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Role playing in psicoterapia: come funziona e perché aiuta davvero

Role playing in psicoterapia: come funziona e perché aiuta davvero
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
13.12.2025
Role playing in psicoterapia: come funziona e perché aiuta davvero
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In ambito clinico, il gioco di ruolo (role playing) affonda le sue radici nello psicodramma di J. L. Moreno (anni ’20–’30) e oggi è usato per esplorare dinamiche relazionali, sperimentare nuovi comportamenti e allenare competenze sociali in un contesto protetto. Attraverso il gioco di ruolo è possibile allenare le proprie competenze sociali, imparare a gestire l’ansia da prestazione e comprendere meglio i meccanismi che alimentano la propria sofferenza emotiva. Oltre alla psicoterapia, il role playing trova applicazione anche nei training aziendali, nei percorsi educativi e nelle attività di gruppo. Ti è mai capitato di notare dinamiche simili a quelle di un gioco di ruolo in situazioni della vita reale?

Cos’è il role playing: definizione, significato e differenze con altre tecniche

Il role playing è una tecnica utilizzata in psicoterapia che consiste nell’esplorare attivamente situazioni emotive o relazionali assumendo ruoli fittizi. In questo processo, guidato da un professionista, la persona interpreta un personaggio all’interno di uno scenario definito, agendo e reagendo come farebbe nella realtà. L’obiettivo non è recitare, ma sperimentare in modo sicuro nuove modalità di essere e di relazionarsi. Rispetto ad altre tecniche, il role playing si distingue per la sua dimensione attiva: mentre l’introspezione si basa sull’auto-osservazione e la riflessione verbale, e la simulazione viene spesso utilizzata in contesti educativi o aziendali, il role playing in ambito clinico coinvolge corpo, mente ed emozioni in modo integrato.

Jopwell - Pexels

Fondamenti psicologici e principi del role playing

Il role playing si fonda su alcuni principi psicologici fondamentali. Tra questi spicca l’immedesimazione, che permette di esplorare vissuti complessi assumendo un ruolo diverso dal proprio. L’assunzione temporanea di ruoli consente di sperimentare emozioni e strategie nuove, favorendo la comprensione di sé e degli altri. Questo richiama il gioco infantile, in cui il bambino esplora il mondo attraverso l’azione simbolica. Il valore terapeutico del role playing risiede nell’agire: mentre la riflessione può rimanere sul piano cognitivo, l’azione coinvolge il corpo e le emozioni, facilitando l’integrazione delle nuove consapevolezze. Hai mai notato come agire una situazione possa cambiare il tuo modo di sentirla rispetto al solo parlarne?

Come funziona una sessione di role playing in psicoterapia

Il role playing in psicoterapia si svolge in un ambiente sicuro e strutturato, dove il terapeuta guida i partecipanti attraverso diverse fasi. Il setting può essere individuale o di gruppo, a seconda degli obiettivi e delle caratteristiche della persona. Solitamente, una sessione di role playing si articola in tre fasi principali:

  1. conduzione: il terapeuta introduce la situazione, definisce i ruoli e gli obiettivi, creando un clima di fiducia e collaborazione;
  2. azione: i partecipanti mettono in scena la situazione, esplorando pensieri, emozioni e comportamenti attraverso l’immedesimazione nei ruoli;
  3. analisi o debriefing: al termine dell’azione, il terapeuta facilita la riflessione sull’esperienza, aiutando a elaborare le nuove consapevolezze e a integrarle nel percorso di crescita.

Il ruolo del terapeuta è fondamentale: deve saper contenere le emozioni, stimolare l’autenticità e offrire feedback costruttivi. Anche i partecipanti hanno un ruolo attivo, contribuendo con il proprio vissuto e sostenendo il gruppo nel processo di esplorazione. Il feedback è essenziale per consolidare gli apprendimenti e favorire il cambiamento.

Modalità e contesti di applicazione: individuale, coppia, gruppo, scolastico e aziendale

Il role playing è una tecnica estremamente versatile, adatta a diversi contesti e modalità di intervento. In ambito individuale, il terapeuta può guidare la persona nell’esplorazione di situazioni specifiche, come un conflitto relazionale o una scelta difficile. Ad esempio, un ragazzo che fatica ad affermarsi con i genitori potrebbe sperimentare, attraverso il role playing, nuove modalità comunicative, per poi riflettere insieme al terapeuta sulle emozioni emerse. In ambito di coppia, la tecnica aiuta i partner a mettersi nei panni l’uno dell’altro, favorendo empatia e dialogo. Nel gruppo, il role playing stimola la coesione e il supporto reciproco: pensiamo a un gruppo di adolescenti che, mettendo in scena episodi di bullismo, imparano a riconoscere e contrastare le dinamiche di potere. In ambito scolastico, il role playing è uno strumento prezioso per sviluppare competenze socio-emotive e prevenire il disagio. In quello aziendale, può essere utilizzato per potenziare le soft skills e migliorare il clima organizzativo.

