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Quando il papà è in crisi

Quando il papà è in crisi
Quando il papà è in crisi
Psicoterapeuta ad orientamento Psicoanalitico relazionale
Quando il papà è in crisi
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
20.10.2025
Ultimo aggiornamento il
20.10.2025
Quando il papà è in crisi
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Diventare genitori rappresenta uno stravolgimento nella vita di una coppia, sia dal punto di vista sociale che pratico e soprattutto emotivo. La gravidanza e poi la nascita portano entrambi i partner, sia la mamma che il papà, a riorganizzare non solo il mondo esterno, ma anche quello interno.

È normale, quindi, sentirsi inizialmente sopraffatti dalle nuove responsabilità e dai cambiamenti, soprattutto nella società odierna, in cui sembra non esserci spazio per incertezze e dubbi e si aspira ad essere sempre “perfetti e felici”. In questo contesto, anche i neo papà possono attraversare momenti di crisi, trovandosi a dover ridefinire il proprio ruolo e le proprie emozioni nel percorso di genitorialità.

In questo momento delicato potrebbero svilupparsi sintomi psicopatologici di diversa natura e gravità, con una durata limitata oppure con conseguenze più a lungo termine.

I sintomi della neo mamma

Le ricerche si sono concentrate da molti anni sulla neo mamma, probabilmente perché le mamme riportano più spesso quadri sintomatologici nello “spettro depressivo”:

Accanto a questi disturbi legati al periodo perinatale, è importante ricordare anche lo stress che può colpire i papà, spesso definito come "papa stress" o stress paterno, che può manifestarsi con sintomi simili e influire sul benessere dell’intera famiglia.

I sintomi più comuni sono: umore depresso, ansia, disturbi del sonno, faticabilità e irritabilità, sensi di colpa, bassa autostima, sentimenti di impotenza. In rari casi, possono essere presenti pensieri di morte.

George Milton - Pexels

Depressione post partum nei padri

Nella società contemporanea, i papà sono sempre più coinvolti nell'evento nascita e condividono attivamente scelte e responsabilità con le proprie compagne, vivendo appieno questo momento così importante. 

Durante questo delicato passaggio esistenziale possono insorgere difficoltà che, in alcuni casi, portano a vissuti di profonda sofferenza e alla sensazione di sentirsi un padre disperato; nel primo anno di vita del neonato, in particolare tra il terzo e il sesto mese, alcuni papà possono sperimentare sintomi della depressione post partum e ritrovarsi a vivere intensamente il proprio disagio emotivo.

Come si manifesta

I sintomi principali sono:

  • stato di abbattimento e sconforto
  • irrequietezza e irritabilità
  • perdita d’interesse
  • preoccupazione costante
  • ritiro sociale e umore depresso
  • difficoltà a concentrarsi e a lavorare
  • problemi del sonno
  • calo della libido.

In alcuni casi, a questi sintomi si associano altri disturbi come: disturbi d'ansia, acting out comportamentali (crisi di rabbia, comportamenti violenti, relazioni extraconiugali, fughe, attività fisica o sessuale compulsiva), abuso di sostanze, alcool, fumo.

nappy - Pexels

Fattori di rischio

Le cause della depressione post partum paterna non sono note, ma si è riscontrata un'alta correlazione con la presenza di una depressione materna e una pregressa storia personale di depressione, unitamente a un alto grado di ansia preparto.

Ulteriori fattori di rischio sono considerati:

  • età giovane o molto avanzata;
  • basso livello d’istruzione, scarso reddito, preoccupazioni finanziarie e disoccupazione;
  • alti livelli di percezione dello stress;
  • fattori socio-familiari: qualità della relazione con i propri genitori durante l’infanzia, gravidanza indesiderata, discrepanza tra aspettative durante la gravidanza e l’esperienza di genitore dopo il parto, appartenenza a una famiglia ricomposta.

A questo si aggiunge una carenza di informazioni di base che può aumentare la sensazione di smarrimento dopo la nascita del bambino. È stato osservato, infatti, che spesso i padri arrivano alla nascita del figlio senza notizie adeguate su ciò che li aspetta, ignorando i cambiamenti che coinvolgeranno sia loro che la compagna. Questa mancanza di preparazione e consapevolezza può diventare uno dei fattori che contribuiscono allo sviluppo della depressione nei padri dopo la nascita del figlio.

