ci rende più performanti. Il distress, invece, è lo stress negativo, che ci fa sentire sopraffatti e può compromettere il nostro equilibrio. La ricerca contemporanea sottolinea che eustress e distress non sono categorie totalmente opposte, ma risposte fisiologiche simili che si differenziano per interpretazione soggettiva e contesto (Bienertova-Vasku et al., 2020). La differenza tra eustress e distress non risiede nello stress in sé, ma nella nostra percezione e nella capacità di gestirlo. Riconoscere questa distinzione è fondamentale per imparare a gestire lo stress in modo efficace.
Eustress: significato, segnali e benefici
Il termine eustress deriva dal greco eu (“buono”) e descrive una forma funzionale e adattiva di stress. Non è “assenza di stress”, né semplice ottimismo: è quella tensione fisiologica positiva che attiva le risorse, sostiene la performance e favorisce l’apprendimento.
A differenza del distress, che sovraccarica e paralizza, l’eustress mobilita. Ci permette di affrontare le sfide percependole come affrontabili e ricche di significato. Alcuni segnali di eustress includono:
- Motivazione e energia nell’affrontare le sfide
- Emozione e entusiasmo di fronte a nuove opportunità
- Senso di soddisfazione nel raggiungere obiettivi
- Capacità di mantenere il focus e la concentrazione
- Sensazione di crescita personale e apprendimento
L’eustress ci aiuta a esplorare nuove possibilità e a sviluppare resilienza. Coltivare l’eustress significa imparare a trasformare le sfide in opportunità di crescita. È una risorsa preziosa che può essere riconosciuta e valorizzata nella vita quotidiana.
Distress: significato, segnali e rischi
Il distress rappresenta una forma di stress negativa, che può sopraffare le nostre risorse e il nostro equilibrio emotivo. Si manifesta come una sensazione di pressione opprimente e può portare a difficoltà nella gestione delle attività quotidiane. I segnali e sintomi più comuni includono:
- Sensazione di ansia costante e preoccupazione eccessiva
- Difficoltà di concentrazione e calo delle prestazioni
- Disturbi del sonno come insonnia o risvegli frequenti
- Irritabilità, nervosismo e sbalzi d’umore
- Sintomi fisici come mal di testa, stanchezza cronica, disturbi gastrointestinali
- Perdita di interesse per attività prima gratificanti
- Sensazione di disconnessione emotiva e isolamento
Il distress, se non riconosciuto e gestito, può diventare cronico e avere ripercussioni sulla salute mentale e fisica, come l’aumento del rischio di sviluppare disturbi d’ansia, depressione, burnout e patologie croniche. È importante sottolineare che, termini come "depressione ansiosa" o "stress eccessivo" sono spesso utilizzati nella ricerca online, ma in ambito clinico si fa riferimento a diagnosi specifiche secondo il DSM-5-TR, come disturbi d’ansia o disturbi depressivi. Se riconosci questi segnali, può essere utile rivolgersi a un professionista della salute mentale.
Eustress vs distress: come riconoscerli nella vita quotidiana
Nella vita di tutti i giorni, eustress e distress possono sembrare simili, poiché entrambi attivano il nostro organismo e la nostra mente. Tuttavia, l’eustress ci aiuta a dare il meglio, mentre il distress ci blocca e ci fa sentire sopraffatti. Alcune condizioni di forte attivazione possono essere percepite come stimolanti e generare eustress, mentre in altri casi la stessa attivazione può diventare fonte di disagio psicologico e distress (Wu et al., 2022). La chiave per distinguerli è la percezione individuale: uno stesso evento può essere vissuto come eustress da una persona e come distress da un’altra, a seconda delle risorse personali, del supporto sociale e del momento di vita. L’eustress si riconosce perché ci fa sentire motivati, energici e coinvolti; il distress, invece, si accompagna a segnali di allarme come ansia, insonnia, irritabilità e malessere fisico. La differenza è sottile ma cruciale: l’eustress ci fa crescere, il distress ci consuma. Imparare a distinguerli è il primo passo per prendersi cura di sé.
Stress acuto, cronico ed eccessivo: effetti su corpo e mente
Lo stress non è un fenomeno unico: può variare per durata e intensità, influenzando in modo diverso il benessere psicofisico:
- Stress acuto: è una risposta di breve durata a un evento preciso (una scadenza imminente, un imprevisto, un conflitto). Attiva rapidamente il sistema nervoso e si risolve quando la situazione termina. Può essere funzionale e persino protettivo.
- Stress cronico: si mantiene nel tempo, senza possibilità di recupero. Il cervello e il corpo rimangono “in allerta” per giorni, settimane o mesi. È la forma più rischiosa, perché logora gradualmente le risorse personali.