Funzioni terapeutiche e sviluppo delle abilità relazionali: consapevolezza di sé, emozioni, empatia, comunicazione e gestione dei conflitti

Il role playing in psicoterapia può avere un impatto significativo sulla crescita personale e relazionale. Mettendosi in gioco attivamente, è possibile esplorare e comprendere meglio il proprio mondo interiore. Recitare un ruolo permette di osservare dall’esterno pensieri, emozioni e strategie, favorendo la consapevolezza di sé. La distanza tra sé e il problema si riduce e ciò che prima era confuso può diventare più chiaro.

Allo stesso tempo, la finzione protetta della scena aiuta a riconoscere e gestire le emozioni, imparando a non esserne sopraffatti.

Inoltre, il role playing potenzia l’empatia e la capacità di mettersi nei panni degli altri, arricchendo la comprensione delle dinamiche relazionali. Il role playing sviluppa anche abilità relazionali e comunicative preziose, come l’ascolto attivo, la gestione dei conflitti e la negoziazione. In un esercizio di gruppo, ad esempio, si può imparare a fronteggiare il bullismo o a risolvere un conflitto tra colleghi, rafforzando l’assertività e la capacità di collaborare.

Benefici per autostima, motivazione e benessere psicologico

Il role playing in psicoterapia può rappresentare una vera palestra per l’autostima. Sperimentare situazioni difficili in un ambiente protetto permette di sbagliare, riprovare e migliorare. Ogni piccolo successo, anche solo in una simulazione, può rafforzare la fiducia nelle proprie capacità. Questo senso di padronanza si traduce in una maggiore motivazione ad affrontare le sfide della vita reale. Durante il role playing, si imparano a gestire le emozioni, a comunicare in modo efficace e a risolvere conflitti, competenze che possono essere utili anche fuori dalla stanza di terapia. Inoltre, l’esperienza di essere ascoltati e supportati dal terapeuta o dal gruppo durante le simulazioni alimenta il senso di valore personale.

Nika Benedictova - Pexels

Utilità del role playing per ansia, paure, traumi e disagio emotivo

Il role playing in psicoterapia può essere uno strumento prezioso per affrontare ansia, paure, traumi e disagio emotivo. Attraverso la simulazione di situazioni che generano stress o preoccupazione, la persona ha l’opportunità di sperimentare in un ambiente sicuro le proprie reazioni e di acquisire nuove strategie di coping. Questo processo può contribuire a desensibilizzare gradualmente agli stimoli ansiogeni, riducendo l’impatto emotivo che essi hanno nella vita reale. Inoltre, il role playing facilita l’elaborazione di traumi, consentendo di rielaborare ricordi dolorosi in modo controllato e protetto. La presenza del terapeuta durante le simulazioni garantisce un sostegno costante, aiutando la persona a sentirsi compresa e accolta. In questo modo, il role playing può favorire la crescita personale e il benessere emotivo.

Applicazioni con bambini e adolescenti

Il role playing può essere un valido supporto anche per bambini e adolescenti, adattando la tecnica in base all’età. I ragazzi, ad esempio, necessitano di attività più ludiche e coinvolgenti rispetto agli adulti. Il role playing aiuta i giovani a sviluppare competenze sociali, gestire le emozioni e affrontare situazioni complesse in modo costruttivo. Un esempio di attività può essere la simulazione di un conflitto tra compagni di classe, in cui i ragazzi devono trovare una soluzione attraverso il dialogo e la collaborazione. In questo modo apprendono strategie di risoluzione dei conflitti e migliorano la loro capacità di comunicare in modo efficace.

Limiti, criticità e importanza della supervisione

Nonostante i numerosi benefici, il role playing presenta alcune limitazioni e criticità che è importante considerare. Alcuni partecipanti possono sentirsi a disagio nel recitare ruoli davanti ad altri, oppure potrebbero non riuscire a immedesimarsi completamente nella situazione proposta, riducendo l’efficacia dell’esperienza. Inoltre, se non adeguatamente strutturato e supervisionato, il role playing rischia di rinforzare dinamiche disfunzionali o generare frustrazione. La presenza di un terapeuta esperto è fondamentale per guidare il processo, monitorare le reazioni emotive dei partecipanti, offrire un feedback costruttivo e assicurare che l’attività sia adattata alle specifiche esigenze e caratteristiche del gruppo.

Riflettere sul proprio benessere psicologico

Il benessere psicologico è un percorso che dura tutta la vita e richiede un impegno attivo e consapevole. Prendersi cura della propria salute mentale significa accettare la possibilità di sentirsi vulnerabili, riconoscere i propri limiti e imparare a chiedere aiuto quando necessario. Assumere un ruolo attivo nella propria crescita personale significa anche coltivare la curiosità, la resilienza e la capacità di adattamento di fronte alle sfide della vita. Ogni persona è unica e il percorso verso il benessere è personale e irripetibile. Non esistono ricette universali, ma ascoltarsi, comprendere le proprie emozioni e avere il coraggio di cambiare sono tappe fondamentali di questa avventura.

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