Helena Lopes - Pexels

Conseguenze

Come accade per la depressione post partum materna, anche quella paterna può avere un impatto negativo sul nucleo familiare, sia sulla madre che sul figlio. Alcune ricerche mostrano infatti come la depressione paterna possa influenzare la nascita del legame tra padre e figlio e lo sviluppo comportamentale e cognitivo negli anni successivi, indipendentemente dalla presenza di una depressione nella madre.

L’importanza della rete di supporto

Avere una rete di supporto solida può fare la differenza nel periodo post partum. Il sostegno di amici, parenti o gruppi di altri genitori permette di condividere esperienze, ricevere consigli pratici e sentirsi meno soli nelle difficoltà.

Partecipare a incontri o gruppi di sostegno, anche online, può offrire nuove prospettive e aiutare a normalizzare le proprie emozioni. Sapere di non essere gli unici a vivere momenti di fatica può alleviare il senso di inadeguatezza e favorire un clima di maggiore comprensione e accettazione.

Quando può essere utile chiedere un aiuto professionale?

Riconoscere i segnali di disagio può essere il primo passo per intervenire in modo efficace. Se i sintomi di tristezza, ansia o irritabilità persistono per diverse settimane, oppure se si manifestano pensieri negativi ricorrenti o difficoltà a svolgere le attività quotidiane, è importante non sottovalutare la situazione.

Rivolgersi a uno psicologo o a uno psicoterapeuta può offrire uno spazio di ascolto e di confronto, aiutando a comprendere meglio le proprie emozioni e a trovare strategie personalizzate per affrontare il momento di crisi. Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un atto di cura verso sé stessi e la propria famiglia.

Strategie pratiche per sostenere i papà

Oltre al supporto psicologico, esistono alcune strategie pratiche che possono aiutare i papà a gestire meglio il periodo post partum:

  • Ritagliare momenti di cura personale: dedicare del tempo a sé stessi, anche solo per una breve passeggiata o un hobby, può aiutare a ridurre lo stress e a recuperare energie.
  • Chiedere aiuto quando necessario: non bisogna avere paura di rivolgersi a familiari, amici o professionisti per ricevere supporto pratico o emotivo.
  • Partecipare attivamente alla vita del neonato: prendersi cura del bambino, anche con piccoli gesti quotidiani, favorisce il senso di competenza e rafforza il legame padre-figlio.
  • Condividere le responsabilità: suddividere i compiti con la partner aiuta a evitare il sovraccarico e a mantenere un equilibrio nella coppia, riducendo così il rischio di crisi di coppia legate alla presenza di figli piccoli.

Queste strategie, se integrate nella routine familiare, possono contribuire a prevenire il senso di sopraffazione e favorire un adattamento più sereno al nuovo ruolo genitoriale.

Il ruolo della comunicazione nella coppia

La comunicazione aperta e sincera tra i partner può essere fondamentale per affrontare insieme le difficoltà che possono emergere dopo la nascita di un figlio. Spesso, i neo papà possono sentirsi isolati o incompresi, soprattutto se temono di non essere all’altezza delle nuove responsabilità.

Parlare dei propri sentimenti, delle paure e delle aspettative può aiutare a ridurre il senso di solitudine e a rafforzare il legame di coppia. È importante che entrambi i partner si sentano liberi di esprimere le proprie emozioni senza timore di giudizio, creando così uno spazio sicuro in cui sostenersi reciprocamente.

Come intervenire

In un'ottica preventiva appare quindi fondamentale riconoscere l’importanza del padre sin dall’inizio della gravidanza e promuovere il suo coinvolgimento in tutte le tappe salienti prima e dopo il parto, per esempio durante le visite e nell’assistenza successiva alla nascita.

Tutti gli studi sottolineano l'importanza di riconoscere la depressione post partum paterna nelle sue fasi iniziali per poterla affrontare meglio. A questo scopo, sembra molto utile la Scala di Edimburgo, un test sulla depressione autosomministrato già largamente usato per la depressione post partum materna. Vista l'alta correlazione con la depressione post partum materna, la ricerca suggerisce un percorso post-parto per padri, soprattutto quando è presente una madre depressa. Quando si riconoscono i segnali di questa difficoltà il modo migliore per intervenire è affidarsi ad un sostegno psicologico, eventualmente affiancato da una terapia di coppia.

Se senti che il periodo dopo la nascita di un figlio sta diventando troppo difficile da affrontare da solo, Unobravo può aiutarti a trovare il professionista più adatto alle tue esigenze. Inizia il questionario e fai il primo passo verso un supporto psicologico personalizzato.

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