- Stress eccessivo: si verifica quando le richieste percepite superano costantemente la capacità di risposta. Non è solo una questione di intensità, ma di assenza di recupero e perdita di controllo.
Quando lo stress diventa persistente o eccessivo, possono comparire:
- affaticamento continuo e sensazione di esaurimento
- difficoltà di sonno
- irritabilità o scarsa tolleranza alla frustrazione
- problemi di memoria e concentrazione
- modificazioni dell’appetito e della digestione
- dolori muscolari, cefalea, tensione fisica
- ansia, preoccupazione costante, agitazione
- ritiro o conflitti nelle relazioni
- umore depresso o instabile
Questi segnali non indicano semplicemente “una fase difficile”: quando persistono, possono contribuire allo sviluppo di disturbi d’ansia, depressivi o psicosomatici, come riconosciuto dal DSM-5-TR.

Fattori che favoriscono l’eustress e strategie pratiche
L’eustress non nasce per caso: emerge quando le sfide sono significative, proporzionate alle risorse personali e inserite in un contesto di sostegno. Non si tratta semplicemente di “pensare positivo”, ma di creare le condizioni che rendono una situazione attivante senza diventare travolgente.
Tra i principali fattori che favoriscono lo stress positivo rientrano:
- la presenza di obiettivi chiari e raggiungibili, che danno direzione e senso allo sforzo
- un adeguato sostegno sociale, che riduce il senso di solitudine di fronte alle difficoltà
- la possibilità di imparare dagli errori, senza ricadere nell’autocritica distruttiva
- il sentirsi riconosciuti e valorizzati per i propri progressi
- spazi di libertà e creatività, che permettono di esprimere le proprie risorse
Per promuovere attivamente l’eustress nella vita quotidiana, è utile adottare alcune strategie concrete:
- Definire obiettivi realistici e motivanti, utilizzando criteri come quelli SMART per monitorare i passi avanti
- Richiedere e accogliere feedback costruttivi, trasformando il confronto in un’occasione di apprendimento
- Coltivare relazioni che sostengono e incoraggiano, riconoscendo l’importanza del senso di appartenenza
- Allenare l’auto-riflessione, spostando l’attenzione da “Cosa ho sbagliato?” a “Cosa mi ha insegnato questa esperienza?”
- Introdurre varietà nella routine, per mantenere viva la curiosità e stimolare nuove competenze
- Celebrare i progressi, anche quelli piccoli, per consolidare il senso di efficacia e continuità del percorso
L’eustress può diventare il motore di un miglioramento stabile: uno stato in cui l’energia non deriva dalla pressione, ma dal significato che attribuiamo a ciò che facciamo. Imparare a riconoscerlo e a nutrirlo permette di costruire un equilibrio dinamico, in cui impegno e benessere procedono insieme.
Quando lo stress positivo diventa dannoso: limiti e rischio burnout
Anche l’eustress, se prolungato o troppo intenso, può superare la soglia di tolleranza individuale e trasformarsi in distress. Quando le richieste superano costantemente le risorse personali, si può andare incontro a burnout, una condizione di esaurimento emotivo, fisico e mentale che spesso colpisce chi si trova in ambienti altamente competitivi o privi di supporto. Il burnout non è semplicemente stanchezza, ma un vero e proprio crollo delle energie che può richiedere tempo e supporto per essere superato.
Insegnare ai figli a gestire lo stress in modo positivo
Aiutare i figli a gestire lo stress in modo positivo è un compito delicato e fondamentale per i genitori. Il primo passo è offrire un ambiente sicuro, in cui i bambini possano esprimere emozioni e preoccupazioni senza paura di giudizi. È importante insegnare che lo stress fa parte della vita, ma può essere gestito in modo sano. Mostrare con l’esempio come affrontare le difficoltà con resilienza e ottimismo è una delle strategie più efficaci: i figli imparano osservando il comportamento dei genitori. Tecniche di rilassamento, gestione del tempo e mindfulness possono essere introdotte con attività semplici e quotidiane, come la meditazione guidata o il respiro profondo.
Un invito a prenderti cura di te
Lo stress fa parte della nostra vita. Può essere un alleato prezioso per la crescita personale, ma può anche diventare un pericolo per la salute se non viene gestito. Se ti senti sopraffatto dagli impegni, o se percepisci che la pressione sta superando la tua soglia di tolleranza, concediti un momento per riflettere. La tua serenità è importante. Anche per questo, Unobravo è al tuo fianco: puoi trovare un terapeuta e iniziare un percorso di ascolto e crescita interiore.
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