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Figure di attaccamento: come influenzano la personalità e le relazioni interpersonali

Figure di attaccamento: come influenzano la personalità e le relazioni interpersonali
Figure di attaccamento: come influenzano la personalità e le relazioni interpersonali
Psicoterapeuta ad orientamento Adleriano
Figure di attaccamento: come influenzano la personalità e le relazioni interpersonali
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
19.11.2025
Ultimo aggiornamento il
19.11.2025
Figure di attaccamento: come influenzano la personalità e le relazioni interpersonali
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L’attaccamento è un legame a fondamento biologico tra il bambino e chi si prende cura di lui, pensato per garantire la sua sicurezza e sopravvivenza. Anche il temperamento personale può essere influenzato da fattori ambientali e cambiare nel tempo in base alla qualità dell’accudimento e dell’attaccamento.

Come afferma lo psicologo J. Bowlby:

“La capacità di stringere legami emotivi intimi con altre persone, talvolta nel ruolo di chi richiede le cure e talvolta in quello di chi le fornisce, è considerata una delle caratteristiche principali di un funzionamento efficace della personalità e della salute mentale”.

Instaurare relazioni interpersonali è un processo che comprende una serie di compiti evolutivi, ordinati secondo una sequenza specifica e che i bambini affrontano con il supporto delle persone che si prendono cura di loro: le figure di attaccamento. Secondo la psicologia evolutiva, le relazioni di attaccamento svolgono un ruolo fondamentale nell’infanzia, nell’adolescenza e in tutte le relazioni intime che l’individuo costruirà nell’età adulta.

Il ruolo dei genitori nella teoria di attaccamento

La teoria dell’attaccamento pone particolare enfasi sul ruolo centrale dei genitori nel determinare la capacità di mentalizzare, ovvero quella funzione che permette al bambino di riconoscere e comprendere il proprio mondo interno e quello degli altri, da cui scaturiscono le motivazioni dei comportamenti. Inoltre, la qualità del legame instaurato con le figure genitoriali fin dalla nascita influenza profondamente la capacità di costruire relazioni interpersonali significative. In questo processo, la sensibilità genitoriale—intesa come la capacità di percepire, interpretare e rispondere in modo tempestivo ai segnali del bambino—risulta fondamentale per la formazione di un attaccamento sicuro (De Luca, 2024) . Generalmente, il legame con i genitori rappresenta una fonte primaria di protezione, amore e sicurezza, contribuendo in modo determinante al benessere emotivo e psicologico del bambino e influenzando tutte le sue funzioni fisiche e psichiche.

Josh Willink - Pexels

Stili di attaccamento ‍

La psicologa Mary Ainsworth e colleghi hanno elaborato gli stili di attaccamento in un contesto conosciuto come Strange Situation, nel quale si sperimentano brevi episodi di separazione di un bambino piccolo dal proprio caregiver e le conseguenti reazioni comportamentali. Si identificano quattro stili di attaccamento:

  • sicuro: il bambino ricerca la vicinanza della madre, è turbato dalla sua assenza e la accoglie con entusiasmo al suo ritorno;
  • insicuro-evitante: il bambino appare meno ansioso durante la separazione e al ritorno della madre;
  • insicuro-ambivalente: il bambino mostra grande disagio in seguito alla separazione dalla madre e manifesta rabbia, tensione e adesività, cioè comportamenti finalizzati al mantenimento di una stretta vicinanza, al ritorno della madre;
  • disorganizzato: il bambino mostra comportamenti contraddittori nei confronti della madre e non presenta strategie coerenti di alcun tipo per affrontare l’esperienza della separazione.

