Cerchi supporto per la tua vita familiare?
Trova il tuo psicologo
Valutato Eccellente su Trustpilot
Blog
/
Famiglia
5
minuti di lettura

L’affido familiare e i minori stranieri non accompagnati

L’affido familiare e i minori stranieri non accompagnati
L’affido familiare e i minori stranieri non accompagnati
Psicologa Sistemico-Relazionale
L’affido familiare e i minori stranieri non accompagnati
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
14.11.2025
Ultimo aggiornamento il
14.11.2025
L’affido familiare e i minori stranieri non accompagnati
Iscriviti alla newsletter
Se ti è piaciuto, condividilo

Accogliere un minore straniero non accompagnato è un gesto di grande sensibilità

Unobravo è la piattaforma di psicologia online leader in Italia. Compila il questionario per trovare lo psicologo più adatto alle tue esigenze.

Trova il tuo psicologo
  • 100% online, flessibile e sicuro

  • Incontro conoscitivo gratuito

  • Già scelto da oltre 400.000 pazienti

9.000+ psicologi sulla piattaforma

I minori stranieri non accompagnati (MSNA) sono quei minori di nazionalità straniera che si trovano in Italia privi di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti legalmente responsabili per loro.

Per questo motivo vengono accolti dai Centri di accoglienza, dove ricevono servizi volti all’assistenza sanitaria e all’inclusione sociale, tra cui:

  • mediazione linguistico-culturale;
  • insegnamento della lingua italiana e inserimento scolastico;
  • orientamento e accompagnamento al lavoro;
  • accesso ai servizi del territorio;
  • orientamento e supporto legale;
  • tutela psicologica;
  • erogazione di un pocket money.

La possibilità di affido familiare per i MSNA‍

Come stabilisce la legge 4 maggio 1983, n°184: “Il minore che sia temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo può essere affidato ad un'altra famiglia, possibilmente con figli minori, o ad una persona singola, o ad una comunità di tipo familiare, al fine di assicurargli il mantenimento, l'educazione e l'istruzione. Ove non sia possibile un conveniente affidamento familiare, è consentito il ricovero del minore in un istituto di assistenza pubblico o privato, da realizzarsi di preferenza nell'ambito della regione di residenza del minore stesso.”

Si prediligono persone e famiglie con competenze interculturali, come la conoscenza di lingue straniere e l’apertura verso altre culture e religioni. Questo permette al minore maggiori possibilità di scambio comunicativo e libertà di esprimersi nelle sue diversità senza timori, oltre a mantenere il legame con la famiglia d’origine, con cui non dovrebbe perdere i contatti.

Le paure dell’affidatario‍

L’affido familiare può portare con sé una serie di paure e perplessità, soprattutto da parte delle famiglie o persone che accolgono un minore nella propria casa. Le principali preoccupazioni riguardano:

  • la temporaneità del progetto;
  • il timore di non essere all’altezza;
  • le paure rispetto alle fragilità e difficoltà presentate dal minore;
  • la capacità di superare il distacco.

Nel caso dei minori stranieri non accompagnati, alle difficoltà legate alla diversa cultura di provenienza – sia in termini di pregiudizio che di maggiore difficoltà di comprensione – si aggiunge il fatto che i conflitti tra minori e famiglie affidatarie sono stati spesso aggravati da incomprensioni dovute a differenze culturali (Luster et al., 2009).

Le paure del minore

Anche il minore può vivere emozioni simili, trovandosi in una situazione di difficoltà nelle capacità comunicative e relazionali, spesso compromesse dai numerosi aspetti traumatici della propria storia, legati:

  • all’esperienza di distacco familiare;
  • alla vulnerabilità psico-sociale;
  • al processo migratorio stesso.

Si tratta spesso di ragazzi che hanno vissuto violenze, soprusi, detenzione, fame e povertà. Hanno bisogno di ricostruire un presente fatto di certezze, affettività e riconoscimento empatico.

Le loro radici sono state completamente sradicate e hanno bisogno di crearne di nuove, anche in vista di un possibile futuro ricongiungimento familiare. Il cambio di famiglia affidataria, spesso percepito dal sistema di tutela come un fallimento, può invece rappresentare un'opportunità per lo sviluppo di relazioni di supporto preziose nel processo di acculturazione, a prescindere dal momento in cui tali legami si instaurano (Luster et al., 2009). Anche le famiglie affidatarie hanno bisogno di essere sostenute: questo è il compito dei Servizi Sociali territoriali, degli Enti comunali e degli operatori del settore.

