Il bruciore intimo è un sintomo comune tra le donne, spesso associato a infezioni, alterazioni ormonali o sensibilità cutanea. Tuttavia, recenti ricerche suggeriscono che fattori psicologici come ansia, stress e paura del dolore possano giocare un ruolo significativo nella sua espressione e nella sua persistenza.
Uno studio condotto in Svezia ha evidenziato che molte donne con dolore genitale cronico presentano livelli elevati di ansia, pensieri catastrofici sul dolore e comportamenti di evitamento (Thomtén & Karlsson, 2014). Questo suggerisce che il bruciore intimo non sia solo una questione fisica, ma possa essere influenzato anche da dinamiche psicologiche e relazionali. La percezione della sensibilità cutanea nella zona genitale è infatti altamente soggettiva e può variare in base a fattori biologici, ambientali e culturali (Farage, 2019).
Ma in quale modo le nostre emozioni e convinzioni possono amplificare la percezione del dolore e contribuire alla cronicizzazione di un dolore fisico?
Lo stress psicologico ha un impatto significativo sul corpo umano, influenzando vari sistemi fisiologici, tra cui il sistema immunitario e l’equilibrio ormonale. Quando il corpo percepisce una minaccia, sia fisica o emotiva, attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), portando a un aumento della produzione di cortisolo, noto anche come “ormone dello stress” (Amabebe & Anumba, 2020). Sebbene questa risposta sia essenziale per affrontare situazioni di emergenza, quando il livello di stress si mantiene elevato per un periodo prolungato, può avere effetti deleteri sulla salute, tra cui un’alterazione del microbiota vaginale e una maggiore suscettibilità a infezioni e infiammazioni.
Il ruolo dello stress nella genesi e nella percezione del bruciore intimo
Uno degli effetti principali dello stress cronico è la soppressione del sistema immunitario. Il cortisolo, infatti, riduce la capacità dell’organismo di rispondere alle infezioni modulando la produzione di citochine pro-infiammatorie e alterando il numero di cellule immunitarie circolanti (Amabebe & Anumba, 2020).
Questa condizione può favorire la proliferazione di agenti patogeni come i batteri responsabili della vaginosi batterica o i funghi del genere Candida, che sono spesso implicati nei casi di bruciore intimo. Inoltre, il cortisolo può inibire la deposizione di glicogeno nelle cellule epiteliali vaginali, riducendo così la disponibilità di nutrienti essenziali per la crescita dei lattobacilli, batteri benefici che contribuiscono a mantenere il pH vaginale acido e a prevenire le infezioni (Amabebe & Anumba, 2020).
Oltre agli effetti diretti sul microbiota, lo stress può influenzare la percezione del dolore. Uno studio di Benetton et al. (2010) ha dimostrato che individui con alti livelli di ansia e stress tendono a sperimentare il dolore in modo più intenso rispetto a chi ha bassi livelli di stress. Questo accade perché lo stress attiva i centri del dolore nel cervello, aumentando la sensibilità agli stimoli nocivi e amplificando la risposta emotiva al disagio fisico.
Di conseguenza, una donna che soffre di una condizione preesistente come la candidosi o la vulvodinia potrebbe percepire un bruciore intimo più intenso nei periodi di maggiore stress.
Per questo motivo è fondamentale considerare che il legame tra stress e dolore intimo può essere letto in modo bidirezionale: da un lato, lo stress contribuisce alla comparsa o all’intensificazione dei sintomi, dall’altro, il dolore persistente genera ulteriore stress, creando un circolo vizioso difficile da interrompere. È quindi fondamentale riconoscere l’influenza dello stress sulla salute intima e adottare strategie per gestirlo, come tecniche di rilassamento, attività fisica e supporto psicologico.
Cause e sintomi del bruciore intimo: dermatiti da contatto, candidosi e vulvodinia
Tra le cause più frequenti di bruciore intimo vi è la vulvovaginal candidosis (VVC), un’infezione fungina che provoca prurito, arrossamento e secrezioni vaginali dense e biancastre. Uno studio condotto su giovani donne sessualmente attive ha evidenziato che il 42% delle partecipanti aveva una coltura positiva per candida e molte di loro riferivano dolore durante i rapporti sessuali (Rylander et al., 2004).
Oltre alle infezioni, il bruciore intimo può derivare da dermatiti da contatto, alterazioni ormonali (come in menopausa o durante il ciclo mestruale) e patologie croniche come il lichen sclerosus, una condizione infiammatoria che colpisce la pelle della vulva (Woelber et al., 2020).
Come abbiamo visto, il bruciore intimo può essere presente, in alcuni casi, anche in assenza di una condizione fisica evidente a causa dello stress. Tuttavia, prima di giungere a questa conclusione è doveroso condurre un’attenta diagnosi differenziale.