Il ruolo dell’attaccamento nello sviluppo della personalità

La capacità del genitore di osservare le intenzioni e il mondo interno del figlio influenza profondamente lo sviluppo della personalità, determinando diverse tipologie di attaccamento. Le interazioni tra genitore e bambino, in particolare la responsività, la sintonizzazione e la modulazione dell'affetto, svolgono un ruolo cruciale nel favorire lo sviluppo di un attaccamento sicuro o, al contrario, di un attaccamento insicuro (Holmes, 1993). In presenza di un attaccamento sicuro, il bambino ritrova se stesso nella mente dei genitori ed interiorizza le loro rappresentazioni per formare un nucleo psicologico del Sé. Questo processo gli consente di sperimentare una base sicura da cui partire per esplorare l’ambiente circostante, favorendo la costruzione di relazioni, emozioni positive e producendo effetti protettivi nei confronti della psicopatologia adulta. Al contrario, un attaccamento insicuro si sviluppa quando le relazioni vissute dal bambino non prevedono esperienze iniziali positive e l’adattamento non poggia su basi solide. Infine, l’attaccamento disorganizzato rappresenta un fattore di vulnerabilità e di rischio per lo sviluppo di psicopatologie nella vita successiva. Comprendere le origini degli schemi di attaccamento permette di spiegare l’influenza delle modalità di relazione tra genitore e bambino e di definire uno schema.

Le fasi di sviluppo dell’attaccamento secondo Bowlby

La teoria dell’attaccamento, proposta dallo psichiatra e psicoanalista John Bowlby, descrive lo sviluppo del legame tra bambino e figura di accudimento come un processo che si articola in diverse fasi, ciascuna caratterizzata da specifici comportamenti e modalità relazionali.

  • Fase della pre-attaccamento (0-2 mesi): in questa fase, il neonato mostra comportamenti come il pianto e il sorriso rivolti a chiunque, senza una preferenza specifica per una figura. Questi segnali servono a favorire la vicinanza e la protezione da parte degli adulti.
  • Fase dell’attaccamento in formazione (2-6 mesi): il bambino inizia a riconoscere e a rispondere in modo differenziato alle persone che si prendono cura di lui, mostrando una preferenza crescente per alcune figure rispetto ad altre.
  • Fase dell’attaccamento vero e proprio (6 mesi-2 anni): in questo periodo, il bambino sviluppa un legame forte e selettivo con la figura di attaccamento principale. Compaiono comportamenti come l’ansia da separazione e la ricerca attiva di vicinanza, soprattutto in situazioni di disagio o paura.
  • Fase della relazione reciproca (dai 2 anni in poi): il bambino acquisisce una maggiore comprensione delle intenzioni e dei sentimenti della figura di attaccamento, diventando più capace di tollerare le separazioni e di negoziare la vicinanza.

Queste fasi, descritte da Bowlby, sottolineano come l’attaccamento sia un processo dinamico che si costruisce nel tempo e che getta le basi per la sicurezza emotiva e lo sviluppo della personalità.

Esempi pratici degli stili di attaccamento nell’infanzia e nell’età adulta

Gli stili di attaccamento si manifestano attraverso comportamenti osservabili sia durante l’infanzia che nell’età adulta, influenzando il modo in cui ci relazioniamo agli altri.

Attaccamento sicuro:

  • Infanzia: un bambino con attaccamento sicuro si mostra sereno nell’esplorare l’ambiente quando la figura di riferimento è presente e cerca conforto in modo efficace quando è turbato.
  • Età adulta: le persone con attaccamento sicuro tendono a instaurare relazioni stabili, sono capaci di fidarsi e di chiedere supporto nei momenti di difficoltà.

Attaccamento insicuro-evitante:

  • Infanzia: il bambino sembra indifferente sia alla presenza che all’assenza della figura di attaccamento e può evitare il contatto al suo ritorno.
  • Età adulta: gli adulti con questo stile possono avere difficoltà a esprimere i propri bisogni emotivi e tendono a mantenere una certa distanza nelle relazioni intime.

Attaccamento insicuro-ambivalente:

  • Infanzia: il bambino mostra forte disagio alla separazione e, al ritorno della figura di attaccamento, alterna comportamenti di ricerca di vicinanza a manifestazioni di rabbia o resistenza.
  • Età adulta: le persone con attaccamento ambivalente possono essere molto sensibili al rifiuto e vivere le relazioni con ansia e bisogno costante di rassicurazione.

Attaccamento disorganizzato:

  • Infanzia: il bambino manifesta comportamenti contraddittori, come avvicinarsi alla figura di attaccamento ma evitando lo sguardo, o apparire confuso e disorientato.
  • Età adulta: gli adulti con attaccamento disorganizzato possono sperimentare difficoltà nella regolazione delle emozioni e nelle relazioni, e in alcuni casi presentare una maggiore vulnerabilità a disturbi psicologici.

Questi esempi aiutano a comprendere come gli stili di attaccamento si riflettano concretamente nei comportamenti quotidiani e nelle modalità di relazione lungo tutto l’arco della vita. .

Prevalenza degli stili di attaccamento nella popolazione

Diversi studi hanno indagato la distribuzione degli stili di attaccamento nella popolazione infantile. Secondo una meta-analisi condotta da van IJzendoorn e Kroonenberg (1988), circa il 65% dei bambini mostra un attaccamento sicuro, mentre il 21% presenta un attaccamento insicuro-evitante, il 14% un attaccamento insicuro-ambivalente e una percentuale minore, variabile tra il 5% e il 15%, un attaccamento disorganizzato.

Questi dati suggeriscono che la maggior parte dei bambini sviluppa un attaccamento sicuro, ma una quota significativa sperimenta forme di attaccamento insicuro, che possono essere associate a possibili ripercussioni sul benessere emotivo e relazionale anche in età adulta.

Vidal Balielo Jr - Pexels

Implicazioni cliniche e psicopatologiche degli stili di attaccamento

La ricerca scientifica ha evidenziato come gli stili di attaccamento possano essere associati a una maggiore vulnerabilità a specifici disturbi psicologici nel corso della vita. . L’attaccamento insicuro-evitante è stato spesso associato a una maggiore probabilità di sviluppare disturbi d’ansia sociale e difficoltà nell’espressione delle emozioni. L’attaccamento insicuro-ambivalente può essere associato a una maggiore vulnerabilità a disturbi dell’umore, come la depressione, e a una maggiore instabilità nelle relazioni affettive. L’attaccamento disorganizzato è considerato un fattore di rischio significativo per lo sviluppo di disturbi gravi, come il disturbo borderline di personalità e altre forme di psicopatologia, secondo quanto riportato da Lyons-Ruth e Jacobvitz (2016). Comprendere il proprio stile di attaccamento può essere un primo passo importante per lavorare sulle proprie difficoltà relazionali e promuovere il benessere psicologico.

Strategie per riconoscere e lavorare sui propri stili di attaccamento

Riconoscere il proprio stile di attaccamento può essere fondamentale per migliorare la qualità delle relazioni e il benessere emotivo. Alcune strategie utili possono essere adottate sia dai genitori che dagli adulti che desiderano lavorare su di sé.

  • Osservare i propri schemi relazionali: prestare attenzione a come si reagisce nelle situazioni di conflitto o separazione può aiutare a individuare i propri modelli di attaccamento.
  • Coltivare la consapevolezza emotiva: imparare a riconoscere e nominare le proprie emozioni favorisce una maggiore comprensione di sé e degli altri.
  • Cercare il supporto di un professionista: un percorso psicologico può aiutare a esplorare le origini dei propri schemi di attaccamento e a sviluppare strategie più funzionali nelle relazioni.
  • Promuovere la sensibilità genitoriale: per i genitori, essere attenti e rispondere in modo coerente ai bisogni emotivi dei figli favorisce lo sviluppo di un attaccamento sicuro.

Lavorare sugli stili di attaccamento richiede tempo e impegno, ma può contribuire a una maggiore serenità e a relazioni più soddisfacenti.

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