Jep Gambardella - Pexels

Un po’ dentro e un po’ fuori: l’affido di prossimità‍

Proprio a causa delle paure che possono accompagnare l’idea di un affido familiare, soprattutto con minori stranieri, negli ultimi tempi si stanno sviluppando presso i Centri di Accoglienza progetti paralleli di affido, per valorizzare questi percorsi e avvicinare il territorio alla realtà dei minori stranieri non accompagnati.

Si tratta di una forma “leggera” di accoglienza familiare, non legale, che permette al ragazzo di sperimentare nuove realtà di accoglienza. In questo contesto, gli operatori del Centro hanno il compito di:

  • individuare i ragazzi con maggiori competenze relazionali, lavorando con loro su informazione, preparazione ed esplorazione delle relative emozioni;
  • promuovere nei Centri, attraverso eventi e open day, il dialogo tra ragazzi e famiglie del territorio.

L’obiettivo è “abbinare” un ragazzo a una famiglia e progettare insieme momenti di condivisione sempre più prolungati, partendo da piccoli passi come:

  • condividere il pranzo la domenica;
  • invitare il ragazzo a una gita;
  • coinvolgerlo nelle festività;
  • portarlo a una pizza con gli amici.

Queste esperienze favoriscono la reciproca conoscenza, l’inserimento del ragazzo nella rete relazionale del nucleo familiare e una maggiore autonomia del minore sul territorio.

Che fiorisca il cambiamento!

Procedere per piccoli step rappresenta un percorso più rispettoso delle possibili resistenze delle famiglie e anche del ragazzo stesso, che può aver bisogno di più tempo per adattarsi a un nuovo ambiente.

Si auspica che questo seme diventi una pianta e possa generare un cambiamento nello scenario dell’accoglienza, costruendo un sistema in cui siano le famiglie ad accogliere e non solo i Centri.

“La saggezza è saper stare con la differenza senza voler eliminare la differenza” Gregory Bateson

Le reti di supporto e le partnership per l’affido di minori stranieri non accompagnati

L’efficacia dell’affido familiare per i minori stranieri non accompagnati dipende anche dalla presenza di una rete di supporto ampia e integrata. In molte realtà italiane, i servizi sociali collaborano attivamente con:

  • Associazioni del terzo settore: Organizzazioni come il CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) e Save the Children, che possono offrire formazione, mediazione culturale e supporto alle famiglie affidatarie.
  • Enti locali e istituzioni: Comuni, Regioni e l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, che promuovono progetti di sensibilizzazione e sostengono economicamente le famiglie affidatarie.
  • Reti europee: La partecipazione a programmi europei consente di condividere buone pratiche e di accedere a risorse aggiuntive per migliorare la qualità dell’accoglienza.
  • Comunità di pratica e gruppi di auto-mutuo aiuto: Le famiglie affidatarie possono confrontarsi tra loro, condividere esperienze e ricevere supporto emotivo, riducendo il senso di isolamento e rafforzando le proprie competenze.

Queste partnership sono fondamentali per garantire che l’affido non sia un percorso solitario, ma un’esperienza condivisa e sostenuta da una comunità attenta e preparata. È inoltre importante sviluppare sistemi di supporto completi e specifici per rispondere alle sfide uniche affrontate dai minori non accompagnati durante il loro percorso migratorio e la transizione verso l'indipendenza (García & Birman, 2025).

Naomi Shi - Pexels

Come funziona l’affido familiare per i minori stranieri non accompagnati: procedure e supporti

L’affido familiare di un minore straniero non accompagnato segue un iter strutturato, pensato per garantire la massima tutela sia del minore che della famiglia affidataria. I principali passaggi sono:

