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minuti di lettura

Gemelli, chi ha detto che sono uguali?

Gemelli, chi ha detto che sono uguali?
Mariangela de Pascale
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
2.12.2025
Gemelli, chi ha detto che sono uguali?
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Definiti uguali dalla genetica, percepiti come identici dalla zia che non riesce mai a riconoscerli, i gemelli monozigoti si ritengono, invece, molto diversi tra loro e spesso manifestano la necessità di differenziarsi per sviluppare in maniera completa la propria individualità. Quest’articolo tenterà di scardinare le credenze legate all’unicità gemellare, per fornire indicazioni utili a genitori ed educatori.

I gemelli monozigoti

Originatisi a partire da un’unica cellula uovo, che si è divisa dopo la fecondazione, i gemelli monozigoti sono spesso considerati due copie identiche dello stesso individuo. La scienza ha però recentemente messo in discussione questa convinzione di fronte alla scoperta che nel corredo cromosomico dei gemelli sono presenti alcune differenze.

Nonostante ciò, l’evidenza principale rimane una somiglianza fisica tale che spesso risulta difficile, se non impossibile, riconoscere correttamente ciascun gemello. Paradossalmente, e molti di loro possono testimoniarlo, talvolta i gemelli vengono confusi anche se presentano caratteristiche fisiche differenti, come se l’essere gemelli determinasse a priori un’identità accomunante di coppia.

Eppure loro non sempre si percepiscono così simili, anche fisicamente, e chi li conosce bene, in primis la mamma, sa quanto siano diversi.

Frequenza e distribuzione dei gemelli monozigoti

I gemelli monozigoti rappresentano una percentuale relativamente costante delle nascite in tutto il mondo, indipendentemente da fattori come etnia, età materna o area geografica. Secondo una revisione pubblicata su "Nature Communications" nel 2021, la frequenza stimata di nascite di gemelli monozigoti è di circa 3-4 ogni 1.000 gravidanze, un dato che si mantiene stabile a livello globale (Monden et al., 2021). In Italia, la percentuale di gemelli monozigoti si attesta su valori simili, rappresentando circa un terzo di tutte le gravidanze gemellari, mentre i restanti due terzi sono costituiti da gemelli dizigoti. A confermare l’ampia presenza di gemelli nel nostro Paese, il Registro Nazionale Gemelli italiano conta attualmente oltre 30.000 gemelli iscritti, appartenenti a tutte le fasce d’età e provenienti da ogni regione italiana (Fagnani et al., 2024). Questa costanza suggerisce che la formazione di gemelli monozigoti sia principalmente legata a meccanismi biologici specifici e generalmente poco influenzata da fattori ambientali o genetici familiari.

Come si formano i gemelli monozigoti: il processo biologico

La formazione dei gemelli monozigoti avviene quando un singolo ovulo fecondato da uno spermatozoo si divide, nelle primissime fasi dello sviluppo, in due embrioni distinti. Questo processo può avvenire in diversi momenti dopo la fecondazione, determinando differenti tipologie di gemelli monozigoti:

  • Bicoriali-biamniotici: la divisione avviene entro i primi 3 giorni dalla fecondazione, portando a due placente e due sacchi amniotici separati.
  • Monocoriali-biamniotici: la divisione avviene tra il 4° e l’8° giorno, con i gemelli che condividono la stessa placenta ma hanno sacchi amniotici distinti. Questa è la forma più comune tra i gemelli monozigoti.
  • Monocoriali-monoamniotici: la divisione avviene tra il 8° e il 13° giorno, con i gemelli che condividono sia la placenta che il sacco amniotico. Questa condizione è più rara e comporta rischi maggiori durante la gravidanza.

La tempistica della divisione determina quindi non solo la somiglianza genetica, ma anche le caratteristiche della gravidanza e i possibili rischi per la salute dei gemelli.

Monika Balciuniene - Pexels

Rischi ostetrici e complicanze nelle gravidanze monozigote

Le gravidanze con gemelli monozigoti possono essere considerate a rischio più elevato rispetto a quelle con un solo feto o con gemelli dizigoti. Questo perché la condivisione della placenta può portare a complicanze specifiche, come la sindrome da trasfusione feto-fetale (TTTS), che si verifica in circa il 10-15% delle gravidanze monocoriali-biamniotiche secondo le linee guida della Società Italiana di Ecografia Ostetrica e Ginecologica (SIEOG, 2022).

Altri rischi possono includere:

  • Parto pretermine: la probabilità di nascita prematura è significativamente più alta nei gemelli monozigoti rispetto alle gravidanze singole.
  • Restrizione della crescita intrauterina: uno o entrambi i gemelli possono crescere meno del previsto a causa della condivisione della placenta.
  • Complicanze del cordone ombelicale: nei casi di gemelli monocoriali-monoamniotici, il rischio di intreccio dei cordoni è maggiore, con possibili conseguenze gravi per la salute dei feti.

Per questi motivi, le gravidanze monozigote possono richiedere un monitoraggio attento e frequente da parte di specialisti.

Differenze genetiche e scoperte recenti

Sebbene i gemelli monozigoti siano spesso definiti "identici" dal punto di vista genetico, studi recenti hanno evidenziato che possono esistere differenze a livello di DNA. Secondo una ricerca pubblicata su "Nature Genetics" nel 2021, già nelle primissime divisioni cellulari possono verificarsi mutazioni genetiche de novo, che rendono i due gemelli leggermente diversi tra loro. In particolare, è stato osservato che i gemelli monozigoti differiscono in media per 5,2 mutazioni insorte precocemente durante lo sviluppo embrionale (Jonsson et al., 2021).

