Tachicardia e ansia: come riconoscere e gestire i sintomi

Tachicardia e ansia: come riconoscere e gestire i sintomi
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Monica Margiotta
Redazione
Psicologa ad orientamento Cognitivo-Comportamentale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
30.5.2025
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Quando si parla di sensazione di tachicardia in associazione ad ansia si intende un fenomeno abbastanza comune, che molte persone sperimentano almeno una volta nella vita. Quando si percepisce un improvviso aumento del battito cardiaco ci si può spaventare, soprattutto quando si verifica senza una causa apparente; tuttavia, in molti casi, si tratta di una reazione strettamente legata a stati di ansia e stress, piuttosto che a problemi cardiaci di natura organica.

La comprensione del legame che intercorre tra tachicardia da ansia e il funzionamento del nostro sistema nervoso è essenziale per affrontare il problema in modo efficace, distinguendo i sintomi transitori da eventuali condizioni mediche più serie.

Cos’è la tachicardia da stress? 

La tachicardia da stress è un fenomeno in cui la frequenza cardiaca aumenta a causa di una forte attivazione emotiva; non si tratta di una malattia in sé, bensì di una reazione naturale del corpo nei confronti di condizioni d’attacchi di ansia, paura o tensione prolungata. Nel momento in cui una persona si trova in una situazione di stress, il corpo reagisce come se fosse in pericolo. Questo accade in quanto l’ansia attiva il sistema nervoso autonomo, responsabile della regolazione involontaria delle funzioni corporee, tra cui il battito cardiaco.

I principali meccanismi alla base della tachicardia da ansia includono:

  • Attivazione del sistema nervoso autonomo: il corpo si prepara a una reazione di “lotta o fuga”, aumentando la frequenza cardiaca.
  • Rilascio di adrenalina e cortisolo: questi ormoni aumentano il battito cardiaco per migliorare la prontezza fisica e mentale.

È importante sottolineare che la tachicardia da ansia è un fenomeno comune; tuttavia, in alcuni casi, questa reazione può diventare cronica e impattare negativamente la qualità della vita, generando ulteriore stress e alimentando un circolo vizioso.

cagkansayin - iStock

Sintomi e manifestazioni della tachicardia da ansia 

La tachicardia da stress può manifestarsi con diversi sintomi, tra cui:

  • Sensazione di battiti accelerati: il cuore può sembrare “impazzito” senza una causa evidente.
  • Sensazione di avere il cuore in gola: una percezione di oppressione o pulsazioni irregolari nel petto o nella gola.
  • Extrasistole o aritmie: piccole irregolarità nel ritmo cardiaco che spesso aumentano l’ansia.

Una delle paure più comuni è confondere la tachicardia da ansia con problemi cardiaci più gravi; a differenza delle aritmie patologiche, la tachicardia indotta dall’ansia è spesso temporanea e scompare nel momento in cui lo stato emotivo si normalizza.

Sintomi notturni: perché ci svegliamo con tachicardia? 

Molte persone sperimentano tachicardia notturna, svegliandosi improvvisamente con il cuore che batte forte. Questo fenomeno può essere dovuto a:

  • Accumulo di stress durante la giornata: il corpo può elaborare la tensione accumulata anche durante il sonno.
  • Disturbi del sonno: insonnia e apnea notturna possono contribuire all’ansia e tachicardia notturna.

Tachicardia da ansia: è pericolosa? 

Nella maggior parte dei casi, la tachicardia da ansia non rappresenta un rischio per il cuore. Tuttavia, se gli episodi diventano frequenti o molto intensi, è consigliabile rivolgersi a un medico per escludere altre cause.

Enginakiurt - Pexels

Come calmare la tachicardia da ansia 

Esistono diverse strategie per ridurre la tachicardia da stress e gestire l’ansia in modo efficace; tra queste vi sono le tecniche di rilassamento immediato, tra cui la respirazione diaframmatica - respirare profondamente aiuta a ridurre l’attivazione del sistema nervoso simpatico - e la mindfulness per l’ansia, in quanto le pratiche di meditazione e consapevolezza possono ridurre lo stress e migliorare il controllo delle emozioni.

Allo stesso tempo, è possibile e suggeribile anche apportare modifiche dello stile di vita per ridurre la tachicardia, ad esempio attraverso lo svolgimento di attività fisica regolare, la quale aiuta a regolare il battito cardiaco e a ridurre l’ansia, così come con un’alimentazione equilibrata - infatti, già l’evitamento della caffeina e dell’alcol è in grado di ridurre la frequenza degli episodi di tachicardia da ansia. Inoltre, anche il sonno ha una forte importanza: migliorare l’igiene del sonno è fondamentale per prevenire la tachicardia notturna.

Infine, in alcuni casi possono essere necessari interventi farmacologici o terapeutici per gestire il problema. Ma quando ricorrere ai farmaci? Se la tachicardia da ansia è persistente, il medico può prescrivere beta-bloccanti o ansiolitici per controllare i sintomi. In parallelo, sono di forte utilità anche le strategie di terapia psicologica: ad esempio, la terapia cognitivo-comportamentale può aiutare a gestire i disturbi d’ansia alla base della tachicardia.

In conclusione, la tachicardia legata all’ansia rappresenta un fenomeno comune che può risultare spaventoso, ma che nella maggior parte dei casi non risulta tale; per questo motivo la comprensione delle cause sottostanti per cui il cuore accelera in situazioni di stress può aiutare a gestire meglio il problema, evitando di alimentare ulteriormente l’ansia con preoccupazioni eccessive. 

Allo stesso tempo, l’utilizzo di tecniche di rilassamento, il miglioramento del proprio stile di vita e, se necessario, il rivolgersi ad un aiuto professionale costituiscono dei passi fondamentali per ridurre questi episodi e ritrovare un maggiore benessere. Si deve sempre tenere presente che il corpo - e in questo caso più specifico, il cuore - e la mente sono strettamente collegati: imparare a gestire l’ansia non solo aiuta a calmare il battito cardiaco, ma migliora la qualità della vita in generale.

Se l’ansia diventa un ostacolo nella quotidianità, un percorso terapeutico può offrire strumenti concreti per affrontarla in modo più sereno e consapevole, in quanto prendersi cura del proprio equilibrio emotivo significa anche proteggere la propria salute fisica.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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