  • Candidatura e informazione: Le famiglie o le persone singole interessate possono manifestare la propria disponibilità presso i servizi sociali del Comune o attraverso enti accreditati. In questa fase vengono fornite informazioni dettagliate sul percorso e sulle responsabilità dell’affido.
  • Valutazione e formazione: I candidati partecipano a incontri di formazione specifica, che includono temi come l’accoglienza interculturale, la gestione delle differenze e il supporto psicologico. Segue una valutazione psico-sociale per verificare l’idoneità all’affido.
  • Abbinamento e inserimento: Una volta individuata la famiglia idonea, i servizi sociali propongono l’abbinamento con un minore, tenendo conto delle caratteristiche e dei bisogni di entrambi. L’inserimento avviene gradualmente, con il supporto di operatori specializzati.
  • Supporto e monitoraggio: Durante tutto il percorso, la famiglia affidataria riceve un accompagnamento costante da parte dei servizi sociali, che offrono:
  • Supervisione periodica per monitorare l’andamento dell’affido e affrontare eventuali criticità.
  • Formazione continua su temi specifici, come la gestione dei traumi migratori o la mediazione culturale.
  • Sostegno psicologico sia per il minore che per la famiglia, per favorire l’integrazione e il benessere di tutti i membri coinvolti.
  • Contributi economici previsti dalla normativa vigente, a copertura delle spese ordinarie e straordinarie legate all’accoglienza.

Queste procedure sono state rafforzate grazie a progetti nazionali e locali, spesso realizzati in collaborazione tra enti pubblici, associazioni del terzo settore e reti europee, con l’obiettivo di creare una rete di supporto solida e inclusiva.

Il quadro normativo e i dati attuali sull’affido dei minori stranieri non accompagnati

L’affido dei minori stranieri non accompagnati (MSNA) in Italia è regolato da un quadro normativo specifico, che si è evoluto negli ultimi anni per rispondere alle esigenze di tutela e inclusione di questi ragazzi. Oltre alla Legge 184/1983, che disciplina l’affido familiare in generale, un riferimento fondamentale è la Legge 7 aprile 2017, n. 47 (nota come "Legge Zampa"), che ha introdotto misure specifiche per la protezione dei MSNA, tra cui la promozione dell’affido familiare come soluzione prioritaria rispetto all’accoglienza in comunità.

Secondo i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al 31 dicembre 2023 risultavano presenti in Italia circa 21.500 minori stranieri non accompagnati, con una prevalenza di ragazzi tra i 16 e i 17 anni. Questo dato si inserisce in un contesto europeo caratterizzato da un aumento significativo del numero di minori migranti, inclusi i minori non accompagnati: tra il 2020 e il 2022, infatti, le domande di asilo da parte di minori non accompagnati nell’Unione Europea sono passate da 13.620 nel 2020 a 25.290 nel 2021, fino a raggiungere 40.175 nel 2022 ("EMN study on children in migration...", 2024). Tuttavia, la percentuale di MSNA inseriti in percorsi di affido familiare rimane ancora bassa: nel 2022, solo circa il 3% dei MSNA risultava affidato a famiglie, mentre la maggior parte era accolta in strutture comunitarie (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, "Report MSNA 2023").

Questi dati evidenziano la necessità di rafforzare la cultura dell’affido familiare anche per i minori stranieri, promuovendo una maggiore sensibilizzazione e il coinvolgimento delle famiglie del territorio.

Sostenere il cambiamento: puoi partire da te, insieme a Unobravo

Accogliere un minore straniero non accompagnato è un gesto di grande coraggio e sensibilità, ma anche un percorso che può mettere alla prova le proprie emozioni, le sicurezze e la capacità di adattarsi al cambiamento. Che tu sia una famiglia affidataria, un operatore o semplicemente una persona che desidera fare la differenza, il benessere psicologico può essere un alleato importante per affrontare con maggiore serenità e consapevolezza ogni passo di questo cammino. Su Unobravo puoi trovare il supporto di uno psicologo esperto, che può accompagnarti nella gestione delle paure, nella costruzione di nuove relazioni e nella valorizzazione delle tue risorse personali. Prenditi cura di te e di chi accogli: inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online e scopri come possiamo accompagnarti nel cambiamento, insieme.

Accogliere un minore straniero non accompagnato è un gesto di grande sensibilità

Unobravo è la piattaforma di psicologia online leader in Italia. Compila il questionario per trovare lo psicologo più adatto alle tue esigenze.

Trova il tuo psicologo
  • 100% online, flessibile e sicuro

  • Incontro conoscitivo gratuito

  • Già scelto da oltre 400.000 pazienti

9.000+ psicologi sulla piattaforma

FAQ

Hai altre domande?

Parlare con un professionista potrebbe aiutarti a risolvere ulteriori dubbi.

Collaboratori

L’affido familiare e i minori stranieri non accompagnati
Professionista selezionato dal nostro team clinico
Psicologa Sistemico-Relazionale
No items found.

Condividi

Se ti è piaciuto, condividilo
Iscriviti alla newsletter
No items found.