Inoltre, la variabilità epigenetica – cioè le modifiche chimiche che regolano l’espressione dei geni senza alterare la sequenza del DNA – può portare a differenze anche significative nel modo in cui i geni vengono attivati o disattivati nei due gemelli. Questi processi possono spiegare perché, pur partendo da un patrimonio genetico quasi identico, i gemelli monozigoti possano sviluppare caratteristiche fisiche, predisposizioni a malattie o tratti di personalità differenti.

Queste scoperte aiutano a comprendere meglio la complessità dell’individualità, anche tra persone che condividono quasi tutto il loro patrimonio genetico. Il confronto tra gemelli monozigoti e dizigoti consente infatti di stimare il contributo relativo dei fattori genetici e ambientali nell'espressione di caratteristiche biologiche e psicologiche, sia normali che patologiche ("Brochure RNG...", 2013).

Cosa vuol dire nascere gemelli

Nascere gemelli significa condividere tutto, da sempre, con un’altra persona. I gemelli monozigoti possono essere addirittura vittime di una sindrome fetale che li mette in competizione per il nutrimento e richiede interventi medici precoci per salvare loro la vita.

Una volta venuti alla luce, dovranno dividersi le attenzioni materne e di chi li circonda. L’impegno determinato dall’arrivo di due bambini contemporaneamente può essere impegnativo dal punto di vista pratico e spesso ne conseguono sensi di colpa per i genitori che non riescono a dedicare tutte le attenzioni che vorrebbero a ciascun bambino. La necessità di aiuto rende spesso le famiglie con gemelli più ricche di altre dal punto di vista relazionale, perché necessariamente debbono essere coinvolte altre figure nella cura dei piccoli, come nonni, zii e amici di famiglia.

Alena Darmel - Pexels

In lotta continua…

I gemelli monozigoti hanno uno sviluppo fisico e psichico che procede in maniera parallela, differentemente dai fratelli nati in tempi diversi che, per le peculiarità legate alle loro diverse età, hanno spesso esigenze e richieste differenti. Questo può essere causa di gelosia e di forti competizioni, per la conquista di qualcosa o per le attenzioni di qualcuno, o di un eccessivo controllo sul proprio co-gemello. Non di rado i genitori riferiscono di lotte, anche fisiche e intense, tra i figli. Il rapporto tra i fratelli gemelli durante l'infanzia e l'adolescenza andrà a creare le fondamenta per la futura relazione da adulti. Se non adeguatamente gestite, infatti, le liti e le tensioni possono prolungarsi, esitando in conflitti tra fratelli adulti.

Sono liberi di scegliere?

Se è vero che per ogni gemello la presenza dell’altro può rappresentare una risorsa importante e unica, neppure minimamente comprensibile da chi è nato “solo”, le scelte individuali risultano, soprattutto in alcuni casi, più complicate.

Non si pensi necessariamente a scelte vitali o esistenziali. Ci sono bambini che non scelgono neppure il gusto del gelato senza aver controllato prima cosa sceglie il fratello. Oppure, al contrario, altri bambini si polarizzano su posizioni e comportamenti opposti (ad esempio uno diventa “l’introverso” della coppia e l’altro “l’estroverso”). In questi casi si tratta di una vera scelta, dettata da quelle che sono le reali propensioni di quel bambino, o dell’unica scelta possibile per differenziarsi dal fratello?

Consigli a genitori ed educatori

Una delle attenzioni più importanti da rivolgere ai gemelli è quella di sostenere l’individuazione di ciascuno, affinché possano davvero essere ciò che sono e vogliono, indipendentemente dalla presenza del fratello. Se saranno più o meno simili dipenderà dalle loro reali preferenze, senza limitazione alcuna. Vediamo quali possono essere delle linee guida per genitori ed educatori che si relazionano con i gemelli.

Subito riconoscibili

Il primo aiuto concreto da poter dare ai bambini gemelli è la possibilità di essere riconosciuti nell’immediatezza da chiunque. A volte ci si ostina a vestirli uguali “perché sono carini” oppure per un senso di equità e giustizia, senza accorgersi che questo complica parecchio la loro vita. Anche i colori diversi a poco serviranno se richiedono comunque di farsi riconoscere. Viene consigliato di agire sul taglio di capelli, per quanto possibile, perché siano prontamente individuabili, magari anche da chi li incontra e li vede di spalle.

Edwin Ariel Valladares - Pexels

Momenti speciali

La normalità di avere degli attimi da soli con mamma, papà oppure per giocare con un gioco preferito, è spesso un’utopia per un gemello. È importante ricavare momenti speciali con i propri genitori, quasi “da figlio unico”, per permettere al bambino di sperimentare quella sensazione di singolarità altrimenti così rara. Non si pensi necessariamente ad impegni gravosi in termini di tempo: può bastare una torta preparata insieme (magari mentre il fratello dorme), per avere un momento davvero speciale!

L’inserimento a scuola

Nel caso non ci sia mai la possibilità di separarsi, per questioni logistiche e/o familiari, allora diventa importante optare per l’inserimento a scuola in classi separate (è una soluzione che molte scuole oggi adottano di default per gemelli o fratelli) in modo da fornire a ciascuno un’esperienza relazionale ed educativa individualizzata.

Dividere per poter condividere

Solo un buon processo di individuazione garantirà a ognuno di vivere la propria individualità e poterla arricchire con l’esperienza relazionale unica che deriva dall’essere gemelli: avere qualcuno da cui ci si sente compresi nel profondo e con cui si condividono tutte le esperienze più importanti. Tutto questo è indispensabile per raggiungere una vera e sana condivisione.

Il ruolo dello psicologo

Una coppia gemellare troppo chiusa o di difficile gestione per i genitori è spesso quella in cui devono essere potenziate le singolari individualità e che talvolta necessita di un supporto da parte di un professionista, come uno degli psicologi online Unobravo.

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