Quando il bruciore intimo diventa persistente e non è associato a infezioni o altre patologie evidenti, potrebbe trattarsi di vulvodinia, una condizione cronica caratterizzata da dolore e bruciore vulvare senza una causa apparente (Leusink et al., 2018). La vulvodinia colpisce circa l’8,3% delle donne e spesso viene confusa con infezioni ricorrenti, portando a trattamenti inefficaci e a un impatto negativo sulla qualità della vita. I sintomi principali comprendono bruciore, irritazione e dolore al contatto, sia durante i rapporti sessuali che nella vita quotidiana.
Anche in questo caso l’aspetto psicologico è fondamentale: molte donne che soffrono di vulvodinia sviluppano ansia, depressione e difficoltà nelle relazioni intime, poiché la condizione è spesso sottovalutata o non diagnosticata correttamente. Per questo motivo, potrebbe essere importante rivolgersi a uno specialista per una valutazione accurata ed evitare trattamenti inappropriati, lavorando su un approccio multidisciplinare che includa terapia del dolore, supporto psicologico e tecniche di gestione dello stress (Leusink et al., 2018).
Più in generale, prevenire e trattare il bruciore intimo richiede un approccio completo che tenga conto sia di cause mediche che di fattori psicologici.
Una delle strategie fondamentali è la corretta igiene intima, considerando che pratiche di igiene troppo aggressive possono alterare l’equilibrio della flora vaginale e peggiorare la sintomatologia. Secondo Stockdale e Boardman (2018), molte patologie vulvari sono esacerbate da detergenti irritanti, lavaggi eccessivi o prodotti profumati, che possono compromettere la barriera cutanea e predisporre a infezioni e infiammazioni. È quindi consigliato l’uso di detergenti delicati, privi di profumi, e di biancheria in cotone traspirante per ridurre l’irritazione.
Un’altra misura preventiva importante riguarda la cura della pelle vulvare, soprattutto per chi soffre di condizioni croniche come dermatiti o lichen sclerosus. L’applicazione di emollienti e creme idratanti specifiche aiuta a mantenere la pelle protetta e meno reattiva agli stimoli esterni. Nei casi in cui il bruciore sia legato a infezioni come la candidosi, è fondamentale seguire un trattamento mirato con antimicotici prescritti da un medico, evitando l’uso frequente di antibiotici che possono alterare l’ecosistema vaginale (Stockdale & Boardman, 2018).
Un aspetto spesso trascurato è il ruolo dei muscoli del pavimento pelvico, la cui disfunzione può contribuire al dolore vulvare. Tecniche di rilassamento e fisioterapia pelvica possono essere utili per chi soffre di tensione cronica in questa area, specialmente nei casi di vulvodinia (Fischer, 2004).
Risulta infine importante, nei casi in cui il bruciore è esacerbato e/o esacerba una condizione di stress, cercare supporto psicologico. Questo può rappresentare uno strumento efficace per interrompere questo circolo vizioso. Attraverso la psicoterapia, è possibile riuscire a gestire meglio l’ansia e le emozioni spiacevoli legate al dolore cronico, riducendo così la tensione muscolare e l’iperattivazione del sistema nervoso. Inoltre, la terapia aiuta a riconoscere eventuali schemi di pensiero disfunzionali che amplificano la percezione del dolore e a sostituirli con strategie più adattive.
Anche tecniche di rilassamento come la mindfulness e la respirazione diaframmatica si sono dimostrate utili nel ridurre la tensione del pavimento pelvico e nel migliorare la qualità della vita delle pazienti con disturbi vulvari (Gold, 2005).
Affiancare un percorso terapeutico alla gestione medica del bruciore intimo può quindi rappresentare una soluzione efficace per chi soffre di sintomi ricorrenti o di dolore cronico.

Bruciore Intimo: ascoltare il proprio corpo per rispettare i propri bisogni
Affrontare il bruciore intimo può essere frustrante e debilitante, ma sapere che esistono soluzioni efficaci, sia mediche che psicologiche, è un passo importante verso il proprio benessere e la possibilità di rispondere i propri bisogni .
Risulta molto importante prendersi cura di sé con una corretta igiene, trattamenti mirati e strategie per ridurre lo stress ma risulta fondamentale, quando i sintomi persistono, rivolgersi a un professionista di fiducia per trovare il supporto giusto e migliorare la qualità della vita.
Ogni persona merita di sentirsi bene nel proprio corpo e ogni corpo merita di ricevere l’attenzione e la cura che gli spetta.
Immagine di copertina: Sora